Incidente A330 Air France Rio-Parigi 01/06/2009


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6 Novembre 2005
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Paris, 06 June 2009 - 23:09 local time

Press release N° 12
Update on anemometric sensors
Following the many questions which have appeared in the media on the issue of the Pitot probes in its fleet (the Pitot probe is one of the instrument which calculates the air speed of the aircraft), Air France wishes to make the following clarifications:

1) Malfunctions in the Pitot probes on the A 320 led the manufacturer to issue a recommendation in September 2007 to change the probes. This recommendation also applies to long-haul aircraft using the same probes and on which a very few incidents of a similar nature had occurred.

It should be noted that a recommendation from the manufacturer gives the operator total freedom to apply the corresponding guidelines fully, partially or not at all. Should flight safety be concerned, the manufacturer, together with the authorities, issues a mandatory service bulletin followed by an airworthiness directive (AD).

The recommendation to change the probes was implemented by Air France on its A320 fleet where this type of incident involving water ingress at low altitude had been observed. It was not implemented on the A340/330s as no such incidents had been noted.

2) Starting in May 2008 Air France experienced incidents involving a loss of airspeed data in flight, in cruise phase on A340s and A330s. These incidents were analysed with Airbus as resulting from pitot probe icing for a few minutes, after which the phenomenon disappeared. Discussions subsequently took place with the manufacturer. Air France asked for a solution which would reduce or eliminate the occurrence of these incidents. In response to these requests, the manufacturer indicated that the probe model recommended for the A320 was not designed to prevent such incidents which took place at high-altitude cruise levels, and reiterated the operational procedures well-known to the crews.

In the first quarter of 2009 laboratory tests suggested, however, that the new probe could represent a valuable improvement to reduce the incidence of high altitude airspeed discrepancy resulting from pitot probe icing, and an in service evaluation in real flight conditions was proposed by Airbus. Without waiting for the in service evaluation, Air France decided to replace all its probes and the programme was launched on 27 April 2009.

Without making any assumptions as to a possible link with the causes of the accident, Air France speeded up this programme and reminded its pilots of the current instructions issued by the manufacturer to cope with the potential loss of airspeed data.

Comunicato stampa Air France
 

Maddog

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18 Luglio 2008
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Io l'ho letto ieri sul quotidiano cartaceo,
roba da radiarlo dall'albo!
In verità, non capisco perchè i giornalisti abbiano un albo...
Pessimo, veramente pessimo articolo.
Al posto della penna gli hanno dato un fucile a pallettoni pieno di stro...ate.
 

BlueAngel69

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13 Maggio 2008
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Milano (MXP/LIMC), Italy
Primissimi rimedi da poter adottare...

Sì, sono sul muso, sotto la scritta "AirFrance KLM"
Sono 2 per lato, ben distanziati tra loro.
Grazie, FlyIce.

Secondo te, sarebbe possibile (e sarebbe utile) pulirli/ispezionarli prima di ogni volo?

Ricordo che alcuni post fa si parlava di un volo caduto anni fa per sporcizia varia accumulatasi nei Tubi di Pitot...

Saluti.
 

mace

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5 Giugno 2009
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Abano terme, PD
In verità, non capisco perchè i giornalisti abbiano un albo...
Pessimo, veramente pessimo articolo.
Al posto della penna gli hanno dato un fucile a pallettoni pieno di stro...ate.
Qualcuno potrebbe fare un copia incolla qui sul forum dell'articolo di repubblica?
Ho problemi con la visualizzazione del sito, e sono curioso di leggere che c'è scritto!!!!

GRAZIE.
 

caffettiera

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7 Novembre 2005
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.
:D:D:D
AF assomiglia moltissimo alla nostra AZ :clown:
franc lo fanno tutti i vettori del mondo (tedeschi e inglesi inclusi)... e non ci trovo nulla di strano. qual'è la differenza con az (vecchia)? basta notare chi ha firmato "l'ordine": la segreteria del direttore generale esecutivo (in francia non esiste l'AD ma il presidente direttore generale). ci macherebbe pure che l'ad o il dg non possano decidere i surclasse, sono le uniche due figure che devono poterlo fare in az lo facevano dai capo cabina in poi... quindi capo scalo comandanti direttori vari che chiamavano il capo scalo adetto alle pulizie che tacchinava il favore al comandante ecc ecc ecc ecc
 

Maddog

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franc lo fanno tutti i vettori del mondo (tedeschi e inglesi inclusi)... e non ci trovo nulla di strano. qual'è la differenza con az (vecchia)? basta notare chi ha firmato "l'ordine": la segreteria del direttore generale esecutivo (in francia non esiste l'AD ma il presidente direttore generale). ci macherebbe pure che l'ad o il dg non possano decidere i surclasse, sono le uniche due figure che devono poterlo fare in az lo facevano dai capo cabina in poi... quindi capo scalo comandanti direttori vari che chiamavano il capo scalo adetto alle pulizie che tacchinava il favore al comandante ecc ecc ecc ecc
ci provassero loro a volare con un stand by ticket, però...
 

Maddog

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18 Luglio 2008
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HANNO trovato due corpi, un sedile azzurro, una valigia di cuoio, uno zaino contenente i biglietti con partenza Rio e destinazione Ignoto, ma non ancora una spiegazione. Che cosa è successo al volo AF 447? Che cosa ci insegna il suo tragitto dalla città brasiliana al nulla? Per rispondere proviamo a ripercorrerlo.

L'aereo lascia la pista in condizioni apparentemente normali. Trasporta il consueto carico di vite umane, compresi gli inevitabili passeggeri che non avrebbero dovuto esserci e invece ci sono, al posto di altri che hanno perduto l'aereo e conservato la vita per uno scarto di quel concetto esposto sui tabelloni degli aeroporti sudamericani, laddove alla voce destinazione compare "destino". Niente fa ritenere che sarà un viaggio tempestoso: come si verificherà poi, le condizioni meteorologiche sulla rotta non saranno fuori dalla norma. Le hostess si affannano a eseguire la danza rituale delle istruzioni in caso di incidente. In centinaia di voli effettuati non le ho mai ascoltate una volta. Una voce dentro di me diceva: "Un giorno rimpiangerai questa distrazione".

Ora so per certo che non sarà così: che tutta quella pantomima di giubbotti da gonfiare e maschere da indossare è solo una recita per far credere che esista una seconda possibilità, che chi cade possa risorgere. AF 447 cancella le illusioni. Sul fiume Hudson puoi posarti, sull'oceano solo schiantarti. È una legge: più sali e più ti fai male cadendo. Il giubbotto salvagente è un cerotto mentale, che tuttavia i passeggeri si applicano al decollo. Superato quello, tirano un sospiro di sollievo.

AF 447 abbatte un altro luogo comune: che decollo e atterraggio siano i veri momenti problematici. In mezzo, nulla o quasi può accadere. Salvo che, scopriamo, può accadere tutto. Due giorni fa un noto regista che aveva appena imparato a dominare la paura del volo mi diceva preoccupato: "Credevo di avere il quadro completo delle iatture, guardavo perfino fuori dal finestrino per assicurarmi che non ci fossero papere impazzite che s'infilavano nei motori. Poi mi rasserenavo. Qui son venute fuori altre decine di possibili problemi che non conoscevo".

Finito questo articolo andrò a cena da un cuoco in partenza per New York: ha voluto salutare tutti gli amici in caso di disgrazia. AF 447 ha aumentato in modo esponenziale il timore di quel che può accadere in volo. Attenzione: di quel che può accadere, non di quel che accadrà. L'aereo rimane più sicuro di altri mezzi di trasporto, è noto, ma quel che ci spaventa è l'ignoto e quel volo ne ha aperto la porta. È lì che è andato a finire?

Come? Che cosa è successo sopra l'oceano? Non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai. Quel che sappiamo ora è un sacco di cose che non sapevamo prima. Un elenco di possibili cause fatali. Un fulmine? Può bastare un fulmine a far esplodere una fusoliera? Dio o chi per lui gioca ai videogame? Si può precipitare per eccesso di velocità? O per velocità eccessivamente ridotta? Dobbiamo preoccuparci per la presenza di "cumulonembi particolarmente potenti, benché in fase decrescente"? Il pilota automatico può entrare in sciopero come un qualsiasi comandante affiliato a una delle sigle che non hanno firmato l'accordo Cai? Le scatole nere (l'ultimo feticcio che ci era rimasto sulla strada sbarrata che porta a una qualunque verità) possono staccarsi come ventose male attaccate al parabrezza? Con tutti i controlli di sicurezza negli aeroporti, le scarpe e le cinture nell'apposita vaschetta, i personal computer estratti dalla sacca e separatamente passati ai raggi X, è ancora ipotizzabile una bomba a bordo? Da parte di chi? Non necessariamente barbudos col corano? Anche indipendentisti corsi in vacanza di fine stagione a Ipanema?

Ma soprattutto sappiamo che le presunte autorità non sono affatto autorevoli. Che davanti al disastro additano il primo colpevole. Se non regge, avanti un altro. Al limite, avanti tutti: 24 anomalie segnalate in 5 minuti, tutte possibili. Possibili? AF 447 era un aereo o un discorso di George W. Bush? Si cerca di sdrammatizzare per limitare la fatica di camminare perennemente sul filo dello sdegno. Quando affondò il traghetto Moby Prince l'allora ministro della Marina mercantile Carlo Vizzini si presentò a Livorno e disse che era stata colpa della nebbia e che i soccorsi erano arrivati subito. Poi si scoprì che il cielo era terso e un sopravvissuto aveva atteso quasi un'ora sul ponte in fiamme. Ma quello era un ministro del psdi, un accidente della storia di cui conserviamo più onta che memoria.

Qui vediamo arrivare distinti esperti aeronautici, dirigenti della compagnia aerea che ha un piede e presto due in quella italiana e che la latitanza di Fiumicino e Malpensa ci costringe a prendere per tre voli intercontinantali su quattro. Come dei Vizzini qualsiasi li sentiamo dire: "Pioveva", "Anzi no", "Escludiamo la bomba", "Ma non del tutto". E dov'è finito, al netto di due corpi, un sedile e due bagagli, AF 447? Che cosa lo ha fatto sparire dai radar e dalla logica? Fino al ritrovamento di ieri sera abbiamo sperato. In che cosa? In quel che si ammette quando tutte le argomentazioni ammissibili sono cadute, la scienza fa l'occhiolino a una forma laica di fede e noi cerchiamo, riuscendoci, di sentirci meno soli.

Terminato di scrivere l'equazione che sta alla base della teoria della relatività Einstein depose la penna e sorrise. Non aggiunse altro, ma aveva aperto una porta. Oltre la soglia c'era il multiverso, l'insieme di universi paralleli a quello nel quale ci troviamo, potenzialmente infiniti, talora interagenti. Quella soglia è stata spesso varcata: da Alice attraversando uno specchio, dai ragazzini della saga di Narnja entrando in un armadio, dai personaggi di Borges, dalla frustrazione del Candido di Voltaire ("Se questo è il migliore dei mondi possibili, allora dove sono gli altri?").

Nel curioso film "Donnie Darko" il viaggio nel multiverso comincia con la caduta di parti di aereo su una casa nel cuore dell'America. Scartate le 24 anomalie simultanee, la "nebbia di Vizzini", i terroristi corsi, il "potente cumulonembo" e volendosi dare una spiegazione consolatoria, questa, sentite le altre, era diventata non meno plausibile. Perché no? Si è aperta una finestra spazio-temporale e AF 447 ci si è infilato dentro. Se gli universi paralleli sono infiniti c'è questo in cui l'Airbus scompare nel nulla, ce n'è uno per ogni anomalia e ce n'è uno dove continua a volare, il comandante è saldo alla cloche, il pilota automatico squittisce segnalando a regolari intervalli la sua efficienza, il cielo è limpido, le hostess distribuiscono bevande e rassicurazioni: "In caso di turbolenza, allacciate le cinture e slacciate la logica. Andrà tutto bene, abbiamo infinite possibilità".

Ma quei ritrovamenti a 900 chilometri dall'arcipelago Fernando de Noronha ci costringono a un altro brusco atterraggio. O i corpi ritrovati appartengono agli unici due passeggeri scettici a bordo, per i quali la finestra si è chiusa, o siamo tutti condannati a restare in questo universo, unico e largamente imperfetto, dove qualsiasi cosa può accadere senza che nessuno ce ne dia conto, i governanti mentono sapendo di farlo, gli esperti sparano nel mucchio delle evenienze sperando di azzeccare quella giusta, le scatole della verità sono vuote e chiunque ci dica che esiste una via d'uscita è solo una signorina soave, ma soprattutto pagata per farlo.

(7 giugno 2009)
 

FlyIce

Bannato
6 Novembre 2005
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Italy
franc lo fanno tutti i vettori del mondo (tedeschi e inglesi inclusi)... e non ci trovo nulla di strano.
Infatti non ho dato nessun giudizio "morale", mi son solo messo a ridere, anche se ci sarebbe da piangere.
Sarebbe ancora più grave se le l'upgrade fosse stato "richiesto"; sarebbe la pietra tombale su ogni parvenza di indipendenza del BEA.
 

ryanmaverick

Utente Registrato
26 Aprile 2009
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questo articolo di repubblica è veramente scandaloso,praticamente mette in ridicolo il nostro lavoro di equipaggi di volo,vorrei proprio dirgliene quattro in faccio a questo cretino,vuole essere ironico ma ironia zero.....