È da un po’ di tempo che frequento il forum, ho avuto il piacere di conoscere vari di voi, e se c’è una cosa che più di altre mi è sempre piaciuta sono i vostri Trip Report.. si vedono posti magnifici, vengono idee per i viaggi successivi e soprattutto si capisce bene e chiarissimamente quale sia il livello qualitativo delle compagnie aeree con le quali si vola in giro per il mondo.
Ciò premesso, un po’ perché non sono (neanche minimamente) appassionato di fotografia, un po’ per pigrizia, ed un po’ perché era un po’ di tempo che non facevo un Viaggio come si deve, non mi sono mai deciso a farne uno serio. Ho (parzialmente) rimediato qualche tempo fa con un primo report su un breve weekend in terra tedesca, ma questo sarà tutt’altra cosa, anche e soprattutto per il tipo di destinazione.
Naturalmente non posso che intitolare il 3ad con tutti gli IATA Code degli aeroporti in cui sono passato, cosa non particolarmente innovativa, ma che mi intriga da morire ogni volta che ne vedo di analoghi sul forum (soprattutto quando trovo qualche codice che non conosco
). Preparatevi però, che questo sarà abbastanza lungo (n.b. sono ancora in viaggio), suddiviso in più puntate, e con molto OT. PS per AZ1774, che (giustamente) notava alcune pecche del primo TR: sì, ci sono anche gli aerei stavolta 
Chi voglia evitarsi il come è nato il viaggio, passi direttamente alla didascalia sopra la prima foto, gli altri continuino di seguito..
Per quelli tra voi che si stanno chiedendo se e perché io sia anche transitato da HMN (che sarebbe la Holloman AFB in New Mexico, vi risparmio il “googling”
) la risposta è no, non ci sono mai stato.. era solo un piccolo tranello..
HMN sta infatti per Honeymoon, la ragione del mio viaggio, che come avrete già capito prevede un bel giro tra Aussieland e le Maldive.
Bene, diamo qualche info pre-partenza in più. Il viaggio l’ho organizzato a maggio, facendo impazzire l’agenzia che mi ha seguito, cui mi sono dovuto obbligatoriamente rivolgere nonostante la mia completa intolleranza nei confronti di un qualsiasi trip planner che non sia me medesimo.
Con la moglie staremo via un mese, un periodo mai capitato in precedenza e che tra lavoro e (chissà) figli dubito mai ci ricapiterà in futuro.
La prima domanda cui rispondere era: con quale compagnia viaggiare? Considerato l’itinerario, che prevede le Maldive di “rientro” dall’Australia, considero solo due opzioni: EK o EY. Scarto tutte le altre perché mi avrebbero costretto a routing impossibili con detour factor in doppia cifra ed a perdere un sacco di tempo.
I prezzi in J sono leggermente favorevoli a EY, a vantaggio della quale gioca anche il fatto che passando da Abu Dhabi mi è possibile una capatina in pista a Yas Marina ed una visita al Ferrari World, oltre a ricaricare l’ormai esausta Millemiglia. No match quindi, si va con Etihad, con il cicciobus ci volerò un’altra volta..
Suggerisco all’agenzia di orientarsi su un biglietto MXP-AUH-SYD e ritorno con uno stop-over a Abu Dhabi di una settimana (stando ben attento ad evitare Virgin Australia come operating carrier sulla AUH-SYD), prenotando separatamente il volo AUH-MLE e ritorno (in Y). Funziona, il prezzo è competitivo, lo blocchiamo, e subito una sorpresa positiva: l’agenzia mi prenota in J, a parità di prezzo, sulla tratta AUH-MLE. Meglio, già sono oltre 3 ore su un 320, almeno all’andata starò più comodo..
Per i voli interni all’Australia la scelta è sempre sostanzialmente obbligata, anche perché avendo richiesto esplicitamente tutti voli diretti ci sono poche frequenze ed in molti casi un’unica compagnia ad operarle: Qantas (anche qui ok per Millemiglia). Ok, prenotiamo anche questi, tutti in Y tanto sono piuttosto brevi.
Ad un mese dalla partenza EY comunica, (credo) anche a seguito di varie mail che gli avevo inviato nei mesi precedenti e di cui siete a conoscenza nel forum, di aver introdotto il servizio chauffeur anche da Milano. Che c***! Bene, prenotiamole queste limo: non essendo FF EY, abbiamo diritto a max 2 chaffeur/pro capite per l’intero routing, essendo in due riusciamo a prenotarne 4 ed a coprire sostanzialmente tutte le nostre esigenze.
Sul sito sembra che pur viaggiando in 2 se ne possano prenotare solo 2, quindi chiamo il call center EY (voto 9) che in minuti due risponde, prenota e mi conferma seduta stante tutti e 4 i transfer.
Come dice TW843, non c’è modo migliore per iniziare un viaggio da Milano che evitare di farsi derubare 180 EUR dai taxi per andare/tornare da MXP.
Uno degli svantaggi di EY rispetto a EK da MXP sono naturalmente le frequenze, che prevedono peraltro orari sfalsati a giorni alterni: un giorno MXP-AUH parte di mattina, quello successivo (come nel mio caso) a sera inoltrata. Un vero peccato (credo dettato dai giri macchina), nel mio caso mi sono praticamente “giocato” un giorno in più di vacanza teorica, ma su un periodo di 30 giorni ci può anche stare..
Arriva il giorno della partenza. Pick-up previsto a casa a Milano alle 17.30, confermato da un sms + chiamata dello chauffeur service (a Milano affidato a Elite Rent) il giorno prima. Quando però sono le 17.35 ed all’orizzonte non si vedeva ancora nessuno, squilla il telefono e sento una voce dirmi “Mr. Frecciarossa, sono l’autista che avrebbe dovuto accompagnarla a MXP. Sono rimasto a piedi con l’auto per cui non riesco ad arrivare da lei, ho comunque chiesto all’agenzia di far partire immediatamente un’altra vettura in sostituzione, che dovrebbe esser lì entro le 18. Stia tranquillo che la compagnia è informata della cosa e la attenderà in ogni caso”.
Iniziamo bene.. Ad ogni modo il volo è alle 21.10, per cui di tempo ce n’è, avevo chiesto di proposito il pickup h 17.30 per scongiurare qualsiasi casino..
Il secondo chauffeur arriva puntuale alle h 18, munito di E-Klasse made in Stuttgart (peraltro molto ben tenuta ed apparentemente nuova), prende in carico i bagagli ed alle 18.35, in una Milano semi-deserta anche causa neve caduta la notte precedente, siamo a MXP.
Veniamo lasciati di fronte all’ingresso dei banchi EY. Zero coda per noi in J, in Y invece c’è un bel casino, cui si somma l’analoga fila dell’EK e del QR in partenza ad analogo orario e che accettano nelle vicinanze. Dovendo star fuori un mese, imbarchiamo due valigie (una molto grande ed una media), a mano un trolley ciascuno + uno zaino. Ritireremo (spero) tutto direttamente a SYD. No problem con i pesi, le franchigie bagaglio EY in J sono molto generose (40 kg / pro capite). I problemi, forse, li avremo più avanti.
Uno degli elementi che più mi ha lasciato perplesso di EY è la (pre)assegnazione posti. Oltre due mesi prima della partenza ero andato sul sito sicuro di poter selezionare quelli a me più graditi su ciascuna tratta. Non solo non vi ero riuscito in quanto su tutte le tratte le scelte erano obbligate (c’erano solo due posti liberi in J su ciascuna tratta), ma in una (MXP-SYD) di posto disponibile ce n’era solo uno!
Avevo pertanto chiamato il call center EY e loro in qualche modo mi avevano prenotato posti vicini (ma non quelli che avrei voluto io) su tutte le tratte ad eccezione della MXP-SYD, sulla quale il secondo posto era saltato fuori ma dalla parte opposta della cabina rispetto all’altro. L’addetta check-in di MXP riesce in parte a rimediare, posizionandoci uno davanti all’altro.. meglio di niente.
Comunque cara Etihad, che mi metti a fare l’online seat selection se poi devi comunque fare tutto al telefono?? E com’è possibile che 2 mesi prima tutti i posti fossero già stati presi? Non mi quadra qualcosa..
Dopo fast-track e controlli passaporti lampo (la gente era ancora tutta su al check-in), ci avviamo verso la Sala Pergolesi. Addobbi natalizi agli imbarchi B
Voli in partenza, siamo puntuali, EK in ritardo
Sala Pergolesi, piuttosto affollata, catering come in Monteverdi la settimana prima, in particolar modo carente sulla parte “hot food”
Mi tengo leggero sapendo che dopo a bordo avrei fatto bisboccia
Controlliamo cosa succede su certi forum
Puntualissimi ci chiamano il boarding alle h 20. Il velivolo (332) è al finger (prima foto mossa, sorry). Curiosità: il primo crew member che ci dà il benvenuto a bordo è un italiano, che si qualificherà per tutta la durata del volo come “il rappresentante Alitalia su questo volo”.
Francamente mi sembra che non abbia avuto nessun compito operativo durante tutto il volo, se non quello di sorridere ai pax J di tanto in tanto, tradurre gli annunci in italiano (visto che su EY vige l’arabo+inglese) e chiedere in volo ai pax se tutto procede bene. Mah, contenti in Alitalia…
L’aereo è configurato con la vecchia J EY, ma sulla tratta successiva vs. SYD il marcione dovrebbe avere la nuova. Speremm... Sediamo alla fila 7 (sostanzialmente la terza visto che non c’è F e la numerazione parte dalla 5), posti centrali
I sedili sono spaziosi e super-contigui, l’ideale per chi viaggia in coppia. Se siete soli optate invece per il lato finestrino. La prima pecca che noto è che, a parte il vano per le scarpe sottostante lo strapuntino frontale, non vi sono tasche porta-oggetti. Per essere una J, la cosa è scomoda e costringe a lasciare tutto in terra alla rinfusa.
Troviamo già disposti sui sedili pillow e blanket, dai colori eleganti che però poco si intonano con quelli della vecchia J (forse con la nuova va un po’ meglio).
Neanche il tempo di sistemare i trolley negli overhead lockers che ci viene chiesto se vogliamo champagne o altro.. e che dici di no?
Tempo 30 secondi dalla risposta ed arriva il calice, accompagnato dall’hot towel (ben presentato). In generale il crew di questo volo (9) sarà decisamente migliore e più reattivo di quello del volo successivo.
Ma possibile che in J non ci siano le cuffie noise-reduction?? Ah no, mi ci ero seduto sopra e non le avevo notate
Ci consegnano anche il menu della serata
Particolare della luce, mi ricorda una foto analoga fatta da qualcuno in un precedente TR, per cui la replico
Mood-lighting. Eccezionale che non vi siano overhead lockers sopra i sedili centrali, dà una sensazione di ampio respiro e ariosità.
Comandi E-Box e poltrona. Comodo e carino il device, così come l’E-Box in se, che offre una vasta scelta di programmi, musiche, film, giochi e quant’altro (ignoro se sia una versione precedente o meno), con l’unica pecca che non è proprio reattivissimo ai comandi, e quindi è consigliabile andare “al suo ritmo”.
Apriamo un po’ la lista vini va.. lo Champagne in corso di degustazione è un Arlaux (ammetto l’ignoranza, non conosco), tra i bianchi spicca il Mersault decantato in altri TR (anche se stavolta è un 2009), tra i rossi un Bordeaux Chateau Laroque addirittura 2003. In generale, ce n’è per tutti i gusti, ed il livello è alto.
Questa le opzioni per il dining. Come noto, EY è una delle pochissime compagnie (l’unica?) ad offrire anche in J il concept “eat what you like, when you like”, per cui si può scegliere qualsiasi cosa dal menu di cui sotto in qualsiasi momento del volo. Carino ma, a meno di usare un minimo di astuzia, molto lento come servizio.
“Vuole giornali o riviste?” “Sì grazie, basta che non sia roba seria e/o impegnata”. Opto per questo mix (ps Grazia lo legge la moglie, non mi sono ancora ridotto così male..)
EY non distribuisce amenity kit, bensì le FA passano tra i sedili chiedendo a ciascun pax cosa desideri delle amenities disponibili. Alla risposta “un po’ di tutto” arriva questo. C’è certamente quanto necessario, Korres non è neanche male, ma oggettivamente EK & Co. su questo mi sembrano su un altro pianeta.
Dopo un’estenuante deicing, ci muoviamo verso la 35R. Rotta di oggi + front camera al momento di entrare in RWY. L’altra camera (landscape) punta verso il suolo, e un po’ l’oscurità un po’ l’infelice (a mio avviso) posizione in sé la rendono sostanzialmente inutile.
Poco dopo il decollo arrivano gli stuzzichini, insieme al Bordeaux, che non posso non provare. Buoni e caldi al punto giusto. Il nettare è ottimo, forse anche troppo elaborato per le mie (ignoranti e terrone) papille, sicuramente molto pesante.
D’altronde, considerato che non amo volare (sebbene adori il mondo dell’aviazione), che sugli aerei difficilmente riesco a dormire e che mi aspettano oltre 24 ore di viaggio, meglio che cominci ad alzare il gomito da subito, magari così riesco a collassare ed a chiudere un po’ d’occhio.
Ottimi i titoli proposti. Inizio con The Expendables 2, che guarderò in più “puntate” nel corso del volo. Bel film, comico per quanto irrealistico però mi è piaciuto.
Visto che l’attesa per l’antipasto si dilunga, espleto i riti del caso
Finalmente arriva qualcosa. Opto per il petto di anatra affumicato con patate e fagioli. Molto buono e cotto al punto giusto, anche se il sapore è un po’ particolare ed elaborato (voto 8 comunque).
Riguardo la presentazione e l’apparecchiatura in generale, devo dire che vedendo i precedenti TR non mi era mai piaciuta l’idea di servire tutto su un vassoio. Dal vivo invece mi sono ricreduto, è molto elegante e sicuramente anche più pratico (tra le altre cose si evita che accidentalmente possano scivolare oggetti giù dal tavolinetto). Forte il sale rosa, molto apprezzabile la presenza di stuzzicadenti+filo interdentale, e mondiale il pane, caldissimo e freschissimo.
Nel frattempo l’airsciò ci dice che siamo sopra la Bulgaria e siamo ancora all’antipasto: ce la faremo mai a (provare a) schiacciare un pisolino prima di arrivare? L’AS propone varie schermate carine, compresa una (che propongo dopo) con l’indicazione di dove è giorno e dove è notte nel mondo in quel momento.
Poco dopo per fortuna arriva il Main. Il pan-seared beef fillet è buono ma overcooked per i miei standard (voto 7), ottimi patate (una sorta di purè) e pomodori (voto 9).
“Desidera un po’ di frutta o preferisce passare al dessert?” “Grazie, provo la frutta”. Tutto buono, fresco e ben presentato. Vado avanti col Bordeaux che l’ultima cosa che voglio è “fare il mischio” e stare col mal di testa tutto il viaggio.
Oltre al dessert chiedo anche i formaggi. Mentre questi ultimi sono eccellenti (voto 9 e menzione d’onore per il gorgonzola, buonissimo) ma li riesco solo ad assaggiare visto che sono pienissimo, il dessert (un bread pudding arabo piuttosto elaborato) non mi convince (voto 5,5).
In generale, trovo un po’povera la scelta in termini di dolci (solo due possibilità). Sarà che adoro il cioccolato e che non c’è nessun’opzione che neanche lontanamente lo richiami..
Strapieno, provo a schiacciare un pisolino. La poltrona full-recline è molto comoda, ma devo muovere tre appunti:
a) è corta – io sono poco sotto i 180 cm e ci stavo a malapena;
b) nella parte alta (quella della testa, per intenderci) quando completamente reclinata il fatto che vi sia una protezione posteriore curva impedisce di poter dormire a pancia in giù (unica posizione in cui riesco a prender sonno.. sì, lo so, sono un rompic***), in quanto i gomiti non entrano;
c) lo schermo risulta molto lontano in posizione full down
Dopo inutili tentativi di dormire, siamo qui ed è tempo della colazione (andiamo bene, avrò finito di cenare neanche 2 ore fa..). Tutto eccellente, in particolare i croissants fragrantissimi (voto 10).
La cabina si prepara all’atterraggio. Mood-lighting e distribuzione carte fast track per security check (sì, a AUH li fanno anche se non ti fermi).
Pistaaaa!!
Dopo un lungo taxi arriviamo al parcheggio, sito nella remota provincia di Abu Dhabi, a ca. 200km dal terminal.
Si scende dall’aereo (dai 332, pensavo peggio!) che è ancora buio e dopo un tragitto in bus (dedicato ai pax in J, comodo) si arriva nel terminal, che percorriamo in lungo e in largo per andare in lounge. La prima cosa che mi colpisce, a parte il percorso stretto e lungo, è che tutti quelli che incrocio indossano pantaloncini e infradito.. che figata, si va al caldo!!
Security check velocissimo e siamo di là. Abbiamo ca. 3 ore e mezzo prima del volo successivo (previsto alle h 10.10 locali). Questa la hall principale delle partenze (niente di diverso da quello che abbiamo in Europa, e prezzi altissimi).
Noi andiamo subito nella lounge dedicata a F e J. Dentro è una profusione di finiture ed arredi in legno scuro e pavimenti chiari, molto molto elegante.
In realtà all’interno di questa zona vi sono due lounge distinte, una per i soli pax F e l’altra per i J, che hanno in comune solo la reception e la Spa.
A differenziarle, oltre al numero di pax presenti in sala, il fatto che nella F lounge vi sia anche un ristorante a-la-carte ed un cigar bar, assenti in quella di J.
La lounge di J, nella quale siamo noi, è comunque molto ampia ed a quest’ora ancora mezza vuota. Prima ancora di entrare in sala prenotiamo alla Spa due massaggi di 15 mins un’ora dopo. Tanti slot disponibili, ma ancora per poco, prima che arrivino tutti gli altri voli in connessione.
Business center
Children’s playroom, con tanto di addetta che intrattiene i marmocchi.
Buffet caldo-freddo, c’è di tutto di più.
Avendo mangiato a getto continuo per le ultime 6 ore sono un po’ nauseato, per cui ci vado leggero. Croissant un po’ freddo.
Vista esterna, con la famosa torre immortalata in precedenza ed un po’ di fauna locale. Nel frattempo è sorto il sole.
È l’ora del massaggio. Check-in alla spa dove fanno compilare un rapido questionario per accertarsi che la persona non abbia serie complicazioni/problemi di salute e poi dentro.
Opto per un Bamboo Fusion Massage di intensità media, che prevede di accovacciarsi in avanti su questa specie di sedia delle torture mentre il massaggiatore (rigorosamente uomo per gli uomini, e donna per le donne, cui è dedicata proprio un’ala separata della spa) ti massaggia la schiena e le spalle con dei tronchetti di bamboo.
Al termine la schiena sta peggio di quando ero entrato, ma è stata comunque un’esperienza nuova.
Al termine del massaggio chiedo di poter fare una doccia. Dopo 5 minuti mi viene assegnato il bagno, enorme e con un box doccia grande quanto i bagni di casa mia messi insieme. Il soffione in particolare è davvero enorme.
Una goduria infinita, esco che sono rigenerato e pronto per il lungo volo verso SYD.
Lui intanto se ne va
Ci avviamo verso il gate, distante comunque 2 minuti a piedi. Ma.. noo, ma ce la faremo ad arrivare in Australia co sto coso?
Scherzo, lo sapevo che si volava col 346! 
Boarding con doppio finger, di cui il primo dedicato ai soli F, per J e Y c’è il secondo.
Appena salito, delusione: questo 346 è ancora configurato con la vecchia J, per cui farò il repeat del primo volo. Che sfiga!
Io siedo al 12K, ultima fila di J prima della Y, dalla quale mi divide un separatore ed una tendina. La moglie è all’11, davanti a me.
Devo dire che questo 12K non è affatto male come posto, si ha una bella vista dell’ala un eccellente livello di privacy, garantito dal fatto che di fianco al sedile (dal lato del corridoio) c’è un box porta-valigie (comodo!) ed un porta vassoi in alto, che sostanzialmente impedisce la visuale dal corridoio, in particolare quando sdraiati. Ad ogni modo posto assolutamente da consigliare per chi viaggia solo.
L’unico vero drawback è che, sedendo così indietro, si viene spesso “dimenticati” dal crew. Più di una volta ho dovuto infatti richiamare l’attenzione delle FA (voto 6 su questo volo) per esprimere delle necessità o far ritirare il vassoio.
Non so quanto ciò sia dettato dal posto in se o dall’inefficienza del crew, che pur profondendosi ogni volta in molteplici scuse ricadeva nuovamente in errore subito dopo.
Altro giro, altra ruota.. e vai di champagne, d’altronde dopo il croissant mattutino ci sta proprio bene!
Il menu è più elaborato del primo volo, trattandosi di un c.d. “ultra long-haul” di ca. 14 ore, con arrivo previsto alle h 7am locali. Per la cronaca il comandante annuncia che proprio per la lunghissima durata del volo, si alterneranno 2 equipaggi di piloti, mentre i FA saranno gli stessi per tutta la durata del volo.
La prima pagina è vagamente un mix di cose già viste nel primo volo e riproposte in forma diversa, vi è poi una sezione kitchen anytime ed ovviamente il breakfast.
Stavolta però non mi faccio fregare, e onde evitare attese disumane, aspetto un paio d'ore dopo il decollo per chiedere di mangiare, quando tutti hanno praticamente finito. In questo modo l'attesa scende a livelli accettabili e si può organizzare meglio il proprio tempo a bordo.
Wine-list identica a quella del MXP-AUH
Ahh, ma qui c’è anche una tasca laterale, finalmente! O c’era anche sul 332 e non me n’ero accorto io?
Rifaccio il bis di tutto l’amenity kit
Fratelli
Tutte le safety demo di EY sono precedute da un’inquietante filastrocca araba decantata in un tono simil-profetico, senza traduzione in inglese (meglio così, non lo voglio sapere).
ATC Tower closeup
Siamo n.2 al decollo. Prima di noi c’è un fratellino cargo
Partito. Ora ci allineamo noi
No, ma che succede!! Cavolo, staremo tornando al piazzale, perché va così piano.. guarda che ora sicuro ritarderemo di 10 ore.. Ah no, questa è la corsa di decollo, e io che pensavo che a questa velocità saremmo tornati al finger! Certo che per alzarsi in volo con questo sprint non basta neanche la pista di Edwards AFB!!
Miracolo, ce la facciamo!
Mood-lighting
Comunque bella l’ala del marcione
Stavolta è lunga…
Stavolta cambio, provo il “famoso” Mersault. Devo dire che merita, anche se sono più in vena di rosso che non di bianco. Ottime le noccioline, calde e croccanti.
Questo è il pezzo di airshow di cui parlavo prima. In chiaro le zone dov’è giorno, a Sydney c’è ancora un bel po’ di luce, mi fa un po’ di impressione sapere che arriveremo solo all’alba successiva.
Nel frattempo abbandoniamo le coste della penisola araba
Stavolta opto per l’antipasto arabo, che avevo scartato nel primo volo. Devo dire che invece è proprio buono e migliore del primo (voto 9), sebbene non abbia ben capito cosa fosse. Decido nel frattempo di cambiare vino, passando al rosso. Chiedo consiglio all’AV su quale dei due scegliere, escludendo il Bordeaux che mi avrebbe steso. Lei mi dice di provare il Pinot Nero Californiano, sono un po’ dubbioso ma l’alternativa cilena mi entusiasma ancora meno, per cui mi fido. Scelta ottima, paradossalmente mi è piaciuto più questo del Bordeaux.
Nel frattempo siamo qui
Arriva il main, filetto di manzo, cotto al punto giusto, si scioglie in bocca, superbo (10).
La moglie opta per la zuppa di zucca, a suo dire molto buona
Decido di tentar di dormire (con gli stessi problemi del sedile di cui al MXP-AUH) mentre fuori il sole tramonta
Naturalmente non riesco nell’intento, anche complici le 7 milioni di calorie ingurgitate unitamente ai numerosi calici alcolici ingurgitati, che producono come unico effetto il nuovo record mondiale di gite alle toilette nel corso del viaggio (avrò tenuto una media di 2 l’ora, arrivando a poco meno di 30 a fine viaggio). Sto così male che mi faccio portare una camomilla, che l’AV mi porta insieme ad una sorta di plumcake.. e che fai, non lo mangi?
Dopo varie ore di tentativi di sonno andati a vuoto, siamo qui, mentre l’alba si avvicina all’Australia
Stelle in cabina.. o ho bevuto troppo?
Passa ancora qualche ora e decido che è ora della colazione.. quando arriva una bomba calorica, mi accorgo di aver fatto casino con le ordinazioni e lascio tutto là, ad eccezione del croissant che però è ben peggiore di quello del primo volo
Intanto fuori albeggia.
Vengono consegnate i fast track ed i moduli per l’immigration, nelle quali sostanzialmente si deve dichiarare qualsiasi cosa si stia trasportando all’interno dell’Australia, visto che ci sono delle severissime leggi di quarantena che proibiscono l’introduzione di cibi, bevande, semi o anche scarpe sporche di terra (no joke!). Avendo con me medicine per uso personale, sono costretto a scrivere “si” ad una delle risposte, certo che mi romperanno le scatole e perderò un sacco di tempo all’arrivo.. amen, tanto sono in vacanza!
Ala all’alba e poi in avvicinamento a SYD
Cavolo, non ho ancora fatto una foto alla safety card! Provvedo subito..
Ci siamo quasi (finalmente)..
SYD overview
“Signore e signori, stiamo sorvolando il sobborgo di Afragola pronti per atterrare all’aeroporto di Napoli Capodic… ehm Sydney!”
Final approach
and touchdown..frenaaaa!
Ci dirigiamo verso il finger mentre dentro è diventato tutto blu
Ma non c’è nessuno in aeroporto?
Ah, eccoli, erano solo ben nascosti..
Venghi siore, venghi
E bravo marcione! Non è così lento come pensavo, siamo stati quasi sempre oltre i 1.000km orari, anche se per arrivare alla quota di crociera prevalente (FL35) ci avremo messo 2 ore, e siamo saliti a FL39 solo 2 ore prima dell’atterraggio
Sbarchiamo rapidamente e andiamo verso gli arrivi. Intanto mi accorgo subito che a SYD si attraversa il Duty-Free anche quando si arriva, roba molto intelligente che gli aeroporti nostrani potrebbero copiare.. il fast track dell’immigration ci fa saltare la (poca) fila, e 5 minuti dopo lo sbarco siamo già al ritiro bagagli.
Tempo 1 minuto ed escono le valigie.. già pronto ad una lunga discussione con i tizi della quarantena mi avvio verso la loro postazione tirando fuori preventivamente tutte le medicine in questione.. il tizio mi vede, mi chiede se siano solo per uso personale e, al mio assenso, mi dice “prego, vada pure”.
Sono passati forse 8 minuti da quando sono sbarcato dal finger e sono già fuori, nella hall degli arrivi. Subito di fronte a me è ben visibile il desk degli chauffeur EY, che mi prende in consegna e mi accompagna all’auto (con un bel teporino australiano ad accogliermi, anche se siamo “solo” intorno ai 20 gradi). Stavolta siamo sulla concorrenza made in Munich, la 7er fa sempre il suo effetto. Siamo arrivati in orario (sono le 7.10) ed in giro c’è ancora poca gente nonostante sia lunedì mattina.
Tempo 20 minuti e siamo in hotel, per un incredibile 30 mins dallo sbarco, roba che neanche se atterro a LIN da FCO ci metto così poco ad arrivare a casa.
Nella prossima puntata: OT Sydney e volo per Adelaide + Qantas story
Ciò premesso, un po’ perché non sono (neanche minimamente) appassionato di fotografia, un po’ per pigrizia, ed un po’ perché era un po’ di tempo che non facevo un Viaggio come si deve, non mi sono mai deciso a farne uno serio. Ho (parzialmente) rimediato qualche tempo fa con un primo report su un breve weekend in terra tedesca, ma questo sarà tutt’altra cosa, anche e soprattutto per il tipo di destinazione.
Naturalmente non posso che intitolare il 3ad con tutti gli IATA Code degli aeroporti in cui sono passato, cosa non particolarmente innovativa, ma che mi intriga da morire ogni volta che ne vedo di analoghi sul forum (soprattutto quando trovo qualche codice che non conosco


Chi voglia evitarsi il come è nato il viaggio, passi direttamente alla didascalia sopra la prima foto, gli altri continuino di seguito..
Per quelli tra voi che si stanno chiedendo se e perché io sia anche transitato da HMN (che sarebbe la Holloman AFB in New Mexico, vi risparmio il “googling”


Bene, diamo qualche info pre-partenza in più. Il viaggio l’ho organizzato a maggio, facendo impazzire l’agenzia che mi ha seguito, cui mi sono dovuto obbligatoriamente rivolgere nonostante la mia completa intolleranza nei confronti di un qualsiasi trip planner che non sia me medesimo.
Con la moglie staremo via un mese, un periodo mai capitato in precedenza e che tra lavoro e (chissà) figli dubito mai ci ricapiterà in futuro.
La prima domanda cui rispondere era: con quale compagnia viaggiare? Considerato l’itinerario, che prevede le Maldive di “rientro” dall’Australia, considero solo due opzioni: EK o EY. Scarto tutte le altre perché mi avrebbero costretto a routing impossibili con detour factor in doppia cifra ed a perdere un sacco di tempo.
I prezzi in J sono leggermente favorevoli a EY, a vantaggio della quale gioca anche il fatto che passando da Abu Dhabi mi è possibile una capatina in pista a Yas Marina ed una visita al Ferrari World, oltre a ricaricare l’ormai esausta Millemiglia. No match quindi, si va con Etihad, con il cicciobus ci volerò un’altra volta..
Suggerisco all’agenzia di orientarsi su un biglietto MXP-AUH-SYD e ritorno con uno stop-over a Abu Dhabi di una settimana (stando ben attento ad evitare Virgin Australia come operating carrier sulla AUH-SYD), prenotando separatamente il volo AUH-MLE e ritorno (in Y). Funziona, il prezzo è competitivo, lo blocchiamo, e subito una sorpresa positiva: l’agenzia mi prenota in J, a parità di prezzo, sulla tratta AUH-MLE. Meglio, già sono oltre 3 ore su un 320, almeno all’andata starò più comodo..
Per i voli interni all’Australia la scelta è sempre sostanzialmente obbligata, anche perché avendo richiesto esplicitamente tutti voli diretti ci sono poche frequenze ed in molti casi un’unica compagnia ad operarle: Qantas (anche qui ok per Millemiglia). Ok, prenotiamo anche questi, tutti in Y tanto sono piuttosto brevi.
Ad un mese dalla partenza EY comunica, (credo) anche a seguito di varie mail che gli avevo inviato nei mesi precedenti e di cui siete a conoscenza nel forum, di aver introdotto il servizio chauffeur anche da Milano. Che c***! Bene, prenotiamole queste limo: non essendo FF EY, abbiamo diritto a max 2 chaffeur/pro capite per l’intero routing, essendo in due riusciamo a prenotarne 4 ed a coprire sostanzialmente tutte le nostre esigenze.
Sul sito sembra che pur viaggiando in 2 se ne possano prenotare solo 2, quindi chiamo il call center EY (voto 9) che in minuti due risponde, prenota e mi conferma seduta stante tutti e 4 i transfer.
Come dice TW843, non c’è modo migliore per iniziare un viaggio da Milano che evitare di farsi derubare 180 EUR dai taxi per andare/tornare da MXP.
Uno degli svantaggi di EY rispetto a EK da MXP sono naturalmente le frequenze, che prevedono peraltro orari sfalsati a giorni alterni: un giorno MXP-AUH parte di mattina, quello successivo (come nel mio caso) a sera inoltrata. Un vero peccato (credo dettato dai giri macchina), nel mio caso mi sono praticamente “giocato” un giorno in più di vacanza teorica, ma su un periodo di 30 giorni ci può anche stare..
Arriva il giorno della partenza. Pick-up previsto a casa a Milano alle 17.30, confermato da un sms + chiamata dello chauffeur service (a Milano affidato a Elite Rent) il giorno prima. Quando però sono le 17.35 ed all’orizzonte non si vedeva ancora nessuno, squilla il telefono e sento una voce dirmi “Mr. Frecciarossa, sono l’autista che avrebbe dovuto accompagnarla a MXP. Sono rimasto a piedi con l’auto per cui non riesco ad arrivare da lei, ho comunque chiesto all’agenzia di far partire immediatamente un’altra vettura in sostituzione, che dovrebbe esser lì entro le 18. Stia tranquillo che la compagnia è informata della cosa e la attenderà in ogni caso”.
Iniziamo bene.. Ad ogni modo il volo è alle 21.10, per cui di tempo ce n’è, avevo chiesto di proposito il pickup h 17.30 per scongiurare qualsiasi casino..
Il secondo chauffeur arriva puntuale alle h 18, munito di E-Klasse made in Stuttgart (peraltro molto ben tenuta ed apparentemente nuova), prende in carico i bagagli ed alle 18.35, in una Milano semi-deserta anche causa neve caduta la notte precedente, siamo a MXP.

Veniamo lasciati di fronte all’ingresso dei banchi EY. Zero coda per noi in J, in Y invece c’è un bel casino, cui si somma l’analoga fila dell’EK e del QR in partenza ad analogo orario e che accettano nelle vicinanze. Dovendo star fuori un mese, imbarchiamo due valigie (una molto grande ed una media), a mano un trolley ciascuno + uno zaino. Ritireremo (spero) tutto direttamente a SYD. No problem con i pesi, le franchigie bagaglio EY in J sono molto generose (40 kg / pro capite). I problemi, forse, li avremo più avanti.


Uno degli elementi che più mi ha lasciato perplesso di EY è la (pre)assegnazione posti. Oltre due mesi prima della partenza ero andato sul sito sicuro di poter selezionare quelli a me più graditi su ciascuna tratta. Non solo non vi ero riuscito in quanto su tutte le tratte le scelte erano obbligate (c’erano solo due posti liberi in J su ciascuna tratta), ma in una (MXP-SYD) di posto disponibile ce n’era solo uno!
Avevo pertanto chiamato il call center EY e loro in qualche modo mi avevano prenotato posti vicini (ma non quelli che avrei voluto io) su tutte le tratte ad eccezione della MXP-SYD, sulla quale il secondo posto era saltato fuori ma dalla parte opposta della cabina rispetto all’altro. L’addetta check-in di MXP riesce in parte a rimediare, posizionandoci uno davanti all’altro.. meglio di niente.
Comunque cara Etihad, che mi metti a fare l’online seat selection se poi devi comunque fare tutto al telefono?? E com’è possibile che 2 mesi prima tutti i posti fossero già stati presi? Non mi quadra qualcosa..
Dopo fast-track e controlli passaporti lampo (la gente era ancora tutta su al check-in), ci avviamo verso la Sala Pergolesi. Addobbi natalizi agli imbarchi B

Voli in partenza, siamo puntuali, EK in ritardo

Sala Pergolesi, piuttosto affollata, catering come in Monteverdi la settimana prima, in particolar modo carente sulla parte “hot food”





Mi tengo leggero sapendo che dopo a bordo avrei fatto bisboccia

Controlliamo cosa succede su certi forum

Puntualissimi ci chiamano il boarding alle h 20. Il velivolo (332) è al finger (prima foto mossa, sorry). Curiosità: il primo crew member che ci dà il benvenuto a bordo è un italiano, che si qualificherà per tutta la durata del volo come “il rappresentante Alitalia su questo volo”.
Francamente mi sembra che non abbia avuto nessun compito operativo durante tutto il volo, se non quello di sorridere ai pax J di tanto in tanto, tradurre gli annunci in italiano (visto che su EY vige l’arabo+inglese) e chiedere in volo ai pax se tutto procede bene. Mah, contenti in Alitalia…


L’aereo è configurato con la vecchia J EY, ma sulla tratta successiva vs. SYD il marcione dovrebbe avere la nuova. Speremm... Sediamo alla fila 7 (sostanzialmente la terza visto che non c’è F e la numerazione parte dalla 5), posti centrali

I sedili sono spaziosi e super-contigui, l’ideale per chi viaggia in coppia. Se siete soli optate invece per il lato finestrino. La prima pecca che noto è che, a parte il vano per le scarpe sottostante lo strapuntino frontale, non vi sono tasche porta-oggetti. Per essere una J, la cosa è scomoda e costringe a lasciare tutto in terra alla rinfusa.

Troviamo già disposti sui sedili pillow e blanket, dai colori eleganti che però poco si intonano con quelli della vecchia J (forse con la nuova va un po’ meglio).

Neanche il tempo di sistemare i trolley negli overhead lockers che ci viene chiesto se vogliamo champagne o altro.. e che dici di no?
Tempo 30 secondi dalla risposta ed arriva il calice, accompagnato dall’hot towel (ben presentato). In generale il crew di questo volo (9) sarà decisamente migliore e più reattivo di quello del volo successivo.

Ma possibile che in J non ci siano le cuffie noise-reduction?? Ah no, mi ci ero seduto sopra e non le avevo notate


Ci consegnano anche il menu della serata

Particolare della luce, mi ricorda una foto analoga fatta da qualcuno in un precedente TR, per cui la replico

Mood-lighting. Eccezionale che non vi siano overhead lockers sopra i sedili centrali, dà una sensazione di ampio respiro e ariosità.

Comandi E-Box e poltrona. Comodo e carino il device, così come l’E-Box in se, che offre una vasta scelta di programmi, musiche, film, giochi e quant’altro (ignoro se sia una versione precedente o meno), con l’unica pecca che non è proprio reattivissimo ai comandi, e quindi è consigliabile andare “al suo ritmo”.


Apriamo un po’ la lista vini va.. lo Champagne in corso di degustazione è un Arlaux (ammetto l’ignoranza, non conosco), tra i bianchi spicca il Mersault decantato in altri TR (anche se stavolta è un 2009), tra i rossi un Bordeaux Chateau Laroque addirittura 2003. In generale, ce n’è per tutti i gusti, ed il livello è alto.

Questa le opzioni per il dining. Come noto, EY è una delle pochissime compagnie (l’unica?) ad offrire anche in J il concept “eat what you like, when you like”, per cui si può scegliere qualsiasi cosa dal menu di cui sotto in qualsiasi momento del volo. Carino ma, a meno di usare un minimo di astuzia, molto lento come servizio.

“Vuole giornali o riviste?” “Sì grazie, basta che non sia roba seria e/o impegnata”. Opto per questo mix (ps Grazia lo legge la moglie, non mi sono ancora ridotto così male..)

EY non distribuisce amenity kit, bensì le FA passano tra i sedili chiedendo a ciascun pax cosa desideri delle amenities disponibili. Alla risposta “un po’ di tutto” arriva questo. C’è certamente quanto necessario, Korres non è neanche male, ma oggettivamente EK & Co. su questo mi sembrano su un altro pianeta.

Dopo un’estenuante deicing, ci muoviamo verso la 35R. Rotta di oggi + front camera al momento di entrare in RWY. L’altra camera (landscape) punta verso il suolo, e un po’ l’oscurità un po’ l’infelice (a mio avviso) posizione in sé la rendono sostanzialmente inutile.


Poco dopo il decollo arrivano gli stuzzichini, insieme al Bordeaux, che non posso non provare. Buoni e caldi al punto giusto. Il nettare è ottimo, forse anche troppo elaborato per le mie (ignoranti e terrone) papille, sicuramente molto pesante.
D’altronde, considerato che non amo volare (sebbene adori il mondo dell’aviazione), che sugli aerei difficilmente riesco a dormire e che mi aspettano oltre 24 ore di viaggio, meglio che cominci ad alzare il gomito da subito, magari così riesco a collassare ed a chiudere un po’ d’occhio.

Ottimi i titoli proposti. Inizio con The Expendables 2, che guarderò in più “puntate” nel corso del volo. Bel film, comico per quanto irrealistico però mi è piaciuto.

Visto che l’attesa per l’antipasto si dilunga, espleto i riti del caso

Finalmente arriva qualcosa. Opto per il petto di anatra affumicato con patate e fagioli. Molto buono e cotto al punto giusto, anche se il sapore è un po’ particolare ed elaborato (voto 8 comunque).
Riguardo la presentazione e l’apparecchiatura in generale, devo dire che vedendo i precedenti TR non mi era mai piaciuta l’idea di servire tutto su un vassoio. Dal vivo invece mi sono ricreduto, è molto elegante e sicuramente anche più pratico (tra le altre cose si evita che accidentalmente possano scivolare oggetti giù dal tavolinetto). Forte il sale rosa, molto apprezzabile la presenza di stuzzicadenti+filo interdentale, e mondiale il pane, caldissimo e freschissimo.


Nel frattempo l’airsciò ci dice che siamo sopra la Bulgaria e siamo ancora all’antipasto: ce la faremo mai a (provare a) schiacciare un pisolino prima di arrivare? L’AS propone varie schermate carine, compresa una (che propongo dopo) con l’indicazione di dove è giorno e dove è notte nel mondo in quel momento.


Poco dopo per fortuna arriva il Main. Il pan-seared beef fillet è buono ma overcooked per i miei standard (voto 7), ottimi patate (una sorta di purè) e pomodori (voto 9).

“Desidera un po’ di frutta o preferisce passare al dessert?” “Grazie, provo la frutta”. Tutto buono, fresco e ben presentato. Vado avanti col Bordeaux che l’ultima cosa che voglio è “fare il mischio” e stare col mal di testa tutto il viaggio.

Oltre al dessert chiedo anche i formaggi. Mentre questi ultimi sono eccellenti (voto 9 e menzione d’onore per il gorgonzola, buonissimo) ma li riesco solo ad assaggiare visto che sono pienissimo, il dessert (un bread pudding arabo piuttosto elaborato) non mi convince (voto 5,5).
In generale, trovo un po’povera la scelta in termini di dolci (solo due possibilità). Sarà che adoro il cioccolato e che non c’è nessun’opzione che neanche lontanamente lo richiami..

Strapieno, provo a schiacciare un pisolino. La poltrona full-recline è molto comoda, ma devo muovere tre appunti:
a) è corta – io sono poco sotto i 180 cm e ci stavo a malapena;
b) nella parte alta (quella della testa, per intenderci) quando completamente reclinata il fatto che vi sia una protezione posteriore curva impedisce di poter dormire a pancia in giù (unica posizione in cui riesco a prender sonno.. sì, lo so, sono un rompic***), in quanto i gomiti non entrano;
c) lo schermo risulta molto lontano in posizione full down

Dopo inutili tentativi di dormire, siamo qui ed è tempo della colazione (andiamo bene, avrò finito di cenare neanche 2 ore fa..). Tutto eccellente, in particolare i croissants fragrantissimi (voto 10).


La cabina si prepara all’atterraggio. Mood-lighting e distribuzione carte fast track per security check (sì, a AUH li fanno anche se non ti fermi).


Pistaaaa!!


Dopo un lungo taxi arriviamo al parcheggio, sito nella remota provincia di Abu Dhabi, a ca. 200km dal terminal.

Si scende dall’aereo (dai 332, pensavo peggio!) che è ancora buio e dopo un tragitto in bus (dedicato ai pax in J, comodo) si arriva nel terminal, che percorriamo in lungo e in largo per andare in lounge. La prima cosa che mi colpisce, a parte il percorso stretto e lungo, è che tutti quelli che incrocio indossano pantaloncini e infradito.. che figata, si va al caldo!!


Security check velocissimo e siamo di là. Abbiamo ca. 3 ore e mezzo prima del volo successivo (previsto alle h 10.10 locali). Questa la hall principale delle partenze (niente di diverso da quello che abbiamo in Europa, e prezzi altissimi).

Noi andiamo subito nella lounge dedicata a F e J. Dentro è una profusione di finiture ed arredi in legno scuro e pavimenti chiari, molto molto elegante.
In realtà all’interno di questa zona vi sono due lounge distinte, una per i soli pax F e l’altra per i J, che hanno in comune solo la reception e la Spa.
A differenziarle, oltre al numero di pax presenti in sala, il fatto che nella F lounge vi sia anche un ristorante a-la-carte ed un cigar bar, assenti in quella di J.
La lounge di J, nella quale siamo noi, è comunque molto ampia ed a quest’ora ancora mezza vuota. Prima ancora di entrare in sala prenotiamo alla Spa due massaggi di 15 mins un’ora dopo. Tanti slot disponibili, ma ancora per poco, prima che arrivino tutti gli altri voli in connessione.






Business center

Children’s playroom, con tanto di addetta che intrattiene i marmocchi.

Buffet caldo-freddo, c’è di tutto di più.




Avendo mangiato a getto continuo per le ultime 6 ore sono un po’ nauseato, per cui ci vado leggero. Croissant un po’ freddo.

Vista esterna, con la famosa torre immortalata in precedenza ed un po’ di fauna locale. Nel frattempo è sorto il sole.




È l’ora del massaggio. Check-in alla spa dove fanno compilare un rapido questionario per accertarsi che la persona non abbia serie complicazioni/problemi di salute e poi dentro.

Opto per un Bamboo Fusion Massage di intensità media, che prevede di accovacciarsi in avanti su questa specie di sedia delle torture mentre il massaggiatore (rigorosamente uomo per gli uomini, e donna per le donne, cui è dedicata proprio un’ala separata della spa) ti massaggia la schiena e le spalle con dei tronchetti di bamboo.
Al termine la schiena sta peggio di quando ero entrato, ma è stata comunque un’esperienza nuova.

Al termine del massaggio chiedo di poter fare una doccia. Dopo 5 minuti mi viene assegnato il bagno, enorme e con un box doccia grande quanto i bagni di casa mia messi insieme. Il soffione in particolare è davvero enorme.
Una goduria infinita, esco che sono rigenerato e pronto per il lungo volo verso SYD.



Lui intanto se ne va


Ci avviamo verso il gate, distante comunque 2 minuti a piedi. Ma.. noo, ma ce la faremo ad arrivare in Australia co sto coso?



Boarding con doppio finger, di cui il primo dedicato ai soli F, per J e Y c’è il secondo.


Appena salito, delusione: questo 346 è ancora configurato con la vecchia J, per cui farò il repeat del primo volo. Che sfiga!
Io siedo al 12K, ultima fila di J prima della Y, dalla quale mi divide un separatore ed una tendina. La moglie è all’11, davanti a me.
Devo dire che questo 12K non è affatto male come posto, si ha una bella vista dell’ala un eccellente livello di privacy, garantito dal fatto che di fianco al sedile (dal lato del corridoio) c’è un box porta-valigie (comodo!) ed un porta vassoi in alto, che sostanzialmente impedisce la visuale dal corridoio, in particolare quando sdraiati. Ad ogni modo posto assolutamente da consigliare per chi viaggia solo.
L’unico vero drawback è che, sedendo così indietro, si viene spesso “dimenticati” dal crew. Più di una volta ho dovuto infatti richiamare l’attenzione delle FA (voto 6 su questo volo) per esprimere delle necessità o far ritirare il vassoio.
Non so quanto ciò sia dettato dal posto in se o dall’inefficienza del crew, che pur profondendosi ogni volta in molteplici scuse ricadeva nuovamente in errore subito dopo.



Altro giro, altra ruota.. e vai di champagne, d’altronde dopo il croissant mattutino ci sta proprio bene!

Il menu è più elaborato del primo volo, trattandosi di un c.d. “ultra long-haul” di ca. 14 ore, con arrivo previsto alle h 7am locali. Per la cronaca il comandante annuncia che proprio per la lunghissima durata del volo, si alterneranno 2 equipaggi di piloti, mentre i FA saranno gli stessi per tutta la durata del volo.
La prima pagina è vagamente un mix di cose già viste nel primo volo e riproposte in forma diversa, vi è poi una sezione kitchen anytime ed ovviamente il breakfast.
Stavolta però non mi faccio fregare, e onde evitare attese disumane, aspetto un paio d'ore dopo il decollo per chiedere di mangiare, quando tutti hanno praticamente finito. In questo modo l'attesa scende a livelli accettabili e si può organizzare meglio il proprio tempo a bordo.


Wine-list identica a quella del MXP-AUH

Ahh, ma qui c’è anche una tasca laterale, finalmente! O c’era anche sul 332 e non me n’ero accorto io?

Rifaccio il bis di tutto l’amenity kit

Fratelli

Tutte le safety demo di EY sono precedute da un’inquietante filastrocca araba decantata in un tono simil-profetico, senza traduzione in inglese (meglio così, non lo voglio sapere).


ATC Tower closeup

Siamo n.2 al decollo. Prima di noi c’è un fratellino cargo

Partito. Ora ci allineamo noi


No, ma che succede!! Cavolo, staremo tornando al piazzale, perché va così piano.. guarda che ora sicuro ritarderemo di 10 ore.. Ah no, questa è la corsa di decollo, e io che pensavo che a questa velocità saremmo tornati al finger! Certo che per alzarsi in volo con questo sprint non basta neanche la pista di Edwards AFB!!
Miracolo, ce la facciamo!


Mood-lighting

Comunque bella l’ala del marcione

Stavolta è lunga…

Stavolta cambio, provo il “famoso” Mersault. Devo dire che merita, anche se sono più in vena di rosso che non di bianco. Ottime le noccioline, calde e croccanti.

Questo è il pezzo di airshow di cui parlavo prima. In chiaro le zone dov’è giorno, a Sydney c’è ancora un bel po’ di luce, mi fa un po’ di impressione sapere che arriveremo solo all’alba successiva.

Nel frattempo abbandoniamo le coste della penisola araba

Stavolta opto per l’antipasto arabo, che avevo scartato nel primo volo. Devo dire che invece è proprio buono e migliore del primo (voto 9), sebbene non abbia ben capito cosa fosse. Decido nel frattempo di cambiare vino, passando al rosso. Chiedo consiglio all’AV su quale dei due scegliere, escludendo il Bordeaux che mi avrebbe steso. Lei mi dice di provare il Pinot Nero Californiano, sono un po’ dubbioso ma l’alternativa cilena mi entusiasma ancora meno, per cui mi fido. Scelta ottima, paradossalmente mi è piaciuto più questo del Bordeaux.

Nel frattempo siamo qui

Arriva il main, filetto di manzo, cotto al punto giusto, si scioglie in bocca, superbo (10).


La moglie opta per la zuppa di zucca, a suo dire molto buona

Decido di tentar di dormire (con gli stessi problemi del sedile di cui al MXP-AUH) mentre fuori il sole tramonta


Naturalmente non riesco nell’intento, anche complici le 7 milioni di calorie ingurgitate unitamente ai numerosi calici alcolici ingurgitati, che producono come unico effetto il nuovo record mondiale di gite alle toilette nel corso del viaggio (avrò tenuto una media di 2 l’ora, arrivando a poco meno di 30 a fine viaggio). Sto così male che mi faccio portare una camomilla, che l’AV mi porta insieme ad una sorta di plumcake.. e che fai, non lo mangi?

Dopo varie ore di tentativi di sonno andati a vuoto, siamo qui, mentre l’alba si avvicina all’Australia


Stelle in cabina.. o ho bevuto troppo?

Passa ancora qualche ora e decido che è ora della colazione.. quando arriva una bomba calorica, mi accorgo di aver fatto casino con le ordinazioni e lascio tutto là, ad eccezione del croissant che però è ben peggiore di quello del primo volo

Intanto fuori albeggia.



Vengono consegnate i fast track ed i moduli per l’immigration, nelle quali sostanzialmente si deve dichiarare qualsiasi cosa si stia trasportando all’interno dell’Australia, visto che ci sono delle severissime leggi di quarantena che proibiscono l’introduzione di cibi, bevande, semi o anche scarpe sporche di terra (no joke!). Avendo con me medicine per uso personale, sono costretto a scrivere “si” ad una delle risposte, certo che mi romperanno le scatole e perderò un sacco di tempo all’arrivo.. amen, tanto sono in vacanza!
Ala all’alba e poi in avvicinamento a SYD


Cavolo, non ho ancora fatto una foto alla safety card! Provvedo subito..

Ci siamo quasi (finalmente)..

SYD overview


“Signore e signori, stiamo sorvolando il sobborgo di Afragola pronti per atterrare all’aeroporto di Napoli Capodic… ehm Sydney!”

Final approach

and touchdown..frenaaaa!

Ci dirigiamo verso il finger mentre dentro è diventato tutto blu



Ma non c’è nessuno in aeroporto?

Ah, eccoli, erano solo ben nascosti..




Venghi siore, venghi

E bravo marcione! Non è così lento come pensavo, siamo stati quasi sempre oltre i 1.000km orari, anche se per arrivare alla quota di crociera prevalente (FL35) ci avremo messo 2 ore, e siamo saliti a FL39 solo 2 ore prima dell’atterraggio

Sbarchiamo rapidamente e andiamo verso gli arrivi. Intanto mi accorgo subito che a SYD si attraversa il Duty-Free anche quando si arriva, roba molto intelligente che gli aeroporti nostrani potrebbero copiare.. il fast track dell’immigration ci fa saltare la (poca) fila, e 5 minuti dopo lo sbarco siamo già al ritiro bagagli.
Tempo 1 minuto ed escono le valigie.. già pronto ad una lunga discussione con i tizi della quarantena mi avvio verso la loro postazione tirando fuori preventivamente tutte le medicine in questione.. il tizio mi vede, mi chiede se siano solo per uso personale e, al mio assenso, mi dice “prego, vada pure”.
Sono passati forse 8 minuti da quando sono sbarcato dal finger e sono già fuori, nella hall degli arrivi. Subito di fronte a me è ben visibile il desk degli chauffeur EY, che mi prende in consegna e mi accompagna all’auto (con un bel teporino australiano ad accogliermi, anche se siamo “solo” intorno ai 20 gradi). Stavolta siamo sulla concorrenza made in Munich, la 7er fa sempre il suo effetto. Siamo arrivati in orario (sono le 7.10) ed in giro c’è ancora poca gente nonostante sia lunedì mattina.


Tempo 20 minuti e siamo in hotel, per un incredibile 30 mins dallo sbarco, roba che neanche se atterro a LIN da FCO ci metto così poco ad arrivare a casa.
Nella prossima puntata: OT Sydney e volo per Adelaide + Qantas story