2009-06-02 16:28
Generale dell'Aeronautica, ecco possibili cause
(di Massimo Nesticò)
ROMA - I rottami "parleranno", per ora sono possibili solo ipotesi, in base alla teoria ed ai precedenti conosciuti, su cosa è accaduto all'aereo dell'Air France sparito ieri mentre sorvolava l'Atlantico: tra queste, è improbabile che un fulmine da solo possa aver provocato la caduta del velivolo. Non è da escludere, invece, la possibilità di un'esplosione a bordo, o di un errore del pilota.
A parlare è il generale Luca Valeriani, capo dell'Ispettorato sicurezza volo dell'Aeronautica Militare, struttura che si occupa di prevenire ed investigare sugli incidenti aerei delle forze armate. "E' poco probabile - spiega il generale Valeriani - che un fulmine da solo provochi la caduta di un aereo di quelle dimensioni, modernissimo e di ultima generazione. Forse al fulmine è stato associato un altro evento. Ad esempio l'aereo della Twa che cadde prima delle Olimpiadi di Atlanta del 1996 precipitò a causa di un'esplosione all'interno del serbatoio di combustibile, dovuta ad un'interferenza elettrica. Quindi - ha aggiunto - un eventuale fulmine potrebbe avere colpito il serbatoio del combustibile, causando un'esplosione". Quanto ad una turbolenza, prosegue l'esperto, "neanche questa da sola può aver causato la disintegrazione del velivolo, anche perché i sistemi radar rilevano in tempo le perturbazioni. Forse - ha ipotizzato - c'é stata una manovra brusca del pilota per evitare qualcosa, associata ad una forte turbolenza. Ma di norma quel tipo di aereo viaggia ad una quota superiore a quella dove avvengono le turbolenze più intense".
Difficile anche, rileva il generale, "pensare ad una rottura di finestrini o di altre parti del velivolo, dovute ad un difetto di costruzione, che ne ha causato la disintegrazione in volo. Si può pensare all'ipotesi inquietante di un'esplosione a bordo e ciò spiegherebbe l'improvvisa mancanza di contatti e l'assenza di richieste di aiuto". Ora, secondo l'ufficiale, "bisogna puntare a delimitare l'area di possibile impatto dell'aereo, dove cominceranno a galleggiare i resti, anche se il lavoro potrebbe essere improbo vista la distanza dalle coste. Va poi considerato che ci sono gli apparati di emergenza, come la scatola nera, dotati di un sistema che segnala la posizione in cui si trovano. Certo, se sono finiti a grande profondità può essere impossibile rilevarli". Dallo stato di questi relitti, aggiunge, "potrebbero arrivare indicazioni più attendibili su quanto accaduto. Così come dal piano di volo, dai dati radar, dalle ultime comunicazioni radio dell'aereo, dai bollettini meteorologici e dalle comunicazioni degli aerei che hanno fatto la stessa rotta subito prima o subito dopo".
http://www.ansa.it/opencms/export/s...aassociare/visualizza_new.html_985978398.html
Generale dell'Aeronautica, ecco possibili cause
(di Massimo Nesticò)
ROMA - I rottami "parleranno", per ora sono possibili solo ipotesi, in base alla teoria ed ai precedenti conosciuti, su cosa è accaduto all'aereo dell'Air France sparito ieri mentre sorvolava l'Atlantico: tra queste, è improbabile che un fulmine da solo possa aver provocato la caduta del velivolo. Non è da escludere, invece, la possibilità di un'esplosione a bordo, o di un errore del pilota.
A parlare è il generale Luca Valeriani, capo dell'Ispettorato sicurezza volo dell'Aeronautica Militare, struttura che si occupa di prevenire ed investigare sugli incidenti aerei delle forze armate. "E' poco probabile - spiega il generale Valeriani - che un fulmine da solo provochi la caduta di un aereo di quelle dimensioni, modernissimo e di ultima generazione. Forse al fulmine è stato associato un altro evento. Ad esempio l'aereo della Twa che cadde prima delle Olimpiadi di Atlanta del 1996 precipitò a causa di un'esplosione all'interno del serbatoio di combustibile, dovuta ad un'interferenza elettrica. Quindi - ha aggiunto - un eventuale fulmine potrebbe avere colpito il serbatoio del combustibile, causando un'esplosione". Quanto ad una turbolenza, prosegue l'esperto, "neanche questa da sola può aver causato la disintegrazione del velivolo, anche perché i sistemi radar rilevano in tempo le perturbazioni. Forse - ha ipotizzato - c'é stata una manovra brusca del pilota per evitare qualcosa, associata ad una forte turbolenza. Ma di norma quel tipo di aereo viaggia ad una quota superiore a quella dove avvengono le turbolenze più intense".
Difficile anche, rileva il generale, "pensare ad una rottura di finestrini o di altre parti del velivolo, dovute ad un difetto di costruzione, che ne ha causato la disintegrazione in volo. Si può pensare all'ipotesi inquietante di un'esplosione a bordo e ciò spiegherebbe l'improvvisa mancanza di contatti e l'assenza di richieste di aiuto". Ora, secondo l'ufficiale, "bisogna puntare a delimitare l'area di possibile impatto dell'aereo, dove cominceranno a galleggiare i resti, anche se il lavoro potrebbe essere improbo vista la distanza dalle coste. Va poi considerato che ci sono gli apparati di emergenza, come la scatola nera, dotati di un sistema che segnala la posizione in cui si trovano. Certo, se sono finiti a grande profondità può essere impossibile rilevarli". Dallo stato di questi relitti, aggiunge, "potrebbero arrivare indicazioni più attendibili su quanto accaduto. Così come dal piano di volo, dai dati radar, dalle ultime comunicazioni radio dell'aereo, dai bollettini meteorologici e dalle comunicazioni degli aerei che hanno fatto la stessa rotta subito prima o subito dopo".
http://www.ansa.it/opencms/export/s...aassociare/visualizza_new.html_985978398.html