[TR] De otium, o dell’arte di non lavorare.


19 e penultima. Il rientro.

Dopo un'ottima cena con l'inossidabile @MindOnAir cammino fino a Kowloon e da lì prendo l'Airport Express per HKG. È la mia quarta volta, qui a Hong Kong, e devo ammettere che continuo a non capire o farmi 'piacere' questo posto. All'improvviso ne ho abbastanza del tanfo di diesel, del traffico, del rumore, dell'odore di cavolo e altri cibi vari che ti assalgono a random. Il giorno dopo, malgrado una partenza alle 8.00, decido di alzarmi alle 5 per andare airside il prima possibile.

hkg-48.jpg

hkg-47.jpg

hkg-46.jpg

Faccio fuori gli ultimi HKD con una colazione, scoprendo tra l'altro dei prezzi che nemmeno a LHR. Non l'ho presa vista l'ora, ma l'equivalente di £9 per una pinta di Asahi è qualcosa che nemmeno a Londra hanno ancora avuto il coraggio di propinare.

Nel frattempo albeggia, e vedo il mio A350-1000, giunto qualche minuto fa da un non-stop da JFK.

hkg-45.jpg

Mi arrivano un paio di notifiche di CX circa un "re-timing". Immagino sdoganamenti da drio, ma si tratta solo di 20' (o così penso). Per come la vedo io, quando hai davanti 13h di volo, un'ora in più o in meno non mi cambia molto la vita.

Vedo arrivare l'equipaggio col pulmino. Una prece per loro: farsi le scale della jetty, specialmente le donne in tacchi e gonna, tirandosi su le valigie non è proprio roba facile. E in più si troveranno me a bordo.

hkg-44.jpg

Arriva dopo poco la chiamata per il boarding. Business ha la sua jetty, e della cabina riesco solo ad intravedere uno spiraglio della Cirrus. So che CX ha lanciato un nuovo prodotto, Aria, ma non è su questo aereo. Pazienza, tanto io son barbone.

hkg-43.jpg

E, parlando di barbonismo, qui un gran plauso a CX. Ho fatto un Londra-Hong Kong nell'ormai remoto 2014, quando il 77W era la colonna portante della compagnia e avevano ancora il 3-3-3 in Economy, e ricordo di non esser stato chissà che impresso dall'esperienza. Molto diverso oggi.

Innanzitutto, i colori in cabina sono veramente di mio gusto. Non so se sia un motivo di vanto per CX (già m'immagino le pubblicità che dicono "colori in cabina che piacciono a quello là!") ma tant'è. Un bel verde scuro alternato a pannelli chiari, qualcosa che sembra pulito e ben tenuto senza, magari, non esserlo. Ma tanto basta.

hkg-42.jpg

hkg-40.jpg

hkg-41.jpg

Poi, lo spazio per le gambe è abbondante, il 3-3-3 giusto come misure, e il sedile è confortevole. Non male, per niente. Anche qui ho un middle seater, il volo è stra-pieno almeno in barbon.

Sembriamo tutti pronti, sono le 8.30. Ma appare il capitano all'intefono - un uomo dall'accento irlandese così forte che mi sembra di avere O'Leary in cabina - a dirci che hanno uno slot e devono aspettare 15 persone in connessione da Brisbane. "Cinque minuti".

Quaranta minuti dopo (also known as 5+35) siamo pronti a muovere.

hkg-39.jpg


hkg-35.jpg

Già che siamo in aria, parliamo dei vicini di posto. Due settimane in Giappone sono deleterie, vero, ma il passaggio da un paese dove m'è capitato di viaggiare in trenini pieni di studenti dove non volava una mosca a questo volo è qualcosa di 'pesante'. Attorno a me ci sono solo passeggeri cinesi, se di HKG o mainlander non so. Però, nell'ordine, abbiamo queste splendide comparse:
  1. La famiglia al bulkhead con un infant in lap (e vabbè) e non uno, non due, ma tre bambini seduti tutti e tre insieme, in una fila tra loro. Età, a spanne, tra i 3 e i 6 anni. Siccome è un daytime flight, e siccome in tre hanno meno di 15 anni, passeranno le prossime 13 ore di volo a farsi scherzi, darsi manate e in generale a fare casino. I tentativi del padre di farli star buoni avranno lo stesso successo di quelli di Maria de Filippi di far da paciere nelle risse tra tronisti.
  2. Coppia anziana seduta di fianco a me, dall'altro lato del corridoio. Chiaramente incapaci di usare l'IFE, passeranno il tempo o a litigare, o a cercare di telefonare a qualcuno, o a fissare me. Per quale motivo, non lo so.
  3. Coppia di finti ricchi seduti davanti a me. Ora, io capisco di essere chiuso, prevenuto e "judgy", so che finirò all'inferno. E so anche che non bisogna giudicare un libro dalla copertina e blah blah blah. Però, il mio cervello pensa così, ve lo metto in pseudo Visual Basic
    1. IF "CLOTHING" = BALENCIAGA
      1. AND
    2. "PERFUME" = OUD
      1. QUANTITY = ONE_BARILATA
    3. THEN
      1. PERSON = "COGLION"
  4. E, infatti, di coglions si tratterà. Manco decollati, ed ecco come il fenomeno passerà le prossime 13 ore di volo, magari esclusi i momenti per i pasti.
hkg-34.jpg

Recline al massimo, praticamente in faccia a me. Ora, io capisco che se la compagnia lo mette a disposizione, uno lo usa. Ma, allo stesso tempo, un po' di educazione richiederebbe al massimo di sincerarsi che quello dietro sia d'accordo (o non usare tutto il recline, io ne uso meno di metà, di solito) e, soprattutto, non mettere il sedile in full recline per poi passare tre quarti del volo seduto in avanti, con la schiena separata dallo schienale.
A parte questo, la nota positiva è la mia vicina di posto, una ragazzina veramente gradevole e poco rompiballe. E il servizio in sè, che include persino un menu. Guarda qua che roba.

hkg-38.jpg

hkg-37.jpg

hkg-36.jpg

Parlando di cibo, la colazione viene servita presto, e poi - verso la quinta ora di viaggio - c'è il pranzo, e poi bom. Un setup un po' strano, ma va detto che non ho mai fatto uno di questi voli diurni dall'Asia orientale.

hkg-31.jpg

Per colazione decido di evitare il congee, che l'ho preso una volta e mi sembrava vomito di pinguino, e mi viene propinata l'omelette. La ragazza che serve il mio lato non è nè di cattivo umore nè scontrosa... semmai, spiccia. Sembra mia nonna Luisa buon'anima, e mi domando se - sotto sotto - anche lei non sia de Milan. Va detto che ha pazienza per la coppia che passa il tempo a fissarmi come se fossi un panda allo zoo.

hkg-33.jpg

Cibo nella norma, e caffè che - per una volta - non sembrava fatto usando un calzino come filtro.

È difficile prender sonno su uno di questi voli, per cui mi guardo un po' di film sul mio telefono, e sull'IFE provo a guardare il reboot di Naked Gun con Liam Neeson. Iniziato con aspettative bassissime, ma alla fine devo dire che è demenziale al punto giusto, con degli sketch che non pensavo si potessero fare nell'epoca buonista e benpensante che stiamo vivendo. La mia stessa vicina è incuriosita dal fatto che sembra stia avendo una sincope, e prova a guardarlo pure lei. È più giovane di me di una quindicina d'anni, penso, e non so se abbia mai visto gli originali ma la vedo, dopo poco, che piange dal ridere.

Arriva il momento del pranzo, e per aprire le danze prendo un G&T propiziatorio. E poi il piatto vegetariano, cosa che sono praticamente l'unico a fare.

hkg-26.jpg

Buono, peccato per la Heineken. La signorina torna, dopo il ritiro dei vuoti, e mi offre questa a mò di ricompensa:

hkg-29.jpg

Decente.

Il resto del volo passa così. La cabina è buia, tutti gli scurini abbassati. Passo un po' di tempo a chiaccherare coll'equipaggio in galley, mi ripropongo di chiedere una egg tart, me ne dimentico, e alla fine - dopo 13 ore abbondanti - il cugino di Michael O'Leary è pronto a dirci che stiamo per atterrare. Malgrado tutto, malgrado The Coglions e tutti quanti, non è stato un volo devastante, merito indubbiamente di un ottimo aereo - l'A350 - e di un hard product veramente di qualità. Brava CX.

hkg-25.jpg

Attracchiamo ai gates 24 o giù di li. Quindi Lunga Marcia fino al controllo passaporti, poi trovo la mia bici pronta all'out of gauge e lo zaino arriva dopo una ventina di minuti di attesa. Fuori il sole sta tramontando, ed è anche tempo che io mi trovi un lavoro.

hkg-28.jpg
 

Allegati

  • hkg-33.jpg
    hkg-33.jpg
    470.2 KB · Visualizzazioni: 3
Ultima modifica:
20 - Conclusione.

Vi scrivo all'alba delle 5.53 qui a Londra, cielo ovviamente buio. Bucato fatto, bici da ricostruire e da sgrassare in toto, regali e regalini sistemati in attesa dell'arrivo della poverella che ancora non m'ha mandato a stendere. Sono da solo a casa, ho bevuto il primo caffè fatto con i chicchi tostati da Koji a Kazura, e posso riflettere un po' sulle ultime tre settimane.

Prendere la bici e partire, vivere con due cambi di vestiti e piani più o meno definiti, era qualcosa che volevo fare da un bel po' di tempo. Durante tutti questi giorni non c'è stato un momento in cui ho rimpianto questa scelta, o in cui ho sentito la mancanza di qualche "genere di conforto" come un laptop, o persino un paio di pantaloni lunghi. Ecco, magari avrei preferito aver scelto un paio di pantaloncini che non mi stavano per cascare... Ma divago.

La cosa che più mi è piaciuta è stato il senso di libertà. Ero partito con l'idea di fare quasi 900km, ne ho fatti poco più di 500. Dopo i primi due giorni mi sono reso conto che questo non era un viaggio come altri bikepacking che ho fatto in passato, in cui l'esperienza è da vivere sulla strada, e i punti di sosta sono solo luoghi dove fermarsi, lavare i calzini, mangiare un boccone e dormire. Volevo vedere i posti in cui mi fermavo, quei villaggetti infilati tra le montagne, e magari fare due parole - per quanto possibile - con la gente che ha deciso di vivere lì. Fare 100km al giorno, su quelle strade, con quel profilo altimetrico, senza finire col pedalare di notte mi avrebbe impedito di sedermi davanti al Lawson di turno e vedere la gente che passa, o fare due chiacchere in ostello, o mangiare con i miei hosts. E quindi, senza troppi patemi, mi sono trovato a modificare, tagliare, limare, spostare tracce e percorsi.

Il risultato è stato un viaggio in cui l'unica nota negativa è stato il dover usare la rinkō bag sul treno. So che all'inferno mi aspetta, quella maledetta. Per il resto, non cambierei una virgola. Dalle foreste alle (rare) pianure, le corse in discesa, l'ascoltare la peggio musica a volume alto per scoraggiare gli orsi, i ristorantini che fanno cibo della madonna a 1000 yen, la sorpresa di tutti quando dici che stai pedalando da Tokyo a Kanazawa, i random acts of kindness che fai o ricevi, persino il cantare Bob Dylan da solo per strada (sempre in funzione anti-orso), il rendersi conto che è venerdi o sabato o domenica perchè sono usciti i podcast settimanali che sono solito ascoltare, le chiacchere con gente incontrata a caso e con cui riesci a parlare di geopolitica anche se non hai una lingua in comune.

Ieri, mentre aspettavo la valigia al nastro, ho aperto LinkedIn e ho visto le notifiche di un sacco di ex-colleghi circa quell'evento, quest'altra cosa, il tal achievement e via dicendo. Tutte cose che non mi mancano per niente, quelle cerimonie laiche della vita corporate in cui bisogna partecipare con finto interesse, un po' come quando dovevo partecipare alla Messa di domenica. O forse sono l'unico che non ci ha mai creduto. So che dovrò, prima o poi, ritornare "in sella" e guadagnarmi da vivere, ma per il momento... va bene così.

La finisco qui, perchè veramente ho la bici che grida vendetta, e una casa da rassettare, e vi lascio con un solo consiglio: se mai vi venisse voglia di mollare tutto e farvi una settimana, due settimane, tre, un mese, facendo esattamente e solamente ciò che vi va di fare...

Fatelo.
 
Ho aspettato fin qui per commentare. Bello e appassionante, e il tuo stile ti permetterebbe di sfruttarlo come futuro lavoro se volessi. Già il Giappone era nei miei piani, ora ha scalato la classifica. Non ho altro da dire, nonostante tu ti ostini ad usare uno degli oggetti più pericolosi mai inventati dall'uomo per spostarti.
Per la cultura corporate cui accenni...è il peggior tumore che infesta il mondo del lavoro. TUTTI lo sanno, nessuno lo dice finchè la festa non finisce.
 
  • Like
Reactions: A345
@Scarab
Non commento sul viaggio perché mi ripeterei. Per la cronaca, non sei il solo a pensarla così su Linkedin e sui riti corporate. Penso che oramai sia una cosa talmente usata e abusata da essere meno rilevante della piattaforma, formerly known as Twitter.
 
  • Like
Reactions: Scarab
  1. Coppia di finti ricchi seduti davanti a me. Ora, io capisco di essere chiuso, prevenuto e "judgy", so che finirò all'inferno. E so anche che non bisogna giudicare un libro dalla copertina e blah blah blah. Però, il mio cervello pensa così, ve lo metto in pseudo Visual Basic
    1. IF "CLOTHING" = BALENCIAGA
      1. AND
    2. "PERFUME" = OUD
      1. QUANTITY = ONE_BARILATA
    3. THEN
      1. PERSON = "COGLION"
  2. E, infatti, di coglions si tratterà.
Quando l'ho letto, mi sono cappottato ed il collega accanto mi ha guardato come si guarda uno che non sta molto bene di testa (d'altronde, nella vita Corporate bisogna essere sempre seri.....).
Hai anche fatto riaffiorare ricordi, ormai lontani, di quando anche io programmavo (in Cobol e TurboPascal) e pensavo di farlo diventare il lavoro della mia vita. Ovviamente ciò non è accaduto, ma va bene così.

Tanta stima per la tua capacità di fare in maniera semplice quel che ti piace.
Grazie davvero per il tuo racconto e ti rinnovo l' "in bocca al lupo" per la ricerca lavorativa.