Citazione:Messaggio inserito da goafan
Come è stato detto i vantaggi sarebbero molteplici:
-due network non in conflitto
-poche rotte in sovraposizione (da Linate) che andrebbero comunque mantenute per aumentare la propria offerta rispetto ai competitors (vedi ad esempio la rotta per Napoli offerta da Alitalia con ben 6 frequenze al giorno)
Trovo curioso il fatto che i due network non in conflitto/scarsità di rotte sovrapposte sia considerato automaticamente un vantaggio. Può essere un vantaggio, ma questa conclusione non è scontata.
Osservando i network di due (o più) linee aeree si possono concepire due tipi di fusione: parallela oppure end-to-end.
1) Fusione parallela: due vettori in forte concorrenza su molte rotte si fondono per ridurre la pressione della concorrenza (aumento dei prezzi, quindi presumibilmente aumento delle entrate) e generare maggiori economie di scala sulle rotte comuni (diminuzione dei costi). Diminuzione dei costi+aumento delle entrate=maggiori utili.
Un esempio: la fusione fra Northwest e Republic, che erano in concorrenza in molte zone del Midwest americano. Ancor più limpido, credo, l'esempio della fusione fra Federal Express e Flying Tiger Line.
2) Fusione end-to-end: in questo caso due vettori con network complementari si fondono per aumentare la propria portata e massa critica. In altre parole, per migliorare le economie di scala, aumentare l'offerta di voli, ingrandire la clientela.
Un esempio: la fusione di Pan Am e National (dopo la deregulation Pan Am aveva bisogno urgente di un network interno per alimentare il suo hub) - complementarità network nazionale+ network internazionale.
Altro esempio: la fusione mai avvenuta ma discussa a lungo fra UsAir e United - network nazionale latitudinale per US e longitudinale per UA (oltre al network internazionale UA).
E ancora: la fusione fra UsAir e America West, concentrate l'una e est e l'altra a ovest degli USA.
Veniamo a AP+IG+GJ. I network sono sì diversi, ma la complementarità è relativa. Armonizzarli non sarebbe semplice (tante basi), non c'è un punto di riferimento centrale di tutte queste rotte che sono tutte point to point, eccetto un modesto hub AP a FCO ora in pericolo per la pressione che AZ porterà con la sua concentrazione. Insomma, il fatto che i network non si sovrappongano non significa che vi sia complementarità. Nessuna delle due linee aeree porta una seria presenza internazionale - qui sì che si sovrappongono AP e IG+GJ: sono tutte e due primariamente nazionali: è complementarità questa?
Sinergie: insomma, mica poi così convincenti. (1) Sì, IG+GJ portano i 319, 320 e 332 dei quali AP si sta dotando, ma al ritmo di un aereo al mese ci vorranno tre anni prima che i 18 maddog e una ventina di 737 lascino il passo a una flotta omogenea, e bisogna vedere quanto cash Intesa dovrebbe cacciare per mantenere tre anni di armonizzazione. (Per la cronaca, i 330 di GJ sono motorizzati P&W, quelli di AP sono GE).
(2) I modelli commerciali delle tre linee aeree sono così diversi che i costi per l'integrazione saranno abbastanza elevati.
(3) Le incongruenze salariali da risolvere potrebbero essere problematiche.
Non dico che la fusione non abbia senso, dico che costerebbe molto. I rischi e il ritorno di una fusione andrebbero dunque calibrati attentamente alla luce delle prospettive stand-alone.
Una domanda: col sostegno di Intesa, AP avrebbe davvero bisogno di IG+GJ per crescere e svilupparsi?