Ita Airways, il paradosso dei sacrifici imposti dall’Ue: a Linate più concorrenza con l’Europa, meno con l’Italia. E le tariffe salgono
La richiesta dell’Ue a Ita Airways di cedere un pacchetto di slot all’aeroporto di Milano Linate per far aumentare la concorrenza sui collegamenti europei — in cambio del via libera alle nozze con Lufthansa — sta producendo l’effetto opposto sulle rotte nazionali: i voli si sono ridotti sensibilmente e le tariffe sono balzate a doppia cifra percentuale. È quanto emerge dall’analisi del Corriere sulla base delle piattaforme specializzate. Che evidenzia anche un altro fenomeno: il «travaso» dei passeggeri di Linate verso le low cost che operano a Malpensa e Bergamo ha portato, anche lì, a un aumento significativo del prezzo del biglietto.
L’ok finale e i sacrifici
Nel novembre 2024, dando l’ok finale all’ingresso di Lufthansa in Ita Airways con una quota del 41% per 325 milioni di euro (il restante 59% resta al Ministero dell’Economia), la Direzione generale della Concorrenza Ue ha anche approvato un pacchetto di misure correttive per far aumentare la competizione in particolare a Linate, aeroporto dove non ci sono più slot disponibili. Ita e Lufthansa hanno dovuto così rinunciare a 44 diritti di decollo e atterraggio giornalieri: 29-30 (a seconda dei giorni) sono stati dati a easyJet (a cui sono stati prestati anche tre Airbus), 8-9 a Iag (gruppo che controlla British Airways, Iberia, Vueling, Aer Lingus) e 4-5 ad Air France-Klm.
Più rotte con l’Europa
Ma tutti questi slot sono stati ri-utilizzati dai concorrenti di Ita (e Lufthansa) per effettuare i collegamenti tra l’Italia e l’Europa, non all’interno del nostro Paese. Mentre con un taglio di quel tipo nel city airport milanese, il vettore tricolore è stato costretto a riequilibrare l’offerta: ha ridotto le frequenze sui voli nazionali così da ridarle ai collegamenti internazionali con i diritti sottratti al network domestico a partire dal 30 marzo 2025.
Dal 30 marzo 2025
Quel giorno è iniziata la «stagione estiva» che per il trasporto aereo dura circa sette mesi e quest’anno termina il 25 ottobre. È la finestra temporale di picco per i vettori, quella nella quale si muove il maggior numero di passeggeri che consente di registrare i maggiori guadagni, mentre nei mesi rimanenti (da fine ottobre e fine marzo dell’anno successivo), la stagione «invernale» di solito porta solo perdite più o meno significative perché le persone si muovono meno.
Il taglio dei voli
Dal 30 marzo si nota molto bene come cambia la situazione nello scalo milanese. Prendiamo per esempio la «navetta» Linate-Fiumicino: a marzo 2025 (con soltanto gli ultimi due giorni coinvolti nei tagli) l’offerta di sedili di Ita si è ridotta del 4,7% rispetto allo stesso mese del 2024, una variazione tutto sommato fisiologica. Ma ad aprile — primo mese di sacrifici — il taglio è stato del 23,3%, per salire al 25,9% a maggio. Insomma: i viaggiatori si sono visti sparire un sedile su quattro.
L’offerta sul «domestico»
Anche allargando lo sguardo a tutte le rotte domestiche di Ita si nota lo stesso andazzo: -12,3% a marzo di quest’anno rispetto a dodici mesi prima, più che raddoppiati ad aprile (-25,5%) e maggio (-27,3%). Per avere un confronto: allo stesso tempo l’offerta di posti sulle rotte tra gli altri scali lombardi (dove operano soprattutto le low cost: Malpensa e Bergamo) e le destinazioni italiane vede l’offerta quasi stabile rispetto all’anno passato, con una leggera limatura che tocca il -2,2% a maggio.
La conseguenza sui prezzi
A una riduzione dell’offerta — e in presenza di una domanda ancora sostenuta — il risultato per i viaggiatori è soltanto uno: il prezzo per ogni sedile aumenta. Sensibilmente. E infatti se a marzo 2025 i voli Linate-Fiumicino di Ita erano più cari dell’8,6% — secondo i dati analizzati dal Corriere — ecco che ad aprile (quando l’offerta scende del 23,3%) salgono del 25% rispetto a un anno prima, e si confermano con lo stesso rincaro anche a maggio. Considerando l’intero network nazionale di Ita da Linate anche in questo caso i biglietti sono più cari di quasi il 30% ad aprile e del 26% a maggio.
La ricaduta sugli altri scali lombardi
La riduzione dell’offerta e l’aumento dei prezzi hanno spinto gli italiani che un tempo volavano da Linate a prenotare con le low cost a Bergamo e Malpensa. Ma se ad aprile le tariffe sono state contenute — con addirittura un calo di quasi l’1% sulle rotte nazionali —, ecco che a maggio, a fronte di un’offerta quasi simile a un anno prima, i prezzi anche sulle low cost sono schizzati di quasi il 24 a maggio. Al netto delle spese extra per l’imbarco prioritario/bagaglio a mano, la scelta del posto, eccetera.
«Linate è di primaria importanza»
«Abbiamo fatto un lavoro molto complesso per convincere la Commissione europea, il pacchetto dei rimedi offerti è stato giudicato efficace e ovviamente sta avendo impatti sulle nostre attività su Linate, che continuiamo a considerare un aeroporto di primaria importanza per noi», risponde al Corriere Joerg Eberhart, amministratore delegato e direttore generale di Ita. «Stiamo facendo il massimo, anche considerando le attività di manutenzione su alcuni aeromobili su cui montiamo motori Pratt&Whitney che ci accompagnerà per i prossimi mesi».
Il caso dei motori da ispezionare
Già, perché a non aiutare è anche il fatto che le ispezioni extra su scala globale a un certo modello di motori di ultima generazione — montato sugli Airbus A220 e A320neo — costringono decine di vettori a tenere fermi per circa un anno gli aerei con quei propulsori (per Ita si tratta di una media di 5-8 apparecchi fuori uso). E trattandosi, per il vettore tricolore, di velivoli impiegati in particolare sulle tratte nazionali questo non aiuta di certo ad attenuare l’impatto dei sacrifici imposti dalla Ue.
lberberi@corriere.it
L’analisi del «Corriere»: da aprile Ita ha dovuto tagliare quasi il 25% dell’offerta sui collegamenti nazionali e i prezzi dei biglietti sono saliti della stessa quota. Ecco tutti i numeri
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