Volo ITA mancata risposta al centro di controllo 30/4


Flyfan

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17 Giugno 2019
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LJU
L'aereo Ita non risponde al centro radar, allarme nei cieli di Francia. L'ipotesi di un colpo di sonno. "Ma n



ROMA - Nella notte del 30 aprile, il volo 609 di Ita Airways - partito da New York alle 16 e 37 ora locale e diretto a Roma Fiumicino - non ha risposto ad alcune chiamate del centro radar di Marsiglia mentre sorvolava il cielo francese. I centri radar dialogano costantemente con gli aerei in transito anche per confermare ai piloti le coordinate di navigazione.
La mancata risposta dei piloti di Ita Airways ha allarmato molto le autorità francesi. Già in tempi normali una simile situazione autorizza a temere il peggio. I piloti - è successo in passato - non rispondono ai centri radar quando sono ostaggio di terroristi e dirottatori.
Il livello di attenzione
Il delicatissimo momento storico - con la guerra in Ucraina, con la Francia e l'Italia impegnate al fianco di Kiev - alza ancora di più il livello di vigilanza, attenzione, paura. La Francia ha allertato così due suoi caccia militari che avrebbero dovuto affiancare l'aereo di Ita per scrutare nella cabina di pilotaggio.
In realtà sull'Airbus A330 di Ita Airways non stava succedendo niente di così drammatico. La compagnia aerea italiana, che ha condotto una indagine sui fatti, ipotizza che sia il primo ufficiale sia il comandante (i due piloti, cioè) si siano addormentati per alcuni minuti.
Ora il primo ufficiale del volo di Ita si è legittimamente appisolato in base a un protocollo chiamato controlled rest. Questo protocollo stabilisce che un pilota può addormentarsi a un orario concordato se il collega invece è sveglio.
Comunicare via citofono
Per essere sicuri che almeno un pilota sia sveglio intanto che l'altro dorme, c'è soprattutto un modo. Le assistenti o gli assistenti di volo, ogni pochi minuti, devono chiamare il pilota al comando via citofono per verificare che non abbia preso sonno (i piloti sono chiusi un cabina, per ragioni di sicurezza).
Nella sua indagine interna, che è seguita ai fatti, Ita Airways ha chiesto al comandante se avesse invitato le assistenti di volo a non citofonare troppo spesso per non svegliare il primo ufficiale che dormiva, come da programma.
Soprattutto Ita ha chiesto al comandante se fosse stato vittima di un improvviso colpo di sonno. Il comandante nega ogni addebito e in particolare questa specifica eventualità. Ha sostenuto di essere rimasto sempre vigile e di non aver risposto ai centri radar francesi a causa di un'avaria a bordo nei sistemi di comunicazione.
Il test di funzionamento
Nelle settimane successive al volo, l'Airbus A330 di Ita e alcune sue specifiche attrezzature sono state esaminate dai tecnici di una società esterna indipendente (tedesca) per verificare se davvero qualcosa non funzionasse. Nel test tutto ha funzionato bene. Ma è successo lo stesso anche in quello specifico volo del 30 aprile?
Interpellata da Repubblica, Ita Airways dichiara: "Abbiamo portato a conclusione una procedura di investigazione interna. L'indagine interna aveva lo scopo di appurare gli accadimenti relativi alla momentanea perdita di comunicazione radio fra la cabina di pilotaggio e gli uffici predisposti al controllo del traffico aereo, in particolare durante il sorvolo dello spazio aereo francese".
"L'indagine ha portato all’individuazione di un comportamento non conforme alle procedure in vigore da parte del comandante sia durante il volo che una volta atterrato". Ita parla, dunque, "di una condotta professionale non coerente alle norme comportamentali e lavorative dettate dalla compagnia che il personale è tenuto a seguire in modo rigoroso, e soprattutto di forti incongruenze tra le dichiarazioni rese dal comandante e l’esito delle investigazioni interne".
"Alla luce di ciò, la compagnia ha adottato un provvedimento disciplinare che ha portato all’immediato licenziamento della risorsa dall’organico di Ita, venendo a mancare il rapporto fiduciario in ambito lavorativo". Il comandante, dunque, è stato licenziato e dovrà rivolgersi ora a un legale e al giudice per vedere riconosciute, nel caso, le sue ragioni.
Sarà l'eventuale sentenza del giudice a ricostruire tutti i fatti e i comportamenti in modo definitivo.
I cellulari satellitari
Ma che cosa è successo a terra nella notte del 30 aprile quando l'aereo non rispondeva? Tutti i procolli di sicurezza sono stati attivati. I centri radar francesi hanno chiamato i nostri: prima Ciampino, poi Fiumicino. E i nostri centri radar hanno allertato l'Occ di Ita Airways.
Il centro di controllo della compagnia (l'Occ, appunto) ha cercato i piloti in volo sui loro cellulari satellitari. Quindi ha spedito dei messaggi attraverso il sistema Acars. Messaggi che sono visualizzati sui monitor di bordo, proprio davanti agli occhi dei piloti.
Il sistema Acars permette di comunicare con i piloti a bordo
Il sistema Acars permette di comunicare con i piloti a bordo
Alla fine i due piloti di Ita hanno risposto e portato il velivolo a Roma Fiumicino alle 6.31 (ora italiana), addirittura in anticipo di una ventina di minuti sul programma.
Dice ancora Ita: "La sicurezza del volo è sempre stata garantita secondo i più alti standard previsti dalla regolamentazione aeronautica. Sono state attentamente rispettate le norme e tutte le procedure di sicurezza con i criteri più elevati e con l’ausilio dell’elevata tecnologia di bordo, come da prassi. E' stato assicurato dunque il massimo livello di sicurezza ai passeggeri". La rotta e la gestione del volo era affidata, ovviamente, al pilota automatico.
 
Magari è una uauata ma chissà se lunedì mattina negli uffici commerciali Boeing/Airbus qualcuno, tanto per chiedere info senza impegno, cerca chi produce quei dispositivi anti abbiocco per auto.
Ovviamente da integrare con i sistemi dell’ aeromobile e come optional magari…alla fin fine ora c’è un precedente se capisco bene l’accaduto. Pensavo ci fossero già dei sistemi che prevengano eventi simili, ma forse non bastano.
 
Piccola nota non legata al fatto in questione anche perché nessuno, fatto salvo chi di dovere, conosce tutti i dettagli della faccenda qui raccontata.

La corretta gestione del riposo per i naviganti è di fondamentale importanza, e questo vale per il corto, il medio ed il lungo raggio. Nello specifico sul lungo raggio ci sono diverse tecniche che vengono promulgate in termini di “health and safety precautions” per mitigare gli effetti di vari fusi orari associati a periodi di sosta brevi (sotto le 24 ore o giù di lì).

Ipotizziamo un volo verso gli USA dall’Europa Centrale sulle 8/9 ore di volo con partenza la mattina e sosta di 24 ore circa.

All’arrivo in albergo a destinazione per l’equipaggio saranno circa le 22/22.30 e l’ora locale invece poniamo le 16/16.30. Si ripartirà il giorno dopo con prelievo dall’albergo alle 13.30 ora locale o 19.30 ora “biologica” 😄

In una situazione del genere è essenziale fare 2 periodi di riposo; il primo normale “notturno” che si aspetta il nostro corpo ed il giorno successivo il “pre-partenza”. Per fare questo dobbiamo però rimanere in orario biologico e quindi cenare appena arrivati in albergo (che poi negli USA cenare alle 17 non è mica una follia 😅) ed andare poi a nanna intorno alle 18/19 locali (mezzanotte/l’1 nostre). Ci sveglieremo quindi allegramente verso le 2/3 di notte locali, le nostre 8/9 di mattina pronti per fare colazione che però non avremo in albergo (ma anche lì dipende), ma avremo avuto accortezza di portare qualcosa nel bagaglio e ci sorbiremo la ciofeca del caffè diluito fatto col boiler in camera. Occuperemo le prime ore della giornata come capita, se possibile un po’ di palestra leggera in albergo con le luci belle sparate per ricordarci che è giorno e alle prime luci dell’alba uscire a fare un giro. Sfrutteremo le prime aperture per colazione dei ristoranti per “pranzare” con pancakes, salsicce e tutto ciò che ci piace mangiare oltre Oceano 😁
Successivamente, quando la città si sveglia ed è in pieno business, sarà ora del nostro sonnellino “pre-volo” magari di un paio d’ore se si riesce. Successivamente preparazione, snack, caffè e pronti per ‘a nuttata.
Risultato: saremo decentemente riposati e non avremo visto una mazza della città che ci ospita ne avremo comprato manco una calamita come souvenir. O così o pomì.
p.s. Post a titolo informativo e meramente discorsivo, non legato in alcun modo a fatti realmente accaduti e dei quali nessuno conosce i dettagli. Così è come ci organizzavamo da militari quando andavamo in giro per il mondo con soste brevi dove si manteneva il fuso biologico. Per soste “lunghe” (2 o più giorni) si prendeva il fuso locale.
 
Qua si è abituati a ragionare col cervello e non con la pancia, e si seguono le norme di safety e security tipiche dell’aviazione civile.

@Flyfan, non è certamente la prima volta che accade un episodio del genere, in USA ricordo almeno due episodi di piloti dormienti e di aerei che avevano “sorpassato” la destinazione finale. Accade, purtroppo, e in generale il pilota automatico tiene l’aereo livellato senza problemi. In questo caso, stando alla cronaca giornalistica, non c’è stato nemmeno lo scramble dei caccia, quindi il silenzio radar deve essere stato piuttosto contenuto. Pesa di più, nel caso, la palla raccontata dal cpt, sempre che di palla si sia trattato.
 
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E se lo licenziano sono cattivoni.
E se lo tengono sono dei lassisti piegati ai poteri fortihi dei sindacati.
Non vi va mai bene niente

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I sindacati non sono intervenuti? Nessun sciopero di solidarietà? Strano ci penserà il solito giudice del lavoro a reintegrarlo:
 
Piccola nota non legata al fatto in questione anche perché nessuno, fatto salvo chi di dovere, conosce tutti i dettagli della faccenda qui raccontata.

La corretta gestione del riposo per i naviganti è di fondamentale importanza, e questo vale per il corto, il medio ed il lungo raggio. Nello specifico sul lungo raggio ci sono diverse tecniche che vengono promulgate in termini di “health and safety precautions” per mitigare gli effetti di vari fusi orari associati a periodi di sosta brevi (sotto le 24 ore o giù di lì).

Ipotizziamo un volo verso gli USA dall’Europa Centrale sulle 8/9 ore di volo con partenza la mattina e sosta di 24 ore circa.

All’arrivo in albergo a destinazione per l’equipaggio saranno circa le 22/22.30 e l’ora locale invece poniamo le 16/16.30. Si ripartirà il giorno dopo con prelievo dall’albergo alle 13.30 ora locale o 19.30 ora “biologica” 😄

In una situazione del genere è essenziale fare 2 periodi di riposo; il primo normale “notturno” che si aspetta il nostro corpo ed il giorno successivo il “pre-partenza”. Per fare questo dobbiamo però rimanere in orario biologico e quindi cenare appena arrivati in albergo (che poi negli USA cenare alle 17 non è mica una follia 😅) ed andare poi a nanna intorno alle 18/19 locali (mezzanotte/l’1 nostre). Ci sveglieremo quindi allegramente verso le 2/3 di notte locali, le nostre 8/9 di mattina pronti per fare colazione che però non avremo in albergo (ma anche lì dipende), ma avremo avuto accortezza di portare qualcosa nel bagaglio e ci sorbiremo la ciofeca del caffè diluito fatto col boiler in camera. Occuperemo le prime ore della giornata come capita, se possibile un po’ di palestra leggera in albergo con le luci belle sparate per ricordarci che è giorno e alle prime luci dell’alba uscire a fare un giro. Sfrutteremo le prime aperture per colazione dei ristoranti per “pranzare” con pancakes, salsicce e tutto ciò che ci piace mangiare oltre Oceano 😁
Successivamente, quando la città si sveglia ed è in pieno business, sarà ora del nostro sonnellino “pre-volo” magari di un paio d’ore se si riesce. Successivamente preparazione, snack, caffè e pronti per ‘a nuttata.
Risultato: saremo decentemente riposati e non avremo visto una mazza della città che ci ospita ne avremo comprato manco una calamita come souvenir. O così o pomì.
p.s. Post a titolo informativo e meramente discorsivo, non legato in alcun modo a fatti realmente accaduti e dei quali nessuno conosce i dettagli. Così è come ci organizzavamo da militari quando andavamo in giro per il mondo con soste brevi dove si manteneva il fuso biologico. Per soste “lunghe” (2 o più giorni) si prendeva il fuso locale.
Avendo descritto esattamente ciò che ho fatto per anni , immagino l’abbia fatto pure tu 😇, ma non siamo tutti uguali ….
 
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Domanda: in ITA non c'è la regola della chiamata ogni tot. minuti da parte dell'equipaggio al cockpit?
 
@Giofumagalli: su cosa volavi da militare? Manda pure un PVT se vuoi

Per quanto riguarda il racconto dell’accaduto, non mi stupisce che sia avvenuto all’alba: anni fa feci una JFK-FCO in cockpit reggendo benissimo la nottata e godendomi il volo, ma all’alba con la luce del sole che colpiva diretta negli occhi ebbi un tracollo da non riuscire a stare sveglio.
 
....all’alba...
Ecco, esatto, all'alba: le FTL prendono come riferimento quel parametro per tarare i flight duty period. Il ritmo circadiano si basa sul fatto che la fatica maggiore si ha a quell'ora (circa Diem, quasi giorno) con la curva dell'abbiocco che si alza esponenzialmente.
 
Ecco, esatto, all'alba: le FTL prendono come riferimento quel parametro per tarare i flight duty period. Il ritmo circadiano si basa sul fatto che la fatica maggiore si ha a quell'ora (circa Diem, quasi giorno) con la curva dell'abbiocco che si alza esponenzialmente.

Ricordo anche diversi casi di sonnellino non previsto avvenuti in voli dall’India all’Inghilterra proprio perché arrivavano in Europa all’alba.

Comunque sappi che con “circa diem” mi hai fatto felice, non sapevo derivasse da quello!
 
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Domanda: in ITA non c'è la regola della chiamata ogni tot. minuti da parte dell'equipaggio al cockpit?
Immagino che se uno dei piloti era in controlled rest – per non disturbare il pisolino e vanificare l'effetto benefico – si sia avvisata la cabina di non chiamare fino a nuovo ordine.

Salvo abbiano fatto proprio come detto da fiducioso tout court.
 
I vari articoli parlano di una mancanza di comunicazione di 10 minuti. Ammesso sia andata così è possibile anche che il fattaccio sia avvenuto tra una chiamata e l'altra.
 
Immagino che se uno dei piloti era in controlled rest – per non disturbare il pisolino e vanificare l'effetto benefico – si sia avvisata la cabina di non chiamare fino a nuovo ordine.

Salvo abbiano fatto proprio come detto da fiducioso tout court.

Chiedevo alla mia compagna e da lei la chiamata si fa anche durante controlled rest, solo che viene iniziata dal cockpit. Se i piloti non fanno una chiamata entro 30' dall'altra allora il crew aspetta un 5 minuti e poi fanno partire una chiamata loro.

Su questa faccenda mi sento un po' tirato in due direzioni opposte. Da un lato ITA ha dimostrato in precedenza (il caso delle valigie) di avere la licenzite facile, dall'altro... Si tratta di un'infrazione di non poco conto e, come dice Farfallina, aver mentito sul guasto è pure peggio.
 
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