NEWS! Sabelli lascia Alitalia


ANSA) - MILANO, 14 FEB - Sara' Andrea Ragnetti, ex Telecom ed ex Philips, il nuovo amministratore delegato di Alitalia al posto dell'uscente Rocco Sabelli. Lo ha deciso all'unanimita' una riunione dei soci Cai che si e' svolta a Milano presso Intesa Sanpaolo.
 
[h=1]Alitalia, Ragnetti nuovo ad, via Sabelli[/h]
Martedì, 14 febbraio 2012 - 20:04:00


Andrea Ragnetti succederà a Rocco Sabelli come amministratore delegato di Alitalia. L'accordo è stato trovato tra i soci della compagnia "all'unanimità", ha annunciato il presidente Roberto Colaninno lasciando la sede di Banca Imi, dove si e' tenuta la riunione degli azionisti. Sara' Roma e non il Brasile, come lui stesso aveva ipotizzato in un'intervista la scorsa estate, la prossima destinazione professionale di Andrea Ragnetti. Sara' il top manager perugino, cinquantaduenne con tre figlie, a prendere il timone di Alitalia, dopo che l'amministratore delegato uscente, Rocco Sabelli, si e' detto indisponibile a un secondo mandato alla guida della compagnia. Una carriera, quella di Ragnetti, il cui tratto distintivo e' il suo profilo internazionale: almeno 25 anni passati all'estero e la conoscenza di quattro lingue (inglese, francese, spagnolo e portoghese).Dopo aver conseguito la laurea in Scienze Politiche all'Universita' di Perugia, Ragnetti comincia la sua carriera alla Procter & Gamble. Trascorso qualche anno a Roma, Ragnetti chiede un incarico all'estero e viene cosi' mandato a Lisbona. Dalle rive del Tago passa alla Benckiser a Parigi. Pochi anni dopo, decide di tornare in Italia, dove, dopo aver avviato una piccola attivita' imprenditoriale, approda a Telecom Italia come chief marketing officer. Ma quando il gruppo viene venduto a Pirelli, si concede una pausa e intraprende con la propria famiglia un tour di sei mesi intorno al mondo.La tappa successiva e' Amsterdam. Ragnetti entrato in Philips nel gennaio 2003 in qualita' di chief marketing officer, e diventa poi membro del Group Management Committee di Philips. Il 1° aprile 2005, quando gia' ricopre la funzione di CMO di Philips, e' nominato chief executive officer di Philips Domestic Appliances and Personal Care. Nell'aprile 2006 diventa membro del cda. Il 1° gennaio 2008, data in cui e' stato creato Consumer Lifestyle, Ragnetti e' nominato ceo del settore
http://affaritaliani.libero.it/economia/alitalia-ragnetti-nuovo-ad-via-sabelli140212.html
 
Ultima modifica:
Assurdo siamo al protezionismo puro, poi ci si stupisce che il paese stia andando a rotoli. Credo che l'antitrust avrà ben altre idee.

A quel punto si vietano anche i contributi e le sovvenzioni offerte alle varie low-cost, che hanno poco o nulla a che fare con la concorrenza.
 
A quel punto si vietano anche i contributi e le sovvenzioni offerte alle varie low-cost, che hanno poco o nulla a che fare con la concorrenza.
Vallo a spiegare... fra l'altro qua si semplifica e si dimentica che si sta parlando di equilibri giusto un tantino complicati.

Il ragionamento è comunque dettato non dalla concorrenza ma dalle simpatie ed antipatie fra compagnie ed aeroporti, insomma, le solite storie.
 
Ho visto un po' di materiale sul web e non sembra affatto l'ultimo arrivato (ci sono tra l'altro alcuni suoi keynotes sulla leadership caricati su youtube). L'unica mia perplessità è legata al fatto che il settore del trasporto aereo è diverso da tutti gli altri e richiede tempo per capirne i complessi meccanismi.
 
L'unica mia perplessità è legata al fatto che il settore del trasporto aereo è diverso da tutti gli altri e richiede tempo per capirne i complessi meccanismi.

Lavoro in campo assicurativo e ti posso garantire che il settore assicurativo e' diverso da tutti gli altri. Come lo e' quello bancario. In passato ho lavorato anche nell industria petrolifera e ti posso garantire che anche quella e' diversa da tutte le altre. Non ho mai lavorato nel settore del trasporto aereo, ma non posso pensare che sia poi cosi' difficile coglierne le peculiarita' e le dinamiche.
 
Andrea Ragnetti è il nuovo numero uno di Alitalia. Ok unanime dei soci

TAG: alitalia, anndrea ragnetti, intesa sanpaolo, philips, roberto colaninno, rocco sabelli, telecom, tim

Il nuovo ad di Alitalia, Andrea Ragnetti (Foto Philips)

ROMA – Strada spianata per Andrea Ragnetti, prossimo numero uno di Alitalia. I soci della compagnia hanno infatti dato il loro via libera all’unanimità alla candidatura del manager sostenuto dal presidente Roberto Colaninno e dall’ad uscente Rocco Sabelli che, dopo tre anni alla cloche, non ha dato la disponibilità per un nuovo mandato. Sarà il cda della prossima settimana a designare il nuovo a.d. che verrà nominato dall’assemblea insieme a tutto il consiglio di amministrazione.

Gli azionisti di Cai si sono riuniti il 14 febbraio a Milano, nella sede di Intesa Sanpaolo, per valutare il nome del top manager di Philips, e prima ancora di Telecom, circolato nei giorni scorsi come il più papabile per la poltrona di Sabelli: con lui Ragnetti ha lavorato in Tim e Telecom all’epoca della presidenza di Colaninno. La riunione, cui hanno preso parte il presidente Colaninno, Sabelli e numerosi rappresentanti dei soci della cordata che controlla Alitalia, è durata circa tre ore ed è stata coordinata dal direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè. Il vertice era stato convocato per superare certi malumori emersi da parte dei piccoli azionisti e raggiungere una condivisione sul nome da ufficializzare in sede di cda.

Il passaggio di consegne sarà ratificato dal consiglio di amministrazione di Alitalia già convocato da tempo per il 24 febbraio: il consiglio approverà anche il bilancio, l’ultimo firmato da Sabelli che ha traghettato la società nata dalle ceneri della vecchia Alitalia. I risultati 2011, secondo le indiscrezioni che circolano, dovrebbero registrare una perdita netta intorno agli 80 milioni di euro, dopo il rosso di 168 milioni del 2010.

Sarà poi l’assemblea, che dovrebbe essere convocata tra fine marzo e inizio aprile, a nominare il nuovo amministratore delegato e il nuovo cda, con i suoi 19 membri. Nel consiglio potrebbero anche entrare, ma forse in un secondo tempo, Franco Pecci e Antonio Pulvirenti, rispettivamente il presidente di Blue Panorama e il proprietario di Wind Jet, le due compagnie con le quali Alitalia ha appena avviato un percorso di integrazione.

L’Alitalia che Ragnetti si troverà a guidare sarà una società che, dopo aver lavorato alla ristrutturazione e aver messo a punto la macchina operativa, punta ad un forte impulso commerciale sul mercato.

Nato a Roma nel 1960, sposato con tre figli, la carriera di Ragnetti è cominciata nel 1987 in Procter & Gamble, prima di passare a Reckitt Benckiser a Parigi. Poi Telecom, dove ha avuto l’occasione di incontrare Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, il manager che andrà a sostituire in Alitalia. Lascia Telecom in occasione del passaggio di mano a Pirelli, verso la nuova destinazione, l’ultima prima di Alitalia: l’olandese Philips, dove ricopre il ruolo di vice presidente esecutivo e a.d. della divisione Consumer Lifestyle.

La guida di Alitalia arriva in un momento cruciale per lo sviluppo della compagnia aerea, che da un lato deve fare i conti con le piccole e agguerrite low-cost e dall’altro cerca di riconquistare un posto di prestigio nel panorama mondiale. Ma il motto preferito di Ragnetti, che cita Goethe sul suo blog, parla chiaro sulle sue intenzioni: “Tutto quello che puoi fare o sognare di fare, inizia a farlo”.
 
A 50 anni non si e' giovani nemmeno per fare gli amministratori delegati. Alcuni esempi, anche senza andare all'estero:

Andrea Guerra 44 anni CEO LUxottica dal 2004 e di Ariston dal 2000 al 2004. Primo ruolo come CEO anni 32
Corrado Passera CEO Olivetti nel 1992 anni 38
Alessandro Profumo CEO Unicredit nel 1994 anni 40
Luca Majocchi CEO Seat Pagine Gialle nel 2003 anni 42
Vittorio Colao CEO Omnitel anni 35 poi CEO Vodafone global anni 46
Matteo Arpe CEO Capitalia anni 37

Solo quelli che mi vengono in mente al momento. Bastano?
 
A 50 anni non si e' giovani nemmeno per fare gli amministratori delegati. Alcuni esempi, anche senza andare all'estero:

Andrea Guerra 44 anni CEO LUxottica dal 2004 e di Ariston dal 2000 al 2004. Primo ruolo come CEO anni 32
Corrado Passera CEO Olivetti nel 1992 anni 38
Alessandro Profumo CEO Unicredit nel 1994 anni 40
Luca Majocchi CEO Seat Pagine Gialle nel 2003 anni 42
Vittorio Colao CEO Omnitel anni 35 poi CEO Vodafone global anni 46
Matteo Arpe CEO Capitalia anni 37

Solo quelli che mi vengono in mente al momento. Bastano?

Stefano Beraldo AD di Gruppo Coin dal 2005 (all'apoca 48 anni) e nel 2000 (a 43 anni) era AD del Gruppo De Longhi.
 
mi fa parecchio piacere che il nuovo amministratore di alitalia sia un Perugino laureato sempre a Perugia...:) speriamo che riesca a fare un buon lavoro
 
Andrea Ragnetti è il nuovo numero uno di Alitalia. Ok unanime dei soci

TAG: alitalia, anndrea ragnetti, intesa sanpaolo, philips, roberto colaninno, rocco sabelli, telecom, tim

Il nuovo ad di Alitalia, Andrea Ragnetti (Foto Philips)

ROMA – Strada spianata per Andrea Ragnetti, prossimo numero uno di Alitalia. I soci della compagnia hanno infatti dato il loro via libera all’unanimità alla candidatura del manager sostenuto dal presidente Roberto Colaninno e dall’ad uscente Rocco Sabelli che, dopo tre anni alla cloche, non ha dato la disponibilità per un nuovo mandato. Sarà il cda della prossima settimana a designare il nuovo a.d. che verrà nominato dall’assemblea insieme a tutto il consiglio di amministrazione.

Gli azionisti di Cai si sono riuniti il 14 febbraio a Milano, nella sede di Intesa Sanpaolo, per valutare il nome del top manager di Philips, e prima ancora di Telecom, circolato nei giorni scorsi come il più papabile per la poltrona di Sabelli: con lui Ragnetti ha lavorato in Tim e Telecom all’epoca della presidenza di Colaninno. La riunione, cui hanno preso parte il presidente Colaninno, Sabelli e numerosi rappresentanti dei soci della cordata che controlla Alitalia, è durata circa tre ore ed è stata coordinata dal direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè. Il vertice era stato convocato per superare certi malumori emersi da parte dei piccoli azionisti e raggiungere una condivisione sul nome da ufficializzare in sede di cda.

Il passaggio di consegne sarà ratificato dal consiglio di amministrazione di Alitalia già convocato da tempo per il 24 febbraio: il consiglio approverà anche il bilancio, l’ultimo firmato da Sabelli che ha traghettato la società nata dalle ceneri della vecchia Alitalia. I risultati 2011, secondo le indiscrezioni che circolano, dovrebbero registrare una perdita netta intorno agli 80 milioni di euro, dopo il rosso di 168 milioni del 2010.

Sarà poi l’assemblea, che dovrebbe essere convocata tra fine marzo e inizio aprile, a nominare il nuovo amministratore delegato e il nuovo cda, con i suoi 19 membri. Nel consiglio potrebbero anche entrare, ma forse in un secondo tempo, Franco Pecci e Antonio Pulvirenti, rispettivamente il presidente di Blue Panorama e il proprietario di Wind Jet, le due compagnie con le quali Alitalia ha appena avviato un percorso di integrazione.

L’Alitalia che Ragnetti si troverà a guidare sarà una società che, dopo aver lavorato alla ristrutturazione e aver messo a punto la macchina operativa, punta ad un forte impulso commerciale sul mercato.

Nato a Roma nel 1960, sposato con tre figli, la carriera di Ragnetti è cominciata nel 1987 in Procter & Gamble, prima di passare a Reckitt Benckiser a Parigi. Poi Telecom, dove ha avuto l’occasione di incontrare Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, il manager che andrà a sostituire in Alitalia. Lascia Telecom in occasione del passaggio di mano a Pirelli, verso la nuova destinazione, l’ultima prima di Alitalia: l’olandese Philips, dove ricopre il ruolo di vice presidente esecutivo e a.d. della divisione Consumer Lifestyle.

La guida di Alitalia arriva in un momento cruciale per lo sviluppo della compagnia aerea, che da un lato deve fare i conti con le piccole e agguerrite low-cost e dall’altro cerca di riconquistare un posto di prestigio nel panorama mondiale. Ma il motto preferito di Ragnetti, che cita Goethe sul suo blog, parla chiaro sulle sue intenzioni: “Tutto quello che puoi fare o sognare di fare, inizia a farlo”.

è nato a perugia non roma
 
A 50 anni non si e' giovani nemmeno per fare gli amministratori delegati

Io credo che l'età conti fino a un certo punto.
Io ho 50 anni e non mi sento vecchio.
Conosco sessantenni mentalmente e fisicamente quarantenni e quarantenni cerebralmente novantenni.
Contano la persona, le idee, la voglia di aggiornarsi, rinnovarsi e via dicendo.
 
L'Espresso pag.110

Avviso ai naviganti - Sabelli fugge dai guai

Avviso ai naviganti Massimo Riva

Sabelli [ugge dai guai DOPO AVER TRASCORSO TRE ANNI E MEZZO di vana rincorsa all'utile,
Rocco Sabelli lascia la guida di Alitalia senza aver raggiunto nemmeno il pareggio di bilancio. Ovvero quello che era stato promesso come obiettivo minimo dalla variopinta compagnia di "salvatori della Patria" arruolata da Roberto Colaninno per compiacere l'ingannevole patriottismo aeronautico di Silvio Berlusconi. Come considerare questa uscita di Sabelli? Si tratta di una fuga dai guai oppure di un atto conseguente all'insuccesso della sua gestione? Purtroppo, tutto fa propendere per la prima ipotesi. Il salvataggio berluscomano di Alitalia è nato come una trovata propagandistica priva di qualunque seria prospettiva economica e il tempo galantuomo ne sta già dimostrando la misera consistenza di cartapesta. È grottesco perciò che Sabelli voglia dipingersi un'aureola attorno al capo definendo "massacranti" i lunghi mesi da lui trascorsi al vertice di Alitalia. Eh no ! In questa storia di autentici massacrati ci sono soltanto i contribuenti che, per consentire al duo Berlusconi-Colamnno insieme alla banca Intesa Sanpaolo allora di Corrado Passera di fare questo scombinato esperimento, si sono dovuti caricare sulle spalle un fardello di circa 3 miliardi di oneri vari. Un bidone davvero inconcepibile dato che, ancora a primavera 2008, Air France era pronta a caricarsi tutti i pesi di Alitalia e perfino a versare un bel miliardo tondo al Tesoro. Ma un altro, non meno grave, massacro è quello che i sedicenti patrioti di Alitalia hanno compiuto in tema di regole. Per facilitare il decollo della nuova impresa tricolore, infatti, il governo Berlusconi con legge specifica ha legato per tre anm le mam al l'Antitrust al fine di garantire alla nuova compagnia il monopolio dei voli sulla rotta Fiurmcino-Linate, che è la più remunerativa dell'intera rete. Pessimo ma inutile espediente perché neppure questa posizione di rendita (a tutto scapito dei viaggiatori) è stata evidentemente m grado di portare m utile il bilancio. Figuriamoci, quindi, che cosa potrà accadere d'ora in poi dato che i termini temporali del privilegio sono scaduti. In un paese normale, oggi per giunta guidato da un governo liberahzzatore, ci si dovrebbe aspettare che il monopolio aereo Milano-Roma sia dichiarato morto e sepolto senza indugi. Ma così non pare che si voglia fare. L'Antitrust ha preso tempo accampando la ridicola scusa di dover fare un'indagine per venficare se sulla lucrosa rotta ci sia effettivamente un monopolio di Alitalia. Mentre il ministro Passera - già mentore bancario del funesto progetto patriottico - ha cominciato con l'obiettare che la concorrenza sulla fatidica tratta sarebbe oggi garantita dalla presenza dei treni ad alta velocità. Una sortita grottesca - la vera concorrenza, signor ministro, si misura sulle pari opportunità del medesimo servizio di trasporto sugli stessi terminali - che fa temere un accanimento terapeutico su Alitalia il cui scopo altro non potrebbe essere se non quello di rinviare la resa dei conti con l'errore commesso fin dal principio. A un presidente del Consiglio, che ha giustamente meritato fama e onori m Europa per le sue indomite battaglie antimonopolistiche perfino contro i colossi d'oltre Atlantico, è lecito chiedere che ponga subito fine a una farsa che contribuenti e viaggiatori sono stufi di finanziare.
 
Credo che se un AD sia soddisfatto del proprio lavoro e dei risultati ottenuti,qualunque sia il suo settore di competenza,chieda la continuità a fine mandato,e' naturale e logico.
Tutto il resto e' la fiera delle congetture.
 
Credo che se un AD sia soddisfatto del proprio lavoro e dei risultati ottenuti,qualunque sia il suo settore di competenza,chieda la continuità a fine mandato,e' naturale e logico.
Tutto il resto e' la fiera delle congetture.

Perchè deve essere sempre tutto naturale e logico?
 
Un AD fa quello di mestiere... L'AD.....amministra ed esercita....,mi sembra naturale e logico, si studia ci si specializza e si fa ciò per cui nella vita si e' faticato tanto ,cosa ci trovi di strano?.