Novità all’orizzonte per il trasporto supersonico

by kenadams

Cleveland e Wichita, USA – Il ritiro del Concorde dal servizio di linea nel 2003 ha segnato la fine del trasporto supersonico di passeggeri. Nonostante le ambizioni del progetto (risalente agli anni Sessanta) i costi elevati e le limitazioni operative imposte per temperare l’inquinamento acustico dell’aereo avevano fatto del Concorde un flop commerciale clamoroso. Dopo anni di silenzio durante i quali il prezzo elevato del petrolio ha tarpato le ali a qualsiasi iniziativa per la reintroduzione nel campo civile di un jet supersonico, da circa un anno il tema è tornato di attualità. La correzione al ribasso del costo dei carburanti e l’avanzamento di nuove soluzioni aerodinamiche per ridurre la rumorosità del boom hanno rienergizzato la nicchia supersonica dell’industria aerospaziale civile.

Due consorzi, in particolare, stanno raggiungendo in questi giorni traguardi importanti nello stato di avanzamento dei propri progetti: Boom Technologies ha completato il mese scorso i test di un modello in scala ridotta nella galleria del vento della Wichita State University, in Kansas. L’azienda, che dallo scorso novembre conta anche Richard Branson fra i propri investitori, punta a consegnare entro il 2023 i primi aerei capaci di volare a 2,2 Mach e di garantire un’economia di servizio tale da consentire ai vettori di vendere un biglietto Londra-New York a circa $2.500.

Mille miglia a Est rispetto a Wichita, al Glenn Research Center di Cleveland, Lockheed Martin e NASA sono al lavoro per testare nella galleria del vento un modello su scala ridotta del QueSST (Quiet Supersonic Technology). Il progetto, avviato nel febbraio 2016, è finanziato con fondi della New Aviation Initiative (NAH) della NASA e punta a completare la costruzione del primo modello e l’inizio dei test nel 2020: l’ambizione, corroborata da ricerche recenti in campo aerodinamico, è quella di realizzare un aereo supersonico che produca un inquinamento acustico analogo a quello dei voli subsonici. Solo così potrà essere eliminato il divieto di sorvolo a velocità supersonica dell’Europa e degli Stati Uniti che per decenni ha tarpato le ali al Concorde.

 

 

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