EasyJet cerca personale AV


Citazione:Messaggio inserito da I-TIGI

se nel 2007 non si conosce l'inglese almeno basico allora altro che fare i fighetti, siamo paese da 4 mondo!
Siamo un paese da 4° mondo infatti!
Quanto a diffusione delle lingue straniere ed in particolare dell'inglese, così come pure delle conoscenze informatiche siamo tra i paesi peggio piazzati d'Europa (prima dell'allargamento).
 
Citazione:Messaggio inserito da I-VALE

Citazione:Messaggio inserito da I-TIGI

se nel 2007 non si conosce l'inglese almeno basico allora altro che fare i fighetti, siamo paese da 4 mondo!
Siamo un paese da 4° mondo infatti!
Quanto a diffusione delle lingue straniere ed in particolare dell'inglese, così come pure delle conoscenze informatiche siamo tra i paesi peggio piazzati d'Europa (prima dell'allargamento).

siamo un paese del 4 mondo anche per mille altre ragioni.
per quanto riguarda le conoscenze informatuiche e l'inglese siamo i peggiori piazzati anche dopo l'allargamento...
 
Occupandomi di export da 15 anni spesso all'esetero si meravigliano conoscere qualcuno che parli fluidamente in inglese ed una delle ns. difficolta' economiche e' il saper presentare le nostre produzioni in modo dettagliato e tecnico verso i partners esteri.

Ridiamo del fatto che le aziende cinesi erano nelle mani di pochi faccendieri che grazie alla conoscenza dell'inglese potevano decidere le sorti economiche delle loro aziende senza che queste potevano intervenire piu' di tanto, da noi la situazione non e' molto diversa....

EasyJet nel pubblicare sul Corriere l'incontro del 20 presso L'Hilton i dettagli li ha scritti in inglese....vuoi vedere che qualcuno li avra' chiamati per farsi tradurre il testo...?:D[:308]
 
Premesso che a chiunque sarebbe piaciuto avere la possibilità di continuare a studiare (e beato chi tra voi ha avuto la fortuna di alzare la media del nostro paese, dato che quasi nessuno sceglie di propria iniziativa di interrompere la propria formazione a 19 anni per andarsi a chiudere in una fabbrica), bisogna sempre considerare che generalmente chi ha un'ottima padronanza di una o più lingue, ambisce giustamente nella vita a qualcosa di più che andare a fare l'av.

Il problema non è che la gente in Italia sia sottosviluppata e non parli l'inglese. Ma quando si offre una posizione di livello medio-basso (perchè di questo oggettivamente si tratta, per quanto questo lavoro lo si possa amare), non si può pensare si candidino profili scolasticamente chissà quanto ricercati. Chi dispone di un curriculum di studi di un certo rilievo logicamente punta un po' più in alto. E la ricerca, va fatta tra le candidature che pervengono.

Detto questo, il basso appeal di Easyjet dipende a mio avviso dal fatto che si tratti di una compagnia low cost, con tutto ciò che ne consegue. Oltre che dalla complessità del suo iter selettivo, proibitivo per chi ha a disposizione il solo tempo di una normale persona che lavori (il solo discorso delle referenze scoraggia anche i più motivati).
Non siamo ai livelli di Ryanair, certo, ma le linee generali sono quelle.
Sappiamo tutti cosa questo comporti, quindi penso sia naturale dire che a meno che ci si trovi a non disporre proprio di altre opportunità, si preferisce dare una priorità nella ricerca ad altre aziende.
Tenete anche conto del fatto che il lavorare in una compagnia straniera, invalida nel tempo il brevetto conseguito in Italia, tutti gli sforzi fatti per ottenerlo, e la possibilità di lavorare nel nostro paese. Indietro quindi, se passa troppo tempo non si torna.
C'è una grossa crisi nel mondo del lavoro, ancor più spaventosa in questo settore ... non è che sia così difficile trovare personale, anzi. Ma quelle che a voi possono sembrare normali offerte di lavoro, in realtà sono scelte professionali complesse, specie per chi non ha più 20 anni. A volte sagge, data l'inesistenza di opportunità concrete che offre il nostro paese. Ma che vanno ponderate con molta attenzione.


Giustissimo quanto dice I-TIGI riguardo alla bontà dell'iniziare con un'esperienza che permetta di inserirsi nell'ambiente, ma anche qui subentra il discorso della certificazione italiana. Perchè puoi aver volato 10 anni nell first di Emirates, ma nel momento in cui ti presenti ad una compagnia nostrana riparti da zero, ripercorrendo tutto il percorso con gli allievi di 20 anni, e senza stipendio.
Senza contare che le nostre compagnie non amano in genere prendere in considerazione candidati che abbiano già una solida esperienza alle spalle. E con tutte le migliori intenzioni, una scelta di questo tipo rischia di rivelarsi controproducente.

E' un settore assai particolare quello dei naviganti in Italia ... mi rendo conto che a molti potrà sembrare strano, ma le sue logiche sono molto differenti da quelle del quotidiano mondo del lavoro ... :)
 
Grazie Honey ottima analisi, punto di vista davvero significativo per chi come te è pane quotidiano [:306]
 
Citazione:Messaggio inserito da Honeywell

Premesso che a chiunque sarebbe piaciuto avere la possibilità di continuare a studiare (e beato chi tra voi ha avuto la fortuna di alzare la media del nostro paese, dato che quasi nessuno sceglie di propria iniziativa di interrompere la propria formazione a 19 anni per andarsi a chiudere in una fabbrica), bisogna sempre considerare che generalmente chi ha un'ottima padronanza di una o più lingue, ambisce giustamente nella vita a qualcosa di più che andare a fare l'av.

Il problema non è che la gente in Italia sia sottosviluppata e non parli l'inglese. Ma quando si offre una posizione di livello medio-basso (perchè di questo oggettivamente si tratta, per quanto questo lavoro lo si possa amare), non si può pensare si candidino profili scolasticamente chissà quanto ricercati. Chi dispone di un curriculum di studi di un certo rilievo logicamente punta un po' più in alto. E la ricerca, va fatta tra le candidature che pervengono.

Detto questo, il basso appeal di Easyjet dipende a mio avviso dal fatto che si tratti di una compagnia low cost, con tutto ciò che ne consegue. Oltre che dalla complessità del suo iter selettivo, proibitivo per chi ha a disposizione il solo tempo di una normale persona che lavori (il solo discorso delle referenze scoraggia anche i più motivati).
Non siamo ai livelli di Ryanair, certo, ma le linee generali sono quelle.
Sappiamo tutti cosa questo comporti, quindi penso sia naturale dire che a meno che ci si trovi a non disporre proprio di altre opportunità, si preferisce dare una priorità nella ricerca ad altre aziende.
Tenete anche conto del fatto che il lavorare in una compagnia straniera, invalida nel tempo il brevetto conseguito in Italia, tutti gli sforzi fatti per ottenerlo, e la possibilità di lavorare nel nostro paese. Indietro quindi, se passa troppo tempo non si torna.
C'è una grossa crisi nel mondo del lavoro, ancor più spaventosa in questo settore ... non è che sia così difficile trovare personale, anzi. Ma quelle che a voi possono sembrare normali offerte di lavoro, in realtà sono scelte professionali complesse, specie per chi non ha più 20 anni. A volte sagge, data l'inesistenza di opportunità concrete che offre il nostro paese. Ma che vanno ponderate con molta attenzione.


Giustissimo quanto dice I-TIGI riguardo alla bontà dell'iniziare con un'esperienza che permetta di inserirsi nell'ambiente, ma anche qui subentra il discorso della certificazione italiana. Perchè puoi aver volato 10 anni nell first di Emirates, ma nel momento in cui ti presenti ad una compagnia nostrana riparti da zero, ripercorrendo tutto il percorso con gli allievi di 20 anni, e senza stipendio.
Senza contare che le nostre compagnie non amano in genere prendere in considerazione candidati che abbiano già una solida esperienza alle spalle. E con tutte le migliori intenzioni, una scelta di questo tipo rischia di rivelarsi controproducente.

E' un settore assai particolare quello dei naviganti in Italia ... mi rendo conto che a molti potrà sembrare strano, ma le sue logiche sono molto differenti da quelle del quotidiano mondo del lavoro ... :)

honeyweell, purtroppo non sono d'accordo..

il livello di inglese in generale e basso in italia e questo e risaputo all'estero. per avere una buona conoscenza dell'inglese non e necessario essere laureati. metti a confronto due ragazzini liceali ad es un tedesco e un italiano...molto probabilmente l'italiano l'italiano avra molta difficolta ad avere una conversazione fluente in inglese.
questo e dovuto, amio avviso, allo scarso inetresse che hanno gli italiani in generale per le lingue starniere e per il sistema di insegnamento.

il problema di easyjet non e che non riesce a trvare candidati, anzi, ma su 100 che si presentano veramente pochissimi passano le selezioni e la maggiorparte cade proprio sulla prova di inglese.
in oltre volare per una compagnia straniera non invalida il brevetto italiano.

ciao,

do 328
 
Honeywell,
mi dispiace ma non sono daccordo!
Sono daccordo con te che molti a 19 anni lasciano gli studi per chiudersi in fabbrica, ed altri ancora forse lo fanno ancora prima. Il problema è prorpio questo! Prendi un operaio tedesco, francese o inglese avrà una conoscenza delle lingue molto superiore a quella di un pari scolarizzato italiano.
Il problema è il sistema. Io quando vado all'estero, l'ultima volta la scorsa settimana in Francia, non ho problemi a trovare persone, di posizioni medio basse come le chiami tu, che mi parlano correttamente in inglese o addirittura in italiano. Se ci permetti mi fa effetto vedere un venditore ambulante di crepes per strada che mi parla in inglese, provvando addirittura a parlare qualcosa in italiano, mentre qui a Torino durante le Olimpiadi si è fatta fatica a trovare personale per i negozi, gli stand e quant'altro che parlasse correttamente inglese!
All'estero a 19 anni oltre ad andare in fabbrica quasi tutti vanno a vivere fuori. Anche chi continua gli studi lascia la famiglia mantenendosi con piccoli lavoretti. Da noi invece a casa di mammà fino a 30 e passa anni...
Qui a Torino un grande magazzino (proprietà italiana) per i suoi commessi di reparto, posizione per la quale bastava la terza media, adesso chiede il diploma e la conoscenza fluente di almeno una lingua.
Ovviamente i soliti sindacati palla al piede allo sviluppo del paese hanno subito fatto polemica.

Ma il mondo sta cambiando e noi non ce ne accorgiamo...corriamo il rischio di restare fuori!
Proprio noi appasisonati di aeronautica dovremmo sapere che le frontiere proprio grazie ai nostri amati aerei stanno crollando e non ci si può permettere di restare fuori e di non sapere comunicare.
Anche il mondo aeronautico sta cambiando...è sempre più globale, ci sono sempre più passeggeri internazionali...come si può non richiedere l'inglese (sopratutto se la compagnia è straniera!)
Easyjet essendo straniera e potendo impiegare i suoi av anche su tratte estere è giustissimo che richieda la conoscenza approfondita dell'inglese.
 
@ honeywell e I-VALE:

profonde analisi entrambe di un problema che mi sta al cuore, operando da molti anni nel turismo "applicato" e in cui i nodi vengono al pettine, e cioè come guida turistica. le ragioni della chiamiamola "antipatia" per le lingue straniere da parte dei popoli latini, nonostante la abbastanza consistente letteratura sul tema, mi rimangono misteriose.
si da spesso la colpa agli insegnanti o al sistema scolastico italiano, ma questo forse avveniva anni fa. oggi credo ( o spero) che gli insegnati siano più competenti e motivati...
molti addetti giovani al turismo hanno serie difficoltà nell'uso della lingua straniera, e spesso perfino in quello della lingua italiana scritta, cosa molto sconfortante

di recente mi è capitato di portare in giro due classi di liceo "gemellate": mentre i ragazzi polacchi di 15/16 anni si esprimevano abbastanza o molto bene in inglese, i loro coetanei italiani faticavano sul serio...naturalmente i nostri studenti comunicavano lo stesso in qualche modo, supplendo alla mancanza di nozioni basilari con la simpatia, i gesti, il tipico e simpatico modo di fare italiano, e i "fidanzamenti" sono fioriti in abbondanza, ma i polacchetti li guardavano e ascoltavano un po' meravigliati dall'inglese nullo o veramente rudimentale...

insomma, peccato!:(
 
mario probabilmente gli insegnati oggi sono più preparati ma motivati non so fino a che punto in un sistema cheli precarizza fino a 35 anni...
Il problema poi sono le famiglie...se oggi un professore da troppi compiti o punisce uno studente allontanadolo dalla lezione se si è comportato male o ha creato disturbo corre quasi il rischio di essere denunciato! Se impongono ai ragazzi di spegnere il cellulare insorgono i genitori protestando perchè il figlio deve essere sempre raggiungibile per le emergenze (come se il telefono della scuola non esistesse). E finirei domani con esempi di questo tipo.
Ma poi non chiediamoci perchè sempre meno stranieri scelgono l'Italia per le loro vacanze...
 
Vi ringrazio per i vostri interventi.
Non sono in disaccordo con voi, siamo un paese con un livello di istruzione arretrato rispetto alla media europea (almeno, si dice).
E come voi giustamente ricordate, il nostro livello d'inglese non è in effetti paragonabile a quello degli altri paesi che ci circondano.
Guardando il problema in termini pratici, questo significa che un candidato con un'ottima conoscenza di una o più lingue, è un profilo superiore alla media.
Che è giusto che cerchi di rivendere questo suo punto di forza al meglio, sul mercato. E l'assistente di volo, in compagnie non di bandiera è un pessimo investimento sul medio e lungo termine.

Possiamo dilungarci quanto vogliamo sul lamentare il nostro (si dice) basso livello d'istruzione ... ma in attesa che le cose cambino e tra una generazione se ne vedano i risultati, cerco di guardare il presente, l'ora, e osservarne gli aspetti.

Nessuno comunque ha mai detto che un av non sia tenuto a conoscere l'inglese.
I corsi sono in lingua, i manuali sono in inglese così come i test e parte dell'esame di stato finale. Oltre a tutte le comunicazioni che si avranno dall'azienda una volta in linea.
Se si arriva a sedere su quello strapuntino, un livello almeno discreto della lingua lo si possiede per forza.
Diverso è il caso in cui si decida per una Mxp-Pmo di innalzare i livelli richiesti. Perchè si devono fare i conti con la realtà, nella quale che ci piaccia o meno, esistono meno risorse. E quelle baciate da questa virtù, potrebbero disporre di opportunità migliori del lavoro che tu gli offri, e alle condizioni a cui lo proponi.

Ci fustigheremo tutte le notti per la casa, e faremo opera di redenzione perchè una compagnia inglese non ci ha reputati all'altezza dei suoi standard per operare una Mxp-Pmo
Resto comunque convinto che la difficoltà nel reperire personale così elevato nel gioioso parco del Ticino, non dipenda solo da questo ... :)

Citazione:Messaggio inserito da do328
in oltre volare per una compagnia straniera non invalida il brevetto italiano.
Volevo dire che alla lunga si, comunque hai ragione, scusatemi mi sono espresso male.

Essere impiegati in una compagnia straniera, anche se si opera in Italia, non è considerata attività di volo da parte dell'Enac.
Che significa che è come prendere il brevetto e chiuderlo nel cassetto.

Il brevetto ha una validità tecnica di 5 anni dall'ultimo volo effettuato. Poi per l'Enac, diventa carta straccia.
La realtà pratica comunque è differente, perchè dopo molto meno tempo non si viene più considerati idonei dalle aziende. Anche se nel frattempo si ha magari lavorato nelle migliori compagnie del mondo.
Una ragazza è stata assunta di recente dopo un periodo di inattività (in Italia) di 2 anni, ed è un caso abbastanza limite. Persone ferme da 2 anni e mezzo, tre, in su non sono state selezionate perchè il dover espletare tutte le pratiche burocratiche (rifare visite mediche all'AM, prove in piscina, prove del fuoco, recurrent training, crm e conversione macchina), avrebbe costituito un impegno troppo gravoso.
 
My two cents....

Italians!!! Beautiful and smart people.....but with an attitude problem.
Why is that in the US, we all have a college degree, speak several languages and don't have a problem working a regular job. "se hai la laurea e sai l'inglese allora devi puntare piu in alto". I am sorry, I don't agree.
You cannot have a whole country going for a managerial position only because they all have the education. Having education doesn't mean having skills and work experience. The problem in Italy is that if you have a degree now you are too good to work a regular job, even if you don't have any experience. Everyone should learn languages and should raise the bar not to find a better job, but to become better citizens.
 
Citazione:Messaggio inserito da tp

My two cents....

Italians!!! Beautiful and smart people.....but with an attitude problem.
Why is that in the US, we all have a college degree, speak several languages and don't have a problem working a regular job. "se hai la laurea e sai l'inglese allora devi puntare piu in alto". I am sorry, I don't agree.
You cannot have a whole country going for a managerial position only because they all have the education. Having education doesn't mean having skills and work experience. The problem in Italy is that if you have a degree now you are too good to work a regular job, even if you don't have any experience. Everyone should learn languages and should raise the bar not to find a better job, but to become better citizens.

...e anche su questo, cara tp, nulla da aggiungere...you are right!
 
Citazione:Messaggio inserito da Cesare.Caldi

Al momento non riesco ad accedere al sito Easyjet, anche a voi da questo problema?

Mi hanno detto che ti hanno bloccato l'accesso....:D
 
tp, I agree with you, mentre per noi italiani la padronanza (basica) della lingua inglese e' ancora una chimera in molte nazioni europee ed ora anche asiatiche la conoscenza di una terza lingua sta' diventando cosa comune (spagnolo e tedesco in primis ma molti asiatici e russi stanno studiando anche l'italiano)...
 
Io sto solo cercando di analizzare il fatto che una compagnia straniera non riesca (o dica di non riuscire) a trovare il personale che le occorre nel nostro paese. Guardando il tema dal punto di vista della mia modesta esperienza, e osando magari qualche riflesione un po' più articolata del solito "siamo un paese del terzo mondo, facciamo schifo, siamo la vergogna dell' Europa intera".


Non ho mai detto Tp che una persona con una laurea e/o un eccellente inglese debba puntare al massimo, e solo a quello. Subito, oltretutto.
Anzi ho sempre ammirato chi si adatta, e pur di lavorare accetta un incarico inferiore alle proprie potenzialità (e sono pochi...). Evidenzio solo il fatto che un candidato in possesso di determinati requisiti, aspiri chiaramente, se ne ha l'opportunità, a fare una scelta intelligente.
E la professione dell'av, viste le prospettive che il nostro contesto attuale offre, purtroppo non lo è.

Vi lascio comunque convinti che il fatto che Easyjet non trovi tutti gli aavv che le servono, dipenda dalle sole nostre carenze linguistiche.
Qualche spunto di riflessione, giusto o sbagliato credo di averlo dato ... a voi scegliere di seguire la massa che continua a ripetervi che in quanto italiani siete e sempre sarete dei caproni. O fare uno sforzo di riflessione con la propria testa, e rendersi conto che a volte, per quanto ve la vogliano raccontare, i meccanismi nella vita sono un po' differenti ...

Ciao a tutti :)
 
Citazione:Messaggio inserito da Honeywell

Anzi ho sempre ammirato chi si adatta
Io invece ammiro chi non si adatta mai e pur di non passare la vita a fare un lavoro del caxxo fa di tutto finché riesce.
Nulla è imperdonabile quanto la mancanza di ambizione.

I get knocked down, but I get up again, you'll never gonna keep me down...

Detto questo, a me quelli che si danno arie perché a 16 anni vanno a lavorare invece di studiare e/o all' università ostentano lo status di studenti lavoratori o a 21 anni sono genitori e "si prendono le responsabilità" non sembrano necessariamente modelli da seguire.
Tanti vanno a lavorare per avere più soldi da ostentare al bar, perché non hanno intenzione di studiare davvero tutti i giorni, fanno figli per darsi arie o per incoscienza o mancanza di fantasia, si sposano per il medesimo motivo. Tolte le lodevoli eccezioni, i più in realtà non hanno nessuna intenzione di sacrificarsi per un futuro migliore e passano subito alla cassa, ostentando una maturità che non hanno.

L' etica del "laurà" ha fatto il suo tempo, soprattutto in un periodo storico in cui le differenze fra chi ce la fa e chi no diventano sempre più rilevanti. Chi si contenta gode, subito ma poco. Tenuto conto dell' importanza che ha il lavoro nella vita, accontentarsi è un crimine contro se stessi.
 
L'ambizione e' necessaria nella vita, cosi come lo e' la modestia.

Quelli che si danno le arie e vanno a lavorare a 16 invece di studiare, e/o all'universita', sembrano essere quelli che non hanno mezzi di sostentamento finanziario o genitori che li mantengono.
Non ci vedo nulla di male in quelli che sondano il terreno da giovanissimi, e maturano in campo lavorativo. Il problema sussiste di piu' con quelli che vanno a scuola fino a 25-30 anni, si laureano e vogliono immediatamente diventare funzionari nel mondo del lavoro. A noi del sud, l'opportunita' di lavorare a 16-18 anni non e' stata mai offerta, ragion per cui, i giovani che non trovano lavoro scelgono come alternativa l'universita'. Ed e' cosi che e' nata la categoria dei "dottori", una categoria difficile da accontentare.
La mia voleva essere un'analisi/confronto tra due mondi, non una critica agli Italiani. Essendo vissuta in entrambi, devo dirvi che qui (US) la laurea e' un optional e non se ne fregano piu' di tanto. Si da' molta piu' importanza all'esperienza lavorativa ed alla persona, mentre in Italia la laurea si ostenta e si assumono persone che molte volte non hanno "clue".
 
Dò anche i miei 2, di cents: dato che per l'italiano, così come per i sud europei in generale, l'apprendimento dell'inglese è geneticamente ostico, almeno nella maggioranza dei casi, se si facesse un piccolo sforzo, da parte delle Autorità scolastiche nel restringere i requisiti per l'insegnamento, nel non mandare ad insegnare ragazzini/e appena usciti dall'Università e che magari non sono mai andati oltre i confini della provincia di Belluno/Agrigento (par condicio), non sarebbe male...
 
La sig.ra Letizia Brichetto in Moratti, attuale Sindaco di Milano, diede il suo contributo, ai tempi in cui era Ministro della Pubblica Istruzione, riducendo da tre a due le ore settimanali di insegnamento della lingua inglese nelle scuole medie inferiori. Evviva!
Dalla stessa persona dovrei aspettarmi la sensibilità internazionale, contrapposta a provinciale, di limitare l' attività del prevalentemente nazionale scalo di Linate al fine di potenziare lo scalo intercontinentale di Malpensa... Probabilissimo.

Riguardo allo studio della lingua inglese, nella mia modestissima esperienza personale ricordo di aver passato gli esami Cambridge Proficiency l' anno che precedeva la maturità e che la chiave è... studiare.
A Milano, che pure non è Londra, mi capita frequentemente di incontrare immigrati che parlano fluently più d' una lingua straniera. Qualunque albanese, lo sappiamo, parla bene l' italiano, provate voi a parlare shqiperi... Rumeni che parlano bene sia italiano che francese, inglese e russo sono all' ordine del giorno. E' invece difficile incontrare Italiani che abbiano il vero comando di più di una lingua straniera, anche se è vero che solo l' inglese è necessario e sufficiente.
La underclass di badanti e manovali, le serve conoscono le lingue meglio delle padrone e non c' è bisogno di citare Hegel per capire che molti dei loro figli sorpasseranno quelli delle signore.

Una cosa mi agghiaccia, chiacchierando con alcune frustratissime amiche professoresse d' inglese: gli allievi non mostrano interesse alcuno alla materia, nonostante vi siano immersi tutto il giorno. Non c' è nemmeno la curiosità di capire i testi delle canzoni che ascoltano da mane a sera, di essere in grado di leggere i manualetti dei videogames in lingua.
Non è solo un problema di insegnamento, quanto di far capire che bisogna anche sgobbare, non solo vivere per darsi arie. Studiare in Italia sembra ai più assolutamente uncool, sfigato. Del resto le brillanti prospettive che si aprono ai neolaureati mandano un segnale negativo.

A Ryanair riconosco un merito fondamentale: da ogni angolo della penisola è possibile andare per pochi soldi in Gran Bretagna e darsi una rinfrescata, quantomeno capire di non capire e che si deve studiare ulteriormente. Il mio primo biglietto aereo per l' Arcipelago Britannico invece costò quanto una Vespa...
Le low cost permettono una vita alla Cesare Caldi © che mette sicurmente in luce la necessità della padronanza delle lingue.

My 2 cents contro il turismo organizzato dai TO: ho un simpatico zio "arricchito" che da 30 anni gira il mondo dei villaggi turistici. E' davvero andato dappertutto, sempre accolto a Malpensa dalla guida italiana, scarrozzato senza problemi fino alla sua sdraio a molte ore di aereo di distanza, ha mangiato spaghetti e discusso di Berlusconi davanti alla partita in diretta, goduto l' animazione basata sulla TV nostrana, visto soltanto altri turisti italiani, parlato con camerieri che, mi dice, sanno rispondergli nella nostra lingua.

Gran parte dell' esperienza intercontinentale degli Italiani è di questo tipo, il TO provvede a isolare dalla necessità di conoscere le lingue. Secondo me è un guaio, è la necessità che aguzza l' ingegno e quel tipo di vacanza è sempre un' esperienza mancata di contatto con una realtà differente dalla nostra. Nessuna sorpresa che i miei cugini siano abbastanza asini nelle lingue.