Chi avra' la meglio tra le legacy e le ME3 per il dominio dei cieli?
Di seguito, un raffronto frutto di alcuni voli con entrambi gli schieramenti effettuati in rapida successione.
PRIMO EPISODIO
EK97
Dubai (DXB)-Roma (FCO)
A380-861
Reg: A6-EDV
ETD: 0910 (ATD 0914)
ETA: 1320 (ATA 1330)
In the air: 0938-1323 (5h45)
Seat: 03A
Load: 100%
Essendo in transito ho gia’ tutto quello che mi occorre, bagaglio spedito e carta d’imbarco, quindi mi dirigo nella lounge del molo A (l’imbarco e’ previsto dalla A21).
Si entra da qui.
La lounge occupa un intero piano del terminal ed e’ sostanzialmente un aeroporto privato, con proprio duty-free, ristoranti, bar, spa, gates, e quant’altro si possa umanamente immaginare.
Poiche’ la coincidenza, non proprio comoda, sfiora le 5 ore, e avendo dormito assai poco sul volo precedente durato appena 4 ore e mezza, mi sistemo in una delle “quiet lounges”, dove vi sono divani-letto come questo (scusate la foto sfuocata).
Non c’e’ molta privacy, come si puo’ vedere, e anche se di lusso, resta pur sempre una sorta di dormitorio dove senti gli altri ospiti ronfare in allegria. In ogni caso, due ore del transito se ne vanno.
Al risveglio cerco la zona docce, e vengo informato che c’e’ una coda di 5 persone e un’attesa di mezz’ora circa. Un po’ paradossale avere una lounge cosi’ grande e un numero di docce non a sufficienza.
Arriva il mio turno. Lo spazio e’ angusto e non granche’ comodo.
Nell’ultima ora di transito vado a fare colazione nella zona ristorante. C’e’ gente dappertutto (molti australiani) e non sembra reggere il numero di ospiti. Devo attendere dieci minuti prima che si liberi un tavolo.
La scelta e’ tra buffet o dal menu. EK sforna waffles che meritano assai.
Trova l’intruso.
E giunge l’ultima mezz’ora di transito, che trascorro in questo tranquillo e deserto salotto (con annesso buffet, volendo) in prossimita’ del gate.
L’imbarco e’ direttamente dalla lounge, tramite ascensore.
Non solo a FCO.
The Beast.
La F di Emirates si e’ vista altre volte qui, e non faro’ molte foto. Il load e’ 100%, con parecchi upgrades visto che Y e J sono in overbooking (EK ha tagliato uno dei suoi tre voli per FCO e riprotetto su questo). Comunque quando la cabina consiste in suites private, il load lo noti appena.
Stacchiamo con qualche minuto di ritardo causa due no-shows.
Viene svolto il tradizionale servizio con caffe’ arabo e dattero. Non distribuito, come da prassi sui voli diurni EK, l’amenity kit ne’ il pigiama, ma solo ciabattine e mascherina.
C’e’ un bel po’ di coda per i decolli.
Per un imprecisato motivo noi saltiamo tutta la fila e via.
Dall’Upper Deck neanche ti accorgi del decollo.
L’AV viene a prendere gli appuntamenti per la doccia, e in molti si prenotano. A me non ispira particolarmente. Il vantaggio e’ comunque un bagno enorme che per un momento ti fa dimenticare di stare a bordo di un aereo.
Viene preso l’ordine per l’aperitivo e distribuiti i menu a circa 50 minuti dal decollo, dopo un’attesa inspiegabilmente lunga. Comunque da quel momento il servizio si mette a regime e sara’ praticamente perfetto per il resto del volo.
Il convento oggi passa questo. Finalmente, EK ha depurato i propri menu di tutti quei ridicoli aggettivi (tipo succulent, delicate, delicious, hand-picked etc…) che raramente corrispondevano alla realta’.
La scelta e’ tra stuzzichini freddi o noccioline calde. Scelgo i primi.
Si inizia con caviale e guarnizioni. A voler essere veramente pedanti, mancherebbe il cucchiaino di madreperla.
Quindi un’ottima, a dispetto delle apparenze, zuppa di lenticchie.
Chiedo inutilmente che il filetto venga servito medium-rare. Lo so, viene precotto a terra, ma magari chissa’, potete scaldarlo un po’ meno?
Manco per niente. Comunque, il taglio era ottimo, cosi’ come i contorni.
Per finire, una torta al limone e lamponi, buona anche lei.
Faccio un piccolo giro nell’upper deck. La famosa lounge, vuota in quanto in J stanno ancora servendo il piatto principale (per inciso, il filetto era identico in F e J).
L’enorme cabina di business, un po’ impersonale da tanto e’ grande. Per gli AV deve essere un lavoro immane servire cosi’ tanti passeggeri.
Il self-service bar adiacente alle docce.
E’ ora di proseguire la dormita notturna, interrotta gia’ due volte.
Comoda la poltrona e’ comoda, assolutamente niente da dire.
Mi sveglio sulla Grecia, manca poco piu’ di un’ora.
L’AV mi offre subito un caffe’, servito su una tovaglietta e accompagnato da un biscottone.
L’AV che svolge il servizio lungo il mio corridoio e’ americana ed e’ attenta, efficiente, gentile, proattiva, spontanea. In poche parole, svolge il servizio in maniera impeccabile.
Nel frattempo mi gusto un revival musicale degli anni ’80.
Hot towel.
No vabbe’, qualcuno se la ricorda? La musica elettronica e le sue derivazioni (house, acid house, trance, e successive) devono tutto a lei!
Atterriamo con qualche minuto di ritardo, insolitamente per quell’ora, sulla 34L. Parcheggiamo al gate alle 13.30.
I bagagli prioritari iniziano ad uscire poco dopo le 13.40. I miei sono tra i primi, quindi sono all’uscita in pochi minuti, dove c’e’ ad attendere una schiera di autisti coordinati da un assistente di terra Emirates.
Il trasferimento sara’ a bordo di un Mercedes Viano, e sara’ la conclusione di un volo praticamente perfetto.
Se viaggiare con Emirates fosse sempre cosi’, non avrebbe rivali.
Invece, il volo di ritorno sara’ uno dei peggiori che ricordi.
SEGUE
Di seguito, un raffronto frutto di alcuni voli con entrambi gli schieramenti effettuati in rapida successione.
PRIMO EPISODIO
EK97
Dubai (DXB)-Roma (FCO)
A380-861
Reg: A6-EDV
ETD: 0910 (ATD 0914)
ETA: 1320 (ATA 1330)
In the air: 0938-1323 (5h45)
Seat: 03A
Load: 100%
Essendo in transito ho gia’ tutto quello che mi occorre, bagaglio spedito e carta d’imbarco, quindi mi dirigo nella lounge del molo A (l’imbarco e’ previsto dalla A21).
Si entra da qui.

La lounge occupa un intero piano del terminal ed e’ sostanzialmente un aeroporto privato, con proprio duty-free, ristoranti, bar, spa, gates, e quant’altro si possa umanamente immaginare.

Poiche’ la coincidenza, non proprio comoda, sfiora le 5 ore, e avendo dormito assai poco sul volo precedente durato appena 4 ore e mezza, mi sistemo in una delle “quiet lounges”, dove vi sono divani-letto come questo (scusate la foto sfuocata).

Non c’e’ molta privacy, come si puo’ vedere, e anche se di lusso, resta pur sempre una sorta di dormitorio dove senti gli altri ospiti ronfare in allegria. In ogni caso, due ore del transito se ne vanno.
Al risveglio cerco la zona docce, e vengo informato che c’e’ una coda di 5 persone e un’attesa di mezz’ora circa. Un po’ paradossale avere una lounge cosi’ grande e un numero di docce non a sufficienza.
Arriva il mio turno. Lo spazio e’ angusto e non granche’ comodo.

Nell’ultima ora di transito vado a fare colazione nella zona ristorante. C’e’ gente dappertutto (molti australiani) e non sembra reggere il numero di ospiti. Devo attendere dieci minuti prima che si liberi un tavolo.

La scelta e’ tra buffet o dal menu. EK sforna waffles che meritano assai.

Trova l’intruso.

E giunge l’ultima mezz’ora di transito, che trascorro in questo tranquillo e deserto salotto (con annesso buffet, volendo) in prossimita’ del gate.

L’imbarco e’ direttamente dalla lounge, tramite ascensore.

Non solo a FCO.

The Beast.

La F di Emirates si e’ vista altre volte qui, e non faro’ molte foto. Il load e’ 100%, con parecchi upgrades visto che Y e J sono in overbooking (EK ha tagliato uno dei suoi tre voli per FCO e riprotetto su questo). Comunque quando la cabina consiste in suites private, il load lo noti appena.


Stacchiamo con qualche minuto di ritardo causa due no-shows.
Viene svolto il tradizionale servizio con caffe’ arabo e dattero. Non distribuito, come da prassi sui voli diurni EK, l’amenity kit ne’ il pigiama, ma solo ciabattine e mascherina.

C’e’ un bel po’ di coda per i decolli.

Per un imprecisato motivo noi saltiamo tutta la fila e via.

Dall’Upper Deck neanche ti accorgi del decollo.

L’AV viene a prendere gli appuntamenti per la doccia, e in molti si prenotano. A me non ispira particolarmente. Il vantaggio e’ comunque un bagno enorme che per un momento ti fa dimenticare di stare a bordo di un aereo.


Viene preso l’ordine per l’aperitivo e distribuiti i menu a circa 50 minuti dal decollo, dopo un’attesa inspiegabilmente lunga. Comunque da quel momento il servizio si mette a regime e sara’ praticamente perfetto per il resto del volo.
Il convento oggi passa questo. Finalmente, EK ha depurato i propri menu di tutti quei ridicoli aggettivi (tipo succulent, delicate, delicious, hand-picked etc…) che raramente corrispondevano alla realta’.



La scelta e’ tra stuzzichini freddi o noccioline calde. Scelgo i primi.

Si inizia con caviale e guarnizioni. A voler essere veramente pedanti, mancherebbe il cucchiaino di madreperla.

Quindi un’ottima, a dispetto delle apparenze, zuppa di lenticchie.

Chiedo inutilmente che il filetto venga servito medium-rare. Lo so, viene precotto a terra, ma magari chissa’, potete scaldarlo un po’ meno?

Manco per niente. Comunque, il taglio era ottimo, cosi’ come i contorni.

Per finire, una torta al limone e lamponi, buona anche lei.

Faccio un piccolo giro nell’upper deck. La famosa lounge, vuota in quanto in J stanno ancora servendo il piatto principale (per inciso, il filetto era identico in F e J).


L’enorme cabina di business, un po’ impersonale da tanto e’ grande. Per gli AV deve essere un lavoro immane servire cosi’ tanti passeggeri.

Il self-service bar adiacente alle docce.

E’ ora di proseguire la dormita notturna, interrotta gia’ due volte.
Comoda la poltrona e’ comoda, assolutamente niente da dire.

Mi sveglio sulla Grecia, manca poco piu’ di un’ora.

L’AV mi offre subito un caffe’, servito su una tovaglietta e accompagnato da un biscottone.
L’AV che svolge il servizio lungo il mio corridoio e’ americana ed e’ attenta, efficiente, gentile, proattiva, spontanea. In poche parole, svolge il servizio in maniera impeccabile.

Nel frattempo mi gusto un revival musicale degli anni ’80.

Hot towel.

No vabbe’, qualcuno se la ricorda? La musica elettronica e le sue derivazioni (house, acid house, trance, e successive) devono tutto a lei!

Atterriamo con qualche minuto di ritardo, insolitamente per quell’ora, sulla 34L. Parcheggiamo al gate alle 13.30.
I bagagli prioritari iniziano ad uscire poco dopo le 13.40. I miei sono tra i primi, quindi sono all’uscita in pochi minuti, dove c’e’ ad attendere una schiera di autisti coordinati da un assistente di terra Emirates.
Il trasferimento sara’ a bordo di un Mercedes Viano, e sara’ la conclusione di un volo praticamente perfetto.

Se viaggiare con Emirates fosse sempre cosi’, non avrebbe rivali.
Invece, il volo di ritorno sara’ uno dei peggiori che ricordi.
SEGUE