Dai che ci siamo....
2008-09-23 20:56
ALITALIA: CONTATTI A 360 GRADI, SPIRAGLI PER SOLUZIONE
ROMA - Torna a Palazzo Chigi il bandolo della intricatissima matassa di Alitalia. Dopo un incontro di alcuni membri dell'esecutivo con Silvio Berlusconi al termine del Consiglio dei ministri, il premier ha affidato il compito di tenere il filo sottile della possibile riapertura del confronto a Gianni Letta, che si è messo al lavoro con contatti a 360 gradi.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha convocato nella sede del governo i vertici di Cai, Roberto Colaninno e Rocco Sabelli. Ma ha anche mantenuto aperto un canale di dialogo con gli altri protagonisti della trattativa: da una parte la Cgil, con contatti diretti con Guglielmo Epifani; dall'altra i piloti, che hanno fatto giungere messaggi a Palazzo Chigi attraverso il commissario Augusto Fantozzi e il ministro Maurizio Sacconi. E, malgrado ciascuno resti ufficialmente sulle sue posizioni, sembra tuttavia che qualcosa possa muoversi.
E' ancora presto per capire dove porterà lo "spiraglio" evocato da Berlino anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini, ma la strada che sembra si starebbe ipotizzando è quella di una partecipazione minoritaria ma diretta, e da subito, di un partner internazionale in Cai. In questo modo, il piano Fenice resterebbe sostanzialmente lo stesso finora rifiutato da sei sigle sindacali, come chiede Cai. Ma, per Cgil e (soprattutto) per i piloti ci sarebbe la garanzia dell'entrata nella proprietà della nuova Alitalia di un grande vettore internazionale, un socio dotato di un importante know-how nel settore del trasporto aereo.
Quale socio? Sul campo resterebbero le due principali ipotesi: Air France e Lufthansa. Anche se, nel caso della compagnia tedesca, il leader della Lega Umberto Bossi ha detto "Lufthansa? Sì, ma non penso accetti di entrare nella società Cai finché Alitalia è conciata così male".
"Resto ancora convinto che si debba trovare una soluzione perché l'Italia continui ad avere una sua compagnia di bandiera. E questo risultato si raggiungerà". Così Silvio Berlusconi risponde ad una domanda dell'Ansa sulla vicenda Alitalia.
(ANSALa strada che potrebbe condurre a questo obiettivo, con un riavvicinamento fra Cai e sindacati 'dissidenti', fermo restando che il piano Fenice elaborato da Intesa SanPaolo non si tocca, sarebbe, secondo indiscrezioni, l'anticipazione dell'ingresso del partner straniero - circola con più insistenza il nome di Lufthansa anche se non si può sottovalutare un'azione di Air France-Klm - con una partecipazione di minoranza ma superiore rispetto alle singole quote degli imprenditori italiani. Lufthansa, peraltro, puntando su Malpensa nella logica del multihub sarebbe una soluzione che piace alla Lega.
Anche se Sacconi ha confermato che i tedeschi non sono interessati ad un acquisto diretto di Alitalia. Una soluzione che dovrebbe essere gradita a piloti e Cgil, quella del grande vettore internazionale dotato del know-how necessario per rilanciare l'Alitalia: si potrebbe sbloccare il nodo del contratto: da giorni i piloti ripetono che sono disponibili a partire da uno qualsiasi fra quelli delle major europee decurtato del 30%; potrebbero essere ridotti gli esuberi previsti da Cai, altro nodo non sciolto perché in numero troppo elevato secondo Anpac e Up, ma anche secondo gli assistenti di volo di Avia e Sdl; il personale potrebbe confluire in parte nel gruppo tedesco mentre per altri si aprirebbe la strada di Alitalia Express per la quale ha già manifestato interesse la svizzera Ama. I lavoratori sarebbero così disponibili a garantire una pace sociale di quattro anni. Colaninno e Sabelli avrebbero approfondito questa prospettiva in un incontro nella sede di Intesa SanPaolo, in via del Corso a Roma, per un paio di ore. Mentre si cerca di tessere questa difficile tela, Fantozzi deve occuparsi, tra l'altro, di preparare entro giovedì sera un piano di emergenza o avere una manifestazione di interesse concreta e con una prospettiva di continuità aziendale per evitare il ritiro della licenza provvisoria di volo. Una ipotesi paventata dal presidente dell'Enac Vito Riggio che si basa su un regolamento comunitario ma che è stata contestata dalle quattro sigle 'dissidenti' che hanno diffidato l'autorità aeronautica richiamando il recente decreto legge sulle aziende in crisi che concede sei mesi di tempo. Peraltro, la messa a terra di tutti gli aerei Alitalia sarebbe "uno choc fortissimo per tutto il sistema del trasporto aereo italiano" secondo il presidente della Sea (società di gestione degli aeroporti milanesi), Giuseppe Bonomi.
Al commissario straordinario le quattro sigle di piloti e assistenti di volo hanno disponibilità a un contributo economico dei dipendenti attraverso provvedimenti straordinari e temporanei. Oltre a liquidità residue del prestito di 300 milioni dato dal Governo nel giugno scorso, Fantozzi potrebbe per esempio decidere di mettere a terra qualche aereo ed equipaggio corrispondente. Intanto, domani è prevista la prima udienza in tribunale per la decisione dello stato di insolvenza di Alitalia e le sue società commissariate. Una "guardia altissima e controlli severi" sono stati garantiti dal presidente dell'Autorità per la concorrenza, Antonio Catricalà, il quale, nonostante le deroghe antitrust previste per Alitalia, mantiene un potere di vigilanza ed intervento su eventuali conflitti di interesse nell'azionariato, abusi di posizione dominante e intese, e danni ai consumatori da parte della Nuova Alitalia che verrebbe fuori da una fusione della parte buona di Alitalia con Airone.