Citazione:
Messaggio inserito da I-DAVE
Citazione:Messaggio inserito da Nicola_LIMF
E c'è un'opportunità per gli italiani, che potranno contare su un miglioramento dell'offerta, grazie all'innesto del vettore italiano nel network planetario franco-olandese. Dunque più rotte, servizi migliori, maggiore concorrenza sulle tratte nazionali, migliore collegamento sulle tratte internazionali.
Trascendendo dal fatto che Repubblica è un giornale filo-governativo (e, si badi bene, non sto dando giudizi di merito sul fatto che lo sia -che è lecito- o sulla bontà o meno dell'attuale esecutivo) e che quindi sia di parte nell'analizzare la vicenda, deformandola dal punto di vista, appunto, politico; trascendendo dal fatto che fino al punto qui quotato, era sostanzialmente d'accordo con quanto scritto; mi chiedo: come è sostenibile un'affermazione del genere? Il
miglioramento dell'offerta non ci sarà, poiché gli accordi di c/s in essere e l'appartenenza alla stessa alleanza già oggi garantiscono, di fatto, l'accesso dei FF Alitalia (e non degli italiani, ai quali questo non frega una beata mazza) all'intero network AF-KLM. Se è per mero dato statistico dire che il gruppo Alitalia-AF-KLM ha ora x% in più destinazioni e x% in più ASK, tante grazie, ma non interessa. O meglio, conta per AZ-AF-KLM, ma non per i "consumatori" diretti. La cosa interessante per il momento è solo l'accessibilità dei singoli aeroporti/città, e il piano AF-KLM mortificano alcuni, migliorano altri, ma il saldo è sostanzialmente negativo per il semplice fatto che il numero di aeromobili in flotta è destinato a diminuire, anche al netto dei doppioni MXP-LIN, che sono briciole.
Migliori servizi. Ne dubito. Ne trarranno vantaggio i soci MM, finché, logicamente, il programma non verrà inglobato in Flying Blue e di questi si adotteranno le regole. Lo standard di servizio rimarrà presumibilmente lo stesso, le merci si sostituiscono, i fornitori pure, ma se le persone rimangono le stesse ci saranno ancora equipaggi ottimi e equipaggi assolutamente mediocri: la risultanza non si discosterà particolarmente da com'è già oggi. Forse migliorerà il catering (nel senso che si avranno le bottigliette d'acqua per tutti e non mezzo carico), i servizi aeroportuali rimarranno costanti, vedremo cosa succederà con i servizi di back-office vista il presunto smantellamento della Service. Magari non occorrerà imparare il francese...
Maggiore concorrenza sulle tratte nazionali. Ancora, ne dubito. In Italia il sistema delle rotte interne è già piuttosto competitivo, non ai livelli inglese ma on-par con quello spagnolo, meglio di quello tedesco e infinitamente superiore a quello francese. Alitalia non ha al momento le macchine adatte per una estesa rete domestica, nel senso che se anche ritardassero il ritiro degli 80 e li spostassero da MXP a VCE, CTA e NAP, non avrebbero una macchina adeguata. Andrebbero in concorrenza con competitors con costi operativi inferiori, una struttura tariffaria più snella, alcuni già ben radicati nel territorio, e la costruenda rete A/V. I vantaggi competitivi di AZ-AF-KLM quali sarebbero? Il servizio FF?
Migliori collegamenti sulle tratte internazionali. Ne va della buona fede dell'articolista scrivere un'affermazione del genere. Il miglioramento dei collegamenti internazionali si verifica quando si aggiungono destinazioni, non se ne tolgono. Per il sistema-Italia, l'ipotesi AZ-AF-KLM è un peggioramento rispetto all'attuale. Escono PVG, DEL, BOM, entra LAX: il saldo è negativo, di un bottino in generale già magro. Il saldo per FCO è chiaramente positivo, ma di poco: la maggior parte delle rotte AZ di ritorno è già coperto; aumenta solo la capacità e la possibilità di mangiare il pachino a bordo. Il saldo per Milano è ampiamente negativo.
Se l'articolista, invece, si riferisse al fatto che alla pagina "network" dell'Ulisse ci saranno tanti puntini sparsi per il globo, beh, complimenti: che gloria vedere il tricolore a Paris, e da lì, dopo un bonjour e un mercì, arrivare in giro per il mondo. Peccato che la cosa accada già quotidianamente: da questo punto di vista, quindi, la rete internazionale italiana non può migliorare, ma rimane costante nel tempo, visto che varia solo al variare dell'offerta negli altri hub europei. Se all'articolista hanno detto che ci saranno tanti bei voli intercontinentali operati da Air France nei buchi lasciati da AZ-AF-KL, complimenti, ancora: complimenti per essere così boccalone. Non mi spiego, altrimenti, come abbia potuto scrivere "miglioramente dell'offerta internazionale".
Citazione

opo la decisione "tecnica" del cda della compagnia, la palla passa alla politica. Ora ci sono due cose che non devono accadere. La prima riguarda il centrodestra. Si può capire che, nella ex Cdl, vi sia qualche preoccupazione legata al destino di Malpensa, non più "secondo hub" nazionale secondo i piani di Air France-Klm. Ma quello che non si può accettare è che da Berlusconi in giù, passando per Bossi, Formigoni e la Moratti, l'opposizione rifiuti le scelte e le leggi del libero mercato.
Ottimo, fin qui assolutamente ineccepibile. Lo svolgimento successivo poteva essere "si noti, inoltre, che la Casa delle Libertà ha avuto cinque anni limpidi di Governo, con una maggioranza solida alla Camera e al Senato, per analizzare, affrontare e risolvere la crisi di Alitalia e del sistema di trasporto aereo del nostro Paese". Tuttavia, l'articolista ha scelto un'altra strada, pisciando parzialmente fuori dal vaso e perdendo un'occasione per utilizzare l'arma della Storia contro la politica (avversaria) presente. Infatti...
Citazione

roprio la Lombardia, il cuore del Nord che produce ricchezza e conduce la battaglia vincente del Made in Italy nel mondo, oggi viene "usata" per esigenze di piccola bottega.
Repubblica ha sede a Roma ma ha una consistente fetta di lettori anche a Milano, soprattutto perché l'editoria quotidiana milanese è appannaggio del centro destra (Il Giornale, il Foglio, il Giorno che è tipo Studio Aperto) e della moderazione in generale (il Corriere, se proprio lo si vuole considerare di centro-sinistra, è più moderato e politically-correct che Repubblica; il Sole24Ore non conta poiché risponde agli interessi di Confindustria che sbandiera come una banderuola in base alle necessità, da sempre). Per cui non si capisce se la sviolinata sia per consolidare l'elettorato di sx, che a Milano dal dopo-tangentopoli proprio non ne azzecca una, o per mortificare chi è milanese. Ad ogni modo, scrivere queste tre righe ha un effetto valanga micidiale: se si è coscienti del fatto che Milano e Lombardia producono tanto per il paese e sono il motore del Made in Italy, come si può considerare un piano che mortifica la mobilità della regione una cosa positiva? Come mai l'analisi prescinde dalle ricadute economiche e sociali dell'abbandono di Malpensa? I paper accademici sono, nel 90% dei casi, pistolotti noiosissimi, ma hanno il pregio di essere esaustivi anche quando sono di parte. Gli articoli di giornale, invece (esclusi pochi e illuminati casi), sono buoni solo per il target a cui si rivolgono. In pratica, per pulirsi il culo dopo la defecazione... Per quello che li evito [:142]
Quelle che vengono definite "esigenze di piccola bottega" sono, se l'articolista parla di globalizzazione, delle necessità imprenscindibili! La mobilità non è più solo un accessorio, ma un valore tout court della globalizzazione stessa. Togliere mobilità (e, come ho detto, il piano AZ-AF-KLM lo fa a livello nazionale e in particolare lombardo) vuol dire limitare questo paese già di per sé frustrato e tarpato. Accettare un piano che limiti questo valore vuol dire accettare un peggioramento della condizione generale del paese, indipendentemente che l'hub (?) sia basato a Milano o a Roma. Aggiungere nero su bianco che Milano sia il motore di questo Made in Italy e accettare un piano che mortifica Milano mi pare un deciso controsenso, una boutade intellettuale, una cosa che vada al di là del campanilismo (alla rovescia) che ci viene propinato. E lo stesso vale quando fellow forumers citano l'inutilità di Roma come promotrice dello stesso Made in Italy solo perché meta turistica, si badi bene.
Citazione:
La seconda riguarda il centrosinistra. L'ultima parola sull'operazione Air France-Alitalia toccherà al governo, che dovrà deliberare entro la prima metà di gennaio. Si può capire che vi sia qualche rammarico, e anche qualche remora, nel vendere la compagnia di bandiera ad un colosso straniero. Ma quello che non si può accettare, da Prodi in giù, passando per Rutelli, D'Alema e Bianchi, è che la maggioranza sconfessi il cda, e decida secondo altre logiche, a questo punto superate dal mercato.
Quoto. Ma, tecnicamente, il fatto che il Governo sia tramite il Tesoro il controllore di maggioranza di Alitalia, permette che la politica interferisca all'interno delle sue decisioni. Questo è un punto imprescindibile: ogni decisione sul futuro di Alitalia è una decisione politica e non di mercato, e proprio per definizione, non perché la scelta sia sbagliata. Cosa volete che ne sappia Prodi o Veltroni di cosa sia meglio per AZ! L'importante è che al parlamentare rimanga la possibilità di spostarsi convenientemente (aggratise) da casa al lavoro, magari utilizzando qualche gentile omaggio in forma di biglietti per un Natale a New York, Pasqua tra le piramidi e luglio in Salento (od Olbia).
Citazione: L'esecutivo ha già fatto troppi danni, in queste lunghe settimane di colpevole incertezza, che hanno contribuito a svilire ulteriormente il titolo Alitalia in Borsa. Ogni ulteriore ripensamento, ogni ulteriore indecisione, stavolta sarebbero esiziali. Toccherà al premier dirimere gli ultimi dissidi in consiglio dei ministri, se necessario a costo di qualche forzatura.
Retorico, inutile. Il finale alla "o lei, o morte", un po' papocchione (e dichiaramente filo-prodiano: non sapevo che recentemente Repubblica avesse un quid anti-Veltroni), un po' nazionalista, non mi frega: è ovvio che l'esecutivo abbia fatto danni, è altrettanto ovvio che i danni sono anche le dichiarazioni da mentecatti che Veltroni prima e D'Alema poi hanno rilasciato sui desiderata personali, aumentando la confusione dell'agone politico-economico-mediatico sul titolo AZ. Peraltro ci hanno mostrato il livello tecnico della politica sulla questione, coadiuvati in ciò dalle sparate dei colleghi nordisti e destristi, tali Formigoni e Moratti.
Rimane il fatto che, rinvio o no, il termine esiziale potrebbe essere necessario in ogni caso.
DaV