[TR] - Do not travel to Vol. III - Libia: terra di deserto, storia e petrolio.


Disclaimer: con l'upgrade del forum le foto subiscono una distorsione che non riesco in nessun modo a modificare.

Il tentato rientro

L’ultima colazione a Tripoli è quella dei saluti. Prima di dirigerci in aeroporto ci scambiamo contatti, numeri di telefono, emails e pacche sulla spalla. Il viaggio è stato magnifico. I voli sono tutti più o meno alla stessa ora. Io volo Turkish, si va ad IST e poi a ZRH. C’è chi vola Egypt chi Tunisair ed anche una che va a Malta con UniversalAir. Gruppo variegato anche nella scelta dei voli.

L’aeroporto di Tripoli, o meglio di Mitiga è un capannone che ogni tanto viene migliorato con qualche aggiunta. Tripoli international è chiuso dai tempi della guerra ma si sta lavorando al suo ripristino. I tempi sono biblici, si, l’assonanza con libici non è casuale.

All’ingresso c’è il primo controllo di sicurezza, anche oggi Abdoul (la guida) e Abdou Fatar (la scorta) sono con noi. Ci lasceranno solo una volta lasciato il paese.

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Passato il primo security check, c’è l’area partenze. Una cosa strana che avevo notato anche all’andata è ci sono sostanzialmente solo uomini, le donne in partenza si contano sulle dita di una mano.

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Mi avvicino al tabellone delle partenze, cerco il TK640. Cancelled.

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Il coro di “dovete fallireh” risuona in tutta la hall. Non sono l’unico preoccupato, anche Abdoul and Abdou Fatar hanno lo sguardo impensierito. Comincio a chiedermi cosa succede se non lascio il paese? Chi mi fa da scorta? Come funziona? Tutte domande alle quali nessuno sembra avere risposta.

Gli altri per Cairo e Tunisi intanto recuperano le boarding pass, la ragazza per Malta invece cerca il suo volo ma all’aeroporto nessuno sembra conoscere Universal Air.

Mi avvio al desk di Turkish, c’è ressa. Cerco di capire se c’è una fila, niente. Allora Abdou Fatar alza la voce e funziona meglio che la priority star alliance gold.

Parlo con lo station manager di Turkish, in meno di cinque minuti ho il nuovo biglietto. Si parte domani pomeriggio con un volo speciale, motivo ufficiale della cancellazione, il meteo. Gli chiedo dell’albergo, mi dice che ho già la prenotazione al Radisson Tripoli con colazione, pranzo e cena inclusa ma devo passare all’ufficio Turkish in città per prendere il voucher.

Se fossimo in un Paese normale, tutto questo sarebbe un lieto fine. Il problema è che siamo in Libia ed infatti quando dico ad Abdoul “All set, I have been rebooked for tomorrow afternoon, I have all I need, including hotel and food but I need to go to the Turkish Airlines office to get my voucher” prima mi guardano confusi poi quando realizzano si lanciano al banco di TK. Non capisco cosa succede ma a quanto pare stanno chiedendo di farmi partire oggi con qualsiasi altra compagnia…sento che elencano Medsky, Tunisair, Lybianwings. La barzelletta finisce con un secco no dell’addetto.

In ogni caso, mi dicono di aspettare che ora hanno un altro problema con la ragazza prenotata su UniversalAir. Ai banchi del checkin non c’è traccia del volo, nessuno conosce la compagnia.

Passa circa un’ora quando finalmente compare una addetta che le dice che oggi ci sono solo quattro persone a bordo ed il volo è in ritardo ma arriverà ed intanto compare anche sugli schermi.

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Io intanto chiedo se posso muovermi da solo o se loro devono accompagnarmi. Mi dicono che fintanto che sono sul suolo libico loro devono stare con me quindi ora si organizzeranno per stare un ulteriore giorno insieme, mi porteranno a prendere il voucher, poi in albergo e poi si vede.

Gli altri intanto vengono scortati fino al passaport control, Abdou Fatar si assicura che tutti passino i gates

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Quando finisce, mi sorride e mi chiede di scambiarci i numeri di telefono e di farci una foto. Accontentato

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Quando anche la ragazza su Universal Air parte, possiamo finalmente andare. Ho un altro giorno intero a Tripoli, tutto sommato va bene così. Al parcheggio, qualcuno ha bloccato la nostra auto. Tutta la flessibilità libica in una foto. Il numero di telefono scritto con un dito sul vetro posteriore. Abdoul chiama, un signore arriva in due secondi.

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L’ufficio Turkish si trova proprio vicino al Radisson, entriamo, l’attesa è così

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Abdoul non mi sembra molto contento, doveva tornare a casa ed invece sembra dover rimanere un altro giorno lontano dalla famiglia.

Prendo il voucher, mi dirigo in albergo, li ringrazio. Ci guardiamo, mi chiedono se possono fidarsi e lasciarmi in albergo senza che loro siano li. Gli dico di sì. Mi dicono che se voglio nel pomeriggio possono passare a prendermi e fare una passeggiata insieme nel centro. Ovvio! Offerta accettata. Ci vediamo verso le 17.

Il Radisson non è per nulla male. La camera

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Nel frattempo, mi godo pranzo a buffet, palestra e piscina.

Alle 17 passano in auto. Andiamo verso old tripoli. Ci sono parti della città vecchia che non abbiamo visto, facciamo un giro tra i vicoli

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fino ad arrivare in una piazza conosciuta come black market

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Una vera e propria piazza borsistica dove dollari e dinari sono scambiati tra le urla della gente. Non credo di aver visto nulla del genere prima. In alcuni -stan ho visto qualcosa di simile ma molto più discreto e di dimensioni inferiori. Qui ci sono carriole piene di dollari e dinari. Gli scambi avvengono per strada, a cielo aperto, senza nessuna regola o meglio con le regole del mercato nero. Sento la tensione degli sguardi, tutti comunicano a gesti, urlano e corrono avanti e dietro tra la piazza ed i magazzini dove ci sono cataste di banconote.. Attraversiamo la piazza, Abdoul mi spiega cosa succede intorno, beh, non che ce ne fosse bisogno. Una visita inaspettata che conferma da un altro angolo quanto la Libia sia completamente fuori controllo sia politicamente che finanziariamente.

Sono ormai le 19, mi chiedono se vogliamo andare a cena, questa volta però “no touristic restaurant” mi specificano. Io non posso che essere contento. Ci infiliamo in un vecchio palazzo sul porto dove servono pesce. Niente a che vedere con le vibes di ieri ma qui ho finalmente l’impressione di aver mangiato in un posto vero, verace, autentico. Pesce grigliato per tutti e tre.

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Il pesce è buono e la cena è veramente piacevole, la cortina del primo giorno, la durezza e la freddezza con cui eravamo stati accolti in Libia è crollata. Ho la sensazione di aver passato una serata tra amici a scambiarci parole in inglese ed arabo.
Alla fine, sono proprio contento che Turkish mi abbia regalato una giornata in più in Libia.

Domani si ritenta la partenza, l’appuntamento è dopo la colazione, rimaniamo d’accordo per fare un altro giro in città, nella zona “nuova” e fare due passi sul lungomare.
 
Pure io mi tolgo il cappello di fronte a questo TR
Aveva ragione il mio amico che oltre 30 anni fa lavorava in Libia... sono tutte tribu' che si fanno guerra tra di loro, il Colonnello li tiene a bada
 
Pure io mi tolgo il cappello di fronte a questo TR
Aveva ragione il mio amico che oltre 30 anni fa lavorava in Libia... sono tutte tribu' che si fanno guerra tra di loro, il Colonnello li tiene a bada
Che poi è o era lo stesso un po' ovunque...
 
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Reactions: libicocco
Il rientro, stavolta davvero.

Stamattina si ritenta. TK6886 è schedulato alle 15:00, volo speciale TK per i poveracci di ieri, me compreso. Flightradar lo dà in orario, io incrocio le dita.

Alle 9 puntuali Abdou Fatar e Abdoul arrivano con la loro auto. C’è qualche ora da ammazzare prima di dirigersi in aeroporto. Ci infiliamo nel traffico, arriviamo lontani dal centro, in una zona di Tripoli dove tutto è tranquillo e calmo. Parcheggiamo l’auto e io chiedo se va bene lasciare lo zaino sui sedili, in vista. Mi dicono di stare tranquillo, nessuno tocca nulla.
Facciamo due passi sul lungomare, qui è tutto nuovo.

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Qualcuno pesca

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Mi regalano delle arachidi con lo zucchero. Potevo dire di no?

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Passeggiamo per circa un'oretta e i due mi raccontano che questa zona è stata interamente ricostruita dopo la guerra grazie a fondi turchi. La cosa non mi sorprende affatto, questo è il nuovo colonialismo. Torniamo in auto ed iniziamo ad avvicinarci all'aeroporto, attraversando le strade della città. Passiamo ancora una volta nel centro ma poi deviamo in una zona leggermente distaccata. Qui, l'ambiente è pulito e perfettamente mantenuto, e la gente appare mediamente più agiata. Alcuni palazzi risalgono all'epoca coloniale, altri sono più moderni, ma questa non sembra affatto la Libia del dopoguerra.

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Alle 12:00 in punto siamo in aeroporto. Eccolo qui, sembra in perfetto orario. Ancora una volta, coda di soli uomini.

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Ritiro la carta d’imbarco, saluto Abdou Fatar e Abdoul e mi dirigo alla lounge (foto nel thread dedicato). Anche questa indovinate con quali soldi è stata costruita? L’aereo all’ingresso non lasci dubbi

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Strano ma vero, la lounge è prima della sicurezza. Quindi quando sono le 13:30 mi avvio verso i controlli. Da buon aviopirla, una foto per ricordarmi di tutte le compagnie che vorrei provare

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La sicurezza è in vari step, quella classica, poi controlli più approfonditi prima dell’imbarco

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Finalmente ci siamo, oggi a Istanbul mi porta lui. Questa volta LF 100%. Non c’è un posto libero.

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Il nostro vicino

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Loro sono rimasti così per un bel po’

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Finalmente ci muoviamo. Questo Meskair cosa trasporterà?

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Buraq per Benghazi

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Ciao Libia, sono le 15:00 in punto, si torna a casa

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Di solito su TK in economy vado di chicken ma dopo dieci giorni di shish tawook non ho resistito. Pasta!!

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Tutto sommato non male. Ad Istanbul mi dirigo in lounge, pide veloce e sorprattutto doccia

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Il resto del viaggio, il rientro a MXP è senza cronaca. Nulla da raccontare se non una vera botta di fortuna all’arrivo. Sono le 23:50 è giovedì sera. Lunedi si riparte da MXP ed avevo deciso almeno per la notte di rimanere nei dintorni dell’aeroporto. Durante lo scalo ad Istanbul avevo prenotato una stanza all’Hilton Garden Inn in zona credendo che ci fosse lo shuttle service come nella maggior parte dei paesi del mondo. All’arrivo mi accorgo che in realtà non c’è nessuno shuttle. Ok, prendo il taxi. Vado alla coda dei taxi e nessuno e dico nessuno accetta una corsa così breve. Protesto ma nulla, mi dicono di chiamare un taxi locale. Sono allibito. A quel punto la visione, all’uscita vedo una mia amica in divisa Qatar. Non ci posso credere, saranno tre anni che non ci vediamo. Ci salutiamo, mi chiede da dove arrivo e io le chiedo dove vanno. Mi dice che stanno andando al Garden Inn. Chiedo se posso intrufolarmi, lei chiede alla purser che chiede al capitano. “All good, it’s ok” sento. Questa si che è fortuna. L’alternativa era un’ora di camminata sulla statale.

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Si conclude qui la mia terza avventura in uno di quei paesi complessi, instabili, persino pericolosi, sicuramente non per tutti. Io, però, mi sono divertito, portando a casa ricordi e amicizie. Come ho già detto, questi viaggi vanno oltre la semplice visita di un luogo: qui si tratta di capire, di immergersi nella realtà più profonda. I rischi sono elevati. Spesso non si vedono, ma le paure e le preoccupazioni mi hanno accompagnato ogni singolo giorno, proprio come quando vi ho raccontato della Siria e dell'Iraq. In contesti simili, le cose cambiano con una velocità impressionante. Pochi giorni dopo il mio rientro, avete visto e letto tutti cosa è successo a Tripoli. Quando ho scritto ad Abdoul e ad Abdou Fatar per sapere come stessero, i loro messaggi, tutt'altro che rassicuranti, mi hanno fatto riflettere intensamente sulla fortuna che ho avuto. Non pubblico tutto, ma questa foto sotto mostra, o forse dovrei dire mostrava la casa di Abdou Fatar

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E dove c'è quel buco, c'era una donna con la sua bambina. Una storia che non mi ha lasciato in pace per diverse notti e che finora non ho voluto raccontare. Questo, dopotutto, è un forum di aerei, un posto dove si parla di load factor, di C dedicate, di nuove rotte e di aeroporti che non performano. Allora mi sono chiesto: che senso ha condividere tutto questo? Forse nessuno, a un primo sguardo. Poi ci ho riflettuto e mi sono dato una risposta: chi ama gli aerei spesso viaggia e chi viaggia, ha una probabilità maggiore di capire e comprendere. Capire perché certi posti, sebbene spesso stigmatizzati, possono e devono essere compresi nella loro interezza.

Ora vi lascio, qualcuno aspetterà, dovesse mai esserci una quarta serie, altri penseranno “Finalmente ce lo semo levato dai cojoni!”

Io a quelli che hanno letto fin qui dico GRAZIE

#weareallthesame
 
Grazie mille, un finale veramente bello. A parte la scena, quella veramente da terzo mondo, di Malpensa alla sera.
 
Sono senza parole, un'avventura incredibile raccontata come deve essere raccontata una simile esperienza, compresa la foto di chiusura, che fa riflettere e non poco.
E non dovrebbe far riflettere solo chi viaggia.
Un grazie, che non sarà mai abbastanza grande, per aver condiviso tutto; soprattutto i pensieri e le emozioni.

Ciao
Marco
 
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Bel TR, finale straziante. Stavolta non sono notizie e immagini su siti, stampa, televisione: sono le persone che hai conosciuto, con cui hai interagito.
Ho lavorato in banca, estero/merci; anni fa ho trattato diverse lettere di credito con la Bank of Palestine per esportare elettrodomestici a Gaza; ogni tanto capitava di scambiare comunicazioni al di fuori di quelle di servizio con i colleghi della corrispondente. Mi sto chiedendo che fine hanno fatto.

Grazie per il racconto, per gli spunti di riflessione che ci dai.
E' importante il condividere: fa sempre pensare.
 
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Reactions: Dancrane
Non credo di averti detto che dovresti raccogliere queste esperienze in un libro da qualche giorno, quindi posso ripetermi. A quando il libro? Sempre disposto a darti una mano!

Per il resto fine epica, come il solito. Nemmeno nel terzo mondo un hotel vicino a un aeroporto con le ambizioni di MXP e' senza shuttle!!!!!

A parte quello, finale con botto. Condivido quello che hai scritto dopo l'ultima foto.

Standing Ovation!
 
Io a quelli che hanno letto fin qui dico GRAZIE
Ci stai facendo vedere e vivere parti di mondo che per mancanza di opportunità, mezzi o coraggio molti di noi non vedranno mai con i nostri occhi e ci ringrazi pure?
No, siamo noi a doverti dire *GRAZIE* e almeno per me non sarà mai abbastanza.

P.S.
Mi prenoto la prima copia del libro.
 
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TR coraggioso e bellissimo, complimenti. Certo rimane sempre l'amarezza di vedere come tanti paesi e tante vite siano in bilico tra la spensieratezza e la morte a causa dell'onnipresente imbecillità umana.
 
Non posso che essere io a dire Grazie a te per questo splendido TR che ci ha permesso di conoscere e vedere, attraverso le tue foto, una realtà altrimenti difficilmente visitabile.
E apprezzo molto il tuo approccio al turismo che cerca di entrare in sintonia con la cultura e gli usi/modi del paese visitato. Le ultime tue righe e relativa foto ne sono la conferma.
Nel caso scrivessi un libro che racchiude i tuoi viaggi (te l'ha già detto qualcuno di pubblicarlo?? :) ) sarei sicuramente felice di acquistarne una copia.
 
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Non posso che essere io a dire Grazie a te per questo splendido TR che ci ha permesso di conoscere e vedere, attraverso le tue foto, una realtà altrimenti difficilmente visitabile.
E apprezzo molto il tuo approccio al turismo che cerca di entrare in sintonia con la cultura e gli usi/modi del paese visitato. Le utile tue righe e relativa foto ne sono la conferma.
Nel caso scrivessi un libro che racchiude i tuoi viaggi (te l'ha già detto qualcuno di pubblicarlo?? :) ) sarei sicuramente felice di acquistarne una copia.
Principe, ne hai gia' vendute due, tre con la mia copia omaggio. Lo facciamo o no, 'sto libro? 😇 😇 😇:cool:;)
 
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