Oramai è veramente una soap opera stile Beautiful
Ecco il capitolo odierno sulla vicenda, sempre da
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D'Annunzio, «frenata»
sul contropiano di Verona
LO SCALO CONTESO. L'aumento di peso dei bresciani nella Catullo sarebbe il fulcro della nuova offerta
Bettoni: «Gestione e concessione, o ci ritireremo Il ricorso di Abem? A questa stregua si va avanti» Molgora: «Prima di esprimermi leggerò la proposta»
Brescia. La controproposta di Verona al progetto di brescianizzazione del D'Annunzio non è ancora arrivata in Broletto e in Camera di commercio. Ma circolano le prime indiscrezioni. Il piano prevederebbe un intervento sull'assetto societario della Catullo: il sistema veronese sarebbe pronto a scendere sotto il 50 per cento acconsentendo ad una scalata fino al 25 - 30 per cento dei soci bresciani (l'altro 25 sarebbe riservato agli altri soci). Con l'obiettivo finale di realizzare la famosa holding con due società operative per la gestione degli scali. La D'Annunzio come è oggi scomparirebbe per diventare un puro strumento gestionale partecipato al 100% dalla società a maggioranza veronese; le quote che possiedono Provincia e Cdc verebbero valorizzate dall'aumento di capitale in Catullo, a questo punto finanziabile con una somma, tutto considerato, irrisoria. In questo modo, i veronesi non perderebbero il margine di manovra sullo scalo bresciano ma allo stesso tempo Provincia e Cdc sarebbero ammesse, finalmente, nella vera stanza dei bottoni.
L'IPOTESI NON È NUOVA, e la distanza con quanto richiesto dai bresciani che pretendonola concessione dell'aeroporto di Montichiari e insieme la maggioranza nella società di gestione salta immediatamente all'occhio. Quel che sembra chiaro però a questo punto, è che il documento presentato qualche giorno fa in Broletto così com'è non ha fatto presa a Verona. Il presidente della Provincia Daniele Molgora ritiene che non sia il caso di commentare fino a che non avrà letto quanto propongono i colleghi scaligeri. Il numero uno della Cdc Franco Bettoni sostiene: «Non abbiamo ricevuto comunicazioni ufficiali ma la nostra posizione comunque è ferma. La concessione e l'aumento di capitale nella D'Annunzio sono le condizioni necessarie senza le quali ci ritireremo da tutte le società». Quanto al ricorso di Abem ancora pendente in seno al Consiglio di Stato, va da sè che «se non avremo risposte positive andremo avanti».
Il presidente dell'aeroporto Vigilio Bettinsoli legge comunque nella proposta bresciana un'iniziativa che «è servita a scuotere il sistema. Quanto al contropiano, bisognerà leggerlo per come lo scriveranno e capire quali sono gli spunti di manovra».
INTANTO IERI i soci si sono riuniti in assemblea e hanno approvato la modifica alla struttura dell'aumento di capitale (da 40 milioni) a cui l'assemblea aveva già dato il via libera il 15 maggio scorso. In sostanza viene conferita al Consiglio di amministrazione della società, a far data dal 1 giugno 2010, della delega ad aumentare il capitale sociale con nuove azioni ordinarie qualora non fosse possibile procedere alla sottoscrizione dei warrant, il cui utilizzo è già stato bocciato dalla Corte dei conti. Il termine per la sottoscrizione della prima tranche da parte dei soci è fissato come da previsioni per il prossimo 31 ottobre. In assemblea si è presentato anche il rappresentante della Camera di commercio di Brescia, Antonio Apparato. «Abbiamo approvato la delibera di aumento di capitale. Che è ben diverso dal sottoscrivere l'aumento di capitale. Non lo faremo se non alle nostre condizioni - precisa Bettoni - . Quella di oggi è stata una decisione tecnica che non ha comportato scelte politiche».