Riggio (Enac): "Difficile far decollare presto la nuova Alitalia"
Per far decollare la 'Nuova Alitalia' entro il prossimo 15 ottobre "bisogna iniziare a lavorare subito e lavorare molto e di fino, ci proveremo anche se è difficile". E' quanto sostiene il presidente dell'Enac, Vito Riggio, in relazione al rilascio del certificato di operatore aereo alla Cai. "Il certificato di operatore aereo dell'Alitalia - spiega il presidente dell'Authority per l'aviazione civile - non penso che possa essere trasferito alla nuova compagnia anche perché si porrebbe un principio di continuità che potrebbe essere valido, per analogia, anche per i debiti della vecchia Alitalia. L'alternativa - prosegue Riggio - è di certificare Cai come operatore aereo e i tempi non sono brevissimi".
BRUXELLES - C'è apprensione a Bruxelles per gli sviluppi della trattativa Alitalia. A far temere una bocciatura europea sono la cessione degli asset e il trasferimento degli slot dalla vecchia compagnia di bandiera alla Cai, così come il prestito ponte concesso a maggio dal governo per evitare il tracollo finanziario del vettore. Ma la vera mina vagante che da qualche giorno minaccia il dossier è la possibilità contenuta nel bando di gara del commissario straordinario Augusto Fantozzi di non dare un taglio netto tra i contratti dell'aviolinea in liquidazione e quella nascente. Una strada che porterebbe ad un blocco europeo dell'operazione e un mare di debiti per la nuova Alitalia targata Cai. Tutti dubbi che in settimana molto probabilmente la Commissione Ue comunicherà al governo.
A vegliare sull'operazione è il responsabile europeo ai Trasporti, Antonio Tajani, insediatosi a Bruxelles su indicazione del premier Silvio Berlusconi e oggi impegnato a difendere le regole comunitarie. Un ruolo difficile per un esponente di Forza Italia della prima ora le cui decisioni dovranno essere approvate dal collegio dei commissari Ue e tener testa ad eventuali ricorsi delle compagnie straniere. Proprio in queste ore ad essere sotto esame dei suoi uffici è il bando di gara pubblicato lunedì scorso da Fantozzi.
Nel testo è prevista la possibilità di trasferire automaticamente i contratti dei lavoratori dalla vecchia alla nuova Alitalia, così come una serie di altri impegni. Iter che metterebbe in difficoltà la Cai: in questo caso, infatti, non ci sarebbe discontinuità giuridica tra la vecchia e la nuova compagnia e quest'ultima risponderebbe di tutti gli oneri della prima.
Insomma, dovrebbe ripianare gli ingenti debiti accumulatisi negli ultimi anni, rispondere di tutti gli impegni presi dalle precedenti gestioni e, oltretutto, rimborsare gli aiuti pubblici ricevuti in passato. Si tratta di quei 300 milioni provenienti dall'erario entrati a maggio nel patrimonio di Alitalia e che Tajani ha messo sotto procedura a giugno per sospetta violazione delle regole Ue sugli aiuti di Stato. E ben difficilmente quel procedimento potrà chiudersi senza una condanna. Nel qual caso la cifra da restituire non sarebbe irrisoria, visto che ai 300 milioni si aggiungerebbero interessi molto alti, in linea con quelli che un imprenditore privato avrebbe preteso per prestare soldi ad una azienda morente come Alitalia.
Dunque, la Commissione europea consiglierà che nella transazione è meglio "non attenersi strettamente al bando" e procedere alla cessazione dei rapporti di lavoro in essere con conseguenti nuove assunzioni. Percorso che peraltro lo stesso bando prevede in alternativa al trasferimento in blocco. Gli altri avvertimenti che Bruxelles invierà al governo sono gli stessi su cui Tajani batte da settimane, a partire dalla vendita degli asset di Alitalia alla Cai a prezzo di mercato. In caso contrario, infatti, la nuova compagnia sarebbe avvantaggiata rispetto ad un qualsiasi altro investitore privato usufruendo così di un aiuto di Stato illegale.
E un altro scoglio da superare sarà quello della cessione degli slot: le regole europee, infatti, vietano un trasferimento automatico delle rotte in caso di fusione, in questo caso tra Alitalia ed Air One. Ostacolo che secondo l'analisi degli uffici Ue potrebbe essere aggirato vendendo gli slot nell'ambito di una cessione di un ramo d'azienda e, ovviamente, a prezzo di mercato.
http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/economia/alitalia-31/tegola-europea/tegola-europea.html