Disclaimer: con l'upgrade del forum le foto subiscono una distorsione che non riesco in nessun modo a modificare.
Il tentato rientro
L’ultima colazione a Tripoli è quella dei saluti. Prima di dirigerci in aeroporto ci scambiamo contatti, numeri di telefono, emails e pacche sulla spalla. Il viaggio è stato magnifico. I voli sono tutti più o meno alla stessa ora. Io volo Turkish, si va ad IST e poi a ZRH. C’è chi vola Egypt chi Tunisair ed anche una che va a Malta con UniversalAir. Gruppo variegato anche nella scelta dei voli.
L’aeroporto di Tripoli, o meglio di Mitiga è un capannone che ogni tanto viene migliorato con qualche aggiunta. Tripoli international è chiuso dai tempi della guerra ma si sta lavorando al suo ripristino. I tempi sono biblici, si, l’assonanza con libici non è casuale.
All’ingresso c’è il primo controllo di sicurezza, anche oggi Abdoul (la guida) e Abdou Fatar (la scorta) sono con noi. Ci lasceranno solo una volta lasciato il paese.
Passato il primo security check, c’è l’area partenze. Una cosa strana che avevo notato anche all’andata è ci sono sostanzialmente solo uomini, le donne in partenza si contano sulle dita di una mano.
Mi avvicino al tabellone delle partenze, cerco il TK640. Cancelled.
Il coro di “dovete fallireh” risuona in tutta la hall. Non sono l’unico preoccupato, anche Abdoul and Abdou Fatar hanno lo sguardo impensierito. Comincio a chiedermi cosa succede se non lascio il paese? Chi mi fa da scorta? Come funziona? Tutte domande alle quali nessuno sembra avere risposta.
Gli altri per Cairo e Tunisi intanto recuperano le boarding pass, la ragazza per Malta invece cerca il suo volo ma all’aeroporto nessuno sembra conoscere Universal Air.
Mi avvio al desk di Turkish, c’è ressa. Cerco di capire se c’è una fila, niente. Allora Abdou Fatar alza la voce e funziona meglio che la priority star alliance gold.
Parlo con lo station manager di Turkish, in meno di cinque minuti ho il nuovo biglietto. Si parte domani pomeriggio con un volo speciale, motivo ufficiale della cancellazione, il meteo. Gli chiedo dell’albergo, mi dice che ho già la prenotazione al Radisson Tripoli con colazione, pranzo e cena inclusa ma devo passare all’ufficio Turkish in città per prendere il voucher.
Se fossimo in un Paese normale, tutto questo sarebbe un lieto fine. Il problema è che siamo in Libia ed infatti quando dico ad Abdoul “All set, I have been rebooked for tomorrow afternoon, I have all I need, including hotel and food but I need to go to the Turkish Airlines office to get my voucher” prima mi guardano confusi poi quando realizzano si lanciano al banco di TK. Non capisco cosa succede ma a quanto pare stanno chiedendo di farmi partire oggi con qualsiasi altra compagnia…sento che elencano Medsky, Tunisair, Lybianwings. La barzelletta finisce con un secco no dell’addetto.
In ogni caso, mi dicono di aspettare che ora hanno un altro problema con la ragazza prenotata su UniversalAir. Ai banchi del checkin non c’è traccia del volo, nessuno conosce la compagnia.
Passa circa un’ora quando finalmente compare una addetta che le dice che oggi ci sono solo quattro persone a bordo ed il volo è in ritardo ma arriverà ed intanto compare anche sugli schermi.
Io intanto chiedo se posso muovermi da solo o se loro devono accompagnarmi. Mi dicono che fintanto che sono sul suolo libico loro devono stare con me quindi ora si organizzeranno per stare un ulteriore giorno insieme, mi porteranno a prendere il voucher, poi in albergo e poi si vede.
Gli altri intanto vengono scortati fino al passaport control, Abdou Fatar si assicura che tutti passino i gates
Quando finisce, mi sorride e mi chiede di scambiarci i numeri di telefono e di farci una foto. Accontentato
Quando anche la ragazza su Universal Air parte, possiamo finalmente andare. Ho un altro giorno intero a Tripoli, tutto sommato va bene così. Al parcheggio, qualcuno ha bloccato la nostra auto. Tutta la flessibilità libica in una foto. Il numero di telefono scritto con un dito sul vetro posteriore. Abdoul chiama, un signore arriva in due secondi.
L’ufficio Turkish si trova proprio vicino al Radisson, entriamo, l’attesa è così
Abdoul non mi sembra molto contento, doveva tornare a casa ed invece sembra dover rimanere un altro giorno lontano dalla famiglia.
Prendo il voucher, mi dirigo in albergo, li ringrazio. Ci guardiamo, mi chiedono se possono fidarsi e lasciarmi in albergo senza che loro siano li. Gli dico di sì. Mi dicono che se voglio nel pomeriggio possono passare a prendermi e fare una passeggiata insieme nel centro. Ovvio! Offerta accettata. Ci vediamo verso le 17.
Il Radisson non è per nulla male. La camera
Nel frattempo, mi godo pranzo a buffet, palestra e piscina.
Alle 17 passano in auto. Andiamo verso old tripoli. Ci sono parti della città vecchia che non abbiamo visto, facciamo un giro tra i vicoli
fino ad arrivare in una piazza conosciuta come black market
Una vera e propria piazza borsistica dove dollari e dinari sono scambiati tra le urla della gente. Non credo di aver visto nulla del genere prima. In alcuni -stan ho visto qualcosa di simile ma molto più discreto e di dimensioni inferiori. Qui ci sono carriole piene di dollari e dinari. Gli scambi avvengono per strada, a cielo aperto, senza nessuna regola o meglio con le regole del mercato nero. Sento la tensione degli sguardi, tutti comunicano a gesti, urlano e corrono avanti e dietro tra la piazza ed i magazzini dove ci sono cataste di banconote.. Attraversiamo la piazza, Abdoul mi spiega cosa succede intorno, beh, non che ce ne fosse bisogno. Una visita inaspettata che conferma da un altro angolo quanto la Libia sia completamente fuori controllo sia politicamente che finanziariamente.
Sono ormai le 19, mi chiedono se vogliamo andare a cena, questa volta però “no touristic restaurant” mi specificano. Io non posso che essere contento. Ci infiliamo in un vecchio palazzo sul porto dove servono pesce. Niente a che vedere con le vibes di ieri ma qui ho finalmente l’impressione di aver mangiato in un posto vero, verace, autentico. Pesce grigliato per tutti e tre.
Il pesce è buono e la cena è veramente piacevole, la cortina del primo giorno, la durezza e la freddezza con cui eravamo stati accolti in Libia è crollata. Ho la sensazione di aver passato una serata tra amici a scambiarci parole in inglese ed arabo.
Alla fine, sono proprio contento che Turkish mi abbia regalato una giornata in più in Libia.
Domani si ritenta la partenza, l’appuntamento è dopo la colazione, rimaniamo d’accordo per fare un altro giro in città, nella zona “nuova” e fare due passi sul lungomare.