“DATI NON VERI”: L’AEROPORTO PRECIPITA
Carte false, indagati i vertici di Aeradria
Messi a bilancio crediti inesistenti legati a “promesse” di amministratori pubblici La Procura: «No all’ammissione al concordato: commissariamento o fallimento»
di ANDREA ROSSINI
RIMINI. Nel tentativo di essere ammessi alla procedura di concordato avrebbero simulato crediti in tutto o in parte inesistenti. Il presidente Massimo Masini e gli altri membri del consiglio di amministrazione di Aeradria risultano indagati.
Ipotesi di reato è la violazione dell’articolo 236 della legge fallimentare, ma l’inchiesta del pm Gemma Gualdi (procuratore Paolo Giovagnoli) è destinata ad allargarsi, stando alle conclusioni della relazione del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, ad altri profili di responsabilità (a partire dal falso in bilancio) e rischia in futuro di coinvolgere addirittura alcuni amministratori locali (abuso d’ufficio?). Proprio la presentazione da parte della società di dati economici non veritieri ha portato ieri la procura, chiamata per legge a fornire un parere non vincolante, a opporsi in udienza, davanti al Tribunale civile (presidente Rossella Talia) alla richiesta di concordato in continuità. E’ in questo contesto che sono emersi, appunto, pur nella salvaguardia del segreto istruttorio, i primi dettagli della complessa inchiesta. “Aeradria non può essere ammessa al concordato in continuità”, è la tesi della procura. L’unica alternativa al fallimento (visto lo stato di insolvenza), stando all’esposizione del pm Gualdi durata quasi quattro ore, è semmai il commissariamento della società da parte del governo, in quanto organismo di diritto pubblico (interpretazione tutt’altro che pacifica per la giurisprudenza). Il Tribunale ha dato tempo fino al 6 maggio, data della prossima udienza, per chiarire le perplessità e fugare i dubbi sollevati in aula. I conti non tornano. Troppe le “poste” aleatorie per credere nel piano industriale di salvezza e rilancio. Nel mirino dell’inchiesta penale sono finite, in particolare, le “promesse” di finanziamento dei principali enti pubblici soci di Aeradria, in alcuni casi mai trasformate in regolari delibere, servite soltanto a ottenere anticipazioni dalle banche, più sulla base delle garanzie politiche che contabili rappresentate da quelle dichiarazioni di impegno, altrimenti vuote. I rappresentati di Regione, Provincia e Comune che si sono impegnati lo hanno fatto personalmente? Può sembrare un paradosso, ma appare proprio così: alla società di revisione che aveva il compito di verificare le poste debitorie, gli enti chiamati in causa, in assenza delle relative delibere, avrebbero risposto infatti di non dovere un euro a Aeradria. Dichiarazioni messe nero su bianco, secondo quanto riferito ieri nel corso dell’udienza, che non lasciano dormire sonni tranquilli agli amministratori locali pronti a “stanziare” fondi mai deliberati. Sotto accusa sono in particolare i crediti verso i soci per prestazioni di co-marketing (“pieno per vuoto”), pratica diffusa negli aeroporti italiani, ma nella quale il Fellini (grazie ai soldi pubblici) si è distinta per aggressività. A bilancio sarebbero stati iscritti dei contributi, mai votati da nessuno: ce n’è traccia fin dal 2005, ma è negli anni 2009-2011 che la pratica, nell’interpretazione degli uomini del maggiore Marco Antonucci al quale la procura ha delegato le indagini, si fa diffusa al punto che nel correre ai ripari si è provveduto a svalutarli (almeno due milioni e mezzo di euro). Crediti inesistenti, ma enti pubblici comunque impegnati per tramite di chi li rappresenta nella società. La materia è complessa e se sul fronte civile sarà il Tribunale a decidere in piena autonomia, l’inchiesta rischia di sfiorare personaggi eccellenti. Chi si è assunto una responsabilità politica, magari a nome del territorio, in futuro potrebbe vedersene attribuire una contabile o penale. Il passivo di Aeradria da anni sfonda la soglia fisiologica, comune a tutti gli scali italiani. E anche sull’unico numero davvero positivo, quello dei passeggeri (“Un milione di persone o di seggiolini?” si domanda un investigatore), si addensa un’ombra: comprare sovracosto e vendere sottocosto, con la garanzia del pubblico e la conseguente “benevolenza” delle banche non si è dimostrata la strategia vincente, sebbene sia servita al Fellini per rientrare nel novero degli scali di interesse nazionale come trentunesimo e ultimo posto utile (un altro filone riguarda i rapporti con una società controllata). In caso di ammissione al concordato in continuità, il piano prevede di concentrarsi solo sui voli davvero redditizi (quelli per e dalla Russia, per esempio) con il dimezzamento dei passeggeri (veri). Tornando alla procedura civile, se anche il Tribunale superasse le obiezioni della procura (gli avvocati di Aeradria, ieri scuri in volto, sono già al lavoro), ci sarà da valutare il giudizio dei creditori sulla proposta di accordo su più anni che non permetterebbe loro neppure il recupero dell’Iva (15-19 per cento tra privilegiati e no). Stretti tra due fronti gli amministratori di Aeradria stavolta rischiano di rimanere a terra.
Fonte:
http://www.corriereromagna.it/rimin...ta-carte-false-indagati-i-vertici-di-aeradria