[TR] Barbon plus experience: LHR-FCO-MXP con BA e AZ per provare l'A332.


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26 Aprile 2012
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L'avvicinamento: da Heathrow sul 767.


Dopo un’orgia estiva di voli per gli States, Hong Kong, Maldive, isolette tropicali assortite e altri luoghi ameni credo che sia ora di riportare il forum all’ordine con un TR che tocca tre luoghi che brillano per non essere tropicali, esotici o inusuali. Nemmeno lontani, almeno non per coloro che vivono nel Vecchio Continente. Ecco a voi l’inizio dei miei quattro (4) giorni di vacanza estiva, peraltro passati a far trasloco!

Tutto inizia leggendo un post di AV CT qui su Aviazionecivile: durante l’estate AZ userà il 332 sulla AZ1016 FCO-MXP per supportare alcune frequenze extra dalla Brughiera. Siccome non ho mai volato su un 332 né su un longhaul Alitalia decido di comprare un biglietto, alla barbonissima cifra di euri quarantatré e spicci. Sistemata la prima parte, rimane da vedere come arrivare alla Capitale da Londra, pratica sbrigata in quattro e quattr’otto con un biglietto staff da LHR, BA558 operato, tra l’altro da un 767. Non è il mio aereo preferito, ma due widebodies su due è un bel record.

Lento lento lemme lemme arriva anche il giorno della partenza. Dopo un otto ore e mezza di lavoro al T5 decido, per cambiare, di uscire dal T5 e di cenare all’aperto, o “alfrescoooh” come dicono i miei colleghi. L’opera d’arte alle mie spalle è veramente carina e posso persino capire perché abbiano scritto RIO e non GIG. A parte i nerds, non l’avrebbe capito nessuno.

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Mentre loro dimostrano che la legge non è proprio uguale per tutti anche a queste latitudini che, normalmente, considereremmo più civili di quelle di casa nostra.

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Fattasi una certa entro in aeroporto, notandone la struttura a tre livelli (dall’alto: partenze, uffici/crew report centre, arrivals lounge/restrooms, arrivi)…

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E, dopo un po’ di attesa per un ascensore, arrivo in cima, dove trovo…. Ciò.

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Dev’essere l’ultima trovata del dipartimento “abbellimenti pubblici” di BAA (credo esista davvero), composto esclusivamente da tenacissimi sgranocchiatori di pasticche e di francobolli di acidi. Dopo la statua della ballerina dai piedi smisurati, le cabine telefoniche, foto di rottami e la scocca di una Land Rover, voilà il loro ultimo sforzo creativo.

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Aaaah, è una specie di alberello commemorativo delle Olimpiadi!

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I cervi color livido, però, non riesco a spiegarmeli.

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Tutto tranquillo nella zona dedicata a quelli col grano.

Volare su un biglietto staff può complicare le cose soprattutto se il volo è abbastanza pienotto, come nel caso di BA558 quest’oggi (che, anzi, era stato persino oversold per un paio di giorni, per mia somma gioia). Tra queste, il fatto di non poter scegliere il posto o quello di non riuscire, una volta su due, a completare il check in alle macchinette. Grazie a Dio, però, c’è una collega di mia conoscenza al bag drop in zona F e, dopo una vergognosa serie di salamecchi, implorazioni e oltraggiose leccate di culo da parte mia riesco ad assicurarmi il tanto agognato posto finestrino, 26K. Per la cronaca, sette posti liberi in tutto (4 in C, 3 in M) e almeno una settantina di transiti.

I controlli di sicurezza South filano liscissimi, grazie alla poca gente e alla ancor più bassa percentuale di imbranati presente. In un attimo, quindi, sono nella mia zona preferita, tra i gates 15 e 18 al T5A. Niente di che dal punto di vista del comfort, ma è un’isola di tranquillità in cui pochissime persone passano: non a caso è un posto popolare tra i membri dello staff, che possono piazzarsi lì in pausa senza temere di essere fermati da qualcuno pronto a chiedergli il numero del gate per il volo 444 per Amsterdam che parte di lì a tre ore.

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Già che ci siamo, foto di rito a passaporto e biglietto:

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Prodi ingegneri BA alla ricerca di danni sulla fusoliera di questo 319, danni evidentemente non trovati dato che, poco dopo, li ho visti andarsene (diretti in mensa, probabilmente) visibilmente soddisfatti.

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Panorami da LHR, parte 1: quello che si vede è l’arco dello stadio di Wembley, distante 17 km in linea d’aria dal T5

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Panorami da LHR, parte 2: la foto è sfocata come quella del topless della Duchessa di Cambridge, ma quei tre grattacieli sono la Heron Tower, Tower 42 e 30 St. Mary Axe/The Gherkin nella City, distante una trentina di km dall’aeroporto e praticamente dall’altra parte della città. Quando si dice che Londra è piatta…

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In orario, o quasi, appare il gate, numero 15 per noi. Arrivo in zona per assistere alla formazione di una coda simile a quella che, ai tempi belli, si creava spontaneamente quando Pannella e la Bonino andavano in piazza del Popolo a dar via i soldi dei finanziamenti pubblici ai partiti. L’unica differenza, qui, è che tutti sono ordinatamente in fila per due. Lui, nel frattempo, suppongo fosse alla ricerca del volo per Innsbruck!

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L’imbarco è leggermente in ritardo, ma va avanti abbastanza in fretta. Il fast track viene presidiato rigorosamente e gli scavalcatori rimandati in fondo alla fila, così come quelli col posto numero 16B quando l’imbarco è fino alla fila 26.

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Il mezzo in servizio oggi è G-BNWX che, se la newsletter aziendale ha ragione, dovrebbe essere stato il secondo 763ER short haul ad essere riconfigurato. Vediamo un po’…

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… ebbene sì! Almeno all’interno, dato che la sporcizia sulle ali raggiunge livelli da Hammersmith & City Line della metropolitana.

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Ma diamo ancora un’occhiata a questi sedili: pitch…

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…e cabina. Non so se si vede, anzi quasi certamente non si nota, ma tutti i pannelli della cabina sono stati sostituiti, così come le luci e gli overhead bins centrali, ora sul modello di quelli del 777. I bins laterali, visibili nella foto superiore, sono stati cambiati leggermente, mantenendo la conformazione “a cassetta” di quelli classici del 767 ma adottando un design più moderno, meno squadrato e quanto più spazioso possibile. Anche i soffitti nella zona corridoio sono stati cambiati, così come gli schermi (spenti).

Pushback e taxiing.

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Dopo pochi minuti di coda eccoci in volo in un altro epico giorno della Great British Summer.

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Grazie a Dio il tempo migliora non appena si lascia Londra e la sua nuvoletta da ragiunàt, cosa che mi permette di scatenare le mie scarsissime velleità artistiche, alimentate dal doppio Gin tonic servitomi dal simpatico assistente di volo che si sta lavorando questo lato della cabina.

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Il sole tramonta in fretta e, prima di arrivare a Roma, ho giusto un paio di cose da dirvi. La prima riguarda i personaggi a bordo di questo volo, oggi. Al di là di qualche coattone “Chemmepossometteasedereqquàsiggnò?”, vorrei consegnare all’immortalità il gruppone di turisti coreani in transito oggi e, secondariamente, il mio vicino di posto. Iniziamo dai coreani.

Sarà capitato a tutti di vedere l’involuzione che colpisce qualsiasi gruppo di quindicenni che si ritrovano, gli ormoni in ebollizione, a qualche confine di distanza dal controllo parentale, accompagnati da una guida che più che un leader è un compagno. Ecco, i trenta coreani di oggi sono così. L’unica, e disturbante, differenza è che l’età media del convivio è ben al di là della cinquantina. Probabile che siano andati a mangiare nel ristorante sbagliato di Brixton, oggi.

Continuiamo col menzionare il mio vicino. Uno Stoico, senza ombra di dubbio. Come definire altrimenti un uomo di mezza età alto, non sto scherzando, almeno due metri e cinque costretto a piegare a fisarmonica i propri femori, il tutto senza un sospiro o un’imprecazione? Senza contare che la sua rivista di golf, duecento pagine plastificate in brossura, toglie almeno un tre cm vitali di legroom.

Il volo va avanti sereno. Io scivolo in uno stato di beata contemplazione del nulla, cercando di ignorare gli occasionali sfregamenti del ginocchio del mio eroico amico (non un lamento!) e le epidemie di stupidera fulminante che sembrano colpire i coreani poco distante. Leggo a sbafo alcuni articoli della rivista del vicino e, comprensibilmente, mi addormento. (vorrei vedere voi alle prese con titoli del tipo “Technical fibres: allowed in the Club?” oppure “Extreme latitude golfing: Iceland and Saudi Arabia revisited”).

L’atterraggio è sofferto, con un paio di turbolenze in grado di generare bordate di “Limortacci!”, grida non meglio specificate e, da parte mia, un risveglio abbastanza brusco. Nessun commento, invece, dallo Stoico. Nelle tenebre più complete atterriamo a FCO, effettuiamo un taxiing talmente lungo da farmi supporre di essere arrivati a Grosseto e, alla fine, parcheggiamo ai remoti.
 
Intermezzo – Barbon night stopping in Rome

Il cliché dei TR di AC prevede, a questo punto, un minireportage della suite ospitante il nostro reporter, stanza delle dimensioni di un bilocale, con televisore a sessanta pollici, servizio in camera e Jacuzzi sufficientemente grossa a contenere il nostro, un paio di magnum di Krug e una mezza dozzina di Olgettine.

Avrei potuto fare lo stesso, ma sarebbe stato troppo mainstream. Perciò ve ne scampo e, invece, eccovi un breve resoconto della mia dormita, per così dire, al Terminal 3 di Fiumicino. Fuori piove e questo fa sì che una nottata sotto le stelle sia poco indicata. Anche il T1 è poco indicato, dato che verrà chiuso a breve. Il T2, invece, sembra più appetibile ma le sue atmosfere da stazione degli autobus ungheresi mi ricordano troppo le ore passate, una notte di inverno di qualche anno fa, a Székesfehérvár e la nostalgia mi renderebbe troppo romantico. Rimane, quindi, la galleria commerciale del T3, dove mi piazzo fino alle quattro e mezza, quando vengo svegliato da grida belluine di una signora che, al telefono, si lamenta di qualcosa. Pazienza. Nel frattempo, beccatevi uno scorcio del T3 di notte: manca solo la musica e sembra Piazza CLN in Profondo Rosso.

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Il T1 ha riaperto e, quindi, posso andarci nell’attesa dell’apertura del check in per il mio volo. Gli ambienti non sono nient’affatto male:

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Anche se c’è una drammatica lacuna, anzi due: uno, non ci sono sedie (ho provato ad aprire la Panda in esposizione, inutilmente) e, due, non c’è un baretto/giornalaio aperto. Pazienza. Provo a fare check-in, vengo rimbalzato da macchinetta e addetta e non mi resta altro da fare se non andare a fare la posta alla Feltrinelli. Sono le 6, dovrà pur aprire un giornalaio!

Alla fine il giornalaio non apre. Invece, sorpresa, la signorina del check-in arriva di corsa a dirmi che s’è sbagliata e, tra mille scuse, mi riaccompagna alla sua postazione per il bag drop. Ho selezionato, il giorno prima, la poltrona 9L in Barbon plus (premium economy) ed è con questa boarding pass che mi dirigo verso i controlli di sicurezza, salutato da una addetta veramente gentile e cordiale. Ottimo inizio.

Il lato airside di FCO è meglio di quanto mi aspettassi, anche se è desolatamente chiuso e vuoto. Non mancano, però, le chicche:

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E anche le aree più recondite sono ben curate.

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Sono però ormai le sette e ancora non ho trovato un giornalaio aperto. Ci sono alcuni bar, sotto assedio, ma nessuno di questi sembra avere qualche quotidiano in offerta (pieno di libri di Moccia, però). Alla fine, gironzolando, scopro la fornitura di carta stampata dell’aeroporto, abbandonata davanti a Bulgari:

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Un altro signore ed io meditiamo il furto, per poi desistere. Nel frattempo, ecco che i FIDS mi informano del mio gate:

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Ed ecco il gate in tutto il suo splendore.

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Gran finale - l'A332 Alitalia


Riesco, all’alba delle 8 meno un quarto, a trovare un’edicola che vende il Messaggero o il Corsera, prendo quest’ultimo e torno al gate, dove il primo lùmbard che lavora è già in impaziente attesa, senza dubbio tirando moccoli a questi romani che lavùren minga

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Il boarding inizia poco dopo, non prima di aver visto Rocco Siffredi passare, diretto a Linate. I nostri al gate sono un ottimo esempio per AZ, impeccabili nelle loro uniformi e gentili nei modi. Fatemi spendere una parola sulla divisa da uomo di AZ: non è niente di eclatante ma ha stile, non invecchia (è del 1999 se non sbaglio ed è comunque attuale), è sobria e veste meglio di quella porcata creata da tale “Julien Macdonald” per BA, con dei pantaloni ascellari che li portava mio nonno partigiano assieme allo Sten nel 1944.

Il boarding richiede un attimo, siamo in meno di sessanta e quindi basta un solo Cobus. L’aereo di oggi è EI-EJJ o il “Caravaggio”. Salgo a bordo, salutato dalla SCCM o comesichiama in Alitalia, e raggiungo il mio posto.
Credo che questo sia solo il secondo TR in Economy Plus di AZ, per cui perdonerete se mi soffermo un po’ sui dettagli del sedile. Spero mi perdonerete anche qualche commento “nerdistico”: avendo lavorato con i cleaners e avendo partecipato a un paio di meetings con Recaro la questione sedili m’è rimasta in mente.

La prima impressione è positiva ma non troppo. 9L mostra una serie di macchie vistose sulla copertura del sedile:

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A naso direi che si tratta di vino, mentre ci sono chewing gum sulla moquette. 9H, alla mia sinistra, ha una parte del rivestimento del sedile “sradicata” dal sedile stesso, scoprendo l’imbottitura blu. Ho provato a rimetterlo a posto io stesso, ma dopo un po’ ho lasciato perdere. La foto mostra il risultato dei miei sforzi, con soltanto un angolo dell’imbottitura a far capolino.

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Per un aereo che sta lasciando la propria base di armamento, onestamente, mi aspetterei qualcosa di più.

Sistemata l’apparenza esterna, dedichiamoci all’”hardware”, ossia al sedile. Lo spazio per le gambe è chilometrico:

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Lo schermo IFE è di grandi dimensioni, con porte USB visibili e altre un po’ più nascoste (tra i due sedili). Peccato che non sia possibile usare le proprie cuffie, dato che la porta è quella doppia anziché singola.

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Il poggiapiedi è, come sempre accade in Y+, completamente inutile per chiunque sia più alto di un metro e settanta, come confermato dal gentiluomo in foto (nonostante i calzini bianchi).

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Un buon sedile, quindi? Sì e no, ma non per colpa di Alitalia. Non so chi lo abbia progettato, ma alcune soluzioni mi paiono abbastanza cheap, soprattutto se confrontate con Recaro (http://a4.sphotos.ak.fbcdn.net/hpho...324157053_556192052_11151791_2082599314_n.jpg). Innanzitutto le imbottiture mi paiono un po’ scarsine, rendendo il sedile un po’ poco avvolgente. C’è una specie di “scalino” dove finisce il supporto lombare, cosa che può irritare le principesse sul pisello. Anche i braccioli sono rivedibili:

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Riparazione “Pane&Salame” per il cordino di estrazione del tavolinetto, che teoricamente dovrebbe essere così:

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Questo taglio, poi, è causato dal meccanismo a molla che fa richiudere il copri bracciolo a tavolinetto estratto: qualora si volesse aprire la copertura, senza spostare il tavolino, la gomma della copertura stessa va a sbattere contro il braccio del tavolino ed è solo questione di tempo prima che qualcosa si rompa, come in questo caso:

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Sono piccolezze, ma sono difetti di progettazione che sta al produttore correggere. Recaro aveva fatto una cappellata simile sui braccioli dei sedili di Y+ e Y bulkhead per noi e gli stronzissimi ingegneri li hanno costretti a cambiare design (inglesi che dettano specifiche tecniche ai tedeschi…cose da non credere). Alitalia non ha responsabilità, se non quella di chiedere modifiche e migliorie.

A parte questo, la cabina di Y+ è veramente gradevole. I toni grigio-azzurri potranno non piacere a tutti, ma sono senza dubbio riposanti. Onestamente, non avrei problemi a volare a Tokyo su un sedile del genere. Ma dove eravamo rimasti? Ah si, il pushback.

Safety demo fatta, presentazioni e altre formalità (in italiano e in inglese) da parte del capitano sistemate, pronti e via. Si va. Salutiamo FCO e il molo C…

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Il retro livery…

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E siamo sopra un litorale romano da bandiera rossa.

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La laguna di Orbetello s’intravede di fianco al motore…

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Tra l’altro, quant’è tranquillo l’A330? Il 767 è una cacofonia di rumori da aspirapolvere in latta con parecchie viti allentate, mentre l’A330 – anche in una posizione infelice come quella in cui mi trovo, sopra il motore – ronza sornione, con tutt’al più qualche sibilo. Meraviglia.

Marina di Grosseto/Castiglione

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Informazioni utili sulla mia tazza di caffè. Sapevo che il catering sul nazionale fosse limitato alle sole bevande, ma non immaginavo che si trattasse di soli tè, caffè o acqua. Ho provato a chiedere la famosa spremuta d’arancia rossa ma non era disponibile. L’AV, comunque, è stato gentilissimo e s’è offerto di servirmi dell’acqua frizzante in cambio. Pazienza, anche se la mancanza dei salatini e del GT di BA sul domestico s’è fatta sentire.

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Spezia/Lerici

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Mentre passiamo sopra l’Appennino Tosco-Emiliano-quelcheè prendo a sfogliare Ulisse. Una rivista in linea con le altre testate del settore, con la possibile eccezione di Scanorama e alcune parti del Lufthansa Magazin, ricolme di irritanti marchette su questa o quella destinazione… con un’importante eccezione. Una splendida intervista a Catia Bastioli, AD di Novamont, una delle poche realtà italiane che fa ricerca e innovazione, nonostante l’handicap derivante dall’aver base a Novara. Sono inoltre tentato dal comprare questa chicca:

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Rotta:

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Sospiro di sollievo per Calderoli, ecco il Po:

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Profumo di Padania!

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Se aguzzate la vista, si vede la Milanhattan sullo sfondo:

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Arrivati:

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Il divo Monte Rosa, con i Lyskamm a farla da padrone:

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Cuginetto:

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Il node di uno dei futuri gates del 3/3:

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L’arrivo è, as usual, problematico. Perdo il bus per Novara, alcuni dei ladri chiamati tassisti che gravitano come avvoltoi agli arrivi si offrono di portarmici per settanta, settantacinque euri, il più sgamato ne chiede cinquanta “ovviamente senza ricevuta”, l’omino del MXP Express in biglietteria risponde “No” alla mia richiesta di fare MXP-Busto-Novara e se ne va… Alla fine non mi resta altro che mangiare in aeroporto e aspettare. Povera Malpensa.

Il ritorno a Londra è senza storia. BA567, A320 G-TTOE. Il volo è pieno, inclusi una trentina di nerboruti canottieri inglesi reduci dal campionato europeo tenutosi a Varese. La lotteria dello staff travel mi premia con un 9B, sedile in mezzo nella cabina di Y ma configurata con i sedili di Club, il che vuol dire – per chi si siede sul lato sinistro dell’aereo, come il sottoscritto – un posto leggermente più stretto degli altri. A coronare il tutto, una signora morbidamente obesa alla mia destra. Nemmeno tre gin tonic riescono nel miracolo di farmi dormire ma, grazie a Dio, la strada fino al Terminal 5 è breve e tutta in discesa.

Grazie per la lettura, a presto!
 
Letto tutto di un fiato: impeccabile TR.
Davvero interessanti osservazioni, quasi impossibili da notare per normali passeggeri.

Bellissimo poi il reportage notturno da FCO

Non vedo l'ora di leggere il prossimo; anzi, mettiti già in wait-list per andare a fare un ferry sul vostro A380 ;)
 
L'esilarante racconto, il resoconto impeccabile e quel sottile humor di sottofondo rendono il TR godibilissimo! Complimenti, gran bel lavoro!
 
Chiedo a chiunque tozato che fa TR di non usare parole di mia proprieata o magari dare 5$ per ogni uso che so tempi difficili

Bellissimo TR . Anchio come i due Mac e Dan qua sopra lo letto solo a meta'.

Non ho solo capito perche il A380 deve fare il traghetto? Noi ciamemo ferry il trgheto qua in Lumberland
 
Molto ben scritto e piacevole da leggere e guardare.
Le considerazioni sulla W sono le stesse che ho fatto io a suo tempo, specialmente quelle su stato generale ed effettiva utilità di alcune soluzioni; detto ciò, devo ammettere che rispetto alla ormai storica LAI, AZ è cresciuta molto, sia in tema di servizi, che di comfort e attenzione al cliente.
Detto ciò, è sicuramente uno dei TR più simpatici che abbia mai letto grazie ad uno humour che trovo, a tratti, molto british. Bravo.

Ps: è anche uno dei primi TR in cui non leggo "pitch buono/accettabile/scarso anche per le che sono 2,20 m per 120 kg" :roll:
 
Bellissimo!
La scrittura poi è da best seller!
Inoltre ho apprezzato molto i commenti tecnici,soprattutto sulla seduta.Bello bello bello.

Ottima anche la citazione Pannella-Bonino :D
 
Divertente, ben scritto: grazie!
Su EI-EJJ ho fatto il mio primo intercontinentale quest'anno.
 
Letto tutto di un fiato: impeccabile TR.
Davvero interessanti osservazioni, quasi impossibili da notare per normali passeggeri.

Bellissimo poi il reportage notturno da FCO

Non vedo l'ora di leggere il prossimo; anzi, mettiti già in wait-list per andare a fare un ferry sul vostro A380 ;)

Sto già iniziando ad ingraziarmi chi di dovere, anche se oltre ai primi viaggi non aperti al pubblico ce ne saranno altri, in vendita.

L'esilarante racconto, il resoconto impeccabile e quel sottile humor di sottofondo rendono il TR godibilissimo! Complimenti, gran bel lavoro!

Grazie, gentilissimo :)

Chiedo a chiunque tozato che fa TR di non usare parole di mia proprieata o magari dare 5$ per ogni uso che so tempi difficili

Bellissimo TR . Anchio come i due Mac e Dan qua sopra lo letto solo a meta'.

Non ho solo capito perche il A380 deve fare il traghetto? Noi ciamemo ferry il trgheto qua in Lumberland

5 Dollari canadesi? Barbon! L'A380 farà il traghetto perché grosso com'è in bassa stagione lo mandiamo a fare Calais-Dover e ritorno...

Bellissimo TR! Apprezzo moltissimo il tuo modo di scrivere e il tuo humour!!!

Grazie mille!

Simpaticissimo ed originale.
I dettagli in più nelle descrizioni che derivano dalla tua esperienza lavorativa sono apprezzatissimi.
Bel TR

Beh, sono contento che possano interessare.

Come al solito ottimo TR. Molto gustoso e interessante da leggere!

Grazie!

Molto ben scritto e piacevole da leggere e guardare.
Le considerazioni sulla W sono le stesse che ho fatto io a suo tempo, specialmente quelle su stato generale ed effettiva utilità di alcune soluzioni; detto ciò, devo ammettere che rispetto alla ormai storica LAI, AZ è cresciuta molto, sia in tema di servizi, che di comfort e attenzione al cliente.
Detto ciò, è sicuramente uno dei TR più simpatici che abbia mai letto grazie ad uno humour che trovo, a tratti, molto british. Bravo.

Ps: è anche uno dei primi TR in cui non leggo "pitch buono/accettabile/scarso anche per le che sono 2,20 m per 120 kg" :roll:

Cribbio è vero, e sì che mi ero fatto uno specchietto per ricordarmelo...così come la configurazione carro bestiame, dovevo inserirla da qualche parte.

Ottimo davvero, segna pure un'altra tacca! :-)

Tac!

Ottimi i commenti e le osservazioni tecniche sulle poltrone Y+.
Ottimo TR.

Grazie mariol!
 
Veramente un bel TR, interessante, divertente e ben scritto. Insomma, l'opposto di quelli che fa Dancrane.
Bravo!
 
"Io scivolo in uno stato di beata contemplazione del nulla" questa frase mi ha ucciso :D

Fantastico TR, godibilissimo e molto molto attento ai dettagli. Ottima la review sulla poltrona AZ e sullo stato di conservazione. Finalmente vedo anche gli interni dei 767 BA riconfigurati ma posso rischiare un vaffanculo dicendo che i sedili mi sembrano quelli di una qualsiasi charterozza con livrea ibrida e crew multiculturale? :D
 
Come già ti dissi in occasione del TR da 007 in Japan e del reportage sul Vickers Wellington, secondo me sei una delle migliori penne del forum.

Tornando a noi, due WBs su due voli europei sono uno spasso!
Io sulla FCO-LHR ho volato con il cuginetto G-BNWZ, e come esperienza ricordo che fu davvero gradevole.
Per quanto riguarda FCO, il giudizio è stato positivo perchè fintanto che rimani nell'area partenze è un apt normale, financo carino se giudichi l'area chk-in del T1.
L'abominio inizia una volta sbarcato nell'area arrivi. E' una fabbrica di malinconia.
L'analisi tecnica sulle poltrone Y+, invece, sta quantomeno facendo rivoltare Italo nel suo ban.

Ad ogni modo se questo è il risultato, vedi di viaggiare un po' di più!