Thread Aeroporti di Linate & Malpensa dal 1 giugno


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kenyaprince

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20 Giugno 2008
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[h=3]l ridimensionamento del Forlanini per promuovere il ruolo internazionale di Malpensa[/h] [h=1]Sindacati e ecologisti: Linate non si tocca[/h] [h=2]Rivolta contro l'ipotesi di ridurre lo scalo a navetta Milano-Roma. Le imprese: parliamone[/h]
Lo scalo di Linate
Il «no» di Legambiente è secco: Linate non si tocca. Il sindacato sceglie il «ni»: senza certezze sui vantaggi per Malpensa, secondo Cisl e Cgil milanesi non ha senso ridimensionare il Forlanini. Più possibilista la Uil. Il mondo produttivo meneghino non si mette di traverso. Consapevole che se c'è una speranza di trasformare Malpensa nell'aeroporto sognato negli anni '90 - e cioè uno scalo internazionale in grado di collegare il Nord Ovest con la Cina, il Brasile o l'India senza scali - questa passa attraverso un ridimensionamento di Linate.
È tutta in questa sintesi la reazione del territorio allo studio Ambrosetti presentato domenica a Cernobbio. Cento pagine per spiegare che ormai gli hub dei milanesi si chiamano Charles de Gaulle, Heathrow, Schiphol. E Linate è il vero complice di questa fuga. Il tutto mentre, sul fronte della politica, il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ribadisce la posizione del Pirellone: «Noi puntiamo su Malpensa perché da Malpensa si può partire direttamente per tutte le connessioni del mondo. Da Linate devi per forza fare scalo a Francoforte, Parigi o Londra». Sul fronte opposto l'ex vicesindaco di centrodestra Riccardo De Corato: «Ci batteremo perché da Linate non venga tolto un solo volo». Dario Balotta, responsabile Trasporti per Legambiente Lombardia, non ha mezze misure. «Oggi che stiamo costruendo il metrò per Linate vogliamo svuotare il Forlanini? Ridicolo. Facciamocene una ragione: Malpensa non sarà mai l'hub del Nord Italia. Abbiamo già investito sullo scalo varesino 1,5 miliardi di euro e adesso si vogliono buttare altri soldi per una terza pista. Errare è umano, perseverare sarebbe imperdonabile». Il mondo produttivo, da Confcommercio ad Assolombarda, pare disponibile a inghiottire l'amara medicina del dimagrimento di Linate se questo vale a garantire collegamenti diretti, più veloci e quindi meno costosi. Per finire il sindacato. La Cgil lancia l'idea di un referendum tra i cittadini. «Sarebbe il modo giusto per affrontare il problema», propone il segretario generale milanese, Onorio Rosati. Che aggiunge: «A nostro parere, però, ridimensionare drasticamente Linate, senza garanzie per il futuro a Malpensa, non ha senso». Simile la linea della Cisl di Milano. «Le entrate di Linate hanno salvato i conti Sea dopo il dehubbing Alitalia. Sacrificare il Forlanini senza un progetto serio per Malpensa sarebbe sbagliato». Più possibilista la Uil di Walter Galbusera: «Il punto è fare in modo che da Linate non si parta per fare tappa in altri aeroporti». Sullo sfondo il problema dei problemi: trovare un vettore disposto a trasformare Malpensa in un hub.

Rita Querzé
 

Paolo_61

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Che i collegamenti con Milano siano migliorati è vero, sia a livello ferroviario che autostradale.

Che spostare la Milano - Roma a Malpensa possa avere un senso, non so bene in quale pianeta possa accadere. Però vabbè, l'ha detto Riggio, l'affermazione vale quel che vale.
Milano - Roma sempre più ha senso solo per i transiti. Salvo situazioni particolari (tipo avere come destinazione l'EUR o via Mecenate) il treno in questo momento è senza alcun dubbio il mezzo più comodo.
 

I-SELV

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6 Febbraio 2012
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Proprio intelligenti le proposte dei sindacati, quella della CGIL poi.....lasciamo perdere.

Una domanda piuttosto OT, lo riconosco: ma il compito dei sindacati non è quello di rappresentare i lavoratori (non i cittadini, per quello ci sono i partiti politici) nelle vertenze di natura occupazionale e contrattuale?
 

I-SELV

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Proprio intelligenti le proposte dei sindacati, quella della CGIL poi.....lasciamo perdere.

Una domanda piuttosto OT, lo riconosco: ma il compito dei sindacati non è quello di rappresentare i lavoratori (non i cittadini, per quello ci sono i partiti politici) nelle vertenze di natura occupazionale e contrattuale?
 

Paolo_61

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[h=3]l ridimensionamento del Forlanini per promuovere il ruolo internazionale di Malpensa[/h] [h=1]Sindacati e ecologisti: Linate non si tocca[/h] [h=2]Rivolta contro l'ipotesi di ridurre lo scalo a navetta Milano-Roma. Le imprese: parliamone[/h]
Lo scalo di Linate
Il «no» di Legambiente è secco: Linate non si tocca. Il sindacato sceglie il «ni»: senza certezze sui vantaggi per Malpensa, secondo Cisl e Cgil milanesi non ha senso ridimensionare il Forlanini. Più possibilista la Uil. Il mondo produttivo meneghino non si mette di traverso. Consapevole che se c'è una speranza di trasformare Malpensa nell'aeroporto sognato negli anni '90 - e cioè uno scalo internazionale in grado di collegare il Nord Ovest con la Cina, il Brasile o l'India senza scali - questa passa attraverso un ridimensionamento di Linate.
È tutta in questa sintesi la reazione del territorio allo studio Ambrosetti presentato domenica a Cernobbio. Cento pagine per spiegare che ormai gli hub dei milanesi si chiamano Charles de Gaulle, Heathrow, Schiphol. E Linate è il vero complice di questa fuga. Il tutto mentre, sul fronte della politica, il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ribadisce la posizione del Pirellone: «Noi puntiamo su Malpensa perché da Malpensa si può partire direttamente per tutte le connessioni del mondo. Da Linate devi per forza fare scalo a Francoforte, Parigi o Londra». Sul fronte opposto l'ex vicesindaco di centrodestra Riccardo De Corato: «Ci batteremo perché da Linate non venga tolto un solo volo». Dario Balotta, responsabile Trasporti per Legambiente Lombardia, non ha mezze misure. «Oggi che stiamo costruendo il metrò per Linate vogliamo svuotare il Forlanini? Ridicolo. Facciamocene una ragione: Malpensa non sarà mai l'hub del Nord Italia. Abbiamo già investito sullo scalo varesino 1,5 miliardi di euro e adesso si vogliono buttare altri soldi per una terza pista. Errare è umano, perseverare sarebbe imperdonabile». Il mondo produttivo, da Confcommercio ad Assolombarda, pare disponibile a inghiottire l'amara medicina del dimagrimento di Linate se questo vale a garantire collegamenti diretti, più veloci e quindi meno costosi. Per finire il sindacato. La Cgil lancia l'idea di un referendum tra i cittadini. «Sarebbe il modo giusto per affrontare il problema», propone il segretario generale milanese, Onorio Rosati. Che aggiunge: «A nostro parere, però, ridimensionare drasticamente Linate, senza garanzie per il futuro a Malpensa, non ha senso». Simile la linea della Cisl di Milano. «Le entrate di Linate hanno salvato i conti Sea dopo il dehubbing Alitalia. Sacrificare il Forlanini senza un progetto serio per Malpensa sarebbe sbagliato». Più possibilista la Uil di Walter Galbusera: «Il punto è fare in modo che da Linate non si parta per fare tappa in altri aeroporti». Sullo sfondo il problema dei problemi: trovare un vettore disposto a trasformare Malpensa in un hub.

Rita Querzé
Ormai siamo al delirio. Al limite capisco gli ambientalisti, per loro il no è automatico (anche quando si tratta di eliminare inquinamento anziché aumentarlo). Trovo deprimente il commento del sindacalista CGIL (il referendum lo facciamo nel Comune di Milano quando ad essere interessato è l'intero sistema dei trasporti nel Nord Italia?) e inquietante quello di De Corato (che dimostra come certe posizioni siano dure a morire).
Una "santa alleanza" in grado di fare danni incalcolabili al sistema economico milanese ed italiano.
 

I-SELV

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Proprio intelligenti le proposte dei sindacati, quella della CGIL poi .... lasciamo perdere

Una domanda decisamente OT: ma il compito dei sindacati non è quello di rappresentare i lavoratori (non i cittadini, per quello ci sono i partiti politici) nelle vertenze occupazionali e contrattuali?
 

kenyaprince

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20 Giugno 2008
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VCE-TSF
Proprio intelligenti le proposte dei sindacati, quella della CGIL poi .... lasciamo perdere

Una domanda decisamente OT: ma il compito dei sindacati non è quello di rappresentare i lavoratori (non i cittadini, per quello ci sono i partiti politici) nelle vertenze occupazionali e contrattuali?
quello DOVREBBE essere il loro ruolo
 

I-SELV

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Ormai siamo al delirio. Al limite capisco gli ambientalisti, per loro il no è automatico (anche quando si tratta di eliminare inquinamento anziché aumentarlo). Trovo deprimente il commento del sindacalista CGIL (il referendum lo facciamo nel Comune di Milano quando ad essere interessato è l'intero sistema dei trasporti nel Nord Italia?) e inquietante quello di De Corato (che dimostra come certe posizioni siano dure a morire).
Una "santa alleanza" in grado di fare danni incalcolabili al sistema economico milanese ed italiano.
I giornalisti hanno ampia responsabilità su questi articoli.
Le scelte sui sistemi aeroportuali sono politiche e non sindacali, quando si parlerà di tagli occupazionali o di spostare masse di lavoratori allora saranno presi in considerazione, ma sulle scelte strategiche io non intervisterei affatto alcun sindacalista. Semplicemente non rientra nel suo mandato pronunciarsi su questo tipo di scelte.
La democrazia funziona fintanto che tutti sanno rispettare i propri limiti di competenza.
 

BRUFCO-AZ

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Bruxelles, Estero.
[h=3]l ridimensionamento del Forlanini per promuovere il ruolo internazionale di Malpensa[/h] [h=1]Sindacati e ecologisti: Linate non si tocca[/h] [h=2]Rivolta contro l'ipotesi di ridurre lo scalo a navetta Milano-Roma. Le imprese: parliamone[/h]
Lo scalo di Linate
Il «no» di Legambiente è secco: Linate non si tocca. Il sindacato sceglie il «ni»: senza certezze sui vantaggi per Malpensa, secondo Cisl e Cgil milanesi non ha senso ridimensionare il Forlanini. Più possibilista la Uil. Il mondo produttivo meneghino non si mette di traverso. Consapevole che se c'è una speranza di trasformare Malpensa nell'aeroporto sognato negli anni '90 - e cioè uno scalo internazionale in grado di collegare il Nord Ovest con la Cina, il Brasile o l'India senza scali - questa passa attraverso un ridimensionamento di Linate.
È tutta in questa sintesi la reazione del territorio allo studio Ambrosetti presentato domenica a Cernobbio. Cento pagine per spiegare che ormai gli hub dei milanesi si chiamano Charles de Gaulle, Heathrow, Schiphol. E Linate è il vero complice di questa fuga. Il tutto mentre, sul fronte della politica, il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ribadisce la posizione del Pirellone: «Noi puntiamo su Malpensa perché da Malpensa si può partire direttamente per tutte le connessioni del mondo. Da Linate devi per forza fare scalo a Francoforte, Parigi o Londra». Sul fronte opposto l'ex vicesindaco di centrodestra Riccardo De Corato: «Ci batteremo perché da Linate non venga tolto un solo volo». Dario Balotta, responsabile Trasporti per Legambiente Lombardia, non ha mezze misure. «Oggi che stiamo costruendo il metrò per Linate vogliamo svuotare il Forlanini? Ridicolo. Facciamocene una ragione: Malpensa non sarà mai l'hub del Nord Italia. Abbiamo già investito sullo scalo varesino 1,5 miliardi di euro e adesso si vogliono buttare altri soldi per una terza pista. Errare è umano, perseverare sarebbe imperdonabile». Il mondo produttivo, da Confcommercio ad Assolombarda, pare disponibile a inghiottire l'amara medicina del dimagrimento di Linate se questo vale a garantire collegamenti diretti, più veloci e quindi meno costosi. Per finire il sindacato. La Cgil lancia l'idea di un referendum tra i cittadini. «Sarebbe il modo giusto per affrontare il problema», propone il segretario generale milanese, Onorio Rosati. Che aggiunge: «A nostro parere, però, ridimensionare drasticamente Linate, senza garanzie per il futuro a Malpensa, non ha senso». Simile la linea della Cisl di Milano. «Le entrate di Linate hanno salvato i conti Sea dopo il dehubbing Alitalia. Sacrificare il Forlanini senza un progetto serio per Malpensa sarebbe sbagliato». Più possibilista la Uil di Walter Galbusera: «Il punto è fare in modo che da Linate non si parta per fare tappa in altri aeroporti». Sullo sfondo il problema dei problemi: trovare un vettore disposto a trasformare Malpensa in un hub.

Rita Querzé
Ma questi il cervello dove ce l'hanno? mah...
 

Paolo_61

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I giornalisti hanno ampia responsabilità su questi articoli.
Le scelte sui sistemi aeroportuali sono politiche e non sindacali, quando si parlerà di tagli occupazionali o di spostare masse di lavoratori allora saranno presi in considerazione, ma sulle scelte strategiche io non intervisterei affatto alcun sindacalista. Semplicemente non rientra nel suo mandato pronunciarsi su questo tipo di scelte.
La democrazia funziona fintanto che tutti sanno rispettare i propri limiti di competenza.
Per una volta difendo il giornalista. Si limita a riportare le dichiarazioni di tizio e caio, persone comunque in qualche modo legate alle scelte da fare.
 

I-SELV

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GOA-MXP
Per una volta difendo il giornalista. Si limita a riportare le dichiarazioni di tizio e caio, persone comunque in qualche modo legate alle scelte da fare.
Scusa ma non sono affatto d'accordo. Questo modo di operare legittima de facto i sindacati a pronunciarsi su materie tutt'altro che sindacali.
L'eventuale spostamento del personale delle società operanti, a seguito dell'eventuale scelta, sarà materia certamente sindacale, ma la scelta in sè non lo è affatto.
 

AZ209

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Londra.
"Consapevole che se c'è una speranza di trasformare Malpensa nell'aeroporto sognato negli anni '90 - e cioè uno scalo internazionale in grado di collegare il Nord Ovest con la Cina, il Brasile o l'India senza scali - questa passa attraverso un ridimensionamento di Linate."
Hanno beccato proprio i 3 mercati che sono gia' raggiungibili senza scali da MXP. Che geni
 

Paolo_61

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Scusa ma non sono affatto d'accordo. Questo modo di operare legittima de facto i sindacati a pronunciarsi su materie tutt'altro che sindacali.
L'eventuale spostamento del personale delle società operanti, a seguito dell'eventuale scelta, sarà materia certamente sindacale, ma la scelta in sè non lo è affatto.
I lavoratori sono portatori di interessi, non trovo sconvolgente che i loro rappresentanti esprimano un parere su un fatto che li coinvolge (trovo sconvolgente il parere, ma questo è un altro discorso).
 

AZ209

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Londra.
I lavoratori sono portatori di interessi, non trovo sconvolgente che i loro rappresentanti esprimano un parere su un fatto che li coinvolge (trovo sconvolgente il parere, ma questo è un altro discorso).
Possono esprimere i loro pareri, purche' si limitino alle loro bacheche sindacali ed ai blog 'di lotta' del settore.
Non di certo su testate nazionali, dove dimostrano quotidianamente di scrivere un'enormita' di fesserie. Screditando prima la testata giornalistica, poi il giornalista incaricato di scrivere l'articolo (quotando personaggi poco lungimiranti) ed infine l'intelligenza dei lettori.
Diciamolo chiaramente, il ruolo che hanno i sindacati sui media in Italia non ce li hanno in nessun altro paese sviluppato. Ma chiudiamo l'OT visto che qui si parla di LIN vs MXP.
 

danusa86

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28 Settembre 2008
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Oggi c'è un interessantissimo "speciale" sulla questione su "La Repubblica Milano". Se volete posso scannerizzare l'articolo e postarlo ma non so se è permesso in termini di "royalties"
 
Stato
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