[TR] Diario di un emigrante


Ciao
spero che la tua vita sara bella nel Australia. Io non so se sono emigrante ma ho vissuto tanta parte della mia vita lontano da "casa" e mai ho potuto decidere cosa era "casa" e cosa era "emigrante".
Per 30 anni di mia vita mi sono svegliato a 10000 miglia da dove sono nato e ogni mattina era come svegliare in un vacanza anche se rischioso, nella testa era sempre "prima o poi torno". Prima o poi. Sono stato nomade e sempre ho pensato la mia casa e' in US. Da vecchio ora penso "ma quale e' la mia casa davvero", chi e' i miei vicini, sono uscito fuori a lavorare e adesso torno la sera, di un giorno durato 30 anni? Dopo tanti anni ancora facevo foto come turista, io pensavo che le portavo a casa e le faccio vedere ma le vere foto di turista sono quelle della mia fattoria con la polvere che guardavo sotto tanta pioggia, credevo che dovevo farlo.
Ho amici che parla tutte le lingue del mondo, ho rischiato che muoio con persone di tanti colori, ho organizzato per la mia morte tante volte e ancora sono in viaggio.
Quando metti il piedi fuori di casa e tu hai le palle per farlo non sei emigrante, sei davanti a un altro pezzo del tua vita, non pensare che sai cosa succede perche' non e' in questo modo.
Io augurio che trovi una bella vita ma tu dinentica parola emigrante, scatta le foto come turista sempre, anche fra 30 anni. Quando sarai un vecchio allora penserai cosa sei stato e forse come me arrivi al conclusione che non lo sai dire bene, questo fa il vuoto nel tuo petto, e solo se sei convinto dei tue scelte trovi la pace, non puoi sapere come e' la tua vita "se io facevo questo o un altra cosa".
Ciao

A questo punto facci sapere dove sei nato e dove hai vissuto per 30 anni.
 
Ciao
spero che la tua vita sara bella nel Australia. Io non so se sono emigrante ma ho vissuto tanta parte della mia vita lontano da "casa" e mai ho potuto decidere cosa era "casa" e cosa era "emigrante".
Per 30 anni di mia vita mi sono svegliato a 10000 miglia da dove sono nato e ogni mattina era come svegliare in un vacanza anche se rischioso, nella testa era sempre "prima o poi torno". Prima o poi. Sono stato nomade e sempre ho pensato la mia casa e' in US. Da vecchio ora penso "ma quale e' la mia casa davvero", chi e' i miei vicini, sono uscito fuori a lavorare e adesso torno la sera, di un giorno durato 30 anni? Dopo tanti anni ancora facevo foto come turista, io pensavo che le portavo a casa e le faccio vedere ma le vere foto di turista sono quelle della mia fattoria con la polvere che guardavo sotto tanta pioggia, credevo che dovevo farlo.
Ho amici che parla tutte le lingue del mondo, ho rischiato che muoio con persone di tanti colori, ho organizzato per la mia morte tante volte e ancora sono in viaggio.
Quando metti il piedi fuori di casa e tu hai le palle per farlo non sei emigrante, sei davanti a un altro pezzo del tua vita, non pensare che sai cosa succede perche' non e' in questo modo.
Io augurio che trovi una bella vita ma tu dinentica parola emigrante, scatta le foto come turista sempre, anche fra 30 anni. Quando sarai un vecchio allora penserai cosa sei stato e forse come me arrivi al conclusione che non lo sai dire bene, questo fa il vuoto nel tuo petto, e solo se sei convinto dei tue scelte trovi la pace, non puoi sapere come e' la tua vita "se io facevo questo o un altra cosa".
Ciao

Post interessante, io ho vissuto in molti posti. Andare a casa e' un concetto che esprimo in tre lingue e, a seconda del contesto, puo' essere: Londra. New York, Venezia, Bologna, Mombasa. Ci sono altri posti dove mi sento "di casa" ma non sono "a casa" (in other words, I feel at home but I am not home) come Ginevra, D.C. (Washington), Hong Kong, Melbourne, Trieste, Milano e Roma.

Io l'ho sempre considerata una marcia in piu'. A 61 anni non mi sento vuoto, al contrario. (Qualsiasi riferimento alle dimensioni del mio stomaco e' puramente casuale! :) )
 
Post interessante, io ho vissuto in molti posti. Andare a casa e' un concetto che esprimo in tre lingue e, a seconda del contesto, puo' essere: Londra. New York, Venezia, Bologna, Mombasa. Ci sono altri posti dove mi sento "di casa" ma non sono "a casa" (in other words, I feel at home but I am not home) come Ginevra, D.C. (Washington), Hong Kong, Melbourne, Trieste, Milano e Roma.

Io l'ho sempre considerata una marcia in piu'. A 61 anni non mi sento vuoto, al contrario. (Qualsiasi riferimento alle dimensioni del mio stomaco e' puramente casuale! :) )

Casa e' un idea bella e' il posto che vuoi stare sempre. Casa e' dove voglio morire. Quello sto organizzando.
 
Spettacolo e meraviglia, lette le parti 2 e 3 tutte di un fiato!
Il problema è ora guardare fuori dalla finestra del mio ufficio un paesaggio (non solo fisico) di una tristezza inaudita, specchio di una nazione per la quale non riesco ad intravedere un futuro neanche nel lungo periodo.
Grazie, è come se una parte di me avesse fatto il tuo viaggio anche se per pochi minuti.
 
Bellissimo TR. In bocca al lupo per la nuova vita che ti aspetta "down under" (probabilmente farò anch'io a breve il grande passo di lasciare l'Italia, anche se verso una destinazione più vicina).
...e non perdere mai l'entusiasmo che traspare nei tuoi racconti!

Ecco, bravo, hai centrato il punto: la cosa che davvero più di tutte mi ha mosso ha partire è che in Italia avevo perso l'entusiasmo. Quindi ho deciso di mettermi in moto, e finora sembra ne sia valsa la pena.

materiale pornografico, autobannati per una settimana :D :D

(però grazie :o )

Cero che non vi accontentate proprio mai! :D

Quanto sei stato in attesa?? ;)

Molto di più di quanto credi. :D

Comunque nonostante l'età il tetto dell'opera house si mantiene egregiamente

Oltre ad avere un valore affettivo per me e uno iconico per la città, è oggettivamente un prodotto architettonico di egregia fattura.

..."tanti voli e tante spiaggie..."

Questa mattina a Londra c'erano 3C. Tu proprio mi vuoi far venire un infarto, vero? :)

Ti consiglio di non leggere il seguito.

La penso allo stesso modo. Nonostante l'indubbia bellezza di Sydney, e il clima nettamente migliore (soprattutto nei mesi invernali), da europei percepiamo Melbourne come piu' vicina alle nostre citta' e al nostro stile di vita. Cio' non toglie che farei carte false pure per Sydney, anzi il tuo TR mi ha fatto venire una voglia pazzesca di tornarvi ;)

Melbourne mi piace ogni giorno di più mentre a Sydney sono stato poco, ma un amico che vive a SYD e che è appena venuto per la prima volta qui a MEL mi ha detto che non vuole più tornare indietro.

Aless, collega emigrato: bel TR e complimenti per la tua scelta. Se provi il 787 UA fatti sentire.

Tocca organizzare infatti.
Grazie mille ken.

e comunque complimenti un par di palle. questo 'sta in vacanza, mica è un emigrato.

Dal inizio che lo dico ma chi ti sente. Altro che valigia Di cartone e a lavura.

Non son amante ne di Sydney ne di Melbourne perche in generale non amo le citta. Anchio avevo questa palla del opera house perche era un simbolo di un paese tanto tanto lontano

Sembrate Stanlio e Ollio. :D

Stupendo.

Molto vero quello che dici: "se si viene qua senza una pianificazione attenta finisce che si torna a casa frustrati, con le ossa rotte e coi creditori alla porta".

E' capitato a una coppia di miei amici di Milano che vive la vita in una realtà parallela. Stanno ancora piangendo.

Ne sto vedendo tutti i giorni.
Io davvero non capisco come faccia la gente a partire per l'altro capo del pianeta con così tanta approssimazione. Va bene fare le cose con un pizzico di follia, però questa è proprio stupidità.

Letto ieri sera tutto d'un fiato. Ti rinnovo i complimenti per il tuo modo di scrivere sempre scorrevole, divertente e , perché no , anche ricercato.
Della parte OT in particolare m'è piaciuta la descrizione di Melbourne così come non troveresti di certo nelle guide turistiche. Per quanto riguarda invece la parte strettamente aeronautica, EK (almeno in economy) si conferma una spanna sopra gli altri in base anche all'esperienza personale.
Non mi aspettavo invece una stroncatura così netta di QF che a detta di molti (e dai prezzi) non sembra così male. Buono a sapersi per quando verrò a reclamare un paio di cene che avanzo da quelle parti :D


Per quanto riguarda il terminal riservato a TigerAir...sembra Treviso! :)


Per l'avventura che hai deciso di intraprendere invece ormai penso di aver già consumato parecchi byte per augurarti il meglio.


In bocca al lupo(ssum) :)

E io spreco tutti i byte che servono per ringraziarti ogni volta.

Sei il n. 1, Aless.

Non aggiungo altro!

Troppo buono.

In bocca al lupo e grazie per le magnifiche foto.
Sull'Opera House ho il tuo stesso sentimento/pensiero, spero che un giorno si avveri.

Grazie mille, e in bocca al lupo di cuore.

Quindi per il popolo australiano una persona con più di 31 anni è zavorra pubblicamente sgradita.... poi in Italia si parla di razzismo e di disgusto per chi chiede un controllo nei flussi in arrivo. Intanto col nostro buonismo siamo con le pezze al culo....

Guarda, io continuo a propendere per l'interpretazione cinica: superati i 31 anni non ti è più permesso di venire qua a cazzeggiare e a trovare l'ispirazione. Dunque o hai le carte in regola per restare o tanti saluti e arrivederci. Ah, le migliaia di giovani laureati che entrano con il WHV, per la maggior parte li convincono ad andare in campagna a raccogliere frutta, tipo gli immigrati nelle campagne di Rosarno in Italia.
Sono molto espliciti in questo: tutelano la loro gente e il loro sistema, e non si curano degli altri. Così facendo possono continuare ad assicurare stipendi sopra la media e un'altrettanto alta qualità della vita.

Grazie per il TR! Sono curioso di sapere qual è la compagnia XX e l'aeroporto XXX :)

Arriva!


E grazie anche a te.

Ciao aless,
ho letto solo ora perché volevo avere il tempo di godermi quello che sapevo essere un grande racconto.. E non mi sbagliavo!
Sei un grande, e ti auguro davvero il meglio per questa esperienza.

Grazie M.
Vedi se ti fai mandare pure da queste parti, così bissiamo le birre dell'estate scorsa!

Detto questo, faccio i complimenti per il TR ed auguri per il WHV ad aless. Anche io ho il WHV e non nego che mi mette un po' di tristezza vedere quelle foto che dimostrano che quei posti sono stupendi, che partire è così facile...mentre nel mio caso, complice situazione personale e familiare non delle migliori, sembra come scalare una montagna. Che dire? Spero di riuscirci.
Intanto avrei delle domande:
1 - alla fine dove inizi? Melbourne o Sydney?
2 - che tipo di volo hai preso? A/r o solo andata?
3 - come ti regoli per alloggio e ricerca lavoro?
Grazie

Spero che il prossimo TR australiano sia il tuo.
1-MEL
2-Solo andata
3-mi faccio ospitare, e cerco annunci su siti e giornali. Qui funziona per lo più così.

Ciao
spero che la tua vita sara bella nel Australia. Io non so se sono emigrante ma ho vissuto tanta parte della mia vita lontano da "casa" e mai ho potuto decidere cosa era "casa" e cosa era "emigrante".
Per 30 anni di mia vita mi sono svegliato a 10000 miglia da dove sono nato e ogni mattina era come svegliare in un vacanza anche se rischioso, nella testa era sempre "prima o poi torno". Prima o poi. Sono stato nomade e sempre ho pensato la mia casa e' in US. Da vecchio ora penso "ma quale e' la mia casa davvero", chi e' i miei vicini, sono uscito fuori a lavorare e adesso torno la sera, di un giorno durato 30 anni? Dopo tanti anni ancora facevo foto come turista, io pensavo che le portavo a casa e le faccio vedere ma le vere foto di turista sono quelle della mia fattoria con la polvere che guardavo sotto tanta pioggia, credevo che dovevo farlo.
Ho amici che parla tutte le lingue del mondo, ho rischiato che muoio con persone di tanti colori, ho organizzato per la mia morte tante volte e ancora sono in viaggio.
Quando metti il piedi fuori di casa e tu hai le palle per farlo non sei emigrante, sei davanti a un altro pezzo del tua vita, non pensare che sai cosa succede perche' non e' in questo modo.
Io augurio che trovi una bella vita ma tu dinentica parola emigrante, scatta le foto come turista sempre, anche fra 30 anni. Quando sarai un vecchio allora penserai cosa sei stato e forse come me arrivi al conclusione che non lo sai dire bene, questo fa il vuoto nel tuo petto, e solo se sei convinto dei tue scelte trovi la pace, non puoi sapere come e' la tua vita "se io facevo questo o un altra cosa".
Ciao

Ciao, e grazie per il tuo bell'intervento.
Nel mio piccolo mi sto abituando pure io a considerare "casa" tante cose diverse, ed è una sensazione che non so con certezza dire se sia bella o se sia brutta.
Però sai che c'è? Mi fa sentire dannatamente vivo.

Post interessante, io ho vissuto in molti posti. Andare a casa e' un concetto che esprimo in tre lingue e, a seconda del contesto, puo' essere: Londra. New York, Venezia, Bologna, Mombasa. Ci sono altri posti dove mi sento "di casa" ma non sono "a casa" (in other words, I feel at home but I am not home) come Ginevra, D.C. (Washington), Hong Kong, Melbourne, Trieste, Milano e Roma.

Io l'ho sempre considerata una marcia in piu'. A 61 anni non mi sento vuoto, al contrario. (Qualsiasi riferimento alle dimensioni del mio stomaco e' puramente casuale! :) )

Appunto.

Spettacolo e meraviglia, lette le parti 2 e 3 tutte di un fiato!
Il problema è ora guardare fuori dalla finestra del mio ufficio un paesaggio (non solo fisico) di una tristezza inaudita, specchio di una nazione per la quale non riesco ad intravedere un futuro neanche nel lungo periodo.
Grazie, è come se una parte di me avesse fatto il tuo viaggio anche se per pochi minuti.

Il bello dei TR è proprio questo.
Buona lettura con l'ultimo capitolo!
 
Sembrate Stanlio e Ollio. :D

ha parlato ...

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Ecco, bravo, hai centrato il punto: la cosa che davvero più di tutte mi ha mosso ha partire è che in Italia avevo perso l'entusiasmo.


Avevi perso pure la grammatica, secondo me....
:D

 
CAPITOLO IV
_________________________________



Eccoci dunque giunti all'ultimo capitolo di questo lungo e snervante Trip Report.


Dopo la Bourne Experience di 24 ore a Sydney è l'ora di visitare un terzo stato australiano dopo il Victoria e il New South Wales: il Queensland. In particolare voleremo quest'oggi verso Maroochydore (MCY), aeroporto di riferimento della Sunshine Coast.
Questo è uno dei più grossi e sterminati stati aussie, assieme al West Australia, dunque poter dire di "averlo visitato" è un'ovvia esagerazione. Diciamo che ho cominciato a vedere una piccolissima parte dell'infinità di bellezze che offre, soprattutto da un punto di vista naturalistico. Di sicuro questa non è che la prima volta, perchè la Barriera Corallina, più a nord di dove sto andando oggi, è già in cima alla bucket list.

C'eravamo tanto amati ma soprattutto lasciati alla fermata Museum della metropolitana di Sydney, da dove, con 15 e rotti AUD, l'Air Link o come si chiama lui ci porterà rapidamente nel ventre del Domestic Terminal di SYD.









SYD ha un terminal internazionale e uno domestico, dove quest'ultimo è poi diviso tra Qantas da una parte, e JetStar, Tigerair, Virgin Australia e Regional Express dall'altra. Con Qantas abbiamo già dato, Tigerair l'abbiamo provata, con Virgin Australia torneremo fra qualche giorno, REX un giorno, e oggi si vola con JetStar.



FIDS.



Area check-in, che skippo visto che l'ho già fatto on-line.



Ennesima filippica sul fumo.
Fumare è una tra le cose più stupide che si possano fare nel 2014, ma intendiamoci: limitare gli spazi e rendere scomodo il gustarsi una sigaretta servono solo a mettere in pace con la coscienza i benpensanti, perchè nessun vero fumatore sarà mai invogliato a smettere dalla mancanza di aree dedicate. Anzi, miei cari gestori aeroportuali, così facendo ottenete l'effetto opposto, perchè in un tabagista l'idea di entrare in un posto dove non si potrà fumare mette solo ansia, e finirà che fumerà molto di più "perchè chissà poi che succede".
Detto questo, aree anche molto semplici come questa sono di gran lunga migliori di quello schifo di salette che si trovano per esempio a FCO.



Airside.
Appena passato il metal detector e raccolte le mie cose vengo "casualmente" selezionato per un controllo antidroga. L'addetta mi chiede se l'abbia mai fatto, e al mio risponderle di no mi porge un foglio che riporta modalità e diritti circa i quali devo acconsentire formalmente. In pratica toccano me e il mio bagaglio con un tampone, che poi inseriscono in una macchina dall'esito immediato. Il fatto che vi stia scrivendo sottintende come non vi siano stati problemi (la droga è una delle poche cose che non mi ha mai interessato), mentre la durata di tutta l'operazione è di meno di due minuti.







Il 380 sarà più comodo, ma il triplo rimane una meraviglia.







Gate.
Siamo accanto all'area imbarchi di Tigerair, cioè nell'angolo più remoto di tutto l'aeroporto.



Il bagaglio non mi viene pesato, ma mi hanno detto che a volte lo fanno.



Il nostro bolide. Purtroppo non c'erano angolazioni migliori per ritrarlo.





Boarding.
Sono seduto (mi sembra di ricordare) alla fila 16, ma nel finger trovo un bivio che dice file 1-15 a sinistra, 16-etc destra. A destra si esce scendendo le scale e si va ad imbarcare a piedi dalla porta posteriore.
"Sorry ai no spik inglish" e mi imbarco direttamente dal finger (anche perchè sono tra i primi quindi non c'è calca).

JetStar dovrebbe essere una sorta di low-cost di QF, ma gli interni sono degni di una ottima legacy di medio raggio. Anzi mi piacciono proprio assai.





Complice anche la tasca posizionata in alto e non in basso (cosa che non mi dispiace), più legroom di così, in una Y di medio raggio, non credo che sia possibile averne.





Appena sbarcato l'ultimo pax del volo precedente ci hanno fatto salire a bordo. Questo per dire che la pulizia della cabina è stata fatta molto in fretta e si vede.



Vicini.





Taxi eterno. Probabilmente una buona decina di minuti.







Aspettiamo lui...



...controllino finale...



...e via!



Il terminal internazionale...



...e quello domestico.



Panorami. Stavolta il finestrino è quello giusto, nonostante le nuvole.



















Da qui in poi è quasi tutto mare, ma soprattutto è tutto controsole. Mi metto quindi a fare altro e mi dimentico del TR. Il volo è di circa un'ora e mezza. Servizio tutto a pagamento da cui non mi serve nulla.

E' inutile che rompete! Ve l'ho detto che sono controsole...







...ah, siamo arrivati, scusate.



















A darci il benvenuto sulla Sunshine Coast ci pensa questo manico (la luce comincia a scarseggiare, lui va veloce, la fotocamera è scarica e il cellulare non rende a dovere).







Vi prometto che proverò, ma non vi prometto che riuscirò, ad essere veloce con l'OT. Complice anche il fatto che non sono rimasto che qualche giorno, e che in alcuni di questi la situazione era ostica:



Anzi, facciamo così: vi faccio vedere sono una delle incredibili cose che ha da offrire questa terra, e cioè Fraser Island.

Fraser Island è un'isola enorme fatta al 90-qualcosa-% di sabbia. Sabbia sofficissima. Coperta da una lussureggiante foresta pluviale nella quale oziano uccelli delle specie più curiose. Un'isola dalla natura selvaggia e dell'estetica poetica, fatta di magnifici laghi di acqua leggerissima (ph4), alberi maestosi e secolari, e maledettissimi quanto feroci dingo che si contendono lo scettro di rompicoglioni con 20 tra le 28 verietà di serpenti più velenosi al mondo. I ragni invece non vengono nemmeno presi in considerazione dai 2 kg in giù.

Il posto ideale per una vacanza all'insegna del relax di tutta la famiglia.

Le strade del Queensland sono lunghe, e buie, e tocca inventarsi qualcosa per evitare i colpi di sonno.









Fraser Island è per l'appunto un'isola, che si raggiunge così.





Tanto per entrare nel clima.



E dopo poco di mezz'oretta, eccoci qua.





Qui l'unico modo di spostarsi è portare il proprio 4x4 o affidarsi a uno di questi.



La nostra guida, Sean, un simpatico quanto incomprensibile kiwi, ci spiegava che i tecnici della MAN vengono periodicamente qui a testare i loro mezzi, in quanto questo è uno dei percorsi più difficili al mondo in cui vengono utilizzati.

La cabina è comoda, vetrata e dotata di telecamere frontali. Le cappelliere servono a poco visto che è fisicamente impossibile che le cose non caschino per via del terreno sconnesso. Ho trovato invece molto utili le cinture di sicurezza.
Fortunatamente però, il posto da navigatore è libero, quindi alla prima sosta mi sposto davanti. Tutta un'altra cosa.

La prima sosta è qui...





...un ruscello di acqua purissima e cristallina che sfocia dritto a mare. Non fatevi ingannare dal colore della sabbia del fondale.

Oltre ai percorsi interni, la principale arteria viaria dell'isola è questa...



...che si percorre alla velocità max di 80 kmh. C'era pure la polizia con gli autovelox. Sul serio.

La seconda tappa è lui.









Quindi è la volta di questa sorta di cava di terre rare, tra cui mi è sembrato di capire ve ne siano alcune utilizzate nella produzione di A380 e 787.





Giusto perchè la guida non ci aveva ancora avvertito abbastanza del problema dei dingo.



Mentre ci accingiamo a spostarci di nuovo, incappiamo però casualmente in questo strano cartello. In che senso...?



E niente, non so se sia vero o meno, ma pare che Fraser Island sia l'unico posto, assieme ad un'altro in Scozia, dove vengono operati voli che utilizzano la spiaggia come runway.

Nonostante il fuso orario faccio un veloce giro di telefonate in Italia per contattare il Presidente e il Tesoriere dell'Associazione Aviazione Civile, che all'unanimità mi autorizzano a utilizzare il fondo cassa dei soci per testimoniare di questa esperienza.

Volo di una quindicina di minuti sull'isola con uno dei pochi aerei di manifattura totalmente australiana: GippsAero GA8 Airvan.





Il personale aeroportuale e della compagnia tutto assieme (il fuoristrada che vedete in fondo che segue l'aereo di qua e di là) è talmente sicuro del proprio prodotto che il pagamento avviene direttamente ad atterraggio avvenuto. Altro che soddisfatti o rimborsati.



Il nostro comandante per quest'oggi.
Se gli aa/vv di EK erano giovani e quelli di TT in età puberale, a lui credo venga permesso di volare solo dopo che ha finito di scrivere quattro paginette di "A".







Nel caso vi interessasse, sì, è esattamente così: me la sto facendo sotto.

Ma che spettacolo.







E' la prima volta che volo con uno di questi paperini. E non ha assolutamente nulla in comune con l'esperienza di volo con i liner.



Il relitto di prima, da altra angolazione.







Dune, foreste e laghi. E dingo. E serpenti. E nient'altro.











Dannazione, non c'ho proprio pensato a chiedere di farmi sedere allo 0B.





Corto finale...



...e via. Ho ancora le gambe che mi tremano e un sorriso ebete in faccia. Une delle cose più belle abbia mai fatto.

Un po' intontito ci rimettiamo in viaggio a visitare qualche foresta.







Eccoli.
Nonostante sembrino cani, ululano come i lupi. Più vicino di così è sconsigliabile andare. Non sono esattamente amichevoli, specie quando ci sono i piccoli intorno.



E basta, dopo tutte queste emozioni un bel bagnetto è proprio quello che ci vuole.

Lake McKenzie.







Ed è già ora di rimettersi in viaggio...



...con birretta







Arrivederci Queensland, e grazie di tutto.
Ora basta cazzeggiare: si torna a Melbourne e si comincia a fare la persona seria, per la gioia di Stakanov Sokol.
Oggi è la volta di Virgin Australia, per completare il quadro delle compagnie che operano sul domestico australiano (Regional Express mi scuserà se la ignoro dal novero).

Lasciata la macchina al parcheggio, in 30 secondi di cammino siamo qui.
Gli enormi aeroporti internazionali saranno pure fighi da vedere, ma in quanto a comodità i micro-scali sono imbattibili.













Sala check-in.
Avrei tanto gradito farlo on line, ma chiaramente c'è stato un problema.

In questo come negli altri casi ho comprato i biglietti ancora in Italia. Con EK tutto liscio. Con TT tutto liscio. Con JQ tutto liscio. VA invece non riconosce la mia carta e non mi fa procedere con l'acquisto (carta che uso per il 99% delle mie prenotazioni). Non va nemmeno intermediando con Paypal.
L'ultima volta che è successa una cosa del genere, al secondo tentativo andato a vuoto ho cambiato direttamente compagnia e itineraio, perchè non c'è cosa che mi fa imbestialire di più dei siti che fanno problemi con i pagamenti quando invece è tutto a posto. Purtroppo però dovevo volare per forza in questa data e con questo volo, dunque urge trovare una soluzione.
Cerco velocemente, e TUI mi fa lo stesso prezzo senza alcuna sovrattassa. Nel giro di 2 minuti risolvo tutto e ho il mio biglietto.
Circa una settimana dopo, mi arriva una mail sempre di TUI che mi informa che il codice del volo è cambiato, mentre l'operativo è lo stesso. Mi chiedono di accettare formalmente la modifica, procedo, mi confermano, tutto a posto.
Al momento di fare il chk-in on line dicono quindi che mancano dei dati, che ho prenotato tramite agenzia, che bla bla bla, che devo andare in apt 2 ore prima e contattare il desk.
Al check-in c'è molta fila, perchè con pochi addetti stanno servendo due voli ravvicinati. Io odio questo tipo di disguidi e decido quindi di andare al banco riservato ai pax premium. L'addetta mi dice (educatamente) che devo andare al banco per i plebei, e io le rispondo (altrettanto educatamente) che non lo farò, che queste seccature mi scocciano tantissimo, e di chiamare il suo supervisore nel caso rimanesse delle sue convinzioni.

30 secondi e ho la carta d'imbarco e il bagaglio spedito.



MCY è un aeroporto bellissimo. Senza paura dico che tra i piccoli è sul podio degli aeroporti più belli dove sia mai stato.





Subito dopo i controlli vengo "casualmente" vengo selezionato per lo stesso controllo antidroga dell'andata. "Casualmente" ho come l'impressione mi selezionaranno "casualmente" a tutti i miei prossimi voli.

Capire quali siano le destinazioni servite penso sia abbastanza semplice. Talvolta dovrebbe arrivare anche Air New Zealand.





















Sia con il volo precedente per Sydney che con il mio per Melbourne, JQ e VA arrivano e partono praticamente in contemporanea.



Tocca a noi.







Soprattutto da lontano, la striscia colorata sulla gondola mi dà l'impressione dei reverse in funzione.









Carichiamo carburante, passeggeri, e almeno qualche buona tonnellata di bario per le scie chimiche.



Interni. Tendenzialmente sobri ed eleganti, al pari. di JQ.













Scaricando l'app prima del decollo, su questo volo è disponbile tramite Wi-Fi una sorta di IFE tramite il proprio terminale.

L'ho trovato utilissimo.



Bye bye, Queensland.



Si parte.











Via verso un mare di nubi prima, e di Clear Air Turbolences poi.





Menù.









Rinfresco gratuito solo in alcuni casi.



Ho fame e voglio prendere qualcosa. Essendo seduto al finestrino, l'a/V chiede l'ordinazione prima a me che alla vicina di posto, la quale è proprio un filino sovrappeso.

Volevo non so che cosa, ma purtroppo qualsiasi cosa fosse era finita. Al che mi chiede se volessi un sandwich. Io chiedo con che cosa fosse, lei rovista nel carrello e me ne porge uno aggiungendo "check by yourself, even if it's the last one on the whole plane".
Mentre lo maneggio leggendo gli ingredienti (ho gusti difficili), lo so benissimo che è solo una sensazione ma sento distintamente sulla faccia come la pressione di un qualcosa, un qualcosa tipo puntatori laser dei fucili di precisione. Incuriosito mi giro, e mi trovo la buzzicona di cui sopra che mi guarda con due occhi iniettati di sangue. Bello lo so che sono bello, ma non credevo fino a questo punto, quindi le chiedo "wha?" e lei "leave that one to me and I'll pay for whatever the fuck you want".

Romanticona.

Trattenendo un conato faccio capire all'assitente, la quale ha gustato la scena, come mi siano passati fame e sete, mentre l'ammasso cellulare al mio fianco s'è già calata tutto il panino prima ancora che l'a/v le dicesse quant'era. Senza nemmeno masticarlo. Ha tipo aperto la bocca e l'ha mandato giù così com'era. Sono meravigliato di come abbia levato almeno la plastica.

Mi consolo guardando le mie due passioni in una sola foto...



...anzi in due.

(qui la Peroni, che in realtà è Nastro Azzurro venduta con il marchio Peroni, è tipo la Beck's in Italia)

Sbirciatina fuori.











La ridente Wagga Wagga, che con i suoi circa 45.000 abitanti è tra le più importanti città del NSW.



Flotta Virgin Australia (omogenea!).



Finale.









Terra.



Il 787 JQ.
Con JetStar devo dire di aver volato molto bene. Dovendo dunque provare il 787, chissà che non riesca proprio con loro!

(sperate di no, altrimenti vi faccio un altro TR infinito...)















Sbarchiamo dal T3 praticamente di proprietà di JQ.







Tutto il mondo è paese.








E così facendo siamo giunti ai saluti finali.

Grazie di esservi sorbiti questo lungo TR, e grazie soprattutto per i tanti stupendi commenti. Vi assicuro che leggerli, da quaggiù, è davvero molto bello.
 
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