Thread Linate e Malpensa Aprile 2013


Stato
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quando si applica la normativa europea, si deve stare attenti anche alle ricadute

Se invece uno foraggia per anni una società con soldi pubblici, ben sapendo che ciò la espone ad una procedura di infrazione per aiuti di stato, è legittimo fottersene delle conseguenze?

Curioso come, in Italia, la prudenza tocchi sempre agli altri.
 
Se invece uno foraggia per anni una società con soldi pubblici, ben sapendo che ciò la espone ad una procedura di infrazione per aiuti di stato, è legittimo fottersene delle conseguenze?

Curioso come, in Italia, la prudenza tocchi sempre agli altri.

sono il primo a ritenere scandalosi gli aiuti di stato, ma in questo caso ci andrei più cauto.

I fatti:
- SEA è società a controllo pubblico storicamente in utile che non è mai stata sovvenzionata dal pubblico, ed al contrario ha sempre distribuito lautissimi dividendi agli azionisti pubblici
- SEA negli anni ha ricapitalizzato SEA Handling, società controllata al 100% ed operante su un mercato libero
- SEA Handling è nata da una scissione dalla capogruppo a seguito della deregolamentazione del mercato dei servizi di terra. Decisione questa (col senno di poi) indubbiamente infelice, visto che la regolamentazione non richiedeva società distinte, ma solo contabilità separate (soluzione peraltro adottata dalla maggioranza degli altri aeroporti sia italiani che europei)
- se la SEA fosse stata privata ed avesse comunque ricapitalizzato SEA Handling non ci sarebbe stata procedura d'infrazione

Le conclusioni:
- la UE sostiene che, essendo la SEA di proprietà pubblica, non poteva ricapitalizzare una società in continua perdita in un settore liberalizzato
- la SEA sostiene che, essendo l'handling strategico per la propria attività e per l'efficiente funzionamento dei propri scali, si è comportata come avrebbe fatto qualunque altro investitore privato (e che comunque i soldi non sono pubblici ma provenienti dalla propria attività)

Ognuno è libero di scegliere l'interpretazione e la conclusione che più gli aggrada ma il caso, checchesenedica, non è IMHO "straightforward".
 
I fatti:
- SEA è società a controllo pubblico storicamente in utile che non è mai stata sovvenzionata dal pubblico, ed al contrario ha sempre distribuito lautissimi dividendi agli azionisti pubblici

eh ?

se è a controllo pubblico i soldi con cui "campa" sono pubblici...
 
eh ?

se è a controllo pubblico i soldi con cui "campa" sono pubblici...

i soldi con cui campa sono quelli derivanti dal proprio cash flow, che caso vuole sia sempre stato positivo.
Non mi risulta che l'azionista pubblico abbia mai messo mano al portafogli per ricapitalizzare SEA.

Il contribuente, più che chieder conto del caso SEA Handling, farebbe bene a chieder conto del perchè un'azienda con CIGS pagata questa sì dai contribuenti distribuisca centinaia di milioni di euro di dividendi agli azionisti.
 
i soldi con cui campa sono quelli derivanti dal proprio cash flow, che caso vuole sia sempre stato positivo.
Non mi risulta che l'azionista pubblico abbia mai messo mano al portafogli per ricapitalizzare SEA.

Il contribuente, più che chieder conto del caso SEA Handling, farebbe bene a chieder conto del perchè un'azienda con CIGS pagata questa sì dai contribuenti distribuisca centinaia di milioni di euro di dividendi agli azionisti.

La società è pubblica, i soldi per crearla e gestirla fino a quando non è andata in positivo sono pubblici.
Che poi ora sia in attivo e non ci sia bisogno di ricapitalizzarla non c'entra nulla
 
La società è pubblica, i soldi per crearla e gestirla fino a quando non è andata in positivo sono pubblici.
Che poi ora sia in attivo e non ci sia bisogno di ricapitalizzarla non c'entra nulla

Cioè dal giorno 1, al contrario di tanti altri scali italiani pagati e tuttora foraggiati da te, me e mia sorella.
Ciò detto, lo Stato non ha mai messo soldi dentro SEA, e certamente non lo ha fatto da quando si contestano i fatti in oggetto.
Per la cronaca, SEA è una società di diritto privato a controllo pubblico.
 
Concordo con l'analisi di Frecciarossa, il caso mi sembra quanto meno discutibile. Infatti è tutto da dimostrare che un azionista privato non si sarebbe comportato in maniera analoga.
Da questo punto di vista devo ricordare che l'Italia è già uscita penalizzata in maniera molto pesante da una decisione sulla liceità degli "aiuti di stato" della Commissione successivamente cassata dalla Corte di Giustizia europea. Speriamo che questa volta il governo abbia voglia di lottare per difendere SEA (come purtroppo non avvenne nel caso Alitalia).
 
Per la cronaca, SEA è una società di diritto privato a controllo pubblico.

Tutte le società di gestione lo sono, ma non vedo cosa c'entri con il fatto che il pubblico non ci metta soldi.
Poi se SEA è stata in attivo dal giorno 1 vorrei vedere proprio...
 
Tutte le società di gestione lo sono, ma non vedo cosa c'entri con il fatto che il pubblico non ci metta soldi.
Poi se SEA è stata in attivo dal giorno 1 vorrei vedere proprio...

AdR, giusto per rimanere sulla stessa dimensione, non mi sembra lo sia, e come lei tante altre.
Che il pubblico non ci metta soldi (ed anzi li prenda) è un dato di fatto, basta vedere i bilanci (qui ci sono, ma solo dal 2007): http://www.seamilano.eu/it/financial-information/dati-finanziari/bilanci-relazioni
 
AdR, giusto per rimanere sulla stessa dimensione, non mi sembra lo sia, e come lei tante altre.
Che il pubblico non ci metta soldi (ed anzi li prenda) è un dato di fatto, basta vedere i bilanci (qui ci sono, ma solo dal 2007): http://www.seamilano.eu/it/financial-information/dati-finanziari/bilanci-relazioni


Adr è una SpA e non è a capitale prevalente pubblico.
Io intendevo dire le società di gestione con capitale pubblico prevalente, sono tutte società di diritto privato a controllo pubblico (e non solo in ambito aeroporti)

Per quanto riguarda i bilanci , non credo proprio che SEA (cosi come tutte le società) sia subito andata all'attivo.
 
A quanto ne so la UE ha vietato gli aiuti pubblici alle società di handling interne ai gestori aeroportuali per evitare una concorrenza sleale con le concorrenti private, che ovviamente non possono disporre di analoga munificenza.
SEA ha scelto di fregarsene per anni pur di salvaguardare i propri equilibri interni politico-socio-sindacali.
Ora è arrivato il conto.
 
Adr è una SpA e non è a capitale prevalente pubblico.
Io intendevo dire le società di gestione con capitale pubblico prevalente, sono tutte società di diritto privato a controllo pubblico (e non solo in ambito aeroporti)

Per quanto riguarda i bilanci , non credo proprio che SEA (cosi come tutte le società) sia subito andata all'attivo.

Anche SEA è una SpA, ciò che cambia è solo la natura dell'azionista di controllo (pubblico vs. privato).

SEA è stata fondata oltre 60 anni fa, mi sembra sterile una discussione sul fatto che possa essere forse andata in perdita nel 1949 o nel 1961, quando molti di quelli che scrivono non erano neanche nati.

Il dato di fatto è che a memoria nessuno si ricorda di ricapitalizzazioni per perdite della società, ergo l'azionista pubblico non ha immesso, bensì ha drenato risorse.
 
Adr è una SpA e non è a capitale prevalente pubblico.
Io intendevo dire le società di gestione con capitale pubblico prevalente, sono tutte società di diritto privato a controllo pubblico (e non solo in ambito aeroporti)

Per quanto riguarda i bilanci , non credo proprio che SEA (cosi come tutte le società) sia subito andata all'attivo.

Come ti han già risposto SEA è una Spa in cui l'azionista di maggioranza è un ente pubblico..
non sò se dall'inizio della sua vita (più di 50anni fà) sia stata da subito in attivo, ma sicuramente negli ultimi 2 o 3 decenni i bilanci son sempre stati positivi e ha sempre staccato dividendi mica da ridere agli azionisti...
Più che di aiuti di Stato al massimo si può parlare di mancati utili a causa della ricapitalizzasione di SEA H. ...

Il vero problema (a parer mio) di questa vicenda è che nessuno, a livello politico, è andato in Europa a sbatter i pugni sul tavolo e far valere le ragioni Italiane nella vicenda.. la pratica è andata avanti senza ostacoli e ci si è messi a piangere quando le valutazioni son diventate sentenze ... abbaim applicato la "filosofia" in Europa.. lascia andare.... poi sistemiamo... "sò ragazzi..."
 
Il vero problema (a parer mio) di questa vicenda è che nessuno, a livello politico, è andato in Europa a sbatter i pugni sul tavolo e far valere le ragioni Italiane nella vicenda.. la pratica è andata avanti senza ostacoli e ci si è messi a piangere quando le valutazioni son diventate sentenze ... abbaim applicato la "filosofia" in Europa.. lascia andare.... poi sistemiamo... "sò ragazzi..."

Esiste una legge europea (giusta o sbagliata che sia, non sta a noi decretarlo).
Sea, consapevolmente, se ne è sempre fregata.

Come sarebbe a dire "sbattere i pugni sul tavolo e fare valere le ragioni"(quali sarebbero poi queste ragioni qualcuno ancora me deve spiegare)?
Hai infranto la legge = paghi. Funziona così.
Invece no, come quando ti fermano i vigili, siamo campioni del mondo delle scuse più assurde.

Siamo veramente un popolo senza speranza.
 
Tassisti contro noleggiatori
Malpensa, guerra per i clienti


7 maggio 2013

MALPENSA Tassisti contro noleggiatori, al Terminal 1 è guerra per accaparrarsi i clienti. Lunedì sera la sfida quotidiana è degenerata, quando un gruppo di tassisti, irritati per le pratiche scorrette messe in atto da alcuni operatori concorrenti, avrebbe compiuto una sorta di spedizione punitiva contro i desk di una compagnia di noleggio con conducente (NCC) all'interno dello scalo. Il blitz ha provocato il danneggiamento del banco per il noleggio, tanto che l'area ieri è stata transennata per impedirne l'accesso agli utenti dell'aeroporto. Ora la vicenda avrà i suoi risvolti giudiziari perché ovviamente sono partite le denunce per danneggiamenti a carico dei presunti colpevoli.

L'episodio, per quanto estremo, è la spia di una situazione di concorrenza sempre più spinta al limite, nel contesto di un aeroporto che stenta a vedere l'auspicata ripresa.

«Il gesto è assolutamente da condannare e non ha giustificazioni, perché non è così che si risolvono i problemi» ammette Massimo Campagnolo, sindacalista del Consorzio Taxi Malpensa. Però il problema è aperto e da tempo i tassisti chiedono che venga risolto, dato che certe pratiche commerciali aggressive degli NCC portano via clienti e, in tempo di crisi e di calo di lavoro per tutti, provocano disagio nella categoria. «Abbiamo denunciato più volte i comportamenti scorretti di alcune compagnie che procacciano i clienti all'interno dello scalo, pratica non consentita dato che dovrebbero restare fermi ai loro sportelli in attesa di servire i clienti, e abbiamo chiesto che venissero presi provvedimenti a tutela della concorrenza» sottolinea Campagnolo. «Basterebbe prestare più attenzione per consentire una civile convivenza tra chi lavora».
A. Ali.

http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/373638_malpensa_tassisti_web/
 
Esiste una legge europea (giusta o sbagliata che sia, non sta a noi decretarlo).
Sea, consapevolmente, se ne è sempre fregata.

Come sarebbe a dire "sbattere i pugni sul tavolo e fare valere le ragioni"(quali sarebbero poi queste ragioni qualcuno ancora me deve spiegare)?
Hai infranto la legge = paghi. Funziona così.
Invece no, come quando ti fermano i vigili, siamo campioni del mondo delle scuse più assurde.

Siamo veramente un popolo senza speranza.

Mah.. mio nonno diceva "chi vùsa pusè la vaca lè sua"... mi sembra che in europa funzioni così...

la legge sarà anche una, ma chi si fà valere di più la interpreta come vuole... poi magari mi sbaglio nè..
 
Sea: Bruxelles boccia vendita handling e proroga chiesta da Governo


Lettera Ue, la cessione trasferisce l'aiuto di Stato (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 08 mag - La Commissione Ue boccia l'attuale piano di vendita di Sea Handling e nega la richiesta di proroga formulata dal Governo italiano per dare esecuzione alla decisione comunitaria, che obbligava al recupero di aiuti di Stato, per circa 360 milioni, ricevuti dalla societa' stessa ed erogati tramite svariati aumenti di capitale dalla controllante Sea. E' quanto emerge da una lettera inviata dalla Commissione europea il 3 maggio scorso, e consultata da Radiocor, che intima alle autorita' italiane di comunicare "entro 20 giorni lavorati le misure adottate per conformarsi alla decisione". Secondo la Commissione, "la vendita cosi' come illustrata all'operatore Menzies (in realta' con l'operatore britannico c'erano stati solo contatti preliminari, ndr) sembrerebbe condurre a un trasferimento dell'aiuto a questo operatore, senza che esso rimborsi l'aiuto" dal momento che "non si modifica l'identita' dell'attivita' economica". Tutte contestazioni che di fatto rendono la strada dello spezzatino di Sea Handling, con il conferimento delle attivita' a terra degli aeroporti in una newco, come l'unica percorribile per ottemperare alle decisioni di Bruxelles. La Commissione contesta anche alle Autorita' italiane di non avere rispettato i termini per l'esecuzione della sentenza e boccia la richiesta di proroga poiche' "pervenuta solo qualche ora prima della scadenza" e "non e' stata debitamente motivata". Il motivo? "le difficolta' finanziarie del beneficiario dell'aiuto non sono una ragione valida per giustificare la non esecuzione o l'esecuzione tardiva di una decisione di recupero". Resta ancora viva, invece, l'ipotesi di una sospensiva della decisione, su cui le autorita' di Bruxelles si esprimeranno a breve.

Cheo Condina

(RADIOCOR) 08-05-13 12:02:54 (0169)NEWS 5 NNNN
 
Sea Handling, doccia fredda Ue:
niente proroga per la maximulta
Ultimatum di 20 giorni per la vicenda degli aiuti di Stato che sarebbero arrivati all'azienda. Bocciata anche l'ipotesi di vendita: incombe il rischio 'spezzatino' con oltre 700 esuberi. Pisapia: "Speriamo nella sospensiva"
di ILARIA CARRA

L’Europa boccia il governo sul caso Sea Handling e i presunti aiuti di Stato ricevuti dall’azienda. Una sonora strigliata che ha il peso di un ultimatum, visto che il messaggio di Bruxelles a Roma è chiaro: avete tempo fino al 5 giugno per ubbidire alla decisione della Commissione europea, procedendo di fatto al recupero dei 360 milioni dati a suo tempo alla controllata di Sea che si occupa di servizi di terra e bagagli. Altrimenti l’Italia rischia il deferimento alla Corte di giustizia europea, con procedura di infrazione e possibili multe. Una lettera dai toni ultimativi che lascia presagire poco di buono sull’esito dell’istanza di sospensiva della multa — che se messa a bilancio, a giugno, porterà al fallimento della società che impiega 2.400 lavoratori — attesa a giorni dal tribunale europeo e a favore della quale si sono concentrati finora tutti gli sforzi delle istituzioni.

La doccia fredda è arrivata con una lettera, datata 3 maggio, dai funzionari della Commissione alla rappresentanza italiana a Bruxelles, che l’ha girata ai ministeri competenti e al Comune. I toni sono definitivi. Bruxelles da un lato contesta al governo il mancato rispetto dei termini per l’adempimento della decisione della Commissione che il 19 dicembre aveva sanzionato Sea Handling: 360 milioni le ricapitalizzazioni passate, ritenute «aiuti di Stato» dunque contrarie alla concorrenza e da restituire. Entro il 20 aprile lo Stato italiano avrebbe dovuto ingiungere alla società il pagamento della somma. Ma così non è andata. Ora l’Europa boccia la richiesta, da parte del governo, di una proroga anche perché «le difficoltà finanziarie del beneficiario dell’aiuto non sono una ragione valida».

Non solo. Bruxelles mette nero su bianco che la soluzione non è la vendita pura dell’handling a un compratore, cioè agli scozzesi di Menzies. Così facendo l’aiuto (presunto) di Stato resterebbe in pancia al nuovo operatore: «Rimarrebbero identici i contratti con le compagnie aeree e la manodopera senza la modifica dell’entità economica del nuovo soggetto». Tutte contestazioni che rendono la strada dello “spezzatino” di Sea Handling e il rischio di oltre 700 esuberi la più percorribile, al momento, per ottemperare alle decisioni di Bruxelles.

Il Comune minimizza la bacchettata e spera nei giudici. «Questo passo conferma la scelta dell’amministrazione che ha ricorso in tutte le sedi giurisdizionali contro una decisione infondata — commenta il sindaco Giuliano Pisapia — Sui ricorsi presentati dal Comune non vi è stato ancora nessun pronunciamento». Ora la strada è stretta. Le speranze di tutti sono appese alla sospensiva, attesa entro un paio di settimane. Se andrà bene, si guadagnerà tempo per trovare una soluzione che eviti il fallimento della società. In ogni caso, se il governo deciderà di ubbidire, il Comune ha già in serbo un’ultima (disperata) mossa: «Proseguiremo con maggior convinzione il nostro impegno per evitare le conseguenze della decisione della Commissione anche con le necessarie azioni davanti ai giudici nazionali». Cioè ricorrere al Tar contro l’ingiunzione del governo, se arriverà.

Intanto in Comune, in una commissione, è scoppiata la polemica con il centrodestra all’attacco «della latitanza del centrosinistra». I sindacati sono in allarme, si teme la «macelleria sociale» sui lavoratori e «un’escalation di proteste». Confermato lo sciopero del 14 maggio, confederali uniti ma anche autonomi: 24 ore di blocco anche per chiedere al governo la disubbidienza. «La decisione dell’Europa è inaccettabile, il governo dovrà assumersi la responsabilità di non applicare le disposizioni» chiedono Cgil, Cisl e Uil, e accusano: «In realtà la Commissione non vuole rimuovere distorsioni alla libera concorrenza, ma fare di Linate e Malpensa mercati di facili conquiste imponendo uno spezzatino di società».

http://milano.repubblica.it/cronaca..._ue_niente_proroga_per_la_maximulta-58370762/
 
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