Wind jet: la cordata siciliana chiama, Pulvirenti non risponde
di Achille Castello
3 settembre 2012 - La cordata di professionisti e imprenditori siciliani intenzionata a rilevare parte di Wind jet torna alla carica. Ma la compagnia aerea di Nino Pulvirenti continua a mantenersi fredda all’ipotesi di “affitto per stralcio degli asset indispensabili alla ripresa immediata dei voli”, avanzata dal gruppo uscito allo scoperto il 29 agosto, con l’annuncio di aver elaborato un piano di salvataggio, curato dallo studio del commercialista palermitano Salvo Tripoli. Il piano si baserebbe su “una soluzione-ponte” utile ad assicurare la “continuità aziendale”: l’affitto per stralcio dell’azienda alla società che verrà creata dai componenti della cordata.
Il piano, che escluderebbe le posizioni debitorie per le quali è possibile la composizione negoziale, verrebbe finanziato da un istituto di credito nazionale. Della cordata fanno parte, tra gli altri, un noto imprenditore della Sicilia orientale che opera nel settore della grande distribuzione agroalimentare e alcuni tecnici, come l’ingegnere aeronautico Francesco Surace, ex dipendente Windjet, e Roberto Corrao, medico, specialista in medicina aeronautica e titolare della Aviomed, impresa specializzata nel trasporto aereo di pazienti infermi.
Quest’ultimo si fa portavoce dell’iniziativa. La cordata, spiega Corrao, è pronta “a emettere i biglietti entro 15 giorni”. La compagnia potrebbe “usare da subito i tre Airbus 320 che sono bloccati a Malta, facendoli tornare a volare”. Alla compagnia low cost di Pulvirenti il gruppo pagherebbe “l’affitto delle licenze di volo, degli slot utilizzati e di tecnici, piloti e operatori di volo”.
All’incontro non hanno partecipato esponenti di Windjet. “Noi – rivela Corrao – gli abbiamo inviato più richieste ma non ci hanno mai risposto”, ma nonostante il silenzio da parte della compagnia etnea, il titolare della Aviomed è “ottimista sulla possibilità di chiudere un accordo: le nostre chance di successo sono del 50%”.
Corrao infine giudica “irrealistica l’ipotesi di una società mista con la Regione” e spiega che il piano di salvataggio avanzato dalla cordata da lui rappresentata è vantaggioso perché Pulvirenti continuerebbe “a mantenere la proprietà che potrebbe rivalutarsi, avrebbe una soluzione veloce e eviterebbe un contenzioso con i dipendenti”.
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