MILANO - Una parte dei sindacati ne è convinta: "Pensiamo di chiudere entro stasera. Così il segretario della Uil, Luigi Angeletti. Il sindacalista ha rivelato come la trattativa per garantire il futuro di Alitalia sia ormai agli sgoccioli: "Si sta discutendo su come trovare una soluzione per le persone che non entrerebbero nella nuova società". Sulla possibilità di arrivare a un accordo, Angeletti ha risposto: "Finchè c'è una trattativa si possono fare passi in avanti. Stiamo facendo tutte queste discussioni perchè pensiamo di chiudere entro stasera".
La nuova proposta del governo, dopo le critiche dei sindacati, in particolare del segretario della Cgil, Susanna Camusso è la seguente. Un breve periodo di cigs, nel corso del quale ricollocare i lavoratori, prima della messa in mobilità. Il principale scoglio della precedente proposta dell'esecutivo è rappresentato dal fatto che sia i 980 lavoratori, per i quali è previsto il ricorso al contratto di ricollocamento, che per i 1.021 lavoratori che dovrebbero essere riassunti in altre aziende, è prevista la diretta messa in mobilità, senza prima passare dalla cassa integrazione.
Ma anche sulla nuova proposta dell'esecutivo, secondo quanto spiegano le stesse fonti si registrerebbero difficoltà dal momento che l'azienda chiederebbe una firma preliminare di accettazione della mobilità nel momento in cui i lavoratori vanno in cassa integrazione. In ssotanza, l'ostacolo è nelle richieste dell'Alitalia che vorrebbe la rinuncia individuale da parte di ciascun lavoratore a intentare cause di lavoro, una cosa che sarebbe giuridicamente impraticabile.
Per quando riguarda il contratto di ricollocamento previsto dalla legge di Stabilità con uno stanziamento già definito di 15 milioni, prevede a chi è in mobilità di "fare un accordo con le agenzie del lavoro in questo caso del Lazio, con il supporto di una unità di missione con i ministeri interessati (Lavoro e Infrastrutture), la Regione in collaborazione con Enac". Si tratta di "una cosa mai fatta prima che sperimentiamo con Alitalia. Non è una garanzia, ma un contratto di servizio che prevede obblighi per i lavoratori, l'agenzia e le istituzioni, ed è una anticipazione delle politiche attive del lavoro che si fa fatica a far partire".
Il governo ha fretta di arrivare a un'intesa senza la quale rischia di saltare l'ingresso nel capitale di Alitalia della compagnia Etihad che chiede un taglio di 48 milioni al costo del lavoro. Il numero uno del vettore emiratino sarà in Italia la prossima settimana per avere una risposta definitiva.
Sulla vicenda hanno preso posizione anchei deputati del Pd Roberta Agostini, Stefano Fassina e Marco Miccoli. "Sul ridimensionamento del numero degli esuberi, va fatta chiarezza: in quali aziende sono ricollocati? per quali attività? È insostenibile la soluzione "prima si licenzia, poi si vede", si legge in una nota comune. "L'impegno dei ministri Lupi e poletti e la determinazione delle forze sindacali hanno aperto strade che venivano escluse fino a qualche giorno fa. Ma l'obiettivo non è stato ancora raggiunto. È troppo elevato il prezzo ancora una volta scaricato su donne e uomini già drammaticamente segnati dalla vicenda alitalia. Sul piano industriale e sulle prospettive delle lavoratrici e dei lavoratori di Alitalia, chiediamo al ministro Lupi, a nome del governo, di riferire in Parlamento".
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