*** ALITALIA : Poste Italiane al 15% ***


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flyboy

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ASCA) - Roma, 17 ott - Alitalia smentisce che ''qualsiasi nuovo piano sia stato presentato'' e ''precisa quindi che le indiscrezioni relative a tagli del personale, messa a terra degli aerei e tagli di rotte sono destituite di ogni fondamento''. E' quanto si legge in una nota della Compagnia aerea. fgl/
io ci credo :clown:
 

Veolia

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10 Settembre 2006
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mah, la fiaba che gira su altri forum e' di vendita di macchine, ma e' evidentemente una contraddizione in termini , vista la fattispecie
 

Paolo_61

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2 Febbraio 2012
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mah, la fiaba che gira su altri forum e' di vendita di macchine, ma e' evidentemente una contraddizione in termini , vista la fattispecie
Invece è possibile: vendono le macchine di proprietà APC (cioè loro), e incassano l'eventuale differenza positiva fra debito residuo e valore di mercato. Meglio che tenerle al prato e pagarci sopra gli interessi.
 

Veolia

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Invece è possibile: vendono le macchine di proprietà APC (cioè loro), e incassano l'eventuale differenza positiva fra debito residuo e valore di mercato. Meglio che tenerle al prato e pagarci sopra gli interessi.
col mercato che c'e' adesso per 321 non neo???
inoltre su quei valori, nel senso delle quoe delle societa' che hanno in pancia gli avions, sono sicuramente a garanzia presso le banche, altrimenti non avrebbero sganciato un cents.
non fai cassa con quella roba, di sicuro non al momento e data l'eta' delle macchine sarebbero valori irrisori
 

Paolo_61

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col mercato che c'e' adesso per 321 non neo???
inoltre su quei valori, nel senso delle quoe delle societa' che hanno in pancia gli avions, sono sicuramente a garanzia presso le banche, altrimenti non avrebbero sganciato un cents.
non fai cassa con quella roba, di sicuro non al momento
Dipende dai valori di mercato e dal debito sulla singola macchina. Se per il primo possiamo avere un'idea, sul secondo invece siamo al massimo alle congetture. E comunque, come detto, anche a chiuderla a zero, come minimo risparmi il costo degli interessi passivi.
 
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flyboy

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Posto qui, sperando che non ripartano le polemiche su ciò che è stato, solo perché mi sembra interessante quanto Prodi racconta relativamente alle trattative riservate portate avanti a suo tempo:

Alitalia, Prodi sui capitani coraggiosi: «Hanno fatto un disastro»

E alla fine si toglie più di un sassolino dalla scarpa. Lui è Romano Prodi, premier ai tempi della prima trattativa di Alitalia con Air France-Klm, poi bocciata in nome dell’italianità. «Sono arrivati i capitani coraggiosi e il disastro che hanno fatto mi sembra abbastanza chiaro ed evidente. È costato al Paese più di 5 miliardi di euro e il problema non è ancora risolto».

Romano Prodi, interpellato sul dossier Alitalia a margine del Forum Euroasiatico a Verona, fa un affondo di quelli che non ci si aspetta da un personaggio dal temperamento mite e pacato come il suo. I capitani coraggiosi sono gli imprenditori che nel 2009 furono chiamati a raccolta da Silvio Berlusconi e decisero di partecipare al risanamento della compagnia aerea diventando azionisti di quella che poi divenne Cai, Compagnia aerea italiana. «Nel 2007 avevo cercato, vista la situazione dell’azienda, tutti gli accordi che avrebbero potuto renderla forte e che le avrebbero permesso di resistere sul mercato — ha spiegato Prodi —. Prima c’era stata una lunga trattativa con Lufthansa, abituata ad avere diversi hub: la cancelliera era favorevole, ma il consiglio di sorveglianza disse che non voleva avere a che fare coi sindacati Alitalia», ha raccontato.

«Ci fu — ha rivelato ancora il professore - una trattativa molto interessante con Air China. Parlai con l’allora premier, spiegandogli che a noi interessava avere una porta verso l’Asia e ricevere i milioni di turisti cinesi mentre a loro poteva interessare avere una porta in Europa e un centro di riferimento per l’Africa fuori dall’Africa. Erano molto interessati ma non erano pronti, avevano bisogno di tre-quattro anni». Poi arrivò la trattativa francese: «Era andata avanti con condizioni buone per l’Italia: non era la soluzione ideale ma era la migliore fra quelle rimaste. Poi sono andato via dal governo e non so cosa sia successo — ha detto l’ex premier —. Sono arrivati i capitani coraggiosi e il disastro che hanno fatto mi sembra abbastanza chiaro ed evidente. È costato al Paese più di 5 miliardi di euro e il problema non è ancora risolto».

Il professore ha evitato di commentare l’attuale operazione che prevede l’intervento di Poste Italiane, ma è stato molto chiaro nel giudizio della gestione della cordata di imprenditori italiani, tuttora presenti nell’azionariato dell’ex compagnia di bandiera che in questi giorni ha dato il via libera all’aumento di capitale da 300 milioni di euro. Un’operazione che ha ottenuto l’unanimità dei soci, che ora avranno un mese di tempo per aprire davvero il portafoglio. Intanto, sull’intervento delle Poste, la Commissione Ue si aspetta una notifica dall’Italia: «Quando ci sono dubbi sulla natura dell’operazione — ha fatto sapere il portavoce del commissario Ue alla concorrenza Joaquin Almunia — cioè se si tratti di aiuti di Stato o meno, gli Stati sarebbero saggi a notificarle a Bruxelles».

Smentita invece, da parte della ex compagnia di bandiera, l’ipotesi che sia già stato presentato un nuovo piano con tagli del personale, messa a terra degli aerei e tagli di rotte. «Sono indiscrezioni destituite di ogni fondamento» ha fatto sapere il vettore in una nota ufficiale.

http://www.corriere.it/economia/13_...ro-c41c1c8c-3728-11e3-ab57-6b6fcd48eb87.shtml
 

ilcavalieredeltempo

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ROMA.
ASCA) - Roma, 17 ott - Alitalia smentisce che ''qualsiasi nuovo piano sia stato presentato'' e ''precisa quindi che le indiscrezioni relative a tagli del personale, messa a terra degli aerei e tagli di rotte sono destituite di ogni fondamento''. E' quanto si legge in una nota della Compagnia aerea. fgl/
buona notizia speriamo non venga smentita in futuro
 

Vortigern

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200
Questa infelice frase di Cuccia è una delle rovine dell'Italia. I voti si contano, quando si pesano abbiamo le operazioni "nocciolo duro" in stile Telecom (ai tempi della privatizzazione), in cui azionisti con lo zero virgola pretendono (e riescono) di comandare senza metterci il grano.
Sante Parole.....
 

AZ680

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15 Febbraio 2006
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roma, Lazio.
La visione di Bisignani

PARLA BISIGNANI (GIOVANNI)! REQUIEM SU ALITALIA DALL'EX CAPO DELLA IATA: "I 500 MILIONI SERVONO SOLO A COPRIRE I BUCHI, NESSUNO SI ILLUDA DI POTER STRAPPARE CONDIZIONI. ALITALIA VALE ZERO E SARÀ TRATTATA PER QUEL CHE VALE. MORIREMO FRANCESI"
Dopo l'Assemblea terminata alle 3,30 di notte in cui i soci di Alitalia hanno approvato l'aumento di capitale di 300 milioni, le notizie sul futuro della Compagnia diventano ogni giorno più drammatiche.
Le ultime si riferiscono all'atteggiamento di AirFrance e delle banche, Intesa e Unicredit, che dovrebbero garantire l'operazione. A quanto si legge sui giornali (in particolare sul "Messaggero") i francesi avrebbero addirittura desiderato il fallimento immediato votando contro la copertura delle perdite, mentre i vertici delle due banche milanesi hanno scritto una lettera annunciando che il loro prestito di 200 milioni sarà effettivo solo dopo il piano industriale.
A questo punto non si capisce chi stia lavorando intorno a questo piano industriale che deve essere pronto prima che sia troppo tardi. Il povero Sarmi è volato a Parigi dove i top manager dell'Oltralpe gli hanno spiegato che anche se la loro quota dovesse ridursi metteranno sempre i bastoni tra le ruote.
E quando il manager dalle orecchie generose è uscito dal quartier generale di AirFrance, che si trova a due passi dalla tomba di Napoleone, aveva nelle orecchie la minaccia dei galletti francesi che da tempo stanno trattando anche con gli arabi per le rotte sul Maghreb poiché più del 60% dei passeggeri verso quelle rotte è il loro mercato. Mentre andava all'aeroporto per tornare in Italia, Sarmi si è reso conto che per contribuire a un piano industriale dovrà ricorrere anche lui a una delle solite società di consulenza (magari Accenture oppure Boston Consulting, la madrina di tanti piani falliti) e forse ha capito che nella partita internazionale l'Alitalia è un microbo.
A danneggiarla sono stati i tanti errori delle gestioni precedenti, primo fra tutti la polverizzazione degli aeroporti in Italia che ha favorito l'esplosione delle compagnie low cost, l'invasione di Ryan Air sulle rotte europee, e l'occupazione del traffico verso il Maghreb e il Medio Oriente che rappresenta un'area strategica poiche' pare (notizia inedita) che, al di là dell'interesse di Air France, si stia formando in Qatar una formidabile Compagnia low cost in grado di assicurarsi alcune rotte fondamentali.
Di fronte a questo scenario è significativo il silenzio dei cosiddetti manager che hanno gestito la Compagnia. Nessuno di loro ha il coraggio di parlare. L'ultimo arrivato, il comandante dei capitani coraggiosi Roberto Colaninno, si guarda bene dal ripetere gli annunci trionfalistici di luglio e in vista dell'aumento di capitale sta raggranellando soldi vendendo azioni della sua holding Immsi fondata nel 2000. Così ha fatto in un paio di giorni portando fieno in cascina per 22 milioni di euro.
Tacciono anche il mitico Ragnetti (approdato in Alitalia dopo il successo nella vendita dei vibratori quando era in Philips, tace Federico Cempella (l'unico che aveva intuito il pericolo Moretti), e tace anche l'uomo dell' IRI, Francesco Mengozzi. Ovviamente nessuno si aspetta qualche parola da Giancarlo Cimoli, il manager che ha creato scandalo con la sua liquidazione. A parlare invece è Giovanni Bisignani, detto Nanni, che dopo aver guidato Alitalia per volonta' di Prodi, per 11 anni è stato a capo della Iata, l'Organizzazione mondiale del trasporto aereo. Due giornali (Carlino e Panorama) lo hanno pescato in India dove sta presentando "Shaking the Skies", il libro autobiografico che non ha la pretesa di "sussurrare ai potenti" come piace al fratello Luigi, ma ripercorre l'esperienza nel mondo dell'aviazione.
Adesso ha 67 anni, si dedica alla consulenza e può permettersi il lusso di parlare della sua vecchia Compagnia che ha guidato senza peli sulla lingua. Nanni non ha dubbi: salvare l'Alitalia è una "mission impossible" che non si può affrontare con un cerotto di 500 milioni utili soltanto "a mantenerla in vita qualche mese". E a suo avviso nemmeno investendo miliardi si potrebbe invertire la china perché le compagnie low cost stanno per aggredire le rotte intercontinentali ed è stata persa la grande occasione del 2008 quando i patrioti "si trovarono la compagnia ripulita di tutti i debiti con un aiuto dello Stato senza precedenti in Europa".
La conclusione è amara, il verdetto inesorabile: "i mezzi freschi servono solo a coprire i buchi, nessuno si illuda di poter strappare chissà quali condizioni, Alitalia vale poco più di zero e sarà trattata per quel che vale. Moriremo francesi".
 

Veolia

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La visione di Bisignani
La conclusione è amara, il verdetto inesorabile: "i mezzi freschi servono solo a coprire i buchi, nessuno si illuda di poter strappare chissà quali condizioni, Alitalia vale poco più di zero e sarà trattata per quel che vale. Moriremo francesi".
non fa una grinza, e' solo questione di tempo
 

D-GODE

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28 Dicembre 2010
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Torino
.... le compagnie low cost stanno per aggredire le rotte intercontinentali ...

detto non da uno qualsiasi, ma dall'ex presidente IATA. C'è da credergli, nell'immediato?
 

belumosi

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10 Dicembre 2007
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.... le compagnie low cost stanno per aggredire le rotte intercontinentali ...

detto non da uno qualsiasi, ma dall'ex presidente IATA. C'è da credergli, nell'immediato?
In Asia sta già avvenendo, non c'è ragione perché prima o poi non succeda anche altrove.
 

FlyKing

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14 Aprile 2011
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Genova - LIMJ
In Asia sta già avvenendo, non c'è ragione perché prima o poi non succeda anche altrove.
Sui mercati occidentali la penetrazione è più difficile, vuoi perché le tariffe praticate soprattutto sul nord Atlantico siano sensibilmente più alte rispetto a quelle intra-asiatiche, vuoi perché le compagnie sono meglio coalizzate per massimizzare sinergie e ridurre i costi, sia verso loro stesse, sia come prezzo finale per il cliente.
 

Paolo_61

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A parte che non sarebbe male leggere articoli scritti almeno in italiano corretto (concetto evidentemente sempre più estraneo al giornalismo italiano), da anni si sente parlare del fantomatico progetto "low cost intercontinentale". Ad oggi, però, non mi sembra che ci siano molte compagnie pronte a scannarsi per portare pax dall'Europa agli USA a 59 euro tutto incluso.
 

MC205

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30 Luglio 2009
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Brekkin niu. AF che vuole il "cadavere" di AZ ha annunciato oggi ai sindacati un piano per lasciare a casa 50/60 dipendenti in Italia azz....
 
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