Alitalia verso i contratti di solidarietà
MILANO
Un ricorso tempestivo ad un percorso biennale di ammortizzatori attivi, per scongiurare nuovi esuberi e preparare il terreno al debutto di un nuovo piano industriale, nel tentativo di sanare una precaria situazione di bilancio. Il nuovo amministratore delegato di Alitalia Gabriele Del Torchio vara il primo intervento del suo mandato sull'organico aziendale. Per fare fronte alla difficile situazione economica, la compagnia di trasporto aereo ha chiesto ieri alle organizzazioni sindacali 2.400 contratti di solidarietà, che prevedono la riduzione di lavoro di 50 ore medie mensili (vale a dire circa sei giorni), con una conseguente «limatura» dello stipendio di circa 70 euro mensili. È questa la proposta ufficiale avanzata dall'azienda durante la trattativa avviata con i sindacati. L'oggetto del tavolo, rimasto aperto tutta la notte, sono i circa seicento esuberi individuati da Alitalia tra il personale di terra non operativo, vale a dire i dipendenti degli uffici: secondo quanto riferiscono fonti sindacali, la delegazione imprenditoriale ha esposto questo tipo di proposta definendola un'operazione di salvaguardia occupazionale per questi dipendenti, altrimenti a rischio di esubero.
L'operazione proposta dall'azienda avrebbe una durata complessiva di due anni, allo scopo di affrontare una situazione finanziaria molto delicata sul fronte dei costi aziendali, alla luce di una situazione di bilancio non brillante. Alitalia vuole adottare lo strumento molto velocemente, il prima possibile: secondo alcune fonti sindacali, come detto, l'azienda avrebbe chiesto un'immediata applicazione di contratti di solidarietà già da lunedì prossimo, per ventiquattro mesi, fino al 9 giugno del 2015.
Uno dei principali nodi sul quale le parti si sono confrontate durante la giornata di ieri è rappresentato, in particolare, dalla possibilità di un intervento dello Stato attraverso il fondo di solidarietà, finalizzato ad attenuare il più possibile l'impatto del contratto di solidarietà sui salari, limitando in sostanza la riduzione effettiva degli stipendi. Nonostante gli impegni recentemente assunti dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, che ha già confermato l'intenzione di rafforzare e prolungare il fondo, i rappresentanti dei lavoratori avrebbero chiesto garanzie certe da parte dell'azienda. I sindacati chiedono, in concreto, che l'Alitalia garantisca l'integrazione salariale per poi rivalersi nei riguardi dell'Inps e delle casse pubbliche. E nelle ultime ore le parti hanno verificato la possibilità che l'azienda sia effettivamente intenzionata ad accollarsi questo onere.
Altro motivo di discussione è stato il numero effettivo dei dipendenti ai quali applicare la solidarietà: il sindacato ha manifestato la preoccupazione che un numero eccessivo possa compromettere l'effettiva operatività dell'azienda. Tra gli argomenti all'ordine del giorno della riunione di ieri anche la situazione aziendale, i primi interventi del management e le prospettive del nuovo piano industriale (vedi pezzo sotto).
La situazione, ha spiegato la compagnia, è «molto delicata» e si richiedono sforzi congiunti da tutte le parti. In quest'ottica, il capoazienda si è già tagliato lo stipendio del venti per cento, e i dirigenti del dieci per cento. Come ricordato dalla stessa azienda nei mesi scorsi (durante la presentazione del piano industriale da parte dell'ex amministratore delegato Andrea Ragnetti), dal 2009 a oggi gli addetti di Alitalia sono passati da circa 14mila di tre anni fa ai 14.700 di fine 2012, con un aumento, in proporzione, della quota di contratti a tempo indeterminato.
http://www.ilsole24ore.com/art/impr...tratti-solidarieta-064901.shtml?uuid=AbtZnu1H