Partiamo dall''inizio della storia, forse così è più chiaro come nascono queste immobilizzazione immateriali. Al momento dell'acquisto di AirOne da parte di CAI (precedente all'acquisto del ramo d'azienda Alitalia scorporato dalla procedura concorsuale), il presso pagato è stato superiore al patrimonio netto contabile. Questo è normale, in quanto si riconosce un avviamento all'attività acquistata. In condizioni diverse (cioè se non fosse necessario mantenere tutti i COA possibili e immaginabili per le ben note ragioni) AZ-CAI avrebbe effettuato una fusione per incorporazione della controllata AirOne. Da tale fusione sarebbe emerso l'avviamento come differenza fra il valore di carico delle azioni (cioè il prezzo pagato per comprarle) e il patrimonio netto. Ma dovendo mantenere in vita AirOne l'unico modo per far emergere questo avviamento riconosciuto al momento dell'acquisto era appunto lo scorporo e fusione - così come stato effettuato. Dal punto di vista patrimoniale nulla è cambiato.
Quanto al valore effettivo di tali immobilizzazioni siamo ovviamente nel capo del più puro opinabile, però in pancia ad AirOne c'erano un marchio ormai ben avviato - e che è stato conservato anche se riposizionato, dei diritti di acquisto di un certo peso e una serie di slot pregiati, anche se non direttamente vendibili, come quelli di LIN. Tutto ciò quanto vale? Difficile dirlo, ma in caso di default solo per avere gli slot a LIN credo che in molti farebbero carte false per acquistare dall'eventuale procedura il ramo d'azienda che li ha in pancia. Inoltre per CAI, ormai cerca di acquistare AZ, AirOne era fondamentale per accorpare sotto un unico ombrello una fetta consistente del traffico italiano. Insomma un concorrente lo puoi pagare più di quanto vale solo perché diminuendo la competizione aumenti i tuoi ricavi e i tuoi redditi futuri (questa frase potrebbe essere applicabile ad esempio anche all'acquisto di WindJet)