che ne pensate di questo:
Tutti da Crocetta per salvare l'aeroporto di Trapani e rinnovare il contratto con Ryanair
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Si arricchisce di un nuovo capitolo la saga che vede coinvolti gli amministratori locali della nostra provincia nel tentativo di salvare l'aeroporto di Trapani - Birgi.
Venuta meno l'esistenza dell'ente Provincia, all'Airgest, la società che gestisce l'aeroporto "Vincenzo Florio", mancano i soldi, tre milioni di euro l'anno circa, fino al 2019, per rinnovare l'accordo con la compagnia aerea low - cost Ryanair, che garantisce in cambio più di trenta rotte nazionali ed internazionali, la base di 4 aeromobili e 2 milioni di passeggeri l'anno. Per trovare i soldi i Comuni dovranno ricorrere a creare un fondo speciale per fare confluire i soldi su Ryanair attraverso azioni di co - marketing. I soldi verranno recuperati da una tassa di soggiorno. Lunedì pomeriggio la riunione, convocata dal presidente della Camera di Commercio, Pino Pace, avrebbe dovuto avere un carattere operativo, ma ai sindaci ed ai loro delegati presenti all'incontro è arrivata l'eco delle ultime dichiarazioni di Rosario Crocetta. Il Presidente della Regione Siciliana, infatti, ha dichiarato guerra all'Alitalia, accusata di praticare tariffe troppo alte per i viaggi da e per la Sicilia, e ha detto che l'Ast, l'Azienda Siciliana Trasporti (in realtà sull'orlo del fallimento) potrà nelle sue intenzioni operare per chiudere accordi con compagnie aree. L'obiettivo di Crocetta è quello di lanciare il nuovo scalo di Comiso. Ed è per questo che gli amministratori locali chiedono una sorta di "par condicio": "Se ci sono i soldi per Comiso ci devono essere anche per Trapani" si sono detti. Da qui l'idea: una delegazione partirà alla volta di Palermo e chiederà al Presidente della Regione Siciliana un impegno concreto per Trapani - Birgi. Cioè: soldi. Nel comunicato diramato dalla Camera di Commercio è scritto infatti che l'incontro con Crocetta è necessario "affinché il governo, tra le altre cose, garantisca la ricapitalizzazione di Airgest assicurando in tal modo la presenza, nella maggioranza della compagine sociale, della parte pubblica".
"Ci siamo concentrati su due aspetti - ha detto Giacomo Tranchida, Sindaco di Erice - la ricapitalizzazione di Airgest, che spetta ai soci, per non fare fallire la società. Il secondo aspetto riguarda il "pizzo" chiesto da Ryanair per proseguire la sua partnership con Trapani. Dica Crocetta cosa vuole fare: se vuole privilegiare l'aeroporto di Comiso, dove il Megafono è più forte, o vuole anche aiutare Trapani". Per Tranchida inoltre bisogna ragionare sui "flussi turistici", e non sui singoli aeroporti: "Ho scritto una lettera aperta a Crocetta per capire qual è la sua visione dello sviluppo strategico del turismo in Sicilia, che tipo di investimenti vuole fare per aiutare l'industria turistica". Ma ci sono vettori che possono essere un'alternativa a Ryanair? "No. E quindi bisogna pagare, ma bisogna anche cominciare ad incidere sulle scelte di vertice di Airgest, per non dipendere da Ryanair e per garantire più servizi anche da terra, dato che l'aeroporto di Trapani è mal collegato con molti Comuni del territorio". Il Comune di Erice, ad esempio, fino all'anno scorso era collegato con l'aeroporto tramite un bus dell'Ast. "Quest'anno invece - ha detto Tranchida - il servizio non è stato garantito".
Alla riunione decisiva per le sorti del turismo in provincia di Trapani il Comune di Marsala era assente.
alla luce di questo?
http://www.vivimazara.com/portale/c...i,-restano-a-casa-studenti-e-docenti.html#vai
CRONACA E NOTIZIE > SCUOLA, IL GOVERNO REGIONALE CHIUDE TRE ISTITUTI PROVINCIALI A TRAPANI, RESTANO A CASA STUDENTI E DOCENTI
(7 Settembre 2013) VANNO A CASA IN 120 TRA DOCENTI E PERSONALE ATA. DISAGI PER CENTINAIA DI STUDENTI TRAPANESI. PARLANO DI DEPUTATI SERGIO TANCREDI (MOVIMENTO 5 STELLE) E GIOVANNI LO SCIUTO (PARTITO DEI SICILIANI-MPA)
Chiudono in provincia di Trapani l’Istituto linguistico di Marsala e gli istituti superiori per Ottici e Corallai.
Una speranza pare restare in piedi per l’indirizzo dei Corallai che transiterebbero, come sezione staccata, presso il Liceo Artistico di Mazara del Vallo per cinque anni fino al rilascio del titolo alle ultime prime classi già formate.
scuola pubblicaUn Governo regionale che prima annuncia la regionalizzazione, poi decide di avviare il processo di statalizzazione degli indirizzi e dei titoli, per poi rimangiarsi tutto. Un film fin troppo visto in questi nove mesi di annunci ad effetto, slogan e nulla più. Un Esecutivo in grande affanno e incapace di gestire le emergenze e che avrebbe svuotato di contenuto gli sforzi profusi da diversi parlamentari regionali per scongiurare la perdita dei citati istituti di proprietà della provincia regionale di Trapani.
Una mediazione politica che sembrerebbe essere fallita per inerzia e incapacità risolutiva del Governo regionale. La vocazione territoriale e la specificità degli indirizzi scolastici e delle professionalità va così a farsi friggere. E quel che è peggio, i limiti nell’azione politica ed amministrativa dei tecnici al governo della Regione come l’assessore alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti, e l’assessore all’Istruzione, Nelli Scilabra, potrebbero alimentare, come effetto domino, la dispersione scolastica e la disoccupazione tra il personale docente (precarizzato per tanti anni e oggi relegato per strada).
Uno scenario impensabile fino ai giorni scorsi che disegna la follia di una scelta che starebbe maturando in questi giorni. Come conseguenza, gli allievi dovrebbero iscriversi in altre scuole per intraprendere diversi percorsi d’istruzione, vanificando quanto fatto fino ad oggi. Alla faccia del diritto allo studio. Chi ha scelto di studiare al Linguistico di Marsala, per esempio, per la presenza delle lingue arabo e spagnolo, adesso cosa farà? Butterà a mare anni di studio e l’aspettativa di un lavoro? Per non parlare della perdita del posto di lavoro per circa 120 tra docenti e personale Ata.
Ricostruiamo i motivi che hanno portato a questa che appare una scellerata conseguenza, lo ribadiamo, dell’azione politica del governo scollegata con il territorio e lontana dalle aspettative dei siciliani.
E’ da mesi che diversi parlamentari regionali avevano sottoposto la delicata questione all’attenzione del presidente Crocetta e dell’assessore Valenti. Gli istituti trapanesi rischiavano, infatti, la chiusura per via del vincolo di bilancio (Patto di stabilità) che impediva al Commissario Darco Pellos di organizzare l’anno scolastico e provvedere alla sottoscrizione dei contratti con il personale. Commissario, lo ricordiamo, nominato dal Governo regionale a capo della provincia di Trapani, dopo la cancellazione nel marzo scorso degli organi elettivi delle nove Province con legge approvata dall’Assemblea regionale siciliana su proposta del Governo di Rosario Crocetta. Iniziativa legislativa che non pochi strascichi polemici ha lasciato per i ritardi nell’approvazione della legge di riforma volta ad istituire, per esempio, i Consorzi di Comuni, così come previsto dall’articolo 15 dello Statuto siciliano.
E adesso cosa accadrà? Dopo aver penalizzato il diritto allo studio, cosa si inventerà il Governo della rivoluzione copernicana “sulla via Damasco”??
Tutti gli istituti trapanesi, ripetiamo, avrebbero dovuto essere regionalizzati e statalizzati gli indirizzi ed i titoli, stante l’impegno che avrebbe assunto nelle scorse settimane l’Esecutivo regionale. Ormai il presidente Crocetta & C. ci ha abituato a non dar seguito agli annunci.
sergio tancrediAbbiamo raccolto le dichiarazioni di alcuni parlamentari regionali sulla vicenda.
“In una regione a statuto speciale come la Sicilia, che vive una fase transitoria delicata, nel passaggio dalle province ai Consorzi di Comuni – precisa Sergio Tancredi, parlamentare trapanese del M5S – mi sarei aspettato che si potesse trovare una soluzione transitoria per iniziare l’anno scolastico, evitando la perdita del posto di lavoro di tanti docenti precari da anni e mai stabilizzati, per poi trasferire le competenze ai Consorzi, garantendo la continuità didattica agli allievi”.
Riferiamo di due interrogazioni parlamentari, presentate da Tancredi all’Assemblea regionale siciliana (Ars) nei mesi di giugno e luglio 2013 e indirizzate all’assessore Scilabra, che miravano a sensibilizzare il governo sul tema del diritto allo studio e sulla garanzia dei livelli occupazionali che non ha prodotto alcun ché.
“Ho spronato il presidente Crocetta – aggiunge il deputato grillino – a regionalizzare, in via transitoria, gli Istituti interessati per 12 mesi e con un impegno di 5 milioni di euro attraverso il coordinamento affidato da un commissario in attesa del completamento del trasferimento delle competenze presso gli istituendi Consorzi di Comuni. Spero che entro il 16 settembre possano cambiare le decisioni assunte ad oggi”.
Duro il commento di Giovanni Lo Sciuto, parlamentare regionale del PdS-Mpa e componente della Commissione Cultura e Lavoro
“La chiusura degli Istituti di proprietà della provincia di Trapani impoveriscono un territorio già provato dalla generale crisi economica e sociale – chiarisce il parlamentare trapanese – e privano del diritto allo studio centinaia di giovani. E’ stato un gravissimo errore cancellare le province, attraverso l’azzeramento degli organi elettivi, senza un progetto chiaro di riorganizzazione delle risorse e delle funzioni, Crocetta trovi da subito la soluzione per scongiurare il dramma di un centinaio di precari che sarebbero ridotti a disoccupati”.
Sui problemi della scuola interviene anche il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
L’Amministrazione comunale – si legge in una nota diramata dal primo cittadini del capoluogo dell’Isola – si è fatta promotrice di un emendamento da inserire nel Decreto sulla Scuola che approderà lunedì al Consiglio dei Ministri. L’emendamento in questione prevede una deroga al Patto di stabilità e al vincolo delle assunzioni per il personale della scuola dell’Infanzia. Per colpa del vincolo, sono ormai migliaia in tutta Italia le scuole che stanno chiudendo i battenti lasciando senza servizi i bambini e le famiglie.
“Le normative vigenti – dichiara il Sindaco Leoluca Orlando – hanno pesantemente ridotto il servizio offerto dai Comuni, penalizzando famiglie e bambini causando una forte sperequazione nel Paese, dove i diritti essenziali sanciti dalla Costituzione vengono garantiti esclusivamente per coloro che vivono in alcuni Comuni”.
La deroga richiesta dall’Amministrazione presieduta da Orlando è stata condivisa dall’Associazione dei Comuni italiani, che si è impegnata per la difesa dei diritti dei bambini.