Quello che si legge su Etihad e sulla sua proprietà mi appare sempre un poco acritico, si vanta spesso l'entità dei petrodollari degli emiri (che "sono lo Stato")... E' vero che l'Occidente, tappandosi il naso, fa affari d'oro vendendo armi e aerei civili. Ma che ne sarà di questi Stati del Golfo, miscela singolare di medioevo e di futuro, fra un po' di anni? Ci saranno ancora?... E' legittimo, perlomeno, dubitarne. Sopra, se ho inteso bene, si metteva quasi su un medesimo livello Francia ed EAU... Etihad non è una normale compagnia... è lo Stato che interviene direttamente, siamo su un altro livello, una sorta di colonialismo di nuovo tipo... Ingenuamente direi che si è iniziato, a livello di aviazione civile europea, a "calare le brache"... In ogni caso per l'aviazione civile europea che vorrà restare indipendente o resisterà alle lusinghe provenienti dal Golfo sarà dura nei prossimi anni.
Flyboy sottolinei giustamente la mancanza di coordinamento, purtroppo come dissi un po' di tempo fa, l'UE per come è messa in piedi è giunta ad una svolta perché è evidente che certi trattati cominciano ad andare stretti o risultano inefficaci perché non abbastanza vincolanti. L'UE come è ora è un contenitore dove ognuno gioca al più furbo e potente per portasi a casa vantaggi economici, così non funziona perché gli altri non ci stanno a passare sempre per i più pirla e sempre più spesso reclamano o si muovono direttamente in autonomia per fare giustamente i propri intessi nazionali. O si fa una svolta stile Stati Uniti d'Europa (puntando sulla solidarietà e una condivisione del benessere) e allora si getteranno le basi per un qualcosa di comune perché i costi ed i benefici valgono per tutti in UE, altrimenti con i compiti a casa e l'arroganza del più bravo e del più furbo (come è impostato il giochino attuale) farà saltare l'UE perché tutti vogliono fare i furbi e nessuno ci sta a fare la parte del fesso. E l'avanzata dei movimenti euroscettici dovrebbe far suonare un po' di campanelli d'allarme, basti vedere il cambio radicale di politica francese dopo le elezioni europee...Tornando all’aviazione, abbiamo una cosa che si chiama UE. Nessuno sa bene cosa sia e cosa dovrebbe fare, e questo è il problema: perché se lo sapessimo, avremmo sviluppato in modo unitario una politica che avrebbe posto limiti precisi agli arabi, all’interno di un mercato aperto, ma che tuteli nel contempo le compagnie aeree UE.
Faccio un esempio prendendo spunto dal concetto di dumping che Flyking descriveva ieri in altro post: uno stato UE concede una V ad una compagnia araba a caso: bene, io UE ti vengo periodicamente a controllare, e ti faccio decadere la V libertà se mi rendo conto che rispetto al passato hai stressato i prezzi al ribasso in modo troppo forte e continuativo. Oppure, io UE vieto di aprire una V su una direttrice dove ci sono già due compagnie che operano da almeno 12 mesi. Il punto non è “calare le brache”, ma trovare le modalità perché ci sia un guadagno reciproco.
Al momento ogni singolo Stato si sta muovendo autonomamente come meglio può. Ha fatto bene o male l’Italia a mettere Alitalia nelle mani di Etihad?
La risposta deve esser data partendo da valutazioni economiche e non ideologiche. Per quanto mi riguarda, la risposta è affermativa, anche perché non c’erano soluzioni migliori (anzi… non c’erano proprio soluzioni per dirla tutta….).
Dei 3 grandi gruppi europei solo uno si è in parte ristrutturato e sta lavorando duramente per completare la ristrutturazione ed è IAG. Quest'ultimi hanno il vantaggio del ricco mercato londinese e di essere stati i primi a muoversi capendo per primi che il mercato non si poteva difendere con protezionismi. Il dualismo di AF e KL è evidente, il primo campione nazionale difeso e protetto ma anche in balia dei potenti sindacati, la seconda da sempre abituata a giocare in trasferta visto che rappresenta un piccolo stato proiettato nel mondo. Infine LH che riflette anch'essa il suo paese di riferimento, forte, arrogante, non molto pragmatica e ora si sveglia con EK che preme per la revisione del bilaterale (altrimenti gli Airbus li vendi a qualcun'altro), EY che con una strategia molto pragmatica si è costruita la sua rete di accerchiamento ai tedeschi prima con il fratello minore AB che hanno sempre pensato di arginare politicamente al bisogno, poi con piccole realtà come Darwin o Air Serbia che poco male possono fare, infine con AZ si è palesato in pieno il problema di LH e cioè una compagnia di dimensioni significative, con possibilità di crescita e con dietro uno dei principali mercati d'Europa. Quando si sono accorti che il governo italiano si è schierato apertamente facendo quanto gli è stato suggerito senza tante cialtronerie, i francesi si sono defilati accontentandosi di limitare i danni alle prese con i propri problemi, che IAG si è mossa con rapporti sempre più stretti con Qatar per prepararsi al confronti del mercato gli si è chiusa la vena e stanno provando a rompere l'accerchiamento ma senza alleati diventa dura e allora sono partiti un po' di scontri qua è là, prima i Svizzera su EY regional, ora sui code-share di AB, poi attaccheranno su LIN, e così sarà per lungo tempo fino allo scontro campale perché gli Emiri non si fermano e dopo AZ continueranno probabilmente l'accerchiamento con altri equity partner europei...Quello che non si capisce è come mai per 6 stagioni IATA consecutive precedenti i codeshare siano stati approvati e ora no.
Forse danno troppa noia a LH?
Mi sfugge il nesso con il thread. Ti risulta che in Etihad schiavizzino le persone?Devo rilevare come non sia stato colto il punto focale dell intervento di mo-mo.
gli "aiuti di Stato" sono consentiti o no?
I vincoli che le compagnie europee hanno, valgono per questi nuovi competitors?
perche altrimenti non c è partita..
mi spingo oltre.
sono stato molte volte negli Eau, le prime quando erano ancora erano semisconosciute entità. Mi colpirono gli eserciti di operai, nei cambio turni di lavoro in quell enorme cantiere a cielo aperto.
chiesi sulle loro tutele ai miei interlocutori e mi fu risposto che eravamo quasi al livello di schiavitù.
la domanda mi venne spontanea: se in Italia, in Europa, potessimo contare sullo stesso trattamento della forza lavoro, altro che Nuovo Rinascimento....
Il nesso evidentissimo sta nel fatto che EY non è una entità economica a se stante bensì uno dei tanti strumenti del governo degli EAU perfettamente integrato in una strategia di amplissimo respiro.Mi sfugge il nesso con il thread. Ti risulta che in Etihad schiavizzino le persone?
Continuo a non seguire il nesso. Se si parla di perdita di competitivita' grazie ad innumerevoli leggi diverse su mercato del lavoro, previdenza, fiscalita' UE vs GCC siamo d'accordo, ma a quel punto bisognerebbe anche sottolineare come all'interno dell'UE stessa esistano differenze enormi al riguardo. I sistemi sociali del Regno Unito e Germania ad esempio sono grosso modo efficienti e molto differenti da quello Italiano. La perdita di competitivita' l'Italia l'ha gia persa da parecchi anni. Aggrapparsi all'idea del sistema sociale diverso non ha senso secondo me, soprattutto in Italia dove garantismo e leggi ridicole hanno gia fatto perdere tutta la poca competitivita' che avevamo.Il nesso evidentissimo sta nel fatto che EY non è una entità economica a se stante bensì uno dei tanti strumenti del governo degli EAU perfettamente integrato in una strategia di amplissimo respiro.
Se gli "schiavi" moderni costruiscono un aeroporto nel deserto ad una frazione del costo dei lavoratori europei, chi se ne avvantaggia?
Estendiamo il discorso ai costi previdenziali, fiscali, di adeguamento a norme sempre più invasive e restrittive a cui sono sottoposte le compagnie europee e paragoniamoli a quelli sostenuti dalle compagnie del Golfo persico, quanto margine avanza a queste ultime per fornire servizi più pregiati a costi minori all'utenza internazionale? Aggiungiamo le differenze nei costi del carburante e del credito e lo scenario è completo.
Qui la competizione non è solo tra compagnie aeree bensì tra due diversi sistemi sociali.
Il nesso evidentissimo sta nel fatto che EY non è una entità economica a se stante bensì uno dei tanti strumenti del governo degli EAU perfettamente integrato in una strategia di amplissimo respiro.
Se gli "schiavi" moderni costruiscono un aeroporto nel deserto ad una frazione del costo dei lavoratori europei, chi se ne avvantaggia?
Estendiamo il discorso ai costi previdenziali, fiscali, di adeguamento a norme sempre più invasive e restrittive a cui sono sottoposte le compagnie europee e paragoniamoli a quelli sostenuti dalle compagnie del Golfo persico, quanto margine avanza a queste ultime per fornire servizi più pregiati a costi minori all'utenza internazionale? Aggiungiamo le differenze nei costi del carburante e del credito e lo scenario è completo.
Qui la competizione non è solo tra compagnie aeree bensì tra due diversi sistemi sociali.
Potresti spiegare meglio cosa intendi con la frase sottolineata in grassetto?
Devo rilevare come non sia stato colto il punto focale dell intervento di mo-mo.
gli "aiuti di Stato" sono consentiti o no?
I vincoli che le compagnie europee hanno, valgono per questi nuovi competitors?
perche altrimenti non c è partita..
mi spingo oltre.
sono stato molte volte negli Eau, le prime quando erano ancora erano semisconosciute entità. Mi colpirono gli eserciti di operai, nei cambio turni di lavoro in quell enorme cantiere a cielo aperto.
chiesi sulle loro tutele ai miei interlocutori e mi fu risposto che eravamo quasi al livello di schiavitù.
la domanda mi venne spontanea: se in Italia, in Europa, potessimo contare sullo stesso trattamento della forza lavoro, altro che Nuovo Rinascimento....
... la solita leggenda metropolitana.
EY fa hedging come qualsiasi altra compagnia aerea
Grazie al credito rapido ed economico a cui hanno accesso, è più facile avere flotte nuove che consumano meno e costano meno di manutenzione.
Tasse sul rumore o sulle emissioni sulle loro basi di armamento non mi risultano, anche queste rientrano nei costi dell'energia (carburante).
In Gran Bretagna e Germania i costi sociali saranno anche più efficenti, ma difficilmente possono raggiungere i livelli del golfo dove in pratica sono nulli, soprattutto per i salariati di più basso livello.
Uno studio di CAPA mi pare di gennaio comparava Emirates con le longhaul inglesi, le conclusioni valgono anche per le altre del golfo secondo me. http://centreforaviation.com/analysis/unit-cost-analysis-of-emirates-iag--virgin-about-learning-from-a-new-model-not-unpicking-it-147262
Ha ben interpretato il mio pensiero. Io metto in discussione gli EAU come Stato/Stati federati, le loro "istituzioni"/"non istituzioni", le loro realtà sociali, ecc. Sono stato cauto perché, ormai qualche anno fa, mi era stato fatto osservare che si rischiava di essere "non politicamente corretti" (si alludeva al gigante della regione, l'Arabia saudita). Però, francamente, non mi va di considerare questi Stati del Golfo come "normali". Chiudo.