Pronto piano per Malpensa su moratoria ed esuberi
di Marco Alfieri - Sole 24 Ore
La "terza via" del piano Letta. Ammortizzatori rinforzati su Malpensa e mantenimento di qualche tratta business verso i mercati più sensibili per l'imprenditoria lombarda, grazie alla miglior redditività che garantirebbe l'incorporazione di Alitalia in Air France. Ma niente moratoria integrale sul modello Schiphol come chiesto dal fronte del Nord. Air France sul punto non ci sente. «Il fattore tempo è in effetti il nostro peggior nemico», ha confermato ieri mattina, a margine del convegno su Malpensa organizzato dalla Camera di commercio di Milano il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi. La verità? «Ogni giorno che passa si assottigliano le possibilità di avere una sospensiva dell'attuazione del piano Alitalia».
Un realismo che, fuori dell'ufficialità, comincia a serpeggiare anche dentro il Pirellone. «Quel che dovevamo fare lo abbiamo fatto», è il ragionamento che circola tra i formigoniani. «Il massimo della pressione è stata messa. Adesso ci vorrebbe qualche risposta concreta dai nostri imprenditori. Che però non sembra arrivare». E così resta solo la speranza del ricorso al Tar di Air One (il tribunale si esprimerà il 20 febbraio) e forse lo scampolo di illusione di un cavaliere bianco che arrivi e lanci un'Opa, come abbozza l'assessore Raffaele Cattaneo, «perchè la partita non si gioca solo negli uffici di PadoaSchioppa ma anche sul mercato ». Sarà Carlo Toto il cavaliere in questione o solo il cavallo? «I don't know, I hope»,se l'è cavata Roberto Formigoni con fare dubitativo. Di certo il patron di AP Holding è l'unico che ha gli aerei. Ci vorrebbero adesso le spalle forti di una cordata, in attesa di capire il reale impegno di Intesa San Paolo sulla partita, per rilanciare sul mercato.
Ma senza farsi troppe illusioni, anzi. La voce che circola in Regione è che Air France e Alitalia potrebbero già aver chiuso l'accordo, rinchiuso in un cassetto fino al 20 febbraio, dopo l'udienza al Tar. Il piano del sottosegretarioa palazzo Chigi s'inserisce esattamente in questo cuneo. Da un lato il varo di un pacchetto di ammortizzatori sociali "rinforzati" da inserire nel decreto Milleproroghe, visto che già a fine mese scadranno i primi contratti in Sea, dove sono a rischio esubero circa 700 posti di lavoro (su 6.400), soprattutto nell'handling. Senza contare l'indotto di territorio: secondo stime della Camera di commercio di Monza e Brianza, il declassamento di Malpensa porterà infatti alla chiusura di mille imprese nel campo logistico-magazziniero. In tal senso stamattina Bonomi volerà a Roma per una riunione tecnica con i ministri interessati e fare il punto sul pacchetto. Dall'altro si sta studiando una specie di mini moratoria su alcune tratte business sensibili per gli imprenditori padani (India, Cina e Usa) che Air France potrebbe convincersi a mantenere sullo scalo varesino, recuperando redditività. Incentivando il rafforzamento sullo scalo della stessa Air One e Lufthansa, che sarebbe interessata a potenziare il suo network a Malpensa sfruttando l'open sky con gli Usa. Di più Air France non concede. Ad esempio «sull'ipotesi di cessione graduale degli slot ormai non c'è più nulla da fare», spiega una fonte accreditata.
Certo si tratta di un ripiego parziale: il buco specie per il Pirellone resta tutto e anche lo sfregio politico di un declassamento che fa male in termini di grandeur. Discorso diverso per Sea: tutto ciò che può alleggerire il buco di bilancio causato dal piano Prato e già messo in preventivo per il prossimo biennio, in attesa di un possibile closing con un grande hub carrier, è guadagnato. Ancora ieri Enrico Letta ha lavorato al pacchetto, che dovrebbe venir formalizzato settimana prossima al fronte del Nord nel Tavolo Milano. Un fronte che, politicamente, confida nella consapevolezza del tandem Democrat VeltroniLetta di non potersi trovare a metà marzo, magari a vendita di Alitalia consumata, a fare campagna elettorale al Nord senza aver concesso alcuna compensazione su Malpensa. Naturalmente resta intatta la pressione su Roma. Fin dopo il tavolo Milano il Pirellone non rilascerà ad Assoclearance il parere "obbligatorio non vincolante" necessario per riassegnare gli slot liberati da Alitalia, nonostante le proteste degli altri vettori che devono riorganizzare i diritti di atterraggio sui loro scali.