Thread ITA Airways dal 1 dicembre


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Questo il comunicato stampa (scritto da un bambino spero):
La scelta di ITA Airways di non fare delle mascherine FFP2 un servizio ancillare, e quindi trarne guadagno, rispetto a scelte diverse fatte da altri vettori, tra cui spiccano alcune compagnie low cost che le offrono in vendita, rappresenta un gesto di grande attenzione verso il cliente.
Tutto questo va nella direzione strategica della Compagnia di mettere il cliente al primo posto, nonché un’azione di grande collaborazione con il Paese in un momento di emergenza sanitaria data dalla pandemia in corso per la variante Omicron. […]”
 
Son passati due mesi, qualsiasi calcolo adesso non avrebbe senso. Anche Hal9000 ti risponderebbe "dati insufficienti per elaborare"

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Per paragone, OS (che ha una dimensione simile ad AZ, credo) ha ricevuto 600 milioni di aiuti: 150 compensazioni statali a fondo perduto, 150 da LH in conto capitale, e 300 come prestito, di cui 60 sono stati restituiti nel 2021: https://www.austrianairlines.ag/Press/PressReleases/Press/2021/12/075.aspx

ITA deve ridare dei soldi o siamo a posto così?
AZ un pozzo senza fondo, ITA é nata ieri, daje tempo di azzerare il capitale.

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Comunicato imbarazzante e non è neanche la prima volta che sbagliano la comunicazione, iniziassero a comunicare i risultati e non solo a noi contribuenti/azionisti…
Che poi a bordo ci devi arrivare già con la FFP2, se hai passato il gate senza, qualcuno non ha fatto il suo lavoro. Se poi la vuoi cambiare, allora, in volo qualora acquistabile, non ci vedo niente di male. Comunque sarebbe vendibile solo in volo e non a terra.
 
Son passati due mesi, qualsiasi calcolo adesso non avrebbe senso. Anche Hal9000 ti risponderebbe "dati insufficienti per elaborare"

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Scrivevo risultati e non solo tipo per esempio il piano industriale, inoltre agli azionisti i dati/risultati bisogna comunicarli mensilmente ed anche il forecast come anche il budget e tanti altri dati, forse delle volte ci dimentichiamo - senza polemica - che gli azionisti senza volerlo siamo noi da sempre…
 
Che poi a bordo ci devi arrivare già con la FFP2, se hai passato il gate senza, qualcuno non ha fatto il suo lavoro. Se poi la vuoi cambiare, allora, in volo qualora acquistabile, non ci vedo niente di male. Comunque sarebbe vendibile solo in volo e non a terra.
Esatto, una boutade alla MOL senza essere MOL e senza averne il carisma…
 
Questo il comunicato stampa (scritto da un bambino spero):
La scelta di ITA Airways di non fare delle mascherine FFP2 un servizio ancillare, e quindi trarne guadagno, rispetto a scelte diverse fatte da altri vettori, tra cui spiccano alcune compagnie low cost che le offrono in vendita, rappresenta un gesto di grande attenzione verso il cliente.
Tutto questo va nella direzione strategica della Compagnia di mettere il cliente al primo posto, nonché un’azione di grande collaborazione con il Paese in un momento di emergenza sanitaria data dalla pandemia in corso per la variante Omicron. […]”
 
Scrivevo risultati e non solo tipo per esempio il piano industriale, inoltre agli azionisti i dati/risultati bisogna comunicarli mensilmente ed anche il forecast come anche il budget e tanti altri dati, forse delle volte ci dimentichiamo - senza polemica - che gli azionisti senza volerlo siamo noi da sempre…

Ma se Alitalia in amministrazione controllata emetteva trimestrali quando capitava, spesso e volentieri soltanto scannerizzando un foglio stampato in precedenza...

Purtroppo il modo di pensare è "non vi dobbiamo nulla".
 
Ma se Alitalia in amministrazione controllata emetteva trimestrali quando capitava, spesso e volentieri soltanto scannerizzando un foglio stampato in precedenza...

Purtroppo il modo di pensare è "non vi dobbiamo nulla".
e la magistratura? Assente? possibile che non si promuova una class action e chiedere risarcimenti per mettere alla berlina gli ex dirigenti e commissari vari e non si proceda con ITA alla stessa stregua allorche' sara' in deficit di cassa? Evidentemente c'e' la volonta' generale di evitare tutto questo. Cosa che non vale per altri player del settore. Mi sembra troppo.
 
Questo il comunicato stampa (scritto da un bambino spero):
La scelta di ITA Airways di non fare delle mascherine FFP2 un servizio ancillare, e quindi trarne guadagno, rispetto a scelte diverse fatte da altri vettori, tra cui spiccano alcune compagnie low cost che le offrono in vendita, rappresenta un gesto di grande attenzione verso il cliente.
Tutto questo va nella direzione strategica della Compagnia di mettere il cliente al primo posto, nonché un’azione di grande collaborazione con il Paese in un momento di emergenza sanitaria data dalla pandemia in corso per la variante Omicron. […]”

Comunicato paradigmatico della totale inutilità di ITA Airways come vettore. Vogliono dare a vendere di essere un vettore premium ma -- essendo privi di un autentico prodotto premium (programma frequent flyer ancora inesistente, lounge nell'hub di FCO nulla, network che sembra quello della vecchia SITA), si mettono a combattere battaglie spicciole con le low cost. Come se dare una mascherina gratis rendesse un vettore premium.
Non capiranno mai che:
1) Non è il caso di provare a creare un vettore premium destinato unicamente al traffico leisure.
1bis) Un vettore che porta milioni di turisti in Italia già c'è: è Ryanair. Assieme a Easyjet, Volotea e Wizz, Ryanair porta milioni di turisti nel bel paese.
1tris) Le low cost non hanno il tricolore sulla fusoliera, ma danno lavoro a più italiani di quanto non faccia ITA Airways.
2) I clienti che volano low cost lo fanno per molte buone ragioni: difficilmente si convinceranno a cambiare comportamento.
3) MOL è il mago della pubblicità gratuita: bisognerebbe imparare da lui, anziché scrivere comunicati contro il mondo low cost.





Visto che ITA Airways non ha una vera identità ed è completamente senza idee, ma sembra intenzionata a concorrere con le low cost, direi la compagnia potrebbe apportare una leggera modifica al nome e al brand.

Ecco un brand italiano, azzurro, classico che si presta bene allo sviluppo di una strategia vertically integrated di hub intermodale (aereo-treno-gomma -- ma più che altro gomma) per concorrere con le low cost, intercettare il ricco traffico Nord-Sud, e raccattare contributi dagli enti locali di Comiso, Crotone, Salerno e Isola di Capo Rizzuto.

SITA Airways
(Società Italiana Trasporti Aerei)

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Comunicato paradigmatico della totale inutilità di ITA Airways come vettore. Vogliono dare a vendere di essere un vettore premium ma -- essendo privi di un autentico prodotto premium (programma frequent flyer ancora inesistente, lounge nell'hub di FCO nulla, network che sembra quello della vecchia SITA), si mettono a combattere battaglie spicciole con le low cost. Come se dare una mascherina gratis rendesse un vettore premium.
Non capiranno mai che:
1) Non è il caso di provare a creare un vettore premium destinato unicamente al traffico leisure.
1bis) Un vettore che porta milioni di turisti in Italia già c'è: è Ryanair. Assieme a Easyjet, Volotea e Wizz, Ryanair porta milioni di turisti nel bel paese.
1tris) Le low cost non hanno il tricolore sulla fusoliera, ma danno lavoro a più italiani di quanto non faccia ITA Airways.
2) I clienti che volano low cost lo fanno per molte buone ragioni: difficilmente si convinceranno a cambiare comportamento.
3) MOL è il mago della pubblicità gratuita: bisognerebbe imparare da lui, anziché scrivere comunicati contro il mondo low cost.





Visto che ITA Airways non ha una vera identità ed è completamente senza idee, ma sembra intenzionata a concorrere con le low cost, direi la compagnia potrebbe apportare una leggera modifica al nome e al brand.

Ecco un brand italiano, azzurro, classico che si presta bene allo sviluppo di una strategia vertically integrated di hub intermodale (aereo-treno-gomma -- ma più che altro gomma) per concorrere con le low cost, intercettare il ricco traffico Nord-Sud, e raccattare contributi dagli enti locali di Comiso, Crotone, Salerno e Isola di Capo Rizzuto.

SITA Airways
(Società Italiana Trasporti Aerei)

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Concordo totalmente con il tuo post, se pensano di fare guerra alle low cost hanno perso in partenza anche se perderanno a prescindere con una strategia stand alone (al momento è così e stendiamo un velo pietoso sui comunicati che fanno a riguardo).

Per Alitalia prima ed ITA adesso, concetti come network strategy, positioning e segmentation non fanno - semplicemente - parte del loro DNA, non perché non conoscono questi termini anglofoni ma non sono capaci di implementarli e attuarli, del resto l’execution e’ la parte più complicata di un strategic business plan, noi italiani in genere preferiamo il bla bla…
 
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Comunicato paradigmatico della totale inutilità di ITA Airways come vettore. Vogliono dare a vendere di essere un vettore premium ma -- essendo privi di un autentico prodotto premium (programma frequent flyer ancora inesistente, lounge nell'hub di FCO nulla, network che sembra quello della vecchia SITA), si mettono a combattere battaglie spicciole con le low cost. Come se dare una mascherina gratis rendesse un vettore premium.
Non capiranno mai che:
1) Non è il caso di provare a creare un vettore premium destinato unicamente al traffico leisure.
1bis) Un vettore che porta milioni di turisti in Italia già c'è: è Ryanair. Assieme a Easyjet, Volotea e Wizz, Ryanair porta milioni di turisti nel bel paese.
1tris) Le low cost non hanno il tricolore sulla fusoliera, ma danno lavoro a più italiani di quanto non faccia ITA Airways.
2) I clienti che volano low cost lo fanno per molte buone ragioni: difficilmente si convinceranno a cambiare comportamento.
3) MOL è il mago della pubblicità gratuita: bisognerebbe imparare da lui, anziché scrivere comunicati contro il mondo low cost.





Visto che ITA Airways non ha una vera identità ed è completamente senza idee, ma sembra intenzionata a concorrere con le low cost, direi la compagnia potrebbe apportare una leggera modifica al nome e al brand.

Ecco un brand italiano, azzurro, classico che si presta bene allo sviluppo di una strategia vertically integrated di hub intermodale (aereo-treno-gomma -- ma più che altro gomma) per concorrere con le low cost, intercettare il ricco traffico Nord-Sud, e raccattare contributi dagli enti locali di Comiso, Crotone, Salerno e Isola di Capo Rizzuto.

SITA Airways
(Società Italiana Trasporti Aerei)

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Complimenti per il post. Analisi sintetica e precisa che va dritta al nocciolo del problema. I tuoi interventi, a mio avviso, contribuiscono a distinguere le discussioni di Aviazione Civile dai siti di tifosi o pseudo influencer di parte per tornaconto personale.
 
Concordo totalmente con il tuo post, se pensano di fare guerra alle low cost hanno perso in partenza anche se perderanno a prescindere con una strategia stand alone (al momento è così e stendiamo un velo pietoso sui comunicati che fanno a riguardo).

Per Alitalia prima ed ITA adesso, concetti come network strategy, positioning e segmentation non fanno - semplicemente - parte del loro DNA, non perché non conoscono questi termini anglofoni ma non sono capaci di implementarli e attuarli, del resto l’execution e’ la parte più complicata di un strategic business plan, noi italiani in genere preferiamo il bla bla…

La cultura imprenditoriale italiana fa sempre fatica a superare la fase dell'improvvisazione. L'anima economica della quale l'Italia dovrebbe andare fiera non è fatta di FIAT e Alitalia -- è quella delle PMI: un numero enorme di piccole realtà che sopravvivono (e, talvolta, prosperano) nonostante un sistema fiscale, legale e finanziario del tutto inadeguato. Il problema è che l'operosità, l'estro commerciale e l'arte di improvvisare che contraddistinguono le nostre imprese mal si prestano alle grandi aziende dove si fanno i soldi con la programmazione, la strategia e l'economia di scala.

OT: la disfatta di Caporetto raccontata da Alessandro Barbero è un esempio bellissimo della differenza fra l'improvvisazione e i proclami Made in Italy e la pianificazione tedesca. Visione consigliata a chiunque abbia un minimo interesse per la storia. Qui.
 
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La cultura imprenditoriale italiana fa sempre fatica a superare la fase dell'improvvisazione. L'anima economica della quale l'Italia dovrebbe andare fiera non è fatta di FIAT e Alitalia -- è quella delle PMI: un numero enorme di piccole realtà che sopravvivono (e, talvolta, prosperano) nonostante un sistema fiscale, legale e finanziario del tutto inadeguato. Il problema è che l'operosità, l'estro commerciale e l'arte di improvvisare che contraddistinguono le nostre imprese mal si prestano alle grandi aziende dove si fanno i soldi con la programmazione, la strategia e l'economia di scala.

OT: la disfatta di Caporetto raccontata da Alessandro Barbero è un esempio bellissimo della differenza fra l'improvvisazione e i proclami Made in Italy e la pianificazione tedesca. Visione consigliata a chiunque abbia un minimo interesse per la storia. Qui.

OT: il Professor Barbaro è un narratore di prim’ordine: Lucido nell’esposizIone e coinvolgente nella forma. Condivido Il tuo interesse.

Detto questo: Hai purtroppo ragione sia sulla cultura imprenditoriale italiana in genere, sia in ITA nello specifico. L’organizzazione chiara e lineare ci è ostica, sopratutto perché nel limpido poi è difficile sia giocare sporco che scaricare sul peones di turno le colpe varie ed eventuali.

Riportando il discorso a terra, però, io la vedo piuttosto semplice: ITA non può e non deve fare concorrenza alle Low Cost. ITA o cresce sul Lungo Raggio, puntando a divenire un vero Hub Carrier Basato a FCO, oppure tra un anno sono di nuovo in A.S.
 
Riportando il discorso a terra, però, io la vedo piuttosto semplice: ITA non può e non deve fare concorrenza alle Low Cost. ITA o cresce sul Lungo Raggio, puntando a divenire un vero Hub Carrier Basato a FCO, oppure tra un anno sono di nuovo in A.S.

Esatto. Finché non andranno (con le carte in regola) all'attacco di LH, BA e compagnia bella, le varie reincarnazioni di Alitalia continueranno a fallire.
 
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