Thread Alitalia Gennaio 2021


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proact

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16 Aprile 2013
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Articolo fuorviante perché mescola insieme spese che comunque sarebbero obbligatoire (penso a EY et PwC per le conuslenze contabili), quelle per procedure indipendenti dal commissariamento (penso alla causa SABRE ) anche se riconducibile alla mala gestione della compagnia e quelle effettivamente dovute al commissariamento...
 

romaneeconti

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21 Marzo 2021
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Articolo fuorviante perché mescola insieme spese che comunque sarebbero obbligatoire (penso a EY et PwC per le conuslenze contabili), quelle per procedure indipendenti dal commissariamento (penso alla causa SABRE ) anche se riconducibile alla mala gestione della compagnia e quelle effettivamente dovute al commissariamento...
Nella stampa e tra i giornalisti quando trattano di Alitalia non c'e' proprio nulla da applaudire. Incompetenza, superficialita' e non poca ipocrisia (eufemismo) trattano il tema in maniera fosca...e ho detto tutto. Meglio non leggerli, tanto dagli articoli c'e' ben poco da apprendere. Comunque non tutte le responsabilita' sono della stampa per quel che viene pubblicato.
 

Flyfan

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17 Giugno 2019
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LJU
Ce la possiamo prendere con la stampa, ma serve a poco. A Bruxelles hanno bocciato il piano e gli stipendi mi pare non arrivino. Stavolta intravvedo per la prima volta la disperazione di tornare coi piedi perterra nelle vicende Alitalia. Quindi che si fa?
 
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Detto tra noi, sarebbe stato difficile che una nuova compagnia "senza legami" con quella vecchia potesse disfarsi di rami secchi, migliaia di lavoratori e debiti, accollandoli al contribuente, senza anche rinunciare almeno a parte degli slot (che peraltro usa poco) in un aeroporto contingentato come Linate... dove, soprattutto, di slot ne ha la stragrande maggioranza.

Che si fa? Questo lo deve decidere il governo. Possono riprovarci, magari con un piano meno fotocopia di quelli precedenti e meno fondato su pressupposti quantomeno generosi (crescita dei ricavi o riduzione dei costi). Oppure possono lasciar perdere, chiudere l'azienda e dedicarsi seriamente ad aiutare il ricollocamento dei dipendenti in altri modi.
 

OneShot

Socio AIAC 2025
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Paris
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Noi, dipendenti di Alitalia, viviamo da quattro anni in un’azienda in amministrazione straordinaria e, nonostante l’azienda sia stata sotto la supervisione di quattro governi che si sono succeduti dal 2017 ad oggi, non abbiamo alcuna certezza sul nostro futuro.

In realtà, temiamo di intravedere la peggiore delle soluzioni praticabili, cioè lo smembramento, la riduzione e la frammentazione dell’azienda, lasciando il ricco mercato del trasporto aereo italiano in mani straniere.

Non erano questi i presupposti che la politica aveva posto nel momento in cui si è impegnata a trovare una soluzione strutturale, che risolvesse contemporaneamente fattori esogeni legati all’assetto generale del trasporto aereo italiano, ed elementi endogeni, legati alla malagestio aziendale che ha portato alla dichiarazione di insolvenza.

Era, ed è ancora, necessario sanare le condizioni di unfair competition che hanno fortemente penalizzato tutte le aziende di trasporto aereo italiane.

Era, ed è ancora, imperativo mantenere una compagnia di bandiera, campione dell’interesse nazionale di quello che è il secondo Paese manifatturiero d’Europa e meta di attrazione turistica di prima grandezza.

Era, ed è ancora, doveroso dare risposte alle nostre quasi undicimila famiglie - più altre trentamila dei lavoratori dell’indotto - su un futuro che non può essere caratterizzato da questa cronica incertezza.

Occorre soprattutto liberarle dalla spada di Damocle di una drastica quanto insensata riduzione della dimensione dell’azienda, e conseguentemente della forza lavoro, in un momento di crisi economica senza precedenti.

Chi l’ha preceduta non è riuscito a dare risposte definitive, ma ha soltanto procrastinato la condizione di crisi, fino ad arrivare, per l’ennesima volta, a mettere a rischio il pagamento degli stipendi.

Tuttavia, una via di uscita allo smembramento, alla riduzione e alla frammentazione di un asset vitale per l’economia nazionale è ancora percorribile.

Noi riteniamo che la partenza immediata di ITA sia un errore strategico sia dal punto di vista industriale sia dal punto di vista commerciale. Fare le cose in fretta non serve né all’azienda, né ai suoi dipendenti, né al contribuente, né alla politica stessa.

Noi siamo convinti che la strada maestra debba passare per la ristrutturazione dell’azienda in amministrazione straordinaria, poiché ci sono ancora margini di manovra per ristrutturare i fondamentali della Compagnia.

D’altronde, poco o niente è stato fatto in questi quattro anni per riportare i costi sotto controllo.

Un’oculata gestione, affidata a persone di esperienza e capacità, può riportare i conti in linea e dimostrare – alla Commissione europea in primis – che l’azienda non è decotta, ma può stare sul mercato con le proprie forze.

Noi abbiamo individuato nel prof. Gaetano Intrieri la persona in grado di riportare l’azienda in condizione di efficienza al fine di essere autonoma, senza ricorrere ad alcun sussidio pubblico e siamo pronti a fare la nostra parte.

Siamo convinti che attraverso la ristrutturazione dei processi interni, attingendo alle migliori risorse disponibili all’interno dell’organizzazione, sia possibile conseguire quella discontinuità di cui tanto si parla, dimostrando che questa azienda è in grado di operare con successo sul mercato.

Si potrà così favorire il delicato passaggio di consegne ad ITA ed, eventualmente, l’ingresso di investitori privati, nel momento in cui la crisi del trasporto aereo avrà allentato la sua morsa.

La nostra convinzione è basata su un fatto elementare: in questi quattro anni, il prof. Gaetano Intrieri e il prof. Ugo Arrigo, dell’Università La Bicocca di Milano, hanno costantemente monitorato, analizzato e soprattutto previsto con regolarità le evoluzioni della condizione di cassa aziendale, il suo posizionamento sul mercato e gli errori di gestione.

Nessun altro, al di fuori di loro, ha mai portato tale valore aggiunto alla comprensione della crisi. Nessun altro, tranne loro ha mai fatto cenno alle possibili soluzioni praticabili.

Riteniamo che queste due persone abbiano le competenze, le conoscenze e l’esperienza per ristrutturare l’azienda, in vista di un suo pronto rilancio, evitando così un drammatico taglio di posti di lavoro.

Disporre di un mercato nazionale che in periodo pre-COVID poteva contare su circa centonovanta milioni di passeggeri, e che aveva ampie possibilità di crescita sul mercato intercontinentale e del trasporto merci, è un dono che pochi Paesi possono vantare.

Tutto questo patrimonio non può, e non deve, essere regalato agli stranieri.

Se la politica avesse dato le giuste risposte per tempo non saremmo qui a chiedere il suo intervento, ma oggi la situazione è tale da rompere gli indugi e cercare di salvare veramente la Compagnia da un esito che vogliamo fortemente evitare.

Il fattore tempo oggi è vitale. Le chiediamo di dimostrare quella capacità di ascolto e quel coraggio che sono mancati ai suoi predecessori e di far immediatamente nominare dalla terna commissariale il prof. Gaetano Intrieri a capo delle Direzione Generale di Alitalia in A.S. e Alitalia Cityliner in A.S., attribuendogli i poteri per evitare questa immane tragedia.

Comitato dipendenti Alitalia

Non è per invogliare a firmare, ma per farsi un'idea....
 

Dancrane

Amministratore AC
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10 Febbraio 2008
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Questo è uno dei commenti, quindi il problema è solo che il management si frega i soldi?
Il problema è che è inutile spiegare princìpi di domanda e offerta a chi non mastica l'economia. E quando ci provi a spiegare che i numeri sono impietosi e che in quel modo l'azienda non può stare in piedi comincia il tutti contro tutti (quadri contro manager, dipendenti contro quadri, terra contro volo e così via) e tu vieni deriso, se ti va bene. Perchè è umano spostare sempre la "colpa" sugli altri.
Non dico che non sia così in questo caso specifico (di questo commento, intendo dire), nemmeno mi interessa saperlo. Ma è inaccettabile che non si prenda atto del fatto che "il ricco mercato italiano" sta premiando modelli ben diversi, e non solo per le sovvenzioni aeroportuali. Compagnie ben più sane hanno preso, obtorto collo, decisioni drastiche su forza lavoro e quant'altro, molte hanno chiuso i battenti, solo AZ non deve fallire perchè funziona ma la colpa sta altrove...
 

skymax

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25 Marzo 2009
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di Askanews
Roma, 30 mar. (askanews) - "È stata valutata la situazione di Alitalia alla luce dello stallo delle negoziazioni con la commissione Europa per il decollo della Newco Ita. Si ritiene dunque necessaria una nuova strategia di azione da concertarsi con Mef e Mims per permettere la continuità operativa della compagnia aziendale". Lo afferma il ministero dello Sviluppo economico, con una nota diffusa al termine dell'incontro tra il ministro Giancarlo Giorgetti e i commissari straordinari di Alitalia.

 

romaneeconti

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21 Marzo 2021
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di Askanews
Roma, 30 mar. (askanews) - "È stata valutata la situazione di Alitalia alla luce dello stallo delle negoziazioni con la commissione Europa per il decollo della Newco Ita. Si ritiene dunque necessaria una nuova strategia di azione da concertarsi con Mef e Mims per permettere la continuità operativa della compagnia aziendale". Lo afferma il ministero dello Sviluppo economico, con una nota diffusa al termine dell'incontro tra il ministro Giancarlo Giorgetti e i commissari straordinari di Alitalia.

...Aridaje con 'a stratteggia...
 

Farfallina

Utente Registrato
23 Marzo 2009
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di Askanews
Roma, 30 mar. (askanews) - "È stata valutata la situazione di Alitalia alla luce dello stallo delle negoziazioni con la commissione Europa per il decollo della Newco Ita. Si ritiene dunque necessaria una nuova strategia di azione da concertarsi con Mef e Mims per permettere la continuità operativa della compagnia aziendale". Lo afferma il ministero dello Sviluppo economico, con una nota diffusa al termine dell'incontro tra il ministro Giancarlo Giorgetti e i commissari straordinari di Alitalia.

La soluzione c'è, chiudere LIN.
 
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