[TR] Quell’aereo là devi metterlo qua: cronache di un trasloco.


TR tanto superlativo, quanto istruttivo.
Il dietro le quinte è estremamente interessante.
Grazie per averlo condiviso. :)
 
Grazie un TR insolito che permette a noi appassionati di aviazione civile di subodorare quello che normalmente non si vede.
Veramente un ottimo lavoro
Grazie ancora
 
No comment (ecco, appunto, statte zitto - cit.) tanto hanno già scritto tutto gli altri.
Un solo appunto, o meglio una nota negativa per questo TR: ma la foto al cesso? Queste sono le basi del mestiere caro 13900…
 
5 – Aprile: 16 ore al giorno.

Arriva la settimana fatidica: quella del 25 aprile, segnato in rosso sul calendario come “Moving day”. Le chiamate si fanno quasi giornaliere, e devo tagliare il mio coinvolgimento in altri progetti (un paio vengono fortunatamente consegnati, ma in altri casi posso fare veramente il minimo). La permanenza in loco, stavolta, si fara’ abbastanza lunga: da lunedi a sabato, una settimana intera – o quasi – al mitico Aloft di Rosemont. Quella cyclette nella palestra diventera’ la mia miglior amica-nemica.

Comunque, lunedi mattina dopo un po’ di lavoro mi presento a T5 per l’ennesima (si spera ultima) partenza. Vista dall’alto:

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L’imbarco e’, manco a dirlo, di nuovo ai remoti. Mi sembra che la stragrande maggioranza dei miei voli sia imbarcata col torpedone. I passeggeri premium non sono molto contenti di essere insardinati sulla corriera e, sinceramente, come dargli torto. Altri aeroporti, altre compagnie, fanno molto meglio.

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Ovviamente piove, ma sono a bordo prima di iniziare a sciogliermi. D’altronde, come dicevano i colleghi olandesi nel mio altro lavoro, “non siamo fatti di zucchero”.

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A bordo, assieme al maledetto computer, ho il meraviglioso Bikepacking Journal di inizio anno. Con tanto di paginone per l’Iceland Divide che fa molto Playboy per i ciclopirla.

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Momento #borghesia: sciambagn e noccioline, rigorosamente calde. Ci sarebbe quasi da metter le chiavi del Lambo e il Rolex a fianco di tutto quest’ambaradan, ma prima di montarmi la testa mi ricordo che a mio fratello avevano regalato la Testarossa a pedali, mentre a me rifilarono il trattore, sempre a pedali.

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Sono al 2E, sotto al bel rear bulkhead di First.

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E uno sguardo in avanti.

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Ancora una volta, vi evito il menu per intero perche’ tanto non e’ cambiato, ma ve lo propongo piu’ tardi per la merenda sinoira. Nel frattempo, canape’ e gelato che poi occorre lavorare.

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Come al solito, caffe’ stavolta servito con un paio di Lindor.

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Non sarebbe il 787-10 senza qualcosa che si rompe, e quel qualcosa sono i meccanismi per oscurare i finestrini. Ogni sedile di F ha due finestre, con un solo comando, e premendo il bottone se ne scurisce uno solo. Dramma. Alcuni iniziano a provare soluzioni “pane e salame” con menu o cose simili, finche’ al Vostro non viene in mente che, a bordo, ci dovrebbero essere degli scurini ‘meccanici’ fatti apposta per l’evenienza. Chiedo su Whatsapp a un’amica di 8200 dove trovarli, vado in galley, lo comunico e... sono l’eroe della giornata. Questi scuri sono anche adesivi, ma a quanto pare o l’adesivo non funziona, o qualcosa e’ lost in translation, tant’e’ che la soluzione e’ quella che vi propongo.

Molto premium.

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Arriva il momento della merenda e decido di prendermi il tonno.

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Liquidato anche ‘sto volo, vado a dare un’occhiata con OX49 allo stato dei lavori. L’Operations room al piano check-in e’ quasi pronta, domani arriveranno quelli di IT ad installare la computeristica, il radio rack e quant’altro.

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Subito dopo c’e’ la sala mensa per i colleghi:

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E lo spogliatoio con tanto di cabinotto separato per cambiarsi, che non vi ho messo in foto ma fidatevi che c’e’.

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Al piano ammezzato ecco l’ufficio, che si compone di una sala riunioni, una sala training, magazzino, cucina e la zona ‘operativa’ in cui si trovano i computer dell’airport manager e dei duty managers.

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C’e’ ancora lavoro da fare, ma stiamo andando bene. Ci ritiriamo per la notte, che domani e’ martedi, penultimo giorno a T5.

Il giorno dopo, sveglia alle 4AM: prime riunioni con Londra, un momento in palestra, yogurt, e poi si va in aeroporto. IT continua nei suoi lavori. L’artwork finale per gli uffici sara’ installato il giorno della partenza, e passiamo il martedi a rivedere le procedure per il taxi, un riepilogo generale dei test fatti e di quelli da fare, assegnamo ad American (che controlla l’IT da queste parti) dei lavori per i banchi del check-in e, per finire, facciamo quei seimila lavori che vanno fatti prima di questo evento, tipo riempire un centinaio di goodie-bags per colleghi e assistenti di volo.

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Poco dopo Chris, Myra – una dello staff – ed io andiamo da Cosco per comprare giusto due cosette per tenere i nostri colleghi fed and watered per qualche ora. Il giorno dell’apertura avremo anche cibo, torte, cupcakes e fetenzie varie. L’esperienza Cosco nella Chicago suburbana e’ qualcosa di educativa, e usciamo con giusto quanto basta. Giusto $350 e spicci.

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Ci si ri-dirige a lavoro, ancora due scartoffie e poi finalmente arriva il momento-cibo anche per noi. Deep Dish pizza e passa la paura; i puristi avranno da che ridire, ma a me piace e non poco.

Ultimo atto prima di ritirarsi in hotel per la cena, un trial del check-in. Tutto sembra funzionare, inclusi FLY e JFE.

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Nirav, il nostro esperto di ground experience, fa “We could move tomorrow if we wanted to”. Gli dico di non tirarla, che la dea della fortuna e’ cieca ma la sfiga ci vede benissimo, ma e’ troppo tardi.

...ne parliamo pero’ poi.
 
Non sto nemmeno a cercare le parole di elogio, perché sarei ripetitivo. Grazie per questi scorci dietro le quinte, raccontati (come sempre) in maniera coinvolgente e con una sana dose di umorismo!

Ma scusa, quella è chiaramente Kathy Bates!

No, Kathy Bates non ha la verve di Maureen! Grazie a te, il tuo TR berlinese m'e' stato d'ispirazione.

Ah vabbè, io pensavo ti mettessero in stiva cargo, invece eri comunque in J. Sòla!

Comunque ti stai imbruttendo peggio del proverbiale milanese, per favore registra un audio in cui dici "uèèè, feeega, devo fatturare" così capiamo fino a che punto la trasformazione è completa. AAmilan fa il giudice.

DaV

Si beh, da noi duty travel e' o J o F. Almeno quello. Purtroppo non potro' mai arrivare ai livelli di bauscismo di AAmilan.

Complimenti per la narrazione è un piacere leggere i tuoi TR.

Grazie a te per leggere!

Mi piacerebbe vedere il risk assessment e le mitigating actions di un progetto simile.
A volte sembra di essere all'interno dell'ufficio complicazioni affari semplici.
Un aeroporto simile che obbliga a tali soluzioni meriterebbe l'abbandono immediato di tutti gli operatori.

Fidati, un lavoro improbo. All'apertura abbiamo anche avuto il nostro safety assessor per il nordamerica, storia gustosa a seguire.

Un TR formidabile, scritto in modo avvincente: può dare dipendenza! Grazie mille!

Grazie :)

Che tensione...chissà se ce la faranno a fare tutto e per tempo😰

Beh ho spoilerato all'inizio...

Con la foto dalla camera d'albergo con vista sul Fashion Outlet di Chicago e con la citazione di Lindo Ferretti davanti allo Champagne, questo TR entra di diritto nel club ristretto dei TR epici.

Grazie!

Grazie molte per il racconto!



In fin dei conti si chiama Waterside...
Poi tra i continenti deve esserci uno stagno, no?

Lo stagno a WTS c'e' ma e' dietro...

Fai un lavoro fighissimo, grazie di rendercene parte!
Ovviamente so che dall'interno è stressante e un mal di testa continuo 😂

Ecco, questo e' stato un progetto gustoso. Gli altri che ho per le mani... no.

No vabbè. Serie di Netflix subito!

PS i tubi li conoscevo come l'Irish pier da dove partivano i voli al T1 per Aer Lingus (mai capito perché)

Vero, Irish Pier e Europier subito dietro...

Spassosissimo TR!!

Grazie :)

Alto livello, come sempre. E grazie per averci fatto scoprire anche un po' di dietro le quinte.

Piacere mio!

TR tanto superlativo, quanto istruttivo.
Il dietro le quinte è estremamente interessante.
Grazie per averlo condiviso. :)

Figurati :)

Grazie un TR insolito che permette a noi appassionati di aviazione civile di subodorare quello che normalmente non si vede.
Veramente un ottimo lavoro
Grazie ancora

Hai il nick migliore di tutti su questo forum, Pezzente sugli scudi!

No comment (ecco, appunto, statte zitto - cit.) tanto hanno già scritto tutto gli altri.
Un solo appunto, o meglio una nota negativa per questo TR: ma la foto al cesso? Queste sono le basi del mestiere caro 13900…

Mi pento e mi dolgo, alla latrina entro sempre senza telefono :(
 
6 – 24-25-26 Aprile: implementation

24 aprile, di nuovo svegli alle 4 di mattina, nuove telefonate con Londra per gli altri progetti, 1:1s, grane varie ed eventuali. Puntatina in palestra, ennesimo bagel dell’Aloft, e poi si va in aeroporto. Ieri sera e’ arrivato anche Julian, presidente per BA per tutta le Americhe, e mammasantissima in capo a questa operazione. E’ una sagoma, Julian, e passa da queste parti talmente di frequente che hanno una boccia di Sipsmith col suo nome al bancone del bar.

Comunque, arriviamo al terminal e vengo fermato da Anton e Tim. Sono due specialisti IT di American e sono due di quegli unsung heroes che tengono in piedi l’industria. Se si vola e’ grazie a gente come Tim da Dallas e Anton, ucraino di Dearborn (MI). Mi fanno “non riusciamo ad entrare in Amadeus e FLY ha un mapping strano per le stampanti”. Guardo Nirav, gli dico “menagramo d’un menagramo” e vado a vedere.

Primo problema, il login di JFE butta un errore che ho gia’ visto prima, sul mio computer, quando non avevano sistemato per bene il mio setup. No bueno. Beh, c’e’ FLY, dico al duo di AA. “Si, mi fanno loro, ma guarda cosa succede qua”.

Accendiamo quattro postazioni, facciamo una stampa di prova a una di quelle e... escono 4 bag tag da tutte e quattro le stampanti. Arriva Chris, che conosce FLY un po’ meglio di me, e guardiamo la mappatura delle stampanti. L’indirizzo non e’ qualcosa tipo ORD/CHKIN1/123456, e’ ISP/TEST1/123456.

Bestemmie a denti stretti. Ieri era tutto fatto per bene, oggi e’ un casino. E domani si dovrebbe volare.

Chiamiamo Airport Systems a Londra, e viene fuori che hanno fatto un qualche upgrade assieme a SITA e Amadeus, ed e’ andato tutto, ovviamente, a passeggiatrici perche’ fare testing e’ per gente che non sa cosa fare. Intimiamo a chi sta dall’altro lato della cornetta che se tutto non e’ sistemato entro le 6 antimeridiane di domani gli rapiremo i bambini.

Leggermente incazzati andiamo a prenderci un caffe’ all’Hilton, e poi torniamo a T5 che c’e’ un’incombenza storica da gestire.

L’ultima partenza BA da T5. Andiamo a chiudere la lounge, che domani verra’ smantellata, e poi passiamo al gate. L’ultima partenza di BA da T5 e’ un downgauge, da 787-10 a -9, e a suggellare questo momento storico c’han mandato G-ZBKA, il primo della fila, sporco fuori e rotto dentro. Pazienza.

E’ un momento storico per ORD, e per Maureen che ha visto l’apertura di T5 ed ora e’ testimone della sua fine, almeno per noi.

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Fuori passa un lindissimo 359 LH manco a ricordarci chi e’ che sa mantenere gli aerei.

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Il sole tramonta, zio Tony mi scrive “sei al bar?”, ma Nirav ed io abbiamo ancora due cose due da fare. O meglio Nirav ce le ha ma io mi offro di dargli una mano. Giriamo l’intero T5 e T3 a piazzar cartelli che dicono quanto segue:

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L’indomani, 25 aprile, e’ il grande giorno. Cancello tutte le chiamate con Londra, e alle 6AM Chris ed io siamo al bancone del check-in. SITA, Amadeus, Airport Systems, Satana o chi per lui hanno risolto il problema con FLY e JFE, e possiamo fare tutto.

Anche gli uffici sono pronti e, se posso dirlo, minchia se sono belli. SPEEDBIRD O’HARE, ready to roll.


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Durante la notte, la CDA ha cambiato i segni. Sono pieno di ammirazione per i nostri contractor, per questi americanoni che ti dicono “it’ll be done” e, infatti, sono qua alle 6 a darci di cacciavite, di rullo, di tutto. Distanze siderali cogl’inglesi che ti dicono “mi servono due mesi per metter su le welfare facilities”, mannaggia a loro.

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E cosi siamo pronti. 4 ore prima del volo, siamo pronti per il check-in.

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Prima di tutto, pero’, i due turni si trovano in ufficio per il briefing. Due parole da tutti, anche io dico le mie tre cagate, foto di turno e siamo pronti ad andare.



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Noi del project team lasciamo il T3 e ci fiondiamo al T5, c’e’ il momento della verita’. Live taxiing.

Il 77E arriva in perfetto orario. Il piano, visto e rivisto nei minimi dettagli, prevede che si stia a T5 meno di un’ora. In quei cinquanta minuti dobbiamo: scaricare cargo e valigie inbound, buttar fuori i passeggeri, pulire l’aereo, caricare catering e cargo outbound, chiudere la stiva anteriore in caso di cargo “constant climate”, fare fuelling, engineering checks, e andare.

American e’ il nostro gound handler below the wing e, non me ne vogliano GHAs come Dnata o Menzies, la differenza c’e’ e si vede. Hanno tutto l’equipaggiamento, il personale, la voglia di sbattersi. BA LHR ha avuto la brillantissima idea di mettere un pallet di cargo davanti alle valigie; quelli di AA tirano fuori una dolly e un trattorino, prendono quel pallet, lo spostano, scaricano le valigie e poi lo rimettono sull’elevator per caricarlo poi sui camion.

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Arriva Do&Co per caricare il catering, e arrivano anche Vera e Scott, i nostri primi taxi crew. Con loro ci sono Gene e zio Tony. Ci invitano a bordo e cosi OX49, Julian, Chris ed io saliamo sul 77E per il taxi inaugurale.

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L’equipaggio e’ pronto; noi veniamo messi in jumpseat, e siamo pronti a muoverci. Pushback right on time, e poco dopo sentiamo i motori accendersi. This is it, ci diciamo sorridendo.

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Il taxi e’ bravissimo, sono in Jumpseat e non vedo nulla, ma arriviamo al K19 di T3 in men che non si dica. Successo.

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Il volo ha 75 connessioni inbound, e grazie al bel tempo e alla connessione facile, ce la fanno tutti. Il ground manager di AA ci comunica che tutte le valigie sono caricate; di solito la media e’ di 3-4 che non ce la fanno.

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Il 77E parte, e nel frattempo arriva il secondo live taxi della giornata, il 787-9. Doveva essere un -10, ma vuoi non iniziare con un bel downgauge?

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Breve storia buffa: Carl il safety assessor, dopo averci fatto un deretano a capanna per il tal cavo, il shelving unit non propriamente assicurato, manual handling, questo e quello decide di andare a ispezionare il trattore del pushback perche’, secondo lui, non ha il safety pin sul towbar. Prende, va in rampa, a momenti finisce sotto un camion del catering, e viene giustamente cazziato dal suo omologo di AA.

Nel frattempo ecco arrivare il secondo taxi.

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Secondo pushback, 20 minuti di ritardo ma a causa del crew. Purtroppo con la Kennedy in rifacimento e il crew che sta in centro e’ un casino farli arrivare in orario. Unico problema per noi e’ il fuelling, la compagnia non riesce a farlo a T5. Decidiamo di usare il residuo (piu’ piccolo uplift) per il taxi e refuel per il ritorno a T3.

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Finita la giornata, torniamo indietro all’ufficio. I piedi fan male, la schiena pure, le occhiaie arrivano al mento ma... e’ fatta. Il sistema funziona.

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Secondo giorno, siamo ancora in zona dato che al primo giorno sono tutti attenti, e il secondo e’ quando le cose van male. Per una volta non ho chiamate in programma alle ore inutili, ma la mia intenzione di dormirmela fino alle 6 e’ annullata da un emerito imbecille da HQ che mi chiama su Teams alle 4:15 AM per chiedermi perche’ non ho ancora fatto un update del progetto su Jira e sull’altro sistema. Ricordo all’emerito imbecille che sono le 4:15 AM, abbiamo finito di lavorare alle 9:30 PM e che i rapporti li faro’ settimana prossima, quando ho tempo. Riattacco senza nemmeno sentire una risposta. Qualche ora dopo arriveranno multiple mail di scuse. E’ bello sapere che project management e’ preso sul serio, ma ogni tanto sembra che abbiamo implementato un sistema in cui sei persone guardano uno che lavora.
La giornata passa velocemente. Stavolta ci sono ritardi causa meteo e la torre ha problemi. Incoccio il capo del customer service AA che mi fa “oggi siete al K12, e’ meglio, non vi preoccupate, e’ bello bello, vicino alla lounge, servizio, cortesia, ampio parcheggio”. Gli faccio “Caro amico, che s’e’ rotto a K19?”
“Il gate sta benissimo, e’ l’aereo che e’ li che s’e’ rotto” fa lui. Un 787. AA, mi dice, sta avendo un sacco di problemi e anche le consegne sono in ritardo. Si aspettavano 16 787 quest’anno, ne arriveranno 3.

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Anche questa giornata finisce velocemente, e andiamo a mangiare. Domani e’ sabato e si torna a casa.
Sia come sia, andiamo da Denny’s a far colazione/pranzo/cena, visto l’apporto calorico. UA atterra:

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NCA la segue a ruota:

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Arriviamo a T3 per l’ultima volta, salutiamo tutti, facciamo check-in e posiamo le borse. Tutti ci ringraziano ancora, e andiamo airside per l’ennesima volta, ma come passeggeri.
Vista in rampa, con un bel retrojet Aircal.

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C’e’ traffico, va detto.

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UA e National provano a darsi un bacino.

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Aggenore controlla che il motore sia ancora li’.

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Ecco il nostro mezzo, ancora una volta transitato in perfetto orario. Breve ritardo per il crew, ancora una volta ritardato dal traffico dell’ora di punta.

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Saluti a tutti, e poi imbarchiamo. Per l’ultima volta offro il mio 1A a OX49, in cambio del suo 12K. Non per atteggiarmi a santo, che non sono, ma alla fine si merita un piccolo premio per il duro lavoro e, se devo essere del tutto onesto, 1A in F e’ troppo vicino al galley, il sedile non ha porte e io voglio solo dormire.

Vista a bordo.

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Angolo dell’orrido, i miei calzini che piaceranno molto a I-DAVE. I calzini della vittoria, li chiamo io, li metto sempre alla fine di un progetto. Me ne hanno regalati alcuni di American airlines veramente urendi, non vedo l’ora di indossarli.

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E via. Addio ORD.

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E, poi, niente. Chiudo la porta, abbasso il sedile, cuscino, copertina e... mi sveglio a 20 minutes to landing. Il progetto e’ praticamente finito. Settimana prossima ne inizia un altro, se possibile piu’ complicato e molto meno glamorous.

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That’s all bifolks!
 
Ultima modifica:
Bello, bello!
Conosco bene quella sensazione unica, quel formicolio che ti prende tra culo e palle quando un sistema che ti aspetti che funzioni come un orologino svizzero, improvvisamente ti tradisce perché qualcuno ha pensato bene di caricare in PROD patch, bug fixes, aggiornamenti di Windows 95 et similia…

È in quelle occasioni che i chitammuort ti escono dalla bocca con naturalezza, come se fossero già lì pronti da tempo, perché loro in fondo, loro già lo sapevano che non poteva andare tutto liscio…

Tutto questo mi ricorda i vari cut over ai quali ho partecipato, per la verità sempre finiti bene ma sempre con qualche intoppo, tipo le strade chiuse sotto la sede di JU perché quel giorno passava la maratona…

Bei ricordi, grazie per la condivisione!
 
...Bestemmie a denti stretti. Ieri era tutto fatto per bene, oggi e’ un casino...
... viene fuori che hanno fatto un qualche upgrade ..., ed e’ andato tutto, ovviamente, a passeggiatrici perche’ fare testing e’ per gente che non sa cosa fare...
....ma la mia intenzione di dormirmela fino alle 6 e’ annullata da un emerito imbecille da HQ che mi chiama...​
Quando lavoravo nella City e a Manhattan ne ho vissuti tanti di questi momenti! Mi vengono ancora i brividi anche se, oramai, ci rido sopra.

Grande, del tuo stile di narrazione ne ho gia' parlato troppe volte, rischio di diventare noioso.
Alla fine mancava solo la musica trionfalistica con le campane prima dei titoli di coda!!!

È in quelle occasioni che i chitammuort ti escono dalla bocca con naturalezza, come se fossero già lì pronti da tempo, perché loro in fondo, loro già lo sapevano che non poteva andare tutto liscio…
Devo,dire, che ai miei tempi, mi e' capitato che me ne uscisse una collezione in almeno quattro lingue e due dialetti (Bolognese e Veneziano). A volte inventavo anche un paio di lingue in piu', se le circostanze lo giustificavano.
 
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Reactions: robygun and XzXzXz
Tanta roba, grazie.

Ne proporrei la lettura obbligatoria a tutti i PM d'Italia, così almeno un buon 80% di loro capirebbe che no, di mestiere fanno forse gli impiegati ma di sicuro non i PM.

Comunque fai un lavoro fighissimo. Se continui con questi ritmi camperai forse al massimo un'altra decina d'anni ma è fighissimo.
 
grazie per l'approfondita condivisione, non potrei far tanto per le nostre policies!
Complimenti a te, al tuo lavoro, alla tua passione, alla tua competenza, al tuo metterti in gioco. Superlativo.
Inginocchiato, ti saluto!
 
6 – 24-25-26 Aprile: implementation

24 aprile, di nuovo svegli alle 4 di mattina, nuove telefonate con Londra per gli altri progetti, 1:1s, grane varie ed eventuali. Puntatina in palestra, ennesimo bagel dell’Aloft, e poi si va in aeroporto. Ieri sera e’ arrivato anche Julian, presidente per BA per tutta le Americhe, e mammasantissima in capo a questa operazione. E’ una sagoma, Julian, e passa da queste parti talmente di frequente che hanno una boccia di Sipsmith col suo nome al bancone del bar.

Comunque, arriviamo al terminal e vengo fermato da Anton e Tim. Sono due specialisti IT di American e sono due di quegli unsung heroes che tengono in piedi l’industria. Se si vola e’ grazie a gente come Tim da Dallas e Anton, ucraino di Dearborn (MI). Mi fanno “non riusciamo ad entrare in Amadeus e FLY ha un mapping strano per le stampanti”. Guardo Nirav, gli dico “menagramo d’un menagramo” e vado a vedere.

Primo problema, il login di JFE butta un errore che ho gia’ visto prima, sul mio computer, quando non avevano sistemato per bene il mio setup. No bueno. Beh, c’e’ FLY, dico al duo di AA. “Si, mi fanno loro, ma guarda cosa succede qua”.

Accendiamo quattro postazioni, facciamo una stampa di prova a una di quelle e... escono 4 bag tag da tutte e quattro le stampanti. Arriva Chris, che conosce FLY un po’ meglio di me, e guardiamo la mappatura delle stampanti. L’indirizzo non e’ qualcosa tipo ORD/CHKIN1/123456, e’ ISP/TEST1/123456.

Bestemmie a denti stretti. Ieri era tutto fatto per bene, oggi e’ un casino. E domani si dovrebbe volare.

Chiamiamo Airport Systems a Londra, e viene fuori che hanno fatto un qualche upgrade assieme a SITA e Amadeus, ed e’ andato tutto, ovviamente, a passeggiatrici perche’ fare testing e’ per gente che non sa cosa fare. Intimiamo a chi sta dall’altro lato della cornetta che se tutto non e’ sistemato entro le 6 antimeridiane di domani gli rapiremo i bambini.

Leggermente incazzati andiamo a prenderci un caffe’ all’Hilton, e poi torniamo a T5 che c’e’ un’incombenza storica da gestire.

L’ultima partenza BA da T5. Andiamo a chiudere la lounge, che domani verra’ smantellata, e poi passiamo al gate. L’ultima partenza di BA da T5 e’ un downgauge, da 787-10 a -9, e a suggellare questo momento storico c’han mandato G-ZBKA, il primo della fila, sporco fuori e rotto dentro. Pazienza.

E’ un momento storico per ORD, e per Maureen che ha visto l’apertura di T5 ed ora e’ testimone della sua fine, almeno per noi.

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Fuori passa un lindissimo 359 LH manco a ricordarci chi e’ che sa mantenere gli aerei.

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Il sole tramonta, zio Tony mi scrive “sei al bar?”, ma Nirav ed io abbiamo ancora due cose due da fare. O meglio Nirav ce le ha ma io mi offro di dargli una mano. Giriamo l’intero T5 e T3 a piazzar cartelli che dicono quanto segue:

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L’indomani, 25 aprile, e’ il grande giorno. Cancello tutte le chiamate con Londra, e alle 6AM Chris ed io siamo al bancone del check-in. SITA, Amadeus, Airport Systems, Satana o chi per lui hanno risolto il problema con FLY e JFE, e possiamo fare tutto.

Anche gli uffici sono pronti e, se posso dirlo, minchia se sono belli. SPEEDBIRD O’HARE, ready to roll.

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Durante la notte, la CDA ha cambiato i segni. Sono pieno di ammirazione per i nostri contractor, per questi americanoni che ti dicono “it’ll be done” e, infatti, sono qua alle 6 a darci di cacciavite, di rullo, di tutto. Distanze siderali cogl’inglesi che ti dicono “mi servono due mesi per metter su le welfare facilities”, mannaggia a loro.

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E cosi siamo pronti. 4 ore prima del volo, siamo pronti per il check-in.

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Prima di tutto, pero’, i due turni si trovano in ufficio per il briefing. Due parole da tutti, anche io dico le mie tre cagate, foto di turno e siamo pronti ad andare.



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Noi del project team lasciamo il T3 e ci fiondiamo al T5, c’e’ il momento della verita’. Live taxiing.

Il 77E arriva in perfetto orario. Il piano, visto e rivisto nei minimi dettagli, prevede che si stia a T5 meno di un’ora. In quei cinquanta minuti dobbiamo: scaricare cargo e valigie inbound, buttar fuori i passeggeri, pulire l’aereo, caricare catering e cargo outbound, chiudere la stiva anteriore in caso di cargo “constant climate”, fare fuelling, engineering checks, e andare.

American e’ il nostro gound handler below the wing e, non me ne vogliano GHAs come Dnata o Menzies, la differenza c’e’ e si vede. Hanno tutto l’equipaggiamento, il personale, la voglia di sbattersi. BA LHR ha avuto la brillantissima idea di mettere un pallet di cargo davanti alle valigie; quelli di AA tirano fuori una dolly e un trattorino, prendono quel pallet, lo spostano, scaricano le valigie e poi lo rimettono sull’elevator per caricarlo poi sui camion.

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Arriva Do&Co per caricare il catering, e arrivano anche Vera e Scott, i nostri primi taxi crew. Con loro ci sono Gene e zio Tony. Ci invitano a bordo e cosi OX49, Julian, Chris ed io saliamo sul 77E per il taxi inaugurale.

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L’equipaggio e’ pronto; noi veniamo messi in jumpseat, e siamo pronti a muoverci. Pushback right on time, e poco dopo sentiamo i motori accendersi. This is it, ci diciamo sorridendo.

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Il taxi e’ bravissimo, sono in Jumpseat e non vedo nulla, ma arriviamo al K19 di T3 in men che non si dica. Successo.

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Il volo ha 75 connessioni inbound, e grazie al bel tempo e alla connessione facile, ce la fanno tutti. Il ground manager di AA ci comunica che tutte le valigie sono caricate; di solito la media e’ di 3-4 che non ce la fanno.

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Il 77E parte, e nel frattempo arriva il secondo live taxi della giornata, il 787-9. Doveva essere un -10, ma vuoi non iniziare con un bel downgauge?

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Breve storia buffa: Carl il safety assessor, dopo averci fatto un deretano a capanna per il tal cavo, il shelving unit non propriamente assicurato, manual handling, questo e quello decide di andare a ispezionare il trattore del pushback perche’, secondo lui, non ha il safety pin sul towbar. Prende, va in rampa, a momenti finisce sotto un camion del catering, e viene giustamente cazziato dal suo omologo di AA.

Nel frattempo ecco arrivare il secondo taxi.

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Secondo pushback, 20 minuti di ritardo ma a causa del crew. Purtroppo con la Kennedy in rifacimento e il crew che sta in centro e’ un casino farli arrivare in orario. Unico problema per noi e’ il fuelling, la compagnia non riesce a farlo a T5. Decidiamo di usare il residuo (piu’ piccolo uplift) per il taxi e refuel per il ritorno a T3.

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Finita la giornata, torniamo indietro all’ufficio. I piedi fan male, la schiena pure, le occhiaie arrivano al mento ma... e’ fatta. Il sistema funziona.

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Secondo giorno, siamo ancora in zona dato che al primo giorno sono tutti attenti, e il secondo e’ quando le cose van male. Per una volta non ho chiamate in programma alle ore inutili, ma la mia intenzione di dormirmela fino alle 6 e’ annullata da un emerito imbecille da HQ che mi chiama su Teams alle 4:15 AM per chiedermi perche’ non ho ancora fatto un update del progetto su Jira e sull’altro sistema. Ricordo all’emerito imbecille che sono le 4:15 AM, abbiamo finito di lavorare alle 9:30 PM e che i rapporti li faro’ settimana prossima, quando ho tempo. Riattacco senza nemmeno sentire una risposta. Qualche ora dopo arriveranno multiple mail di scuse. E’ bello sapere che project management e’ preso sul serio, ma ogni tanto sembra che abbiamo implementato un sistema in cui sei persone guardano uno che lavora.

La giornata passa velocemente. Stavolta ci sono ritardi causa meteo e la torre ha problemi. Incoccio il capo del customer service AA che mi fa “oggi siete al K12, e’ meglio, non vi preoccupate, e’ bello bello, vicino alla lounge, servizio, cortesia, ampio parcheggio”. Gli faccio “Caro amico, che s’e’ rotto a K19?”

“Il gate sta benissimo, e’ l’aereo che e’ li che s’e’ rotto” fa lui. Un 787. AA, mi dice, sta avendo un sacco di problemi e anche le consegne sono in ritardo. Si aspettavano 16 787 quest’anno, ne arriveranno 3.

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Anche questa giornata finisce velocemente, e andiamo a mangiare. Domani e’ sabato e si torna a casa.

Sia come sia, andiamo da Denny’s a far colazione/pranzo/cena, visto l’apporto calorico. UA atterra:

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NCA la segue a ruota:

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Arriviamo a T3 per l’ultima volta, salutiamo tutti, facciamo check-in e posiamo le borse. Tutti ci ringraziano ancora, e andiamo airside per l’ennesima volta, ma come passeggeri.

Vista in rampa, con un bel retrojet Aircal.

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C’e’ traffico, va detto.

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UA e National provano a darsi un bacino.

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Aggenore controlla che il motore sia ancora li’.

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Ecco il nostro mezzo, ancora una volta transitato in perfetto orario. Breve ritardo per il crew, ancora una volta ritardato dal traffico dell’ora di punta.

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Saluti a tutti, e poi imbarchiamo. Per l’ultima volta offro il mio 1A a OX49, in cambio del suo 12K. Non per atteggiarmi a santo, che non sono, ma alla fine si merita un piccolo premio per il duro lavoro e, se devo essere del tutto onesto, 1A in F e’ troppo vicino al galley, il sedile non ha porte e io voglio solo dormire.

Vista a bordo.

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Angolo dell’orrido, i miei calzini che piaceranno molto a I-DAVE. I calzini della vittoria, li chiamo io, li metto sempre alla fine di un progetto. Me ne hanno regalati alcuni di American airlines veramente urendi, non vedo l’ora di indossarli.

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E via. Addio ORD.

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E, poi, niente. Chiudo la porta, abbasso il sedile, cuscino, copertina e... mi sveglio a 20 minutes to landing. Il progetto e’ praticamente finito. Settimana prossima ne inizia un altro, se possibile piu’ complicato e molto meno glamorous.

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That’s all bifolks!
è proprio il caso di dirlo ...gran finale !!

interessantissimo e spassosissimo !!!

bravo @13900
 
Bravissimo come sempre. Commosso dalla citazione della merenda sinoira.

Domani 4 maggio tutti alla basilica di persona o col pensiero!
 
Racconto piacevole e interessantissimo, grazie.

Lieto di sapere che è andato tutto bene, e che abbiano affidato a te una missione così delicata! Bravo!
 
Stupendo come sempre!
E complimenti (a te e tutta la squadra) per il lavoro.

Non so perché, ma mi aspettavo solo un "taxi pilot" a bordo per spostare l'aereo, non due.
Sono richiesti due dalle normative o è stata una decisione per ridurre i rischi o rendere il processo più veloce?

Grazie ancora per il racconto!
 
Bello, bello!
Conosco bene quella sensazione unica, quel formicolio che ti prende tra culo e palle quando un sistema che ti aspetti che funzioni come un orologino svizzero, improvvisamente ti tradisce perché qualcuno ha pensato bene di caricare in PROD patch, bug fixes, aggiornamenti di Windows 95 et similia…

È in quelle occasioni che i chitammuort ti escono dalla bocca con naturalezza, come se fossero già lì pronti da tempo, perché loro in fondo, loro già lo sapevano che non poteva andare tutto liscio…

Tutto questo mi ricorda i vari cut over ai quali ho partecipato, per la verità sempre finiti bene ma sempre con qualche intoppo, tipo le strade chiuse sotto la sede di JU perché quel giorno passava la maratona…

Bei ricordi, grazie per la condivisione!

Il go-live day è sempre bello, a prescindere da cosa si go-liveizza! Grazie per leggere :)

Quando lavoravo nella City e a Manhattan ne ho vissuti tanti di questi momenti! Mi vengono ancora i brividi anche se, oramai, ci rido sopra.

Grande, del tuo stile di narrazione ne ho gia' parlato troppe volte, rischio di diventare noioso.
Alla fine mancava solo la musica trionfalistica con le campane prima dei titoli di coda!!!


Devo,dire, che ai miei tempi, mi e' capitato che me ne uscisse una collezione in almeno quattro lingue e due dialetti (Bolognese e Veneziano). A volte inventavo anche un paio di lingue in piu', se le circostanze lo giustificavano.

Grazie :)

questa te la rubo!

Grazie mille, interessantissimo!!

Grazie a te!

Tanta roba, grazie.

Ne proporrei la lettura obbligatoria a tutti i PM d'Italia, così almeno un buon 80% di loro capirebbe che no, di mestiere fanno forse gli impiegati ma di sicuro non i PM.

Comunque fai un lavoro fighissimo. Se continui con questi ritmi camperai forse al massimo un'altra decina d'anni ma è fighissimo.

Col programma che ho adesso, anzi coi due che ho adesso, una decina d’anni forse è fin troppo come aspettativa di vita🤦🏻‍♂️

grazie per l'approfondita condivisione, non potrei far tanto per le nostre policies!
Complimenti a te, al tuo lavoro, alla tua passione, alla tua competenza, al tuo metterti in gioco. Superlativo.
Inginocchiato, ti saluto!

Arzite arzite, e grazie!

Splendiderrimo.

DaV

Grazie Dave!

è proprio il caso di dirlo ...gran finale !!

interessantissimo e spassosissimo !!!

bravo @13900

Gentilissimo :)

Bravissimo come sempre. Commosso dalla citazione della merenda sinoira.

Domani 4 maggio tutti alla basilica di persona o col pensiero!

Me la sono totalmente dimenticata, mi pento e mi dolgo!


Grazie!

Racconto piacevole e interessantissimo, grazie.

Lieto di sapere che è andato tutto bene, e che abbiano affidato a te una missione così delicata! Bravo!

Tutti gli altri, alla mia Direttrice, avevan detto “ma anche no”.

Stupendo come sempre!
E complimenti (a te e tutta la squadra) per il lavoro.

Non so perché, ma mi aspettavo solo un "taxi pilot" a bordo per spostare l'aereo, non due.
Sono richiesti due dalle normative o è stata una decisione per ridurre i rischi o rendere il processo più veloce?

Grazie ancora per il racconto!

Grazie Jambock!
Parlando del taxi, è un two man job per due motivi: uno, divisione dei lavori in rispetto a human factors e quant’altro: quello seduto nel CPT seat “guida”, l’altro gestisce la radio e la checklist. Due, safety: nel caso che, Dio ce ne scampi, succeda qualcosa a uno il compito dell’altro è frenare l’aereo, mettere parking break, contattare la torre per chiedere aiuto e aprire la porta.