L'UNIONE SARDA - Trasporti e infrastrutture: «Senza intesa salta il lavoro» 08.03.2010
Meridiana, appello di Nizzi a sindacati e azienda
Ascolta la notiziaOLBIA . «L’occasione è storica, non possiamo perderla». Settimo Nizzi sintetizza così il vertice Meridiana: azienda e sindacati allo stesso tavolo, domani, passata una settimana dalla bagarre nei cieli sardi. Tecnici e operai della manutenzione in sciopero, una raffica di voli cancellati, uova lanciate fuori dai cancelli del Costa Smeralda. Alla fine quasi una battaglia da tutti contro tutti. «Serve un accordo proficuo e duraturo, diversamente saltano 1.800 buste paga. La Sardegna non si può permettere un nuovo tracollo dell’occupazione ». Insomma, il deputato Pdl, commissario dei Trasporti a Montecitorio nonché capogruppo del partito in consiglio comunale, spezza una lancia a favore della pace. E fa pressing. Col pensiero rivolto all’Aga Khan, azionista di maggioranza (suo il 79 per cento di quote): «Sarebbe ingrato non riconoscergli il valore e l’importanza dell’ennesimo investimento deciso per mantenere nell’Isola la più grande azienda privata della Sardegna». Un’azienda che per conquistare nuove fette di mercato ha differenziato l’assetto societario: Meridiana fly da una parte, ovvero i voli; Meridiana maintenance dall’altra, cioè la manutenzione partecipata dalla Sfirs (la finanziaria regionale) e dal gruppo spagnolo Iberia. Domani il vertice Meridiana. Tavolo lungo con piloti, assistenti di volo, manutentori e management. È ottimista? «Lo dobbiamo essere tutti. L’unità di intenti si può costruire. Ma è necessaria la volontà». Di chi? «Delle parti: azienda e organizzazioni dei lavoratori in primo luogo. Ma io mi appello anche alle famiglie dei dipendenti. Se non si raggiunge l’intesa, il vettore chiude. O se ne va, delocalizza». Il mantenimento dei livelli salariali assicurati dalla compagnia è una buona base di partenza? «Ripeto: più dei salari, sono i posti di lavoro che vanno difesi siglando un accordo duraturo. Vuol dire condividere il piano industriale che sta rilanciando la compagnia. Se Meridiana non avesse acquisito Eurofly (si cominciò col 29,95 di quote a dicembre 2006) e puntato sul potenziamento del polo manutentivo, non sarebbe sopravvissuta alle leggi del mercato. Oggi sono in crisi giganti come Lufthansa, British airways, Japan e El Al airlines, che sono compagnie di bandiera. Figuriamoci quale sarebbe stato il destino di un’azienda più piccola e privata, dopo il biennio nero 2009-2010, il peggiore della storia, secondo le indicazioni dalla Iata (organizzazione internazionale del trasporto aereo)». Quale sarebbe stato il destino? «Mille e ottocento famiglie non avrebbero di che vivere. Si aggiungano i dipendenti che conta la holding Meridiana, ovvero le controllate Geasar (gestisce lo scalo del Costa Smeralda) e l’Eccelsa (aviazione generale). Tra fissi e stagionali si arri- va a 2.500 buste paga». Lo zoccolo duro della protesta sono i 320 lavoratori di Meridiana maintenance. «Esuberi non ce ne saranno. Anzi: entro i prossimi cinque anni i dipendenti diventeranno 464, per un giro d’affari pari a 52 milioni. Sviluppare nuovi asset è di per sé una garanzia di esistenza. E Meridiana lo sta facendo, grazie al principe Aga Khan». Vi siete incontrati in questi giorni? «No. Ma l’azionista di riferimento sta dimostrando ancora una volta di credere nei sardi. Contestare il rilancio sarebbe solo un atto di non riconoscenza». Il ruolo della politica qual è? «Abbiamo il dovere di spingere le parti verso un accordo duraturo. Solo così può essere centrato l’obiettivo di riportare i conti in pareggio nel 2011, come prevede il piano industriale. In Sardegna passano sempre meno treni, non possiamo permetterci di perdere anche questo». Due anni fa, lei fece lo stesso lavoro di cesello. Meridiana rischiava la fine, poi la partita si risolse tra Montecitorio e il consiglio comunale. Ma cosa non funzionò nell’accordo 2008, se oggi è riscoppiata la guerra? «Non era previsto l’aggravarsi della crisi. Ecco perché è stato aggiunto il tassello della manutenzione, con una nuova ricapitalizzazione dell’azionista. Lo sviluppo del settore è funzionale al percorso di salvataggio cominciato due anni fa. I sacrifici chiesti ai lavoratori non sono stati inuti- In ballo ci sono 1.800 buste paga li, oggi siamo al rilancio». Crede che la chiusura di Meridiana sia definitivamente scongiurata? «Non ho alcun dubbio, se domani si raggiungerà l’accordo. Ma se così non fosse, temo che non si vada lontano ». Al tavolo ci sarà anche lei? «Assolutamente no. Per legge il confronto devono portarlo avanti azienda e sindacati. Nessun altro. Di certo il Comune di Olbia, come ha sempre fatto, continuerà a lavorare per l’accordo anche in queste ore. Due anni fa il sindaco Gianni Giovannelli si recò personalmente a Parigi, a casa del principe. Insieme al consigliere e delegato comunale per Meridiana, Gigi Carbini che resta il nostro raccordo con l’azienda. L’amministrazione c’è e ci sarà sempre, anche sostenendo il polo di formazione aeronautica che il principe vuole realizzare all’aeroporto». Spinge per il sostegno pubblico a Meridiana? «Affatto. Non dà garanzie sulla salvaguardia dell’occupazione. Non solo. Non assicurerebbe nemmeno contro il rischio della delocalizzazione. Il rilancio dell’azienda, quello vero, senza esuberi, come vuole il management Meridiana, passa esclusivamente dalla condivisione del piano industriale». Di quel progetto cosa non condivide? «Nulla. E non potrebbe essere diversamente. Meridiana, che è la seconda compagnia nazionale, ha davanti una grande occasione pure sul fronte dello sviluppo turistico. Il vettore sta studiando una partnership con Alitalia per sviluppare il traffico delle low cost. Ci sono nuovi mercati da conquistare. Per esempio guardando ad Alghero, occupato attualmente dagli irlandesi di Ryanair. Ugualmente a Tortolì ci sono i margini per implementare la crescita delle vacanze a basso costo».
http://www.regione.sardegna.it/j/v/491?s=135651&v=2&c=1489&t=1