Allora, ecco qualche immagine e commento dell’Alitalia Day 2012.
La convention si è svolta nell’enorme hangar di fronte a quello del painting, e nel piazzale antistante è stata allestita una mostra statica di mezzi davvero mozzafiato. Di cui dirò in seguito.
Il palco è sovrastato da una enorme struttura che stilizza i finestrini di un cockpit, con quattro grandi monitor. Veramente tanta, tanta gente.
Nella sala accanto una enorme area bar/ristoro, con un banchetto dove servivano cioccolata e dolci (preso d’assalto) e uno dove davano il caffè di bordo (proprio quello) e le bevande di bordo (proprio quelle). Preso meno d’assalto.
Premetto che ero alla convention con un vecchio compagno d’arme di Pyongyang, e un ricettatore di autocarri industriali.
Il grande palco
Il bellissimo effetto dei monitor, che all’inizio della convention proietteranno il filmato di un decollo.
Arriva Ragnetti. Gran comunicatore, molto forbito, non sbaglia i verbi. Che in Italia, oggi, è un dono divino.
Inizia a parlare della crisi mondiale e del costo del petrolio, e mette le mani avanti: il 2012 sarà un bagno di sangue.
Tocca a Colaninno, la nemesi di Ragnetti. Madrenatura il dono della dialettica gliel’ha veramente negato! Parla poco, si capisce poco, mi sembra concluda con il proposito di dar filo da torcere alle low cost. Evabbè, andiamo avanti.
Torna Ragnetti. È bravo a comunicare, ma a tratti mi ricorda Minghella. Sarà che non sono uomo d’azienda, ma queste convention non mi convincono molto.
La prima mezz’oretta è un pippone sul “cosa avete fatto, bravi, applauso”, ma poi diventa molto più interessante.
Espone dieci punti su cui la compagnia dovrà lavorare molto, di cui sei connessi ad una migliore e più efficiente comunicazione.
Dice che le spese pubblicitarie dovranno aumentare molto, e che la compagnia dovrà investire di più nella ricerca di passeggeri all’estero. Trovandoli dall’estero, e non dall’Italia come oggi.
Dice che Alitalia, prima o poi, dovrà entrare a far parte di qualche grande alleanza, e che questo non deve preoccupare. Lui ha viaggiato per otto anni con KLM, e praticamente non s’era mai accorto che fosse di Air France. Gran servizio, stile olandese, chi l’avrebbe detto che erano francesi! Quindi, non vi preoccupate.
Un pranzo di lavoro a Roma mi impedisce di avventarmi sulle tartine (che poi non ci saranno, sostituite con della volgare pasta) e quindi lascio la sala. Con il proposito però di rientrare più tardi, per vedermi la statica.
I miei due sodali si batteranno invece come leoni per un piatto gratis. E i testimoni presenti parlano di un’azione condotta con tale perizia da far impallidire quelle dei devoti strombolani.
Il re della statica è il 321 con livrea storica. Mozzafiato!
Che spettacolo, da pelle d’oca.
Sembra veramente un tuffo nel passato.
Particolare del muso.
Poi c’è lui, l’Embraer in livrea Skyteam
Davvero un gioiellino.
Particolare della fusoliera
E della coda
E poi la vecchia signora, il 777.
A bordo mi ospita in cockpit un comandante, gentilissimo. Ci facciamo una lunga chiaccherata, e vedo in lui l’anima seria, concreta, tangibile e solida della compagnia. Niente fuffa, solo sostanza. Professionalità e passione per il volo. Grazie comandante! Lei è la prova di quanto tangibile e seria sia la compagnia nei suoi ranghi operativi.
Esco dal cockpit e un’A/V mi chiede “posso accompagnarla a visitare l’aereo?” Di una gentilezza e professionalità senza pari, questa gentile e bella signora mi porta a visitare il 777 con i suoi nuovi arredi.
Mi illustra i dettagli della nuova Magnifica…
… dell’Economy Plus …
… e dell’Economy.
Piccola visita al crew bulk …
… ma soprattutto, come con il comandante, piacevolissima conversazione. L’amore di questa donna per il suo lavoro è tangibile, così come la sua professionalità.
Per fortuna sono tornato a Fiumicino dopo pranzo. Perché a bordo del 777 ho ritrovato l’Alitalia seria, concreta, motivata, professionale, vera!
Grazie Alitalia!
P.S. ometto per carità di cronaca di commentare che razza di personaggi ho incontrato fuori dalla Convention.

Uno è che quello che ha postato quelle fotacce prima di me! L’altro è il necrofilo dell’aviazione (ama il 767).
Ciao Paolino! Ciao Adriano!