La visione di Bisignani
PARLA BISIGNANI (GIOVANNI)! REQUIEM SU ALITALIA DALL'EX CAPO DELLA IATA: "I 500 MILIONI SERVONO SOLO A COPRIRE I BUCHI, NESSUNO SI ILLUDA DI POTER STRAPPARE CONDIZIONI. ALITALIA VALE ZERO E SARÀ TRATTATA PER QUEL CHE VALE. MORIREMO FRANCESI"
Dopo l'Assemblea terminata alle 3,30 di notte in cui i soci di Alitalia hanno approvato l'aumento di capitale di 300 milioni, le notizie sul futuro della Compagnia diventano ogni giorno più drammatiche.
Le ultime si riferiscono all'atteggiamento di AirFrance e delle banche, Intesa e Unicredit, che dovrebbero garantire l'operazione. A quanto si legge sui giornali (in particolare sul "Messaggero") i francesi avrebbero addirittura desiderato il fallimento immediato votando contro la copertura delle perdite, mentre i vertici delle due banche milanesi hanno scritto una lettera annunciando che il loro prestito di 200 milioni sarà effettivo solo dopo il piano industriale.
A questo punto non si capisce chi stia lavorando intorno a questo piano industriale che deve essere pronto prima che sia troppo tardi. Il povero Sarmi è volato a Parigi dove i top manager dell'Oltralpe gli hanno spiegato che anche se la loro quota dovesse ridursi metteranno sempre i bastoni tra le ruote.
E quando il manager dalle orecchie generose è uscito dal quartier generale di AirFrance, che si trova a due passi dalla tomba di Napoleone, aveva nelle orecchie la minaccia dei galletti francesi che da tempo stanno trattando anche con gli arabi per le rotte sul Maghreb poiché più del 60% dei passeggeri verso quelle rotte è il loro mercato. Mentre andava all'aeroporto per tornare in Italia, Sarmi si è reso conto che per contribuire a un piano industriale dovrà ricorrere anche lui a una delle solite società di consulenza (magari Accenture oppure Boston Consulting, la madrina di tanti piani falliti) e forse ha capito che nella partita internazionale l'Alitalia è un microbo.
A danneggiarla sono stati i tanti errori delle gestioni precedenti, primo fra tutti la polverizzazione degli aeroporti in Italia che ha favorito l'esplosione delle compagnie low cost, l'invasione di Ryan Air sulle rotte europee, e l'occupazione del traffico verso il Maghreb e il Medio Oriente che rappresenta un'area strategica poiche' pare (notizia inedita) che, al di là dell'interesse di Air France, si stia formando in Qatar una formidabile Compagnia low cost in grado di assicurarsi alcune rotte fondamentali.
Di fronte a questo scenario è significativo il silenzio dei cosiddetti manager che hanno gestito la Compagnia. Nessuno di loro ha il coraggio di parlare. L'ultimo arrivato, il comandante dei capitani coraggiosi Roberto Colaninno, si guarda bene dal ripetere gli annunci trionfalistici di luglio e in vista dell'aumento di capitale sta raggranellando soldi vendendo azioni della sua holding Immsi fondata nel 2000. Così ha fatto in un paio di giorni portando fieno in cascina per 22 milioni di euro.
Tacciono anche il mitico Ragnetti (approdato in Alitalia dopo il successo nella vendita dei vibratori quando era in Philips, tace Federico Cempella (l'unico che aveva intuito il pericolo Moretti), e tace anche l'uomo dell' IRI, Francesco Mengozzi. Ovviamente nessuno si aspetta qualche parola da Giancarlo Cimoli, il manager che ha creato scandalo con la sua liquidazione. A parlare invece è Giovanni Bisignani, detto Nanni, che dopo aver guidato Alitalia per volonta' di Prodi, per 11 anni è stato a capo della Iata, l'Organizzazione mondiale del trasporto aereo. Due giornali (Carlino e Panorama) lo hanno pescato in India dove sta presentando "Shaking the Skies", il libro autobiografico che non ha la pretesa di "sussurrare ai potenti" come piace al fratello Luigi, ma ripercorre l'esperienza nel mondo dell'aviazione.
Adesso ha 67 anni, si dedica alla consulenza e può permettersi il lusso di parlare della sua vecchia Compagnia che ha guidato senza peli sulla lingua. Nanni non ha dubbi: salvare l'Alitalia è una "mission impossible" che non si può affrontare con un cerotto di 500 milioni utili soltanto "a mantenerla in vita qualche mese". E a suo avviso nemmeno investendo miliardi si potrebbe invertire la china perché le compagnie low cost stanno per aggredire le rotte intercontinentali ed è stata persa la grande occasione del 2008 quando i patrioti "si trovarono la compagnia ripulita di tutti i debiti con un aiuto dello Stato senza precedenti in Europa".
La conclusione è amara, il verdetto inesorabile: "i mezzi freschi servono solo a coprire i buchi, nessuno si illuda di poter strappare chissà quali condizioni, Alitalia vale poco più di zero e sarà trattata per quel che vale. Moriremo francesi".