Ultime indiscrezioni sul piano Intesa per AZ


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ROMA (30 luglio) - Silvio Berlusconi ai senatori del Pdl riuniti a cena ieri sera ha illustrato il nuovo piano dell'Alitalia: 5mila esuberi, novanta nuovi aerei in arrivo, ripristino delle più importanti rotte internazionali. Si riunirà intanto oggi pomeriggio, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, il consiglio di amministrazione di Alitalia. All'ordine del giorno potrebbe esserci l'esame del piano di salvataggio della compagnia messo a punto da Intesa Sanpaolo.

Secondo quanto riportato dall'Agi il premier ha rivelato che «i cinquemila esuberiverranno attutiti da alcune misure. Ci saranno degli scivoli, dei prepensionamenti. Inoltre misure di ammortizzatori sociali saranno accompagnate da altre soluzioni. Però - ha aggiunto il presidente del Consiglio - i sindacati non dovranno mettere il bastone tra le ruote, "altrimenti salta tutto"».

Berlusconi avrebbe inoltre sottolineato che nella trattativa con Air France «erano state poste delle condizioni inaccettabili», e comunque «ho parlato con il ministro dei Trasporti francesi. Ci saranno varie sinergie con Parigi». Il Cavaliere si è quindi detto ottimista per il salvataggio della compagnia di bandiera: «C'è il piano, c'èla soluzione, ci sono i soldi, tanto che ho dovuto dire molti no. Certo non si potranno tenere tutti i dipendenti, si cercherà un modo indolore per salavaguardare il maggior numero di persone, ma è chiaro che questa è l'unica operazione che si può fare».

Benetton. Sul Alitalia è intervenuto anche Gilberto Benetton: «Ci è stato chiesto di partecipare alla cordata italiana e in via di principio riteniamo di poter dare il nostro contributo al rilancio della compagnia di bandiera, ma non abbiamo ancora visto un piano industriale, dei numeri o una proposta concreta da Banca Intesa», ha affermato il presidente di Edizione Holding, aggiungendo che «nessun imprenditore può essere disposto a investire sul progetto senza vedere prima un piano industriale».

In un'intervista al Sole 24 Ore, Benetton, che respinge l'accusa di aver dato la propria disponibilità su Alitalia solo dopo la nuova convenzione per Autostrade, aggiunge poi che «non è pensabile che il piano abbia successo senza la presenza di un partner internazionale» e avverte che «come gruppo» è necessario «valutare con attenzione il possibile conflitto di interesse, data la partecipazione posseduta in Adr e che i soci di Sintonia hanno ovviamente diritto di voto, oltre che di veto, sugli investimenti significativi». Per questo, secondo Benetton, «il miglior servizio che noi, come gruppo, possiamo fare ad Alitalia è proprio quello di fare di Adr e di Fiumicino un grande aeroporto europeo». A questo proposito, l'industriale veneto avverte che per lo sviluppo di opere viarie per collegare lo scalo a Roma servono «stabilità di norme e tariffe certe», prefigurando una convenzione come quella di Autostrade: «Lo chiederemo quando sarà pronto e presentato il progetto», dice e se non arriverà la convenzione, conclude, «dovremo riconsiderare l'intero investimento in Adr».

Il Messaggero
 
Toto, invece, dovrà scegliere se entrare nell'azionariato apportando asset e slot di Air One oppure vendere direttamente la sua società ai nuovi azionisti di Alitalia e dedicarsi ad altri business (autostrade ed energia). Gli advisor e gli altri azionisti vorrebbero fortemente che restasse anche in virtù dell'esperienza che ha fatto in questi anni, ma in caso contrario gli verrebbe versato un corrispettivo stimato attorno ai 300 milioni.

pare proprio che Toto,sia che resti,sia che esca,non avrà in mano la cloche della nuova AZ,una bella differenza rispetto a quando voleva comprarsi AZ...:D
 
AFD..
tutti pensano che non ci vogliamo benne..
mi spieghi che problema c'è con Toto?
personalmente direi nessuno,ho solo messo in evidenza quella che secondo me è la maggiore differenza tra l'acquisto di az da parte di toto,un anno fà,e la fusione oggi
c'è una grossa differenza ed è proprio il fatto che prima toto avrebbe avuto la proprietà di az,oggi ne sarebbe solo socio,forse,il timone lo prenderebbero altri
questo nasce dal fatto che evidentemente è stato poco credibile,non solo al precedente governo,ma anche ai suoi finanziatori,il fatto che il lui potesse "comprarsi" az

non ho capito la frase sul volersi bene...
 
Toto ha come unica carta le opzioni sui nuovi aerei ... ma a capitalizzazione è messo male .... senza soldi non può pretendere di comandare .. è logico che n questo frangente il boccino sia in mano alle banche ..
 
Il problema è capire di quanti aeromobili a lungo raggio disporrà la nuova Alitalia.
Spero non vogliano fare lo spezzatino tra FCO e MXP con 20 aerei.

Non c'e' problema, devono solo federare per la flotta Star.


....almeno in una delle ipotesi di come potrebbero andare le cose
 
è logico che n questo frangente il boccino sia in mano alle banche

La verita é proprio questa, in parole povere le scelte di AP sono le scelte di Banca Intesa che vanta una situazione creditoria da spavento.
L'unica prospettiva in grado di dare un boccata d'ossigeno a AP é la fusione con AZ, generando un nuovo monopolio nei trasporti nazionali, con prevedibili effetti positivi sui debiti AP verso Banca Intesa.

Tutto il resto, sono solo chiacchiere.
 
Nonostante non ne condivida l'orientamento politico, purtroppo però devo ammettere che il commento più logico alla scelta che si profila per AZ l'ha fornita il Prof. Ichino.
In sintesi, se non ricordo male:
- l'offerta AF a conti fatti era molto più vantaggiosa, sia per licenziamenti (dovendo valutare sia quelli della bad company che quelli della good company) che per le casse dello Stato, visto, tra gli altri, il prestito ponte di pochi mesi fa;
- il mercato italiano sarà dominato da un unico grande player, a tutto discapito della concorrenza e dei prezzi.
 
ROMA - Silvio Berlusconi va avanti su Alitalia mentre il cda della compagnia questo pomeriggio metterà al centro della discussione per la seconda volta in cinque giorni, il dossier della privatizzazione affidata ad Intesa-Sanpaolo. Il progetto allo studio dell'advisor è stato già il tema dell'ultimo consiglio della Magliana che si è tenuto sabato scorso.

I vertici del vettore e soprattutto il presidente Aristide Police, esperto di Diritto Amministrativo, punta tutto sulla continuità aziendale e quindi su una Alitalia rifondata ma non portata al fallimento pilotato, strada che creerebbe diversi problemi giuridici. E la prossima settimana saranno i conti semestrali a dire se Alitalia sarà in grado di volare ancora per qualche mese o se solo un deciso intervento in extremis di Banca Intesa servirà per garantire l'operatività.

Ieri sera, nel corso di una cena con alcuni senatori del Pdl, il premier ha messo in fila tutte le soluzioni in vista per Alitalia: ci saranno 5mila esuberi, l'arrivo di 90 aerei (grazie alla fusione con Air One), e fondi freschi immessi da una cordata di imprenditori.
"Andremo avanti fiduciosi con Alitalia perché dobbiamo pensare al bene del Paese e non ci fermeremo certo per qualche manifestazione" avrebbe aggiunto Berlusconi parlando dei sindacati.

Inoltre "saranno riaperte diverse rotte" verso l'Asia (e Shangai tra le prime) e "riallacciati i contatti con Air France".

"Ho parlato col ministro dei Trasporti francese - ha detto ieri sera ai suoi il Cavaliere - e sono pronte delle sinergie a livello internazionale". Il gruppo franco-olandese, infatti, non può più stare alla finestra a guardare le aggregazioni ormai necessarie nel settore del trasporto aereo. L'ultima, quella tra British e Iberia (prevista ma pur sempre in dirittura d'arrivo) potrebbe scatenare una nuova corsa alle fusioni nei cieli.



Berlusconi ha quindi concluso che è "meglio avere 5 mila piuttosto che 20 mila" esuberi, cioè tutto il personale Alitalia, e ha auspicato un atteggiamento positivo da parte del sindacato anche davanti a un quadro così pesante dal punto di vista occupazionale, saranno assicurati il ricorso agli ammortizzatori sociali, oltre a prepensionamenti, agevolazioni all'uscita, e anche ad altri strumenti. Un possibile riferimento ad eventuali esternalizzazioni per altri 5mila lavoratori.

da repubblica.it
 
Il fatto che si parli di un generico "riallacciare i contatti con AF" mi fa pensare, quantomeno nel medio termine, ad uno scenario più leggero del merge: la JV atlantica, una parola della quale sentiremo molto parlare nei prossimi mesi/anni...
 
Nonostante non ne condivida l'orientamento politico, purtroppo però devo ammettere che il commento più logico alla scelta che si profila per AZ l'ha fornita il Prof. Ichino.
In sintesi, se non ricordo male:
- l'offerta AF a conti fatti era molto più vantaggiosa, sia per licenziamenti (dovendo valutare sia quelli della bad company che quelli della good company) che per le casse dello Stato, visto, tra gli altri, il prestito ponte di pochi mesi fa;
- il mercato italiano sarà dominato da un unico grande player, a tutto discapito della concorrenza e dei prezzi.
Non sono d' accordo. Ichino ragiona in modo miope, sulla falsariga delle scelte di Prodi. Sbaglia a pensare che contino solo incasso ed esuberi, quel che conta invece sono le implicazioni strategiche della vendita. Vendendo a Air France si era scelto di rinunciare a servire il nord Italia con voli intercontinentali diretti, più o meno per sempre. AF pretendeva il congelamento dei bilaterali, quindi spargeva sale su Malpensa perché non vi ricrescesse più nulla.

Il danno provocato da questa scelta era certamente superiore ai 4 soldi che AF avrebbe pagato e al temporaneo minor taglio occupazionale. Che il piano AF non avesse credibilità né lungimiranza è dimostrato dalla scelta assurda di non rinnovare la flotta di MD80. Non si deve vendere a chi non intende investire.
 
vendendo ad AF, Alitalia sarebbe diventata nel giro di pochi anni un mini satellite della compagnia francese, e poi L'italia deve avere a tutti i costi una sua compagnia aerea di bandiera, gestita da VERI professionisti del campo e portare il buon nome dell'Italia in tutto il mondo.
 
Stato
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