[TR] Diario di un emigrante


In bocca al lupo e grazie per le magnifiche foto.
Sull'Opera House ho il tuo stesso sentimento/pensiero, spero che un giorno si avveri.
 
Quindi per il popolo australiano una persona con più di 31 anni è zavorra pubblicamente sgradita.... poi in Italia si parla di razzismo e di disgusto per chi chiede un controllo nei flussi in arrivo. Intanto col nostro buonismo siamo con le pezze al culo....
 
Io intendevo anche gli oriundi (giusto o sbagliato che sia) che sono quasi 1.000.000 http://it.wikipedia.org/wiki/Italo-australiani non solo quei quattro gatti iscritti all'Aire. Ti posso garantire che a tutt'oggi ci sono italiani che dopo una vita passata in AUS non hanno imparto mezza parola d'inglese perchè hanno sempre vissuto nella grande comunità italica!

Gli oriundi (nati in Italia, residenti a Melbourne) sono circa 75000 - dato ottenuto da un censimento e non dall'iscrizione all'AIRE.

Se proprio vuoi prendere in considerazione l'intera popolazione italo-australiana di Melbourne scoprirai che si tratta di 327954 (non quasi un milione, che è il numero relativo all'intera Australia). Per affermare che Melbourne sia la città nel mondo (dopo Roma e Milano) col maggior numero di "italiani", devi allora quatomeno confrontare il totale di Melbourne col totale di New York, dove gli italo-americani sono 692739. Ribadisco, pertanto, l'invito a non scrivere sciocchezze.
 
Quindi per il popolo australiano una persona con più di 31 anni è zavorra pubblicamente sgradita.... poi in Italia si parla di razzismo e di disgusto per chi chiede un controllo nei flussi in arrivo. Intanto col nostro buonismo siamo con le pezze al culo....

sei zavorra anche prima dei 31, a meno che non ti paghi il visto, lavori per un tot numero di giorni nelle fattorie e ti fai il biglietto di uscita.Questo con il working holiday visa
 
Se non sbaglio avevo letto che come numero di passaporti italiani emessi, Sao Paulo e' la piu' grande citta' italiana (anche superiore a Milano e Roma). E' chiaro che cio' dipende dal fatto che un brasiliano aveva e ha molto piu interesse ad avere un passaporto italiano rispetto ad un americano.
Comunque mi sembra che anche wikipedia (per quanto inaffidabile) confermi che la piu' grande comunita' italiana all estero e' a Sao Paulo. Dove tra l'altro c'e' anche la piu' grande comunita' giapponese fuori dal giappone (forse non tutti lo sapevano).
 
Comunque mi sembra che anche wikipedia (per quanto inaffidabile) confermi che la piu' grande comunita' italiana all estero e' a Sao Paulo. Dove tra l'altro c'e' anche la piu' grande comunita' giapponese fuori dal giappone (forse non tutti lo sapevano).
Esatto, i giapponesi sono un popolo raramente emigrante, eccezion fatta per il Brasile, che ne nutre una forte comunità. Gli italiani, invece emigrano in ogni dove.... e credo che sia per questo che nel nostro paese non ci sia una politica per gestire correttamente l'immigrazione come c'è appunto in Australia o USA: noi siamo nati per andarcene e non sappiamo come gestire chi invece viene....
 
Ciao aless,
ho letto solo ora perché volevo avere il tempo di godermi quello che sapevo essere un grande racconto.. E non mi sbagliavo!
Sei un grande, e ti auguro davvero il meglio per questa esperienza.
 
Se non sbaglio avevo letto che come numero di passaporti italiani emessi, Sao Paulo e' la piu' grande citta' italiana (anche superiore a Milano e Roma). E' chiaro che cio' dipende dal fatto che un brasiliano aveva e ha molto piu interesse ad avere un passaporto italiano rispetto ad un americano.
Comunque mi sembra che anche wikipedia (per quanto inaffidabile) confermi che la piu' grande comunita' italiana all estero e' a Sao Paulo. Dove tra l'altro c'e' anche la piu' grande comunita' giapponese fuori dal giappone (forse non tutti lo sapevano).
Questa di San Paolo la sapevo anche io, ma naturalmente dipende da cosa si intende per "italiani".
Credo che la maggior parte di quelle persone di italiano non abbia nulla da almeno due generazioni e che abbiano approfittato della promozione "passaporto italiano in omaggio in cambio di un certificato di nascita del vostro trisavolo" solo per poter circolare e lavorare liberamente in Ue, stessa cosa per argentini ed uruguaiani, altre popolazioni con molti antenati italiani che, se però emigrano, poi se ne vanno per lo più in Spagna o Portogallo. Purtroppo l'Italia e l'Ue hanno delle procedure di immigrazione tra le più masochiste del mondo e questo alla lunga porterà solo problemi. Insomma, l'anomalia non è l'Australia o il Canada, ma noi.
Detto questo, faccio i complimenti per il TR ed auguri per il WHV ad aless. Anche io ho il WHV e non nego che mi mette un po' di tristezza vedere quelle foto che dimostrano che quei posti sono stupendi, che partire è così facile...mentre nel mio caso, complice situazione personale e familiare non delle migliori, sembra come scalare una montagna. Che dire? Spero di riuscirci.
Intanto avrei delle domande:
1 - alla fine dove inizi? Melbourne o Sydney?
2 - che tipo di volo hai preso? A/r o solo andata?
3 - come ti regoli per alloggio e ricerca lavoro?
Grazie
 
Esatto, i giapponesi sono un popolo raramente emigrante, eccezion fatta per il Brasile, che ne nutre una forte comunità. Gli italiani, invece emigrano in ogni dove.... e credo che sia per questo che nel nostro paese non ci sia una politica per gestire correttamente l'immigrazione come c'è appunto in Australia o USA: noi siamo nati per andarcene e non sappiamo come gestire chi invece viene....

Se per quello esistono consistenti comunita' Giapponesi negli Stati Uniti, in Peru e in Cile oltre che in Brasile. Uno dei presidenti del Peru Alberto Fujimori era di origine giapponese (Come si vede dal cognome)
 
Diciamo che Fujimori non e' qualcosa che giapponesi dovrebbero andar fieri di aver esportato.
Un aspetto negativo che colpisce i nippo-brasiliani (ma che poi si puo' estendere a un po' tutti gli emigrati) e' il non venir riconosciuti come pienamente brasiliani in Brasile e giapponesi in Giappone.
 
Diciamo che Fujimori non e' qualcosa che giapponesi dovrebbero andar fieri di aver esportato.
Un aspetto negativo che colpisce i nippo-brasiliani (ma che poi si puo' estendere a un po' tutti gli emigrati) e' il non venir riconosciuti come pienamente brasiliani in Brasile e giapponesi in Giappone.
Stiamo andando molto OT, comunque mi sento di smentire categoricamente questa affermazione. Nella mia esperienza di residente a Sao Paulo i brasiliani di origini giapponesi, benché' orgogliosi delle proprie origini, si sentono brasiliani al 100% e ciò perché non vi e' alcuna forma di discriminazione verso di loro. Il brasiliano e' il popolo meno razzista che io abbia mai visto. In Brasile convivono in pace (razziale) tedeschi e italiani, argentini, portoghesi, giapponesi, africani, tutti ugualmente brasiliani. Poi si discrimina per ceto o religione magari, ma per etnia proprio no!

Sul tema rilascio passaporti: credo che non esista una legislazione così benevola come quella italiana. La procedura non e' semplicissima, perché per poter ottenere un passaporto italiano deve essere italiano ogni membro della famiglia da quando la famiglia e' emigrata e c'e' da fare un discreto lavoro di ricerca in anagrafe dei documenti originali, ma una volta superato questo ostacolo l'assegnazione e' automatica. Credo sia anche un fatto di riconoscenza verso i nostri emigrati che per tanti e tanti anni ci hanno sostenuto con le loro rimesse. Tutto sommato mi trovo abbastanza d'accordo.
 
Stiamo andando molto OT, comunque mi sento di smentire categoricamente questa affermazione. Nella mia esperienza di residente a Sao Paulo i brasiliani di origini giapponesi, benché' orgogliosi delle proprie origini, si sentono brasiliani al 100% e ciò perché non vi e' alcuna forma di discriminazione verso di loro. Il brasiliano e' il popolo meno razzista che io abbia mai visto. In Brasile convivono in pace (razziale) tedeschi e italiani, argentini, portoghesi, giapponesi, africani, tutti ugualmente brasiliani. Poi si discrimina per ceto o religione magari, ma per etnia proprio no!

Pur continuando ad andare OT devo dirti che quello che ho scritto mi e' stato detto da nippo brasiliani (non ricordo il termine esatto) che si sono trovati in secondo piano rispetto a chi aveva discendenza italiana, tedesca, ebrea ec..
 
Questa di San Paolo la sapevo anche io, ma naturalmente dipende da cosa si intende per "italiani".
Credo che la maggior parte di quelle persone di italiano non abbia nulla da almeno due generazioni e che abbiano approfittato della promozione "passaporto italiano in omaggio in cambio di un certificato di nascita del vostro trisavolo" solo per poter circolare e lavorare liberamente in Ue, stessa cosa per argentini ed uruguaiani, altre popolazioni con molti antenati italiani che, se però emigrano, poi se ne vanno per lo più in Spagna o Portogallo. Purtroppo l'Italia e l'Ue hanno delle procedure di immigrazione tra le più masochiste del mondo e questo alla lunga porterà solo problemi. Insomma, l'anomalia non è l'Australia o il Canada, ma noi.
Detto questo, faccio i complimenti per il TR ed auguri per il WHV ad aless. Anche io ho il WHV e non nego che mi mette un po' di tristezza vedere quelle foto che dimostrano che quei posti sono stupendi, che partire è così facile...mentre nel mio caso, complice situazione personale e familiare non delle migliori, sembra come scalare una montagna. Che dire? Spero di riuscirci.
Intanto avrei delle domande:
1 - alla fine dove inizi? Melbourne o Sydney?
2 - che tipo di volo hai preso? A/r o solo andata?
3 - come ti regoli per alloggio e ricerca lavoro?
Grazie

Vedi il caso del tennista argentino David Nalbandian con passaporto italiano per via di un nonno italiano a lui serviva solo per non chiedere il visto in molte nazioni dove andava a fare i tornei:sconfortato:
 
Ciao
spero che la tua vita sara bella nel Australia. Io non so se sono emigrante ma ho vissuto tanta parte della mia vita lontano da "casa" e mai ho potuto decidere cosa era "casa" e cosa era "emigrante".
Per 30 anni di mia vita mi sono svegliato a 10000 miglia da dove sono nato e ogni mattina era come svegliare in un vacanza anche se rischioso, nella testa era sempre "prima o poi torno". Prima o poi. Sono stato nomade e sempre ho pensato la mia casa e' in US. Da vecchio ora penso "ma quale e' la mia casa davvero", chi e' i miei vicini, sono uscito fuori a lavorare e adesso torno la sera, di un giorno durato 30 anni? Dopo tanti anni ancora facevo foto come turista, io pensavo che le portavo a casa e le faccio vedere ma le vere foto di turista sono quelle della mia fattoria con la polvere che guardavo sotto tanta pioggia, credevo che dovevo farlo.
Ho amici che parla tutte le lingue del mondo, ho rischiato che muoio con persone di tanti colori, ho organizzato per la mia morte tante volte e ancora sono in viaggio.
Quando metti il piedi fuori di casa e tu hai le palle per farlo non sei emigrante, sei davanti a un altro pezzo del tua vita, non pensare che sai cosa succede perche' non e' in questo modo.
Io augurio che trovi una bella vita ma tu dinentica parola emigrante, scatta le foto come turista sempre, anche fra 30 anni. Quando sarai un vecchio allora penserai cosa sei stato e forse come me arrivi al conclusione che non lo sai dire bene, questo fa il vuoto nel tuo petto, e solo se sei convinto dei tue scelte trovi la pace, non puoi sapere come e' la tua vita "se io facevo questo o un altra cosa".
Ciao
 
Davvero complimenti per lo sforzo di scrivere in italiano. Lingua nella quale ti esprimi sicuramente meglio che non MalboroLi :D