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L'aereo si guasta: l'odissea di 18 atleti disabili diretti a Olbia

I campioni del basket in carrozzina senza pulman e bloccati in aeroporto? Per farli imbarcare, l'aereo Meridiana diretto a Olbia ieri ha volato da Linate a Malpensa e poi di nuovo a Linate. E soltanto alle 20,30, dopo cinque ore di sballottamenti, è finita l'odissea della squadra Briantea84 di Cantù e di altri 170 passeggeri del volo, per il quale era prevista la partenza alle 15,30. Il pomeriggio delle quasi duecento persone dirette in Sardegna, è stato una specie di gioco dell'oca aeroportuale, con caselle a sorpresa e ritorno alla partenza, senza premio. Un pasticcio, causato da una serie di circostanze, che ha fatto infuriare molti passeggeri, soprattutto quando, a Linate, penultima tappa del "giro", prima dell'arrivo a Olbia, sono fatti sbarcare per poi risalire a bordo. Un'operazione avvenuta con la presenza discreta, ma ben evidente, di personale della Polizia, vista la tensione a bordo.

IL GUASTO DEL BOEING 737 - Il volo Linate-Olbia delle 15,30, viene annullato per un guasto e la situazione, almeno inizialmente, sembra un problema fastidioso, ma risolvibile con un piccolo ritardo. Infatti i passeggeri del Boeing 737, raggiungono in pulman lo scalo di Malpensa, dove li attende un altro areo Meridiana pronto per il decollo. Tutto a posto? No, perché c'è un problema. I 18 atleti della squadra di basket in carrozzina della Briantea84 di Cantù (avversari del Porto Torres nella finale scudetto di Seria A) non possono salire sul pulman. Ci vuole un mezzo adatto e i giocatori del club lombardo restano a Linate. Che fare? C'è solo una soluzione, il Boeing Meridiana da Malpensa, deve necessariamente volare verso Linate. E così succede. Ma i passeggeri vanno su tutte le furie quando sentono la comunicazione del comandante: «Gentili Signori, desideriamo scusarci per il ritardo e informarvi che il nostro volo dovrà effettuare uno scalo a Linate. Pur avendo tentato ogni strada non è stato possibile trovare i mezzi idonei al trasporto di una squadra sportiva formata da persone con ridotta mobilità, che quindi non ha potuto raggiungere Milano Malpensa». Il fatto è che a Linate, i passeggeri dovranno scendere di nuovo dall'aereo per rendere possibile l'imbarco degli atleti e il rifornimento di carburante. Operazioni che richiedono altro tempo.

LA PROTESTA - Molti passeggeri la prendono malissimo e a Linate, la Polizia li accompagna nello sbarco. Una manager statunistense, Boyle Rodriguez dice: «Mai successa una cosa del genere, è una situazione ridicola». Alla fine, dopo un ennesimo ritardo causato dalla mancanza di un documento, l'aereo decolla da Linate intorno alle 20,30. Cinque ore dopo la partenza indicata nel biglietto e alla fine di un gioco dell'oca che non ha fatto divertire nessuno.

http://www.unionesarda.it/articolo/...tleti_disabili_diretti_a_olbia-68-600478.html
 
Aspetta che qualcuno di loro scopra che ha diritto alla compensazione pecuniaria e vedi come cambieranno opinione...
 
Disagi e opportunità dall’espansione di Malpensa: a Novara un vertice tra Provincia e Sea

L’incontro con il gruppo che gestisce lo scalo è riservato ai sindaci e al comitato di attivisti


La società Sea ha accettato l’invito: oggi i vertici del gruppo che gestisce l’aeroporto di Malpensa saranno a Novara per presentare il progetto di espansione dello scalo agli amministratori del territorio. Il confronto è alle 16 a palazzo Natta, sede della Provincia, l’ente che aveva proposto diverse volte una riunione chiesta anche dal comitato Covest.

L’incontro non sarà aperto al pubblico, è riservato ai sindaci e ai comitati di attivisti contrari al masterplan. «Abbiamo speso molto tempo a rincorrere Sea per ricevere la conferma della presenza dei loro dirigenti - ammette Matteo Besozzi, presidente della Provincia -. Continuavano a dirsi disponibili, però poi è sempre stata data la precedenza al Varesotto. L’atteggiamento è stato abbastanza scorretto, come se dovessimo chiedere l’elemosina, e l’ho segnalato nell’ultima discussione. Malpensa è sul confine di due regioni, quindi i suoi effetti negativi e positivi vanno ripartiti in maniera equa».

Rotte cresciute del 20%
Besozzi cita quindi i disagi e le opportunità legate al nuovo masterplan, che non prevede la terza pista. I primi fanno riferimento al dibattito sulle rotte, visto che già il Covest aveva rilevato un incremento del 20% del traffico sui cieli dell’Ovest Ticino in base allo scenario sperimentale del 2015: a una certa quota, spiegavano i ricercatori, gli aerei che dovevano rispettare una delle tre traiettorie lombarde viravano in realtà su Castelletto Ticino.

Con l’ulteriore aumento previsto dei passeggeri, che saliranno da 19,4 a 32,5 milioni nel 2030, cresceranno anche i movimenti e quindi l’inquinamento. «L’equa ripartizione delle rotte non è un discorso numerico - precisa Besozzi, che oggi verrà sostituito dal consigliere Giuseppe Cremona e dal dirigente Luigi Iorio perché lui sarà Roma alla protesta contro i tagli alle Province -. I voli notturni e i cargo danno più fastidio, quindi è meglio parlare di divisione dei disagi».

I posti di lavoro
Le occasioni sono invece legate ai nuovi posti di lavoro previsti nei prossimi anni grazie agli interventi inseriti nel progetto come lo sviluppo dell’area dei cargo. «Sea si deve rendere conto che il territorio è unico - dice -. La nuova presidenza della società si è comunque dimostrata più sensibile rispetto alla precedente».

http://www.lastampa.it/2017/05/17/e...i-malpensa-yRuRUAALnpBgNxSX7fMsQN/pagina.html
 
Sea Prime illustra i risultati del 2016 e le nuove sfide del 2017

SEA Prime, con il nuovo brand Milano Prime che include i due scali di business aviation di Milano Linate Prime e la futura Milano Malpensa Prime, ha presentato a EBACE 2017 i nuovi sviluppi infrastrutturali e le nuove partnership.
Il 2016 si è chiuso con 11,4 milioni di euro di ricavi (+1%), un EBITDA pari a 3,9 milioni di euro (34% sui ricavi) e un utile netto di 2,1 milioni di euro (19% sui ricavi), con una crescita del 20% rispetto al 2015. Per lo sviluppo infrastrutturale di Milano Linate Prime e di Milano Malpensa Prime, è in programma un piano d’investimenti fino al 2020 di circa 17 milioni di euro, che prevede tra l’altro un nuovo Fixed-Base Operator (FBO) a Milano Malpensa e nuovi hangar a Milano Linate.
Nei mesi scorsi c’è stato l’avvio ufficiale delle attività per l’apertura di Milano Malpensa Prime, il nuovo FBO dell’aeroporto di Malpensa, prevista nei prossimi mesi, con un nuovo GAT di ca 1.200 mq e un hangar di ca 5.000 mq per il ricovero degli aeromobili, quest’ultimo già operativo dal terzo quadrimestre del 2017.
“I nostri progetti per lo sviluppo del segmento di business aviation a Milano, in sinergia con lo sviluppo infrastrutturale dei nostri scali, sono ancora ambiziosi e crediamo che la prossima apertura di Milano Malpensa Prime, con un servizio dedicato alla clientela della business aviation, rappresenterà un acceleratore per raggiungere i nostri obiettivi”, ha detto Giulio De Metrio, presidente di SEA Prime e Chief Operating Officer di SEA.
Nel 2016 lo scalo di Milano Linate Prime si è confermato hub attrattivo per gli investimenti e per le partnership internazionali, registrando oltre 20.700 movimenti, rispetto ai 22.600 del 2015; una differenza che va letta alla luce dell’effetto Expo 2015 sul segmento della business aviation, che ha visto un picco di traffico legato in particolare ai voli istituzionali e alle delegazioni da e per gli oltre 130 Paesi partecipanti all’Expo. Il numero dei movimenti nel 2016 colloca comunque Milano Linate Prime al primo posto tra gli aeroporti di aviazione generale e business in Italia e tra i primi 10 scali di BG&A in Europa. Nei primi giorni di maggio il traffico ha registrato una crescita di circa il 30% rispetto allo stesso periodo del 2016, confermando un inizio di anno positivo. L’esercizio è stato caratterizzato da un’intensa attività di sviluppo di servizi esclusivi, sia per i passeggeri, sia per gli equipaggi.
“L’attrattività di Milano come una delle destinazioni internazionali più ambite sia per affari sia per piacere e la tipologia di traffico servito da Milano Prime hanno posto le basi per la sigla, lo scorso marzo, di un accordo con Bombardier per l’apertura di una nuova Bombardier Line Maintenance Station: un accordo importante, che conferma il ruolo di Milano Prime come hub attrattivo per gli investimenti e le partnership internazionali”, ha commentato Chiara Dorigotti, dg di SEA Prime.

http://www.travelnostop.com/lombardia/aeroporti/sea-prime_397315
 
Domanda: il piano arrivi di Linate è chiuso durante la notte?

Un mesetto fa ero su uno dei primi voli della giornata, e sono arrivato prima del solito a Linate (di solito arrivo dopo le 5, stavolta ero in apt alle 4:45) e ho notato che il piano arrivi era chiuso.
È una novità o è sempre stato così?

Qual è il modo più diretto per passare dall'esterno del piano terra alle partenze?
Io ero salito al piano partenze usando gli ascensori del P1, altre persone le ho viste con avventurarsi con voluminosi borsoni lungo le rampe stradali di ingresso in aeroporto.
 
Domanda: il piano arrivi di Linate è chiuso durante la notte?

Un mesetto fa ero su uno dei primi voli della giornata, e sono arrivato prima del solito a Linate (di solito arrivo dopo le 5, stavolta ero in apt alle 4:45) e ho notato che il piano arrivi era chiuso.
È una novità o è sempre stato così?

Qual è il modo più diretto per passare dall'esterno del piano terra alle partenze?
Io ero salito al piano partenze usando gli ascensori del P1, altre persone le ho viste con avventurarsi con voluminosi borsoni lungo le rampe stradali di ingresso in aeroporto.

Sì, è sempre chiuso di notte
 
Arrivi terminal 2.

Modifica Arrivi

Ieri sera, attorno alla mezzanotte, una volta partiti con il cobus dai remoti, noto che lo stesso prende una direzione diversa dal solito; anziché portarci al solito posto, ci porta dall'altra parte del terminal (vicino a DHL per intenderci) e apre le porte.
una volta scesi, ci guardiamo tutti chiedendoci dove andare, Non un cartello che ci indicasse la direzione; è dovuto scendere l'autista del cobus per indicarci una porta con tra l'altro scritto "entrata Staff" . Ci siamo così ritrovati nell'area sterile subito dopo i controlli, anche qui mancanza totale di chiare indicazioni. Grazie ad un agente della Finanza, veniamo indirizzati verso la giusta direzione, dove finalmente in alto c'era un piccolo cartello con scritto "ARRIVI". Praticamente abbiamo dovuto percorrere tutto il terminal partenze per poi salire e fare il vecchio corridoio vetrato che univa le torri dei finger e quindi ridiscendere nella solita sala ritiro bagagli.

Ora, io non contesto il chilometro fatto a piedi (per me anche salutare), ma la totale mancanza di indicazioni chiare e magari anche un cartello di scuse per il disagio dovuto a non so cosa. Possibile che nessuno di SEA abbia provato a fare lo stesso percorso? C'erano pax che hanno provato ad uscire a ritroso dai controlli dato che non c'era anima viva e solo per caso si è materializzato uno della GDF che appunto li ha reindirizzati correttamente.
Qualcuno conosce i motivi di questo cambiamento?
 
Non è che è conseguenza della sospensione temporanea dell'area Shengen? Anche a LIN abbiamo fatto un giro abbastanza strano ed inusuale domenica scorsa (arrivo da LCY).
 
Non so se può essere utile, ma anche l'ultima volta che sono partito da LIN mi hanno fatto passare per l'area "STAFF ONLY" e non dall'area "usuale".
 
Malpensa, i lavoratori del trasporto bagagli bloccano il check-in di Ryanair: "No ai subappalti"

Disagi per la protesta dei dipendenti delle cooperative che si occupano dei servizi di terra, una parte dei quali potrebbe essere affidata all'esterno. "No agli assalti di quanti vogliono lucrare sul nostro futuro"

Disagi a Malpensa per la protesta dei lavoratori del servizio bagagli davanti ai check-in di Ryanair a Malpensa che che ha bloccato gli accessi ai voli della compagnia Irlandese. "Sono 150 lavoratori dell'handling di tutte le aziende - racconta il segretario regionale della Filt-Cgil Angelo Piccirillo - che manifestano per fermare l'affidamento del servizio alle cooperative che operano in regime di subappalto generando un decadimento delle condizioni di lavoro e della qualità del servizio".

I lavoratori che si occupano dei bagagli e dei servizi di terra sono dipendenti delle varie società al lavoro allo scalo, da Airport Handling ad Avia partner e Ags. Protestano "contro l'ingresso delle cooperative nel settore" da stamattina alle 7 e si sono riuniti in assemblea spontanea in aeroporto contro "il rischio di ingresso di una cooperativa, la Alpina, nel nostro settore", spiegano i portavoce. Ags starebbe infatti valutando di subappaltare una parte del lavoro all'esterno.

I banchi del check-in della compagnia low cost irlandese sono bloccati dai lavoratori che si occupano ogni giorno di carico e scarico bagagli e dei check: temono che la cooperativa "stia tentando una nuova forzatura dopo essere stata respinta nel 2015. Se riuscisse nel suo intento - aggiungono - avremmo la frantumazione di ogni minimo diritto e di salvaguardia per i lavoratori dell'handling. Forza lavoro a basso costo, mancata applicazione della clausola sociale, i lavoratori delle aziende strutturate verrebbero immediatamente espulsi dal processo produttivo". Per questo protestano contro "gli assalti di quanti vogliono lucrare sul nostro futuro". L'assemblea era prevista fino a metà mattina, poi la situazione potrebbe tornare alla normalità.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/05/26/news/ryanair_malpensa-166440042/
 
Arrivi terminal 2.

Modifica Arrivi

Ieri sera, attorno alla mezzanotte, una volta partiti con il cobus dai remoti, noto che lo stesso prende una direzione diversa dal solito; anziché portarci al solito posto, ci porta dall'altra parte del terminal (vicino a DHL per intenderci) e apre le porte.
una volta scesi, ci guardiamo tutti chiedendoci dove andare, Non un cartello che ci indicasse la direzione; è dovuto scendere l'autista del cobus per indicarci una porta con tra l'altro scritto "entrata Staff" . Ci siamo così ritrovati nell'area sterile subito dopo i controlli, anche qui mancanza totale di chiare indicazioni. Grazie ad un agente della Finanza, veniamo indirizzati verso la giusta direzione, dove finalmente in alto c'era un piccolo cartello con scritto "ARRIVI". Praticamente abbiamo dovuto percorrere tutto il terminal partenze per poi salire e fare il vecchio corridoio vetrato che univa le torri dei finger e quindi ridiscendere nella solita sala ritiro bagagli.

Ora, io non contesto il chilometro fatto a piedi (per me anche salutare), ma la totale mancanza di indicazioni chiare e magari anche un cartello di scuse per il disagio dovuto a non so cosa. Possibile che nessuno di SEA abbia provato a fare lo stesso percorso? C'erano pax che hanno provato ad uscire a ritroso dai controlli dato che non c'era anima viva e solo per caso si è materializzato uno della GDF che appunto li ha reindirizzati correttamente.
Qualcuno conosce i motivi di questo cambiamento?

Confermo che è almeno un mese che il percorso degli arrivi al T2 è cambiato come dici e adesso prevede un percorso di guerra di 2km a piedi cincumnnavigando tutto il perimetro del terminal.
Fino a qualche mese fa capitava di fare questo giro se arrivavi in orario diurno perchè volevano farti obbligatoriamente fare il giro per passare davanti ai negozi.

Ma ultimamente arrivo con un volo alle 21:30 quanto tutti i negozi sono chiusi, non c'è quindi un motivo apparente perchè il bus navetta ti scarichi da questo lato del terminal e ti obblighi a fare il percorso di guerra a piedi.

Confermo la mancanza o la incompletezza delle indicazioni per l'uscita, per chi non conosce come è strutturato il T2, non è facile capire come uscire da questo "labirinto". Tra l'altro per uscire si passa in un corridoio normalmente di servizio e chiuso al pubblico, suppongo quindi che sia una modifica temporanea.

Non dovrebbe centrare nemmeno la sospensione di schengen perchè alla fine del tortuoso giro comunque scavalchi i controlli dei passaporti ed esci normalmente.

Sarebbe interessante sapere da SEA dei motivi di questo giro assurdo, penso in particolare a persone anziane o con difficoltà motorie che devono farsi tutto il percorso a piedi.
 
È ufficiale: basta bus per Malpensa, impieghi a rischio

L’Ufficio federale dei trasporti non rinnoverà la concessione alle tratte dei bus per l’aeroporto lombardo: «Gli abbiamo fatto comodo per 15 anni, adesso ci sbattono la porta in faccia»

LUGANO - La concessione per le quattro linee di bus navetta tra il Ticino e l’aeroporto di Malpensa scadrà il 31 dicembre e, come anticipato oggi da tio.ch/20 minuti, visto che ci sarà il nuovo treno Mendrisio-Malpensa, non verrà rinnovata per il 2018. Lo conferma su nostra richiesta l’Ufficio federale dei trasporti. «Fra tre anni la richiesta di concessione per le linee di bus verrà riesaminata. Fino ad allora non saranno approvate richieste per il traffico tra il Ticino e Malpensa», ci spiega la portavoce Florence Pictet.

Possibilità di ricorso - Dall’introduzione della nuova tratta sarà possibile «valutare se il funzionamento dell’offerta ferroviaria sarà compromesso o meno da un servizio di autobus». L’azienda svizzera che ha ricevuto una di queste concessioni, la Giosy Tours, secondo l’Ufficio federale dei trasporti, avrebbe già rinunciato a interporre ricorso alla decisione. Notizia questa che il direttore dell’azienda, Mattias Bassi, non ci conferma: «Decideremo noi cosa fare». Altrettanto sta facendo un’altra concessionaria, la Morandi Tour: «Stiamo valutando le opzioni con i nostri legali», spiega Michele Sartoris, presidente del Morandi Group.

Molti impieghi a rischio
- Nelle società interessate il clima è pesante, in molti temono per il proprio lavoro. «Senza concessione saltano almeno 6 posti di lavoro», ci dice deluso e arrabbiato Mattias Bassi. «Abbiamo pagato le tasse, abbiamo investito soldi, abbiamo pagato gli stipendi. Per 15 anni gli abbiamo fatto comodo, e senza prendere un franco di sussidio, ora ci chiudono la porta in faccia». Anche per la Morandi Tour, tra la filiale luganese e la sede varesina, la fine della concessione potrebbe significare una dozzina di esuberi.

Libertà di scelta
- «Il cittadino dovrebbe poter scegliere se prendere un treno o un pullman», continua Bassi. «Anche perché il treno non tiene conto di chi parte la mattina molto presto o la sera tardi e non ha la flessibilità della gomma, noi possiamo anche fermarci un attimo ad aspettare chi ha il volo in ritardo. Sono deluso soprattutto perché avremmo potuto sederci attorno a un tavolo e trovare una collaborazione. Ma qui ormai sembra di essere in Russia». La scelta dell’Ufficio federale dei trasporti, in più, appare incomprensibile all’imprenditore di fronte al trattamento riservato ad altri attori: «A quei bus che vengono dalla Germania (Flixbus, ndr) stendono i tappeti rossi, a noi che siamo in Ticino e operiamo da anni mettono i bastoni tra le ruote».

http://www.tio.ch/News/Ticino/Attua...le-basta-bus-per-Malpensa-impieghi-a-rischio/
 
«Fidatevi della parola Zes. Per Malpensa sarebbe ideale»

Antonio Chierichetti, docente alla Bocconi, promuove l’idea del consigliere regionale Reguzzoni

«ZES a Malpensa? Ecco come si può concretizzare». La proposta di istituire una “no tax area” per attrarre nuove imprese attorno all’aeroporto, rilanciata nei giorni scorsi dal consigliere regionale bustocco Giampiero Reguzzoni, non dispiace all’avvocato bustocco Antonio Chierichetti, professore di diritto pubblico all’Università Bocconi di Milano e già da tempo interessato all’argomento, anche in qualità di consulente per Uniascom Varese. «Servono un fronte comune al di là degli schieramenti politici e l’impegno della Camera di Commercio» suggerisce Chierichetti, che individua nel progetto di una «ZES multipolare del Sempione», con una serie di aree a fiscalità agevolata tra l’Area Expo, la Fiera di Milano, Malpensa e il Lago Maggiore, l’ipotesi su cui lavorare.

Si torna a parlare di Zona Economica Speciale per la provincia di Varese. È un bene?
È senz’altro positivo che si consolidi un fronte varesino a favore della istituzione di una ZES anche nel nostro territorio. La proposta di legge statale avanzata tre anni fa da Regione Lombardia ha avuto il merito di porre all’ordine del giorno la questione, peccato però che non sia stata mai trattata a livello parlamentare. Ormai è però una proposta di legge superata e anacronistica.

Giusto dunque puntare sull’area di Malpensa, considerabile quasi come una sorta di “retroporto” vista la crescita costante del settore cargo?

Da Gioia Tauro, che è stata pioniera, fino a Genova, Venezia e Gorizia, le ZES tendono ad essere collegate agli ambiti dei porti e retroporti. La proposta regionale per la costituzione della ZES nell’area di confine con la Svizzera presentata da Regione Lombardia è stata un punto di partenza. Ma credo che la logica di fondo debba essere quella di una calamita per attrarre investimenti più che di una barriera protettiva rispetto al rischio di “fuga” al di là del confine. E nella nostra provincia sono presenti ambiti come quelli di Malpensa o delle numerose aree industriali suscettibili di valorizzazione e riqualificazione proprio attraverso una ZES che, articolata a macchia di leopardo, diverrebbe anche un fattore di grande valenza per l’ambiente, quanto mai essenziale per una provincia che intenda sviluppare il turismo.

Insomma, meglio ripartire da Malpensa e da una dimensione più limitata?

Rispetto al 2014, l’idea della ZES, anche in Italia, ha fatto molti passi avanti. Il più significativo, per quanto riguarda la Lombardia, è stata l’intesa istituzionale di programma del settembre 2016 tra il governo ed il Comune di Milano, il cosiddetto “Patto per Milano”, per creare una ZES all’interno dell’Area Expo al fine di localizzarvi aziende innovative e attività di ricerca. Dall’avvio di questa procedura istitutiva per l’Area Expo nasce l’opportunità di considerare le possibilità di realizzare una ZES multipolare del Sempione, per così dire, “a grappolo”, nell’ambito di un’unica governance, che ricomprenda anche aree ZES nei pressi della Fiera per i servizi commerciali, intorno all’aeroporto di Malpensa per gli aspetti logistici e altre prospicenti il Lago Maggiore, per quelli turistici. La costituzione di una ZES sui territori varesini, attirando soprattutto dall’estero nuovi e importanti investimenti finanziari e industriali, sarebbe strategicamente utile al rilancio ed al rinnovamento imprenditoriale di uno dei principali motori economici della stessa Unione Europea ma anche, di riflesso, allo sviluppo delle aziende locali, delle loro risorse umane e dei relativi livelli occupazionali.

Come rendere fattibile tale progetto?

I presupposti per raggiungere concretamente l’obiettivo di istituire la ZES anche nel territorio varesino sono due: approvare una normativa statale in materia, la quale ad oggi ancora non esiste, e creare una coordinamento territoriale unitario tra le parti economiche e quelle politiche. Mentre il primo presupposto è ormai affidato ai lavori della prossima legislatura, il secondo richiede un’iniziativa autorevole sul piano istituzionale e politicamente neutra. Tale iniziativa può essere assunta soltanto da una rinnovata Camera di Commercio varesina che, se da un lato la riforma riconferma come ente indipendente, in ragione della sua dimensione quantitativa, dall’altro dovrà dimostrare, in ragione del suo profilo qualitativo, capacità di essere punto di riferimento per lo sviluppo economico del territorio ponendo la ZES tra i propri obiettivi strategici.

Bisogna crederci, al di là dello scetticismo?

Ormai in Italia sono in tanti a volere istituire ZES e quindi è inevitabile, anche a tal proposito, una competizione tra territori in concorrenza sui tavoli romani. La coesione tra le forze economiche e politiche di un territorio è dunque un fattore di affermazione imprescindibile. È venuto il momento di costituire un Tavolo di coordinamento presso la rinnovata Camera di Commercio con il compito di promuovere la costituzione della ZES secondo un progetto che sia praticabile sul piano giuridico e istituzionale e soprattutto condiviso su quello politico economico. Purtroppo l’appello a fare squadra, rivolto all’intero “sistema” provinciale non è stato sino ad oggi ancora raccolto da tutte le associazioni di categoria, a differenza di quanto invece sta avvenendo in diverse altre province in cui le locali associazioni imprenditoriali si stanno attivando, ormai da tempo, in maniera unitaria e compatta, lavorando insieme a favore della istituzione di ZES nelle proprie realtà territoriali.

http://www.laprovinciadivarese.it/s...a-zes-per-malpensa-sarebbe-ideale_1238959_11/
 
Sesso di giorno e all'aperto a Linate, la denuncia dei taxisti

La scena si ripeterebbe di frequente. L'area è interdetta ai viaggiatori ma, comunque, vi stazionano molti taxisti in attesa di dirigersi verso arrivi e partenze

Redazione*
MilanoToday | 03 giugno 2017 08:44*
Scene di sesso all'aperto, davanti a tutti. Succede a Milano, all'aeroporto di Linate. Le fotografie parlano chiaro. Si vede una donna vestita solo con una canottiera, in piedi, ed un uomo seduto per terra, sul marciapiedi, intenti in un rapporto di sesso orale.
La denuncia sul web arriva da Riccardo De Corato, esponente di Fratelli d'Italia, che ha raccolto la segnalazione di un taxista e l'ha "rilanciata". Veri e propri atti osceni, in pieno giorno e alla luce del sole. Il luogo esatto è l'area del parcheggio dei taxi in prossimità di viale Forlanini.
Una zona che le auto bianche utilizzano per aspettare di dirigersi verso arrivi e partenze, tanto che Sea (la società che gestisce l'aeroporto) specifica che le persone non possono in realtà accedervi. La stessa Sea precisa anche che quell'area non è di sua competenza e che, all'interno dell'aeroporto di Linate, i "bivacchi" (di cui aveva parlato anche Striscia la Notizia, con il "pizzo" ai senzatetto) non ci sono più.
E sarà anche una zona interdetta ai "normali" passeggeri, ma è comunque aperta, quantomeno ai taxisti. "Vorrei capire come mai la polizia locale di Milano, che opera abitualmente a Linate, e le altre forze dell'ordine permettono questa sconcetta, nonostante le reiterate segnalazioni effettuate dai taxisti", commenta De Corato: "Non siamo di fronte a qualcosa di grave, ma senza dubbio si tratta di un'offesa al decoro e di una palese oscenità".
Secondo le testimonianze, la donna "protagonista" degli atti osceni resterebbe seminuda per parecchio tempo e utilizzerebbe il bagno di servizio che sarebbe riservato ai taxisti, intrattenendosi di tanto in tanto con uomini.*
http://www.milanotoday.it/cronaca/sesso-aeroporto-linate.html
 
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