Alitalia: chiesta cigs per 3.960


Alitalia nel mirino di Almaviva. Il Gruppo ha promosso una cordata, in partnership con altre società italiane del settore IT, per la presentazione di una manifestazione d’interesse relativa alla procedura Alitalia, formalizzata entro il termine del 18 marzo 2020.

“La decisione – spiega una nota – è motivata dalla volontà di portare il contributo di consolidate esperienze d’impresa e competenze digitali per guardare alla prospettiva della compagnia nell’ambito di un più ampio progetto di rilancio per il Turismo e il Made in Italy”.

Si tratta di “un piano strategico indirizzato a valorizzare Alitalia quale soggetto centrale per profilo, assetto e missione, caratterizzato da completa digitalizzazione nella gestione dei servizi, da sistema integrato di assistenza e accoglienza, dalla capacità evoluta di promozione del turismo e del patrimonio culturale italiano”.

“Alitalia assume il ruolo di principale messaggero del Made in Italy, in una visione orientata a privilegiare innovazione e qualità dell’offerta, aprendo nuove e solide opportunità di occupazione”, conclude la nota Almaviva.

CorCom

Almeno con loro il call center dovrebbe funzionare.
 
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E secondo la senatrice ed ex dipendente Alitalia-Air One, Giulia Lupo la compagnia ha diverse chance di riuscire: “Ritengo che l'importanza di salvaguardare i nostri vettori sia sotto gli occhi di tutti, a partire da Alitalia. Questi vettori non sono fuggiti una volta finiti i ricavi...
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La differenza è che le compagnie che hanno sospeso hanno pochi mesi di vita per una PANDEMIA, e li hanno perchè hanno soldi in cassa. Az invece... vabbè, vai a spiegare le questioni economiche alla Lupo... come non detto.
 
Roma, 19 mar 14:47 - (Agenzia Nova) - Il commissario di Alitalia Giuseppe Leogrande, insieme al suo staff, sta valutando l’unica manifestazione d’interesse sul bando di vendita della compagnia aerea arrivata dall’imprenditore sudamericano German Efromovich. Ma secondo fonti di "Agenzia Nova" questa offerta d’acquisto, pur richiedendo una attenta valutazione, non suscita aspettative di sviluppo e concretizzazione. Se non altro perché l’interessato, tramite la holding di famiglia Brw Aviation detiene partecipazioni in compagnie aeree legate al network internazionale Star Alliance. Mentre Alitalia è consociata in una delle altre due alleanze internazionali che insieme a Star si spartiscono oltre la metà del mercato aereo internazionale: la rete SkyTeam a cui insieme ad Alitalia, da anni, fa riferimento anche Air France, Delta e Klm. Per questa considerazione anche le precedenti due offerte di entrare nell’azionariato Alitalia in amministrazione straordinaria avanzate da German Efromovich non sono mai andate a buon fine.

La proposta arrivata in queste ore risulta inoltre poco credibile nel momento in cui anche compagnie più grandi e appetibili di Alitalia, come Lufthansa che fa parte di Star Alliance, per effetto della crisi provocata dall’emergenza Covid-19, potrebbero spalancare le porte a capitali freschi. Tra l’altro proprio oggi le tre cordate internazionali - oltre a Star e SkyTeam, anche OneWorld con dentro Cathay Pacific e British Airways - hanno stimato in 113 miliardi di dollari le perdite di ricavi da preventivare per effetto dell’emergenza Covid-19 sul trasporto aereo mondiale. In ogni caso Alitalia, anche nella nuova prospettiva di ri-nazionalizzazione su cui sta lavorando il ministero dello Sviluppo economico, non potrà fare a meno di una partnership a livello internazionale. Ciascuna delle tre cordate organizza infatti in partnership le politiche commerciali stagionali e l’organizzazione degli equipaggi sulle rotte più profittevoli, che sono quelle a lunga percorrenza e in particolare transatlantiche, per altro per il momento sostanzialmente bloccate.

Nella logica che il governo intende perseguire, la creazione di un vettore nazionale serve per assicurare proprio il ruolo strategico di connessione con il resto del mondo. La nuova Alitalia dovrà dunque servire come asset di collegamento internazionale e non essere relegata nello spazio aereo domestico con un ruolo ancillare rispetto a hub intercontinentali e grandi scali europei. Di una vera compagnia di bandiera, sotto il controllo pubblico, se ne sente il bisogno proprio in questo momento di emergenza nazionale nel quale solo Alitalia infatti garantisce i voli di rimpatrio dei tanti italiani che si trovano all’estero per studio, viaggio o lavoro e persino degli statunitensi che vogliono tornare nel loro paese. Ad amplificare il ruolo strategico nelle emergenze sanitarie di Alitalia c’è anche l’aver ottenuto l’autorizzazione Ceiv del trasporto internazionale di farmaci, come si legge dall’ultima relazione disponibile dell’amministrazione straordinaria, riferita al 2019. Il ministero dello Sviluppo ha ora come priorità la definizione del modello di ri-nazionalizzazione e secondo le fonti di "Agenzia Nova" sta elaborando uno schema che ricorda il modello Iri. Significa che, nell’ipotesi al vaglio, la newco prevista nel decreto "Cura Italia" sarà interamente pubblica, al massimo con una partecipazione molto minoritaria e non decisiva di privati. Visto il totale fallimento sia dei privati italiani sia dei privati stranieri, la nuova compagnia sarà presumibilmente gestita al cento per cento dal ministero dell’Economia e dal Mise, anche se probabilmente per via indiretta, cioè tramite la gestione di Invitalia oppure di Ferrovie dello Stato.

Come è scritto nell’articolo 79 del decreto Cura Italia, la dotazione iniziale di 500 milioni servirà solo come capitale di avviamento della nuova Alitalia. Seguiranno successive ricapitalizzazioni del Mef. E del resto si sa che la cifra iniziale avrebbe dovuto già essere di un miliardo. Seguiranno inoltre altri decreti. Annunciati nel dispositivo del decreto, che riguarderanno probabilmente l’affidamento dei rami handling (aeroporti) e manutenzione, insieme alle esposizioni debitorie alla bad-company che nel frattempo dovrà risanare e rendere presumibilmente profittevole l’investimento ulteriore dello Stato, per non incorrere nelle more dell’Antitrust europeo. Questa bad-company, che forse cercherà di vendere il ramo handling ad Aeroporti di Roma, dovrebbe restare appannaggio del commissario Giuseppe Leogrande. Mentre per la newco le fonti di Nova ipotizzano la nomina di Giancarlo Zeni, che attualmente affianca Leogrande come direttore generale di Alitalia in amministrazione straordinaria. Zeni precedentemente a questo incarico in Alitalia ha realizzato con successo il risanamento della compagnia Blu Panorama. Per traghettare il ramo aviation è probabile che il nuovo ad della newco dovrà razionalizzare i costi. Ma più che i costi del personale, ormai in linea o persino marginalmente più bassi di quelli degli altri vettori non low cost europei, dovrà ricontrattare l’hedging sui carburanti - i contratti assicurativi sui prezzi futuri - visto il recente crollo dei prezzi del petriolio e ricontattare inoltre gli onerosi leasing sui velivoli, riducendo al minimo tutti i costi impropri che hanno gravato enormemente sui bilanci della compagnia.

Alitalia ha subìto già due ri-nazionalizzazioni ma dal 2008 sempre seguendo la logica dei prestiti-ponte, arrivando così a totalizzare oltre 1,3 miliardi di versamenti da parte dello Stato solo negli ultimi anni, a partire dall’ultima bad- company per favorire l’ingresso di Ehiad nel capitale della newco e mantenendo una gestione privatistica che ha aumentato i costi e non ottimizzato gli slot. Ciò nonostante Alitalia è riuscita a rimanere, fino a tutto il 2018, la seconda compagnia aerea più affidabile e puntuale d’Europa. Quindi con professionalità eccellenti e una gestione operativamente efficiente. Con il newco su “modello Iri”, oltre a garantire i servizi essenziali per il Paese, dovrà essere messa in grado, in prospettiva, di riguadagnare le fette di mercato che ha perso negli ultimi trent’anni, dall’arrivo dei vettori low cost e dalla scomparsa della casa-madre, l’Iri. Considerando che secondo uno studio di Mediobanca ha perso negli ultimi dieci anni 400 milioni di euro di utili in media ogni anno, 600 milioni solo nel 2019. E considerando anche un mercato potenziale in Italia, sia di transito ma anche originario e di destinazione, da 190 milioni di passeggeri l’anno, con margini di sviluppo ancora molto ampi in termini di trasporto aereo. © Agenzia Nova - Riproduzione riservata


Agenzia Nova
 
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Come è scritto nell’articolo 79 del decreto Cura Italia, la dotazione iniziale di 500 milioni servirà solo come capitale di avviamento della nuova Alitalia. Seguiranno successive ricapitalizzazioni del Mef.

Meglio essere chiari dall'inizio, che poi noi dietrologi facciamo finta di cascare dal pero ad ogni "prestito" ponte.

... Seguiranno inoltre altri decreti. Annunciati nel dispositivo del decreto, che riguarderanno probabilmente l’affidamento dei rami handling (aeroporti) e manutenzione, insieme alle esposizioni debitorie alla bad-company che nel frattempo dovrà risanare e rendere presumibilmente profittevole l’investimento ulteriore dello Stato ...

Pensavo che oltre il ridicolo non si potesse andare, invece...

Per traghettare il ramo aviation è probabile che il nuovo ad della newco dovrà razionalizzare i costi. Ma più che i costi del personale, ormai in linea o persino marginalmente più bassi di quelli degli altri vettori non low cost europei, dovrà ricontrattare l’hedging sui carburanti - i contratti assicurativi sui prezzi futuri - visto il recente crollo dei prezzi del petriolio e ricontattare inoltre gli onerosi leasing sui velivoli, riducendo al minimo tutti i costi impropri che hanno gravato enormemente sui bilanci della compagnia.

E dagli di nuovo coi "costi impropri"

Alitalia ha subìto già due ri-nazionalizzazioni ma dal 2008 sempre seguendo la logica dei prestiti-ponte, arrivando così a totalizzare oltre 1,3 miliardi di versamenti da parte dello Stato solo negli ultimi anni, a partire dall’ultima bad- company per favorire l’ingresso di Ehiad nel capitale della newco e mantenendo una gestione privatistica che ha aumentato i costi e non ottimizzato gli slot.

Signori, la perla delle m'inkiate è servita, ecco quello a cui nessuno aveva pensato: la mancata ottimizzazione degli slot, figlia di una gestione privatistica!

Ci vuole veramente del genio a scrivere una sequela tale di puttanate.
 
Meglio essere chiari dall'inizio, che poi noi dietrologi facciamo finta di cascare dal pero ad ogni "prestito" ponte.

Pensavo che oltre il ridicolo non si potesse andare, invece...

E dagli di nuovo coi "costi impropri"

Signori, la perla delle m'inkiate è servita, ecco quello a cui nessuno aveva pensato: la mancata ottimizzazione degli slot, figlia di una gestione privatistica!

Ci vuole veramente del genio a scrivere una sequela tale di puttanate.

Ma Agenzia Nova scrive sotto dettatura? Sembra una velina sindacale, e non la prima che viene postata.

DaV
Io ho finito le parole, anche perchè quelle corrette sarebbero da querela.
Va detto che nel contesto di assoluta bassezza e falsità di gran parte della nostra classe politica, AZ sembra spesso essere la dimostrazione di come si possa scendere ancora più in basso della volta precedente.
 
Sul corriere della sera di ieri nella rubrica delle lettere ad Aldo Cazzullo hanno pubblicato una lettera su alitalia con la risposta del giornalista, non potete perdervela. Ecco il link sul sito del corriere

https://www.corriere.it/lodicoalcorriere/index/18-03-2020/grazie-ad-alitalia-tanti-italiani-sono-rientrati_d3b008ac-6935-11ea-913c-55c2df06d574.shtml

Io preferisco non commentarla...

Grazie ad Alitalia tanti italiani sono rientrati
La signora Lagarde, facendo un richiamo allo spread, penso che abbia invece espresso un’esortazione a spendere soldi per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia e non a fare debito per comprare il consenso, come è succede spesso in Italia. Basta guardare il Decreto ultimo . Per Alitalia è previsto un miliardo per la nazionalizzazione, oltre alla giusta cassa integrazione per tutti. Dicono che la compagnia di bandiera serve soprattutto in questi momenti di emergenza per andare a prendere gli italiani all’estero perché altri si rifiuterebbero. Ma è proprio vero?
Stefano Chiatti Sarzana

Caro Stefano, sì, è vero. Se non ci fosse Alitalia, migliaia di italiani all’estero che hanno scelto di tornare in patria non avrebbero potuto farlo.
 
Caro Stefano, se non ci fosse Alitalia avremmo avuto circa 9 miliardi di euro da investire nella sanità pubblica e i connazionali sarebbero rientrati con voli ad hoc.
Bacioni Cazzullo (Cazzullo chi? Quello che ha scritto il libro "la casta"? Menomale che l'avevo preso in prestito in biblioteca, evitando di arricchire le sue finanze).
 
Serva di lezione per il futuro. Votare per degli scappati di casa che si sono autoselezionati nel condominio di casa, con la pretesa di essere moralmente superiori al loro prossimo, porta a questo risultato.
I 5 stelle alle prossime elezioni saranno spazzati via dal parlamento, ma i danni provocati da gente come la Lupo e Toninelli produrranno i loro effetti ancora per lungo tempo.
 
Non è questione solo di questo governo, tutti i governi di qualunque parte politica hanno sempre dato soldi per salvare Alitalia, sembra essere una compagnia da non lasciare fallire a qualsiasi costo per qualsiasi governo.
 
Non è questione solo di questo governo, tutti i governi di qualunque parte politica hanno sempre dato soldi per salvare Alitalia, sembra essere una compagnia da non lasciare fallire a qualsiasi costo per qualsiasi governo.

Questo governo ha una responsabilità in più. Arrivata al suo terzo fallimento, nel bel mezzo di una pandemia che riscriverà i paradigmi dell'economia globale, si è deciso di gettare letteralmente dei soldi nel cesso nel momento di un'emergenza immane, cercando di far passare il messaggio - assolutamente campato per aria - che una compagnia di bandiera serva come il pane proprio nelle emergenze come questa.
La verità è che si è voluto dimostrare ancora una volta come in questo Paese una buona maggioranza ritiene che non sia necessario premiare le realtà che dimostrano di essere virtuose sul mercato, quanto invece perpetuare la rendita di posizione di una piccola ma agguerrita comunità del tutto anacronistica ed autoreferenziale.
I soldi che salveranno Alitalia andavano dati a Neos, financo la fallenda Air Italy, o direttamente a Easyjet, aiutando società capaci anzichè sperperando denaro in questo momento prezioso.
 
Questo governo ha una responsabilità in più. Arrivata al suo terzo fallimento, nel bel mezzo di una pandemia che riscriverà i paradigmi dell'economia globale, si è deciso di gettare letteralmente dei soldi nel cesso nel momento di un'emergenza immane, cercando di far passare il messaggio - assolutamente campato per aria - che una compagnia di bandiera serva come il pane proprio nelle emergenze come questa.
La verità è che si è voluto dimostrare ancora una volta come in questo Paese una buona maggioranza ritiene che non sia necessario premiare le realtà che dimostrano di essere virtuose sul mercato, quanto invece perpetuare la rendita di posizione di una piccola ma agguerrita comunità del tutto anacronistica ed autoreferenziale.
I soldi che salveranno Alitalia andavano dati a Neos, financo la fallenda Air Italy, o direttamente a Easyjet, aiutando società capaci anzichè sperperando denaro in questo momento prezioso.
92 minuti di applausi.
In piedi.

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Questo governo ha una responsabilità in più. Arrivata al suo terzo fallimento, nel bel mezzo di una pandemia che riscriverà i paradigmi dell'economia globale, si è deciso di gettare letteralmente dei soldi nel cesso nel momento di un'emergenza immane, cercando di far passare il messaggio - assolutamente campato per aria - che una compagnia di bandiera serva come il pane proprio nelle emergenze come questa.
La verità è che si è voluto dimostrare ancora una volta come in questo Paese una buona maggioranza ritiene che non sia necessario premiare le realtà che dimostrano di essere virtuose sul mercato, quanto invece perpetuare la rendita di posizione di una piccola ma agguerrita comunità del tutto anacronistica ed autoreferenziale.
I soldi che salveranno Alitalia andavano dati a Neos, financo la fallenda Air Italy, o direttamente a Easyjet, aiutando società capaci anzichè sperperando denaro in questo momento prezioso.

Neos, Easyjet, Costa, MSC, albergatori, ristoratori, ecc.
 
Questo governo ha una responsabilità in più. Arrivata al suo terzo fallimento, nel bel mezzo di una pandemia che riscriverà i paradigmi dell'economia globale, si è deciso di gettare letteralmente dei soldi nel cesso nel momento di un'emergenza immane, cercando di far passare il messaggio - assolutamente campato per aria - che una compagnia di bandiera serva come il pane proprio nelle emergenze come questa.
La verità è che si è voluto dimostrare ancora una volta come in questo Paese una buona maggioranza ritiene che non sia necessario premiare le realtà che dimostrano di essere virtuose sul mercato, quanto invece perpetuare la rendita di posizione di una piccola ma agguerrita comunità del tutto anacronistica ed autoreferenziale.
I soldi che salveranno Alitalia andavano dati a Neos, financo la fallenda Air Italy, o direttamente a Easyjet, aiutando società capaci anzichè sperperando denaro in questo momento prezioso.

Mi risulta che in questo governo ci sia anche il PD. Non mi sembra di aver sentito levarsi alcuna voce contro la nazionalizzazione né quella né da altre parti.
Dire che i 5S siano responsabili più di altri partiti in passato sulla questione Alitalia, mi sembra una polemica abbastanza strumentale.
Quando si parlava di queste cose Grillo era ancora davanti ai cancelli della Fiat.
 
Neos, Easyjet, Costa, MSC, albergatori, ristoratori, ecc.
Forse non tutti sanno che alle aziende nella merda, il governo in pratica non ha dato altro che la possibilità di allungare i pagamenti di eventuali debiti. Probabilmente nella speranza che trovino la liquidità per pagare tasse e contributi, confermati nella loro interezza e nel migliore dei casi, rinviati di qualche mese.
E questo anche per le aziende che in questo momento non lavorano e quindi non incassano, ma hanno comunque spese fisse da sostenere.
Va da se che ce ne saranno tante, che già stavano in piedi con fatica, che chiuderanno i battenti, creando ulteriore miseria e disoccupazione. E che con un po' di quelle centinaia di milioni buttati in AZ, forse avrebbero avuto un futuro.
Al primo politico che se ne uscirà che la Costituzione è santa, meravigliosa, intoccabile e perfetta, sputerò virtualmente in un occhio. Ricordandogli che l'art. 3 dice che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge.
E non solo quelli che lavorano in AZ, IG, Piaggio o in qualche altro cadavere aziendale ben paraculato ad alto livello.
 
E vorrei aggiungere che per i rimpatri d'urgenza lo stato è da solo ben attrezzato, dagli executive e 319 di Sai ai 4 KC767 AMI. Tutti attrezzabili per emergenza medica, pronti all'uso in poche ore.

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Mi risulta che in questo governo ci sia anche il PD. Non mi sembra di aver sentito levarsi alcuna voce contro la nazionalizzazione né quella né da altre parti.
Dire che i 5S siano responsabili più di altri partiti in passato sulla questione Alitalia, mi sembra una polemica abbastanza strumentale.
Quando si parlava di queste cose Grillo era ancora davanti ai cancelli della Fiat.

Non mi sembra che nessuno abbia giustificato il PD per la decisione presa. La nazionalizzazione di quel catorcio di Alitalia era tuttavia parte del piano di governo di quei peracottari dei 5 stelle.