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Alitalia accelera sul piano esuberi
20 febbraio 2011
MILANO
Alitalia prova ad accelerare il confronto con i sindacati per la riduzione del personale. Domani è in agenda una riunione che la compagnia vorrebbe «conclusiva», almeno secondo quanto ha scritto nella lettera inviata alle segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti. I sindacati, tuttavia, frenano sull'ipotesi di un'intesa già lunedì perché ritengono indispensabile risolvere tutti i punti del confronto che riguarda personale di terra, assistenti di volo e piloti. L'obiettivo di Alitalia è di ridurre l'organico di un migliaio di dipendenti.
Nei giorni scorsi, l'amministratore delegato della compagnia, Rocco Sabelli, aveva ripetuto che «non c'è un problema di esuberi» rispetto all'obiettivo iniziale, fissato due anni orsono, di 12.600 lavoratori. Oggi la compagnia ne ha 14mila, di cui alcuni in part time e altri stagionali. «Ci sono margini di efficienza e possiamo intervenire con cassa integrazione su base volontaria e outsourcing», aveva aggiunto.
Su circa 8.900 addetti alle attività di assistenza a terra a Fiumicino (l'unico scalo in cui l'azienda ha deciso di mantenerne la gestione), Alitalia pensa alla cassa integrazione volontaria per 700 lavoratori, pari all'8% della forza lavoro. I sindacati vogliono ridurre gli esodi a 500 lavoratori, limitando i casi a chi matura la pensione nei sette anni successivi e a condizione che non ci siano ripercussioni operative.
Intanto procede l'esternalizzazione delle attività aeroportuali negli scali periferici. Dal primo marzo verrà ceduto ad un consorzio il ramo d'azienda dell'aeroporto di Bari che impiega circa settanta lavoratori. Sono già state cedute le attività negli scali di Napoli, Catania, Palermo, Lamezia Terme e Alghero per circa 300 addetti. Altri 150 lavoratori sono impiegati negli scali di Cagliari, Brindisi e Reggio Calabria destinate anch'esse ad essere cedute.
Su circa 3.300 fra hostess e steward, in 700 hanno chiesto di passare al part time. Occorrerebbe, quindi, reintegrare l'organico con il «ripescaggio» fra i 250 rimasti in cassa integrazione. I sindacati chiedono miglioramenti delle condizioni di lavoro. Da affrontare anche l'equiparazione contributiva del personale di AirOne Cityliner e la stabilizzazione di chi ha il contratto a tempo determinato.
Per i piloti, infine, i sindacati chiedono la soluzione di gravi criticità: organici sottodimensionati, turnazione, mancata erogazione di circa 15.000 giornate di ferie, gestione delle basi periferiche, abusi contrattuali sui turni, sottoimpiego dei colleghi Cityliner e preoccupanti lacune nelle aree addestramento e sicurezza volo.
http://www.ilsole24ore.com/art/econ...lera-piano-esuberi-081557.shtml?uuid=Aah8Ay9C
20 febbraio 2011
MILANO
Alitalia prova ad accelerare il confronto con i sindacati per la riduzione del personale. Domani è in agenda una riunione che la compagnia vorrebbe «conclusiva», almeno secondo quanto ha scritto nella lettera inviata alle segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti. I sindacati, tuttavia, frenano sull'ipotesi di un'intesa già lunedì perché ritengono indispensabile risolvere tutti i punti del confronto che riguarda personale di terra, assistenti di volo e piloti. L'obiettivo di Alitalia è di ridurre l'organico di un migliaio di dipendenti.
Nei giorni scorsi, l'amministratore delegato della compagnia, Rocco Sabelli, aveva ripetuto che «non c'è un problema di esuberi» rispetto all'obiettivo iniziale, fissato due anni orsono, di 12.600 lavoratori. Oggi la compagnia ne ha 14mila, di cui alcuni in part time e altri stagionali. «Ci sono margini di efficienza e possiamo intervenire con cassa integrazione su base volontaria e outsourcing», aveva aggiunto.
Su circa 8.900 addetti alle attività di assistenza a terra a Fiumicino (l'unico scalo in cui l'azienda ha deciso di mantenerne la gestione), Alitalia pensa alla cassa integrazione volontaria per 700 lavoratori, pari all'8% della forza lavoro. I sindacati vogliono ridurre gli esodi a 500 lavoratori, limitando i casi a chi matura la pensione nei sette anni successivi e a condizione che non ci siano ripercussioni operative.
Intanto procede l'esternalizzazione delle attività aeroportuali negli scali periferici. Dal primo marzo verrà ceduto ad un consorzio il ramo d'azienda dell'aeroporto di Bari che impiega circa settanta lavoratori. Sono già state cedute le attività negli scali di Napoli, Catania, Palermo, Lamezia Terme e Alghero per circa 300 addetti. Altri 150 lavoratori sono impiegati negli scali di Cagliari, Brindisi e Reggio Calabria destinate anch'esse ad essere cedute.
Su circa 3.300 fra hostess e steward, in 700 hanno chiesto di passare al part time. Occorrerebbe, quindi, reintegrare l'organico con il «ripescaggio» fra i 250 rimasti in cassa integrazione. I sindacati chiedono miglioramenti delle condizioni di lavoro. Da affrontare anche l'equiparazione contributiva del personale di AirOne Cityliner e la stabilizzazione di chi ha il contratto a tempo determinato.
Per i piloti, infine, i sindacati chiedono la soluzione di gravi criticità: organici sottodimensionati, turnazione, mancata erogazione di circa 15.000 giornate di ferie, gestione delle basi periferiche, abusi contrattuali sui turni, sottoimpiego dei colleghi Cityliner e preoccupanti lacune nelle aree addestramento e sicurezza volo.
http://www.ilsole24ore.com/art/econ...lera-piano-esuberi-081557.shtml?uuid=Aah8Ay9C