di Ninni Perchiazzi
BARI - Chissà se il signor Giuseppe Carlomagno da Como, a mente serena, avrà pensato al film «Siamo uomini o caporali», in cui il grande Totò s’imbatte in Paolo Stoppa, un personaggio da incubo, un caporale appunto, prepotente ed intransigente, ma sempre in nome del rispetto delle regole, in barba ad ogni buon senso. Di certo avrebbe identificato il «proprio» caporale nella inflessibile hostess della Easyjet, che lo scorso 22 agosto sul volo Bari-Milano Malpensa, ha costretto lui, la moglie e il figlioletto di 2 anni e 7 giorni a scendere dall’aereo già predisposto in pista di rullaggio per il decollo.
Il motivo? Lo spiega lo stesso signor Giuseppe in una lettera: «Non aver considerato la norma che impone il pagamento del biglietto intero ai bambini con età superiore ai 2 anni. Nostro figlio infatti, aveva 2 anni e 7 giorni!!!». «Ebbene, nonostante avessimo superato regolarmente il chek in - racconta ancora - in aereo la hostess una volta appresa l’età di nostro figlio ha bloccato il volo. Addirittura ha contattato la sede inglese della compagnia. Il risultato? Il bimbo deve scendere dall’aereo».
A quanto pare ogni soluzione alternativa proposta non è stata presa in considerazione. «Ho proposto di far partire mia moglie con il bambino, nulla da fare - spiega Giuseppe - i biglietti prenotati sono x due adulti (la prenotazione era stata effettuata telematicamente a marzo 2009, senza nemmeno valutare la clausola dei 2 anni. Non c’erano posti liberi. Tenerlo in braccio? Nemmeno a parlarne. Altra proposta: pago il biglietto al bimbo. Ancora un rifiuto. Dopo 45’ di tira e molla non ci resta che scendere dall’aereo e attendere la restituzione dei bagagli».
E qui inizia, un’altra odissea: prima alla stazione a caccia di un treno completamente pieno e poi di una stanza d’albergo, rintracciata solo quando mezzanotte è passata da mezz’ora. Alle 7 del mattino è un Intercity a veicolare la famiglia Carlomagno verso casa. L’arrivo a Como avviene alle 19.30, ben 30 ore dopo la partenza da un paesino della Calabria.
«Racconto la mia storia - dice lo sfortunato protagonista della vicenda - perché tutti sappiano e per ringraziare la Easyjet. Chissà se si rendono conto quali danni comportano atteggiamenti aprioristici, rigidi, burocratici».
la compagia conferma «La compagnia pur rammaricandosi molto dell'accaduto, afferma che il proprio regolamento chiaramente indicato sul sito internet, come del resto quello di altre compagnie aeree, prevede che i bambini di due anni compiuti paghino un biglietto e occupino un posto». È quanto afferma la Easyjet in una nota a proposito dell’increscioso episodio verificatosi lo scorso 22 agosto sul volo Bari-Milano Malpensa. «Tale regolamento - si prosegue nella nota - purtroppo, per ragioni di sicurezza del minore stesso, non può essere derogato. Nel caso specifico non sarebbe stato nemmeno possibile far accomodare il bambino diversamente, essendo l'aereo al completo».
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=262192&IDCategoria=1
BARI - Chissà se il signor Giuseppe Carlomagno da Como, a mente serena, avrà pensato al film «Siamo uomini o caporali», in cui il grande Totò s’imbatte in Paolo Stoppa, un personaggio da incubo, un caporale appunto, prepotente ed intransigente, ma sempre in nome del rispetto delle regole, in barba ad ogni buon senso. Di certo avrebbe identificato il «proprio» caporale nella inflessibile hostess della Easyjet, che lo scorso 22 agosto sul volo Bari-Milano Malpensa, ha costretto lui, la moglie e il figlioletto di 2 anni e 7 giorni a scendere dall’aereo già predisposto in pista di rullaggio per il decollo.
Il motivo? Lo spiega lo stesso signor Giuseppe in una lettera: «Non aver considerato la norma che impone il pagamento del biglietto intero ai bambini con età superiore ai 2 anni. Nostro figlio infatti, aveva 2 anni e 7 giorni!!!». «Ebbene, nonostante avessimo superato regolarmente il chek in - racconta ancora - in aereo la hostess una volta appresa l’età di nostro figlio ha bloccato il volo. Addirittura ha contattato la sede inglese della compagnia. Il risultato? Il bimbo deve scendere dall’aereo».
A quanto pare ogni soluzione alternativa proposta non è stata presa in considerazione. «Ho proposto di far partire mia moglie con il bambino, nulla da fare - spiega Giuseppe - i biglietti prenotati sono x due adulti (la prenotazione era stata effettuata telematicamente a marzo 2009, senza nemmeno valutare la clausola dei 2 anni. Non c’erano posti liberi. Tenerlo in braccio? Nemmeno a parlarne. Altra proposta: pago il biglietto al bimbo. Ancora un rifiuto. Dopo 45’ di tira e molla non ci resta che scendere dall’aereo e attendere la restituzione dei bagagli».
E qui inizia, un’altra odissea: prima alla stazione a caccia di un treno completamente pieno e poi di una stanza d’albergo, rintracciata solo quando mezzanotte è passata da mezz’ora. Alle 7 del mattino è un Intercity a veicolare la famiglia Carlomagno verso casa. L’arrivo a Como avviene alle 19.30, ben 30 ore dopo la partenza da un paesino della Calabria.
«Racconto la mia storia - dice lo sfortunato protagonista della vicenda - perché tutti sappiano e per ringraziare la Easyjet. Chissà se si rendono conto quali danni comportano atteggiamenti aprioristici, rigidi, burocratici».
la compagia conferma «La compagnia pur rammaricandosi molto dell'accaduto, afferma che il proprio regolamento chiaramente indicato sul sito internet, come del resto quello di altre compagnie aeree, prevede che i bambini di due anni compiuti paghino un biglietto e occupino un posto». È quanto afferma la Easyjet in una nota a proposito dell’increscioso episodio verificatosi lo scorso 22 agosto sul volo Bari-Milano Malpensa. «Tale regolamento - si prosegue nella nota - purtroppo, per ragioni di sicurezza del minore stesso, non può essere derogato. Nel caso specifico non sarebbe stato nemmeno possibile far accomodare il bambino diversamente, essendo l'aereo al completo».
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=262192&IDCategoria=1