Thread Alitalia dal 9 gennaio


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billypaul

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3 Ottobre 2006
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Se la pallina è verde, di fronte al computer
Finalmente un bell'articolo sulle vicende degli ultimi giorni.

9/1/2009
Alitalia, costano troppo bandiera e geografia
MARIO DEAGLIO


Qualcuno poteva sperare che l’avvio della nuova compagnia aerea nazionale fosse motivo di una sia pur modesta soddisfazione; si poteva provare a stendere un velo su illusioni e disillusioni, errori e sproloqui e prepararsi a stappare furtivamente una bottiglia di buon augurio. E non sarebbero stati pochi gli italiani che, nonostante tutto, avrebbero potuto anche commuoversi alla prospettiva che gli aerei con i colori nazionali continuassero a solcare i cieli del mondo, sia pure su un minor numero di rotte.

Gli avvenimenti degli ultimi due giorni hanno reso tutto ciò più difficile e questo per due motivi. Il primo è un clamoroso dissidio al vertice sulle scelte strategiche (il tira e molla su Air France e Lufthansa, su Fiumicino e Malpensa), il secondo è un parallelo e altrettanto clamoroso conflitto alla base tra lavoratori precari e lavoratori a tempo indeterminato. Tale conflitto è sfociato, al di fuori degli schemi sindacali, nella rivolta delle «tute verdi», ossia degli addetti alla pulizia e ai bagagli che rischiano il lavoro a seguito della riorganizzazione aeroportuale. La bottiglia augurale deve quindi essere rapidamente riposta e occorre invece riflettere sui segnali negativi che da questa deludente vicenda derivano sulla possibilità di tenuta dell’Italia.

Alcuni di questi segnali sono purtroppo di carattere strutturale. Ha ragione Umberto Bossi quando afferma che, se Malpensa non sarà uno hub, ossia uno scalo centrale, al quale faccia capo un gran numero di voli, Alitalia correrà un forte rischio di fallimento; ma è purtroppo anche vero che né la nuova Alitalia né l’Italia hanno le dimensioni necessarie per permettersi due hub. In base a considerazioni puramente economiche, un paese come l’Italia dovrebbe avere un solo grande hub delle dimensioni di Parigi ma, data la geografia, le localizzazioni produttive e quelle turistiche, questo semplicemente non si può fare. Per conseguenza, un sistema aeroportuale che riservi un ruolo importante, a livello europeo e mondiale, sia a Fiumicino sia a Malpensa, non può che operare in perdita: rappresenta quindi un costo aggiuntivo per il «sistema Italia» e per il contribuente italiano che possiamo chiamare il «prezzo della geografia». E non appare corretto da parte leghista invocare da un lato il regionalismo e l’autonomia, ossia il lato vantaggioso della geografia, e dall’altro reclamare che di fatto sia il governo centrale ad accollarsi il più che prevedibile deficit di Fiumicino-Malpensa.

Se dal sistema del trasporto aereo si passa a esaminare la struttura della proprietà della compagnia di bandiera, la situazione non appare molto più rosea. Con il senno di poi, da un mero punto di vista finanziario, sarebbe stato preferibile accettare la prima proposta di Air France, caldeggiata dal governo Prodi, osteggiata dall’attuale presidente del Consiglio in campagna elettorale e respinta di fatto, ai primi di aprile 2008, dal mondo sindacale: la rinuncia a tale progetto fu un grave errore non foss’altro perché da allora le condizioni del trasporto aereo mondiale sono incredibilmente peggiorate.

La nuova Alitalia parte infatti nel pieno di una riduzione storica del traffico mondiale delle merci (a novembre -14,5 per cento) e passeggeri (-4,5 per cento), mentre sono azzerati o fortemente ridotti i profitti di colossi come British Airways e Lufthansa; Air France ha mantenuto il volume passeggeri ma presenta una fortissima riduzione del traffico merci e i suoi aerei cargo, pur ridotti di numero, viaggiano mezzo vuoti. Ovunque sono all’ordine del giorno tagli ai voli, all’occupazione, all’operatività degli aeroporti; con la sua posizione assolutamente tiepida nella vicenda, Lufthansa potrebbe quindi ottenere il massimo dei vantaggi, ossia dirottare sui grandi voli intercontinentali in partenza da Francoforte e Monaco un numero di passeggeri italiani sufficiente a colmare i buchi causati dal calo del numero di passeggeri tedeschi.

Air France impegnerà probabilmente cifre assai inferiori nella nuova compagnia rispetto a quanto era disposta a fare otto mesi fa; a questo si aggiungono i costi pubblici dell’accordo (a cominciare dalle condizioni di assoluto privilegio della cassa integrazione dei dipendenti Alitalia rispetto agli altri lavoratori, fino al danno, non certo lieve, che deriva al turismo italiano da disservizi come quelli di ieri). Il tutto è controbilanciato dall’aver mantenuto il controllo della società in mani italiane e può essere considerato il «prezzo della bandiera».

A questo punto, l’italiano medio potrebbe cominciare a fare qualche conto e concludere che la somma del «prezzo della geografia» e del «prezzo della bandiera» è francamente eccessiva. Anche perché la situazione attuale non pare caratterizzata da una pura e semplice socializzazione delle perdite accompagnata da una privatizzazione degli utili: l’Alitalia non è mai stata un gioiello ma piuttosto un oggetto dal luccichio ingannevole. Gli imprenditori che fanno parte della cordata della nuova compagnia rischiano in proprio e le prospettive di ottenere un profitto su questo investimento si spostano in avanti con l’avanzare della crisi. Anche a seguito della crisi finanziaria, per motivi di costo siamo stretti in una morsa. Se vogliamo due grandi aeroporti, non possiamo permetterci una grande compagnia; se vogliamo invece una compagnia adeguata alle nostre dimensioni economiche dobbiamo rinunciare a uno degli aeroporti.

LaStampa
 
appunto

o malpensa o Fiumicino...

Fiumicino :D (scherzo,ma non tanto)

purtroppo anche qui si salveranno capre e cavoli...e per non tagliare posti di lavoro a MXP (giustamente: meglio non tagliare,la gente a casa non è una cosa da augurare,vero carissimi?) si farà l'ennessima porcata.Però qui quasi nessuno dei soliti sbraita invocando Pantalone....finchè fa comodo,il Signor Pantalone,paga pure per i malpensanti...quando pagava per i dipendenti AZ era un altro paio di maniche vè? insert vomit
 
articolo per fortuna nè approssimativo né fazioso con un'analisi che trovo, tutto sommato, condivisibile
 
Ultima modifica da un moderatore:
ROMA (MF-DJ)--"Abbiamo due anni per riflettere, ma non dobbiamo decidere tutto ora. Abbiamo il tempo di potenziare le rotte. Se volete che Malpensa sia subito un hub per noi va bene, ne abbiamo parlato anche con Air France, spostiamo tutti i voli di Milano su Malpensa".

Sarebbero state proprio queste parole, emerse ieri durante il vertice a Palazzo Grazioli e rilasciate dal presidente di Cai, Roberto Colaninno, con la velata minaccia di chiudere l'aeroporto di Linate, a spingere la Lega e Umberto Bossi a siglare la tregua su Alitalia.

E' il retroscena pubblicato oggi da Repubblica nel quale si spiega come la proposta avanzata da Cai sia stata quella di rafforzare Malpensa nel giro di due anni con rotte intercontinentali, mentre a Linate rimarrebbe la navetta Roma-Milano.

www.milanofinanza.it
 
Finalmente un bell'articolo sulle vicende degli ultimi giorni.

9/1/2009
Alitalia, costano troppo bandiera e geografia
MARIO DEAGLIO


Qualcuno poteva sperare che l’avvio della nuova compagnia aerea nazionale fosse motivo di una sia pur modesta soddisfazione;.....
LaStampa

E' difficile per un giornalista spiegare ai lettori che bisogna "tener duro per continuare a sperare"....(Lucio Dalla)

Chi pensava ad una lotta senza decine e decine di ricadute estenuanti non immaginava quanto orribile sia la condizione del malato.
Qui siamo ancora al punto:

1) il dottore è all'altezza? Se non lui, chi altri?
2) il malato reagisce alle cure?

Siccome nella vita non fai nulla se alla tua passione non corrisponde una visione, spero che quella di Colaninno corrisponda alla mia.

Se è così....Alitalia ce la farà!!!
 
Scherzi? Questo non è un malato normale! E' Dio...resuscita dai morti, continua la vita mentre morto e si fa trino e più...AZ/CAI/AZ+AP!!
 
A livello di disagi oggi come siamo messi?
Cosa chiedono esattamente i dipendenti Alitalia Servizi/Airport?

Vi sarà una fusione fra EAS ed Alitalia Servizi/Airport?
 
purtroppo anche qui si salveranno capre e cavoli...e per non tagliare posti di lavoro a MXP (giustamente: meglio non tagliare,la gente a casa non è una cosa da augurare,vero carissimi?) si farà l'ennessima porcata.Però qui quasi nessuno dei soliti sbraita invocando Pantalone....finchè fa comodo,il Signor Pantalone,paga pure per i malpensanti...quando pagava per i dipendenti AZ era un altro paio di maniche vè? insert vomit

Sono 15 anni che stiamo mantenendo Alitataglia, ora paghiamo altri 4mld di euro e per 7 anni vi manterremo ancora 7.000 esuberi, di cosa ti lamenti?
La Lombardia non ha bisogno dei vostri soldi, basterebbero già i nostri peccato che li dobbiamo sborsare per una compagnia fallita ;)

Forse è meglio che prima ti informi di come stanno veramente le cose... e speriamo davvero che rimarrete per sempre a Ostia perchè qua nessuno vi vuole più vedere :D
 
Ultima modifica:
Sono 15 anni che stiamo mantenendo Alitataglia, ora paghiamo altri 4mld di euro e per 7 anni vi manterremo ancora 7.000 esuberi, di cosa ti lamenti?
La Lombardia non ha bisogno dei vostri soldi, basterebbero già i nostri peccato che li dobbiamo sborsare per una compagnia fallita ;)

Forse è meglio che prima di informi di come stanno veramente le cose e speriamo davvero che rimarrete per sempre a Ostia perchè qua nessuno vi vuole più vedere :D

I-ALEX, ma per post di questo tenore non era stato creato un forum apposito?
 
Ecco perché solo Lufthansa può rilanciare l’aeroporto

Ci sono alcuni equivoci, sul tema Malpensa, che vanno chiariti. Il primo deriva dalla confusione molto diffusa tra «slot» e «diritti di traffico». Gli slot sono delle finestre orarie accordate a una compagnia per un decollo o un atterraggio, non importa la destinazione. I diritti bilaterali di traffico sono le autorizzazioni che il governo, in virtù di un accordo con il governo di un altro Paese (extraeuropeo ed extra Usa) dà a una compagnia per effettuare i collegamenti con quel Paese. Molti dicono: a Malpensa si liberalizzino gli slot! Sbagliato. Malpensa ha una grande quantità di spazi temporali, e chiunque ne faccia richiesta li può ottenere. È corretto dire: si liberalizzino gli accordi con gli altri Paesi, per permettere collegamenti che attualmente da Milano non vengono effettuati, o per aumentare la loro frequenza. Sono circa 25 le compagnie che hanno fatto richiesta di nuovi voli (verso Giappone, Brasile, Russia, Hong Kong, Corea, Malesia, Bangladesh, eccetera); il governo più volte si è espresso favorevolmente, ma finora non è accaduto nulla. «Cose lunghe», si sente ripetere, anche in virtù della loro «bilateralità».
Ma non si pensi - altro equivoco - che, se la tanto invocata liberalizzazione dei diritti venisse attuata completamente, con un tocco di bacchetta magica Malpensa (ri)acquisterebbe il ruolo di hub. Rafforzerebbe, semplicemente, le sue caratteristiche di aeroporto intercontinentale. Anche qui va fatta un po’ di chiarezza sui termini. Un «hub» è un aeroporto di transito, dove passeggeri raccolti da località di medio raggio proseguono per il lungo raggio: arrivano con aerei piccoli e se ne vanno con aerei grandi. «Hub» è il mozzo della ruota, «spoke» è il raggio: di qui la metafora. Un hub nasce dal presupposto che una grande compagnia possa fare questo lavoro di raccolta e di smistamento in una logica di network, cioè di «rete». Via aerea. Se i passeggeri arrivano all’aeroporto in pullman, in auto, col treno; se cioè l’aeroporto viene alimentato «via terra» e serve un bacino regionale o poco più, non si parla più di hub, ma di scalo intercontinentale. È chiaro che il concetto di hub può sviluppare dimensioni di gran lunga maggiori.
Non ci sono casi al mondo di hub nati senza una compagnia di riferimento; e non ci sono, o quasi, hub nei quali il lungo raggio e il breve-medio al suo servizio sono operati da compagnie diverse. Ergo: Malpensa non potrà essere, in una prospettiva immediata, un hub. Ma anche se aumenterà le destinazioni di lungo raggio, in chiave «intercontinentale», non potrà essere competitivo in Europa: la qualità offerta al passeggero è fatta di ampiezza e flessibilità dell’offerta. Esempio: da aeroporti come Parigi o Francoforte, nell’arco di mezz’ora partono tre, quattro voli per l’India, ciascuno per una città diversa. Il passeggero vuole sempre il miglior servizio e più vicino possibile: non gl’importa dove sia l’hub di scalo, gl’importa muoversi quando vuole, scegliere gli orari. La flessibilità è la qualità più richiesta dagli uomini d’affari, coloro più disposti a spendere. Per loro che l’hub sia in un Paese o in un altro poco importa: così come all’acquirente di una Fiat non importa se è fabbricata a Melfi o in Polonia. Un hub, in altri termini, è uno stabilimento industriale: si sceglie il prodotto, non la fabbrica. Negli anni Settanta una compagnia lungimirante come American Airlines non esitò a trasferire la sua base da New York a Dallas e «inventò» l’hub-and-spoke. Diventò in breve la più grande del mondo.
Per il suo futuro Malpensa - dopo che Alitalia con Air France ha «scelto» Fiumicino - spera in Lufthansa che ora, svincolata dalle tarantelle politiche, può concentrarsi, con la Sea, allo sviluppo dello scalo. Da febbraio partono i primi voli per otto città d’Europa come Barcellona, Bruxelles, Budapest, Lisbona, Bucarest, in una logica di collegamento diretto. Ma è anche il primo passo per creare una rete di raccolta da mettere al servizio, in una fase successiva, di collegamenti intercontinentali: per ricreare, cioè, un hub. La Lombardia, nel frattempo, dovrà finalmente dotare l’aeroporto di infrastrutture e servizi che lo rendano davvero efficiente e gradevole per il passeggero.
di Paolo Stefanato

www.ilgiornale.it
 
A questo punto CAI subordina il potenziamento di MXP alla limitazione di LIN .... LH anche .... se i politici di Milano non si vegliano ora è veramente finita ....
 
Sono 15 anni che stiamo mantenendo Alitataglia, ora paghiamo altri 4mld di euro e per 7 anni vi manterremo ancora 7.000 esuberi, di cosa ti lamenti?
La Lombardia non ha bisogno dei vostri soldi, basterebbero già i nostri peccato che li dobbiamo sborsare per una compagnia fallita ;)

Forse è meglio che prima ti informi di come stanno veramente le cose... e speriamo davvero che rimarrete per sempre a Ostia perchè qua nessuno vi vuole più vedere :D

fazzoletto verde? no alpitour? ahi ahi ahi

ma basta co ste sceneggiate "napoletane",ogni volta parte il nastro registrato "7 anni,vostri soldi,nostri soldi,compagnia fallita",ve lo siete tramandato da forumista a forumista...vogliamo dire piuttosto che siamo all'ennesima porcata politica per far contenti pochi e danneggiare ancora una volta i lavoratori,questa volta di un'azienda privata...

PS: a me Ostia non piace,preferisco adiacenze parco pubblico,con verde e sole ad adiacenze aeroporto
 
Ultima modifica:
Da Repubblica.it

....certo che la sciura non capisce proprio un ca@@o !!!

Alta tensione ieri a palazzo Grazioli nel vertice tra Berlusconi, il leader della Lega
e i vertici di Cai. Tregua siglata con le garanzie sul futuro degli scali lombardi
Colaninno minaccia: 'Chiudo Linate'
Bossi si riappacifica con il premier

Il leader della Lega Bossi dopo l'incontro con Berluscuni a palazzo Grazioli

di CLAUDIO TITO
ROMA - "Abbiamo due anni per riflettere, non dobbiamo decidere tutto ora. Abbiamo il tempo di potenziare le rotte. Nessuno vuole penalizzare Malpensa e nessuno vuole far chiudere Linate".

Fino a ieri mattina la partita Alitalia sembrava contrapporre il "partito del nord" pro Malpensa a quello del "sud" pro Fiumicino. Nel doppio vertice di ieri a Palazzo Grazioli, invece, Silvio Berlusconi ha dovuto prima di tutto sedare lo scontro tra i "nordisti". Con il sindaco di Milano, Letizia Moratti, spalleggiato da An (in particolare dal "collega" Alemanno), pronto a guerreggiare contro i lumbard in difesa dello scalo cittadino.

La tregua - perché i leghisti non la vogliono ancora chiamare "pace" - è stata siglata proprio sulle garanzie fornite dal premier e dal presidente di Cai, Roberto Colannino, sul futuro degli scali lombardi. Assicurazioni, però, che facevano perno su un unico presupposto: l'intesa con Air France è imprescindibile, "si chiude lunedì prossimo". E già, perché le insistenze del Carroccio sull'aeroporto di Varese e sull'opzione Lufthansa per un momento anche nel summit di Via del Plebiscito avevano provocato un impasse. Con tanto di nervosismi malcelati dai "bossiani". "Se volete che Malpensa sia da subito un Hub - è stato il ragionamento svolto dal "capitano" della nuova Alitalia - per noi va bene. Ne abbiamo parlato anche con Air France. Spostiamo tutti i voli di Milano a Malpensa". Una provocazione, per di più calcolata. Perché l'ipotesi era già stata archiviata nei contatti con Gianni Letta e con il premier. Sta di fatto che la semplice eventualità che Linate potesse chiudere i battenti ha diviso e indebolito il "partito del nord". "Non è accettabile, anzi sarebbe disastrosa", ha tuonato la Moratti.

Da qual momento, il Cavaliere ha cominciato a fare la spola tra i due incontri. Da un parte il vertice politico con la Lega e il ministro Altero Matteoli, dall'altra quello "aziendale" con i vertici di Cai, della Sea e i sindaci di Roma e Milano. La tensione è salita. La delegazione lumbard con Bossi, Maroni e Calderoli, si è irrigidita. Il malumore, del resto, serpeggiava da giorni. "Io faccio un discorso politico - ha spiegato il Senatur -: il nord non può rimanere isolato. Sapete quante aziende ci sono? Quante di queste contano su Malpensa? Quella è gente che guarda a noi e non possiamo lasciarla a secco". Un calcolo che il sottosegretario ai Trasporti Roberto Castelli ha snocciolato in un attimo. Rispetto all'altro ieri però, quando il premier e Bossi avevano addirittura evitato di parlarsi, stavolta i due si davano di gomito. Il premier ha recepito le lamentele leghiste, per smontarle un attimo dopo: "Sono d'accordo. È chiaro che ci facciamo carico delle esigenze del nord e di Malpensa. Anche io sono un industriale del nord. Le rotte possono crescere. Ne ho appena parlato con Colaninno". Un attimo ed è stato proprio il capo di Cai ad avvicinare il ministro delle riforme. Memore dei tempi in cui il Senatur lo definiva il "campione degli imprenditori padani", gli ha stretto la mano. E poi ha tirato fuori dalla borsa il piano industriale di Alitalia. Nel quale il futuro di Malpensa dovrebbe irrobustirsi nel giro di due anni con le rotte intercontinentali: passerebbero da 3 a 17. L'aeroporto varesino, dunque, si trasformerebbe nell'hub per le tratte con l'estremo oriente e il Sud America e a Linate verrebbe riservata la navetta Roma-Milano. L'unico modo, ha chiarito Colaninno e ha convenuto Berlusconi, per costruire un'azienda "pulita" in grado di raggiungere il pareggio di bilancio nel giro di 24 mesi.

Traguardo che invece Lufthansa non può certificare. "Anche perché - ha ripetuto il premier a Bossi - non esiste una vera offerta da Berlino. C'è una lettera di intenti, ma niente di più". Non solo. Per "coprire" l'offerta francese, i tedeschi dovrebbero mettere sul piatto della bilancia circa 600 miliardi: 310 per arrivare al cash di Af, 200 per pagare la penale per l'uscita dall'alleanza Sky Team, e il resto per sostituire i sistemi operativi di Alitalia ormai integrati con Air France.

Argomenti che alla fine hanno in parte convinto il Carroccio. Basti pensare che lo stesso Senatur ha lasciato per primo la riunione con un rassegnato "vabbè, fate voi". Oggi, comunque, i leghisti proveranno a insistere chiedendo attraverso Castelli l'incremento complessivo dei voli sugli scali lombardi. Ma niente di più. E per indorare la pillola, alla fine il presidente del consiglio ha anche promesso un iter parlamentare velocizzato per il federalismo. La riforma della giustizia verrà ritardata almeno di un mese per evitare ostruzioni. Il premier non vuole sentire invece parlare di "rimpastini". Vorrebbe promuovere i sottosegretari Fazio e Brambilla. Ma non a costo di arrivare ad una tornata di nomine troppo ampia come reclamano gli stessi leghisti e anche An. "E comunque - ha chiuso Berlusconi tendendo la mano al segretario leghista del Carroccio - nei giorni scorsi i giornali hanno esagerato. Io non volevo attaccarti. Solo che non dobbiamo dare l'immagine di una coalizione litigiosa. Basta polemiche in pubblico".
 
I-ALEX, ma per post di questo tenore non era stato creato un forum apposito?

Se Az fosse stata data in sposa ad Air France mesi fa oggi paghereste molti meno esuberi,e molti debiti in meno,incluso un prestito ponte da 300 milioni.
Ma le cose sono andate diversamente....è stata voluta la cordata...
 
He he, a Roma sono dei geni! E' bastato dire "va bene allora chiudiamo Linate" che se ne sono andati via tutti zitti con la coda fra le gambe. Per la serie va bene tutto così, lasciamo perdere. E' fin troppo facile avere a che fare con un fronte del nord del genere che ha il doppio del marcio in casa che aveva la vecchia AZ!
 
ALITALIA: LUFTHANSA, SIAMO ANCORA IN GARA

(AGI) - Roma, 9 gen. - "Non siamo fuori dalla competizione". E' quanto afferma al quotidiano online Affaritaliani.it Claudia Lange, portavoce corporate di Lufthansa. "Finora - ha aggiunto - non abbiamo presentato alcuna offerta per Alitalia, ma questo non significa che non possiamo ancora farlo. La possibilita' di presentare in futuro un'offerta per la compagnia aerea italiana c'e' ancora". Dalla Germania sottolineano, poi, come Cai e la nuova Alitalia non abbiano ancora ufficializzato l'accordo con Air France-Klm.
 
He he, a Roma sono dei geni! E' bastato dire "va bene allora chiudiamo Linate" che se ne sono andati via tutti zitti con la coda fra le gambe. Per la serie va bene tutto così, lasciamo perdere. E' fin troppo facile avere a che fare con un fronte del nord del genere che ha il doppio del marcio in casa che aveva la vecchia AZ!
Quoto.
 
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