Meridiana fly, un giorno di tregua
I voli sono regolari ma gli hangar rimangono ancora chiusi
OLBIA. Un’altra giornata campale nella vertenza che divide i lavoratori da Meridiana-Fly. Una giornata iniziata con alcuni voli cancellati e conclusa con una lunghissima assemblea all’ aperto davanti alla sede della vecchia aviazione generale. Nonostante il gelido vento e il freddo, l’atmosfera si è surriscaldata. Per i rappresentanti sindacali è stata dura riuscire a gestire il difficilissimo momento. Alla fine la mediazione: gli hangar resteranno ancora chiusi, mentre il personale di terra, i comandanti e gli assistenti garantiranno il regolare svolgimento dei voli, in funzione anche il call center, e chi non è al lavoro continuerà il presidio. Ma l’armistizio sarà valido solo se la trattativa che si aprirà stamane a Roma verrà portata, dietro pressante richiesta dei rappresentanti sindacali, nuovamente a Olbia. Ieri mattina i manifestanti hanno addolcito la trasferta in pullman degli utenti offrendo delle brioche e spiegando i motivi della protesta. «Stiamo difendendo il nostro posto di lavoro e i nostri diritti».
Qualcuno dei viaggiatori ha anche applaudito, solidarizzando. Nel lungo giovedì c’è stato in mezzo l’incontro a Sassari dal prefetto Marcello Fulvi, che ha accettato il ruolo di mediatore. Al tavolo i sindacati e i rappresentanti della compagnia con in testa Claudio Miorelli. I sindacati hanno proposto all’azienda di non inviare contestazioni disciplinari ai manifestanti, l’immediata ripresa del confronto e la calendarizzazione degli incontri. Miorelli ha chiesto senso di responsabilità a tutti per la ripresa immediata del servizio. Sembrava insomma finalmente una giornata girata al meglio. L’altra buona notizia arrivava dalla Borsa di Milano dove il titolo, dopo i primi tre giorni di contrattazione sempre con il segno meno, aveva chiuso con un guadagno del 2,07 per cento (a 0.1430 euro) recuperando un pochino di terreno. Nel frattempo, i rappresentanti sindacali sono tornati a Olbia per affrontare una nuova assemblea con i lavoratori che è iniziata dopo le 18.
«Qualcosa - dice Marco Bardini della Uil trasporti - è andata storta durante questo lasso di tempo. Perché l’azienda ha deciso di aprire il tavolo a Roma e soprattutto ha deciso di continuare sulla linea delle contestazioni disciplinari».
Un momento durissimo, perché i lavoratori hanno discusso animatamente con i loro rappresentanti. Le nuove regole scaturite dalla fusione di Meridiana con Eurofly e le decurtazioni di stipendi per tutte le categorie, che varierebbero tra il 20 e il 30 per cento, sono lì a pesare come un macigno sul rapporto fra dipendenti e compagnia. Atmosfera surreale, quasi al buio, in un ambiente appena illuminato in lontananza dalle luci dell’aeroporto, lavoratori imbacuccati con sciarpe, cappotti e cappelli, ma ben decisi a far valere le proprie ragioni.
A un certo punto l’assemblea si è divisa in tre blocchi. Da una parte i tecnici, da un’altra i lavoratori del call center, da un’a ltra ancora gli assistenti di volo. Tre assemblee vivacissime, in cui la protesta dura è salita nel cielo sopra Olbia. Confronti dialetticamente violenti, e i sindacati a reggere il momento cruciale della vicenda. Poi tutti di nuovo insieme per chiudere con una proposta di tregua che è stata accettata: stamane la trattativa si apre al tavolo romano, ma subito bisogna ritornare a Olbia. Dove è la sede dell’azienda e dove è il cuore pulsante della protesta dei lavoratori. Altrimenti si ripartirà con il blocco dei voli. Come è successo ieri mattina con la paralisi dell’aeroporto Costa Smeralda.
(05 marzo 2010) La Nuova Sardegna