Thread Malpensa e Linate da febbraio 2014


Stato
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Lombardia, Malpensa: Maroni incontra i sindacati

MALPENSA, 1 MAGGIO 2014 - Nella giornata dedicata alla Festa del lavoro, Roberto Maroni ha incontrato presso Malpensa i sindacati lombardi, per discutere del futuro del sistema aeroportuale della regione e dei lavoratori coinvolti. Il presidente della Regione Lombardia ha dichiarato: "Quello di questa mattina con i sindacati lombardi è stato un incontro utile e importante, abbiamo parlato di diverse questioni, convenendo sul fatto che c'è un equilibrio tra gli aeroporti lombardi che va preservato e non deve essere compromesso dalla vicenda Alitalia-Etihad".

Ha poi aggiunto: "Questa è la preoccupazione mia e dei sindacati, per questo chiediamo al Governo di non fare provvedimenti che possano danneggiare Malpensa, che continua a crescere nonostante la crisi economica generale e ha uno sviluppo con il segno positivo in termini sia di passeggeri che di merci. Bisogna evitare di penalizzare Malpensa e più in generale il sistema aeroportuale lombardo".

Il governatore della Lombardia ha inoltre sottolineato che nell'incontro con i sindacati si è parlato anche di Expo, tema "su cui c'è preoccupazione", perché la Regione sta "lavorando intensamente ma ci sono delle inadempienze del Governo". Ha poi chiarito di aver "chiesto al sindacato di intervenire per sollecitare l'azione del Governo che si era impegnato a fare tante cose che finora non ha fatto".

Dal canto loro, i sindacati ha chiesto a Maroni "la disponibilità a mettere in campo risorse per favorire l'occupazione in vista di Expo" e - secondo le parole dello stesso - "l'idea è quella di definire uno strumento che chiameremo 'Dote expo' simile alla 'Dote lavoro' che abbiamo già istituito qui in Regione Lombardia. Si tratterà di una dote specifica per l'Expo, per sfruttare le opportunità da qui a Expo e durante Expo, soprattutto per dare lavoro ai giovani nel turismo in particolare".

http://www.infooggi.it/articolo/lombardia-malpensa-maroni-incontra-i-sindacati/64783/
 
L'apoteosi dell'astratto, abbondantemente condito da una totale ignoranza in materia e da demagogia di infimo livello a go-go:

Malpensa torni a volare. Un errore sarebbe drammatico
Palloncini, bandiere e striscioni. I lavoratori della provincia di Varese hanno sfilato all'interno dello scalo, luogo simbolo di un territorio ancora in grande difficoltà. Presenti i segretari regionali dei sindacati confederali

Una scelta rischiosa ma importante. La Giornata dei Lavoratori questa mattina, giovedì 1 maggio, è stata celebrata a Malpensa: « Il luogo simbolo di questo territorio in difficoltà - ha ricordato Umberto Colombo, segretario provinciale della Cgil - Abbiamo voluto mandare un segnale forte perchè i problemi non sono ancora finiti. Le richieste per la cassa integrazione ordinaria sono in diminuzione ma non quelle per la straordinaria e la cassa in deroga. Ci sono 35.000 persone iscritte nelle liste di disoccupazione. Occorre che la politica assuma degli impegni concreti e rimetta al centro il lavoro. Se non arriveranno proposte concrete e percorribili, noi dovremo avviare una mobilitazione vasta in difesa di questa provincia e dei suoi lavoratori».
Malpensa, con il suo futuro incerto, la difficile situazione di Sea Handling e l’appuntamento con Expo tra un anno esatto richiedono i riflettori puntati. Dal 2008, Varese ha perso 10.000 posti di lavoro e mille imprese edili, il tasso di disoccupazione è del 13% ma il dato giovanile è ancora più preoccupante: oltre il 40%. Con le bandiere di Cgil, Cisl e Uil hanno sfilato dall’ingresso del Terminal 1 fino alla stazione ferroviaria rivendicando i diritti fondamentali: lavoro, stabilità, dignità.
Sul palco hanno parlato giovani lavoratori, testimoni di preoccupazioni e amarezze, e i segretari regionali di Cgil e Cisl e Uil Nino Baseotto e Gigi Petteni, e Antonio Albrizio.
Gigi Petteni della CISL è partito proprio dalla scelta del luogo: « Malpensa è il simbolo di come sono cambiati il lavoro e le sue precarietà. Malpensa è un luogo di contraddizioni dove una scelta può portare al dramma sociale o allo sviluppo. Siamo stufi di sentir parlare di strategie e idee vuote, supportate da grafici sterili. La gente è stanca e chiede chiarezza. Non si può, però, avviare un discorso concreto se vengono meno i termini del rispetto. Chi governa deve rispettare le leggi della rappresentanza, non può non confrontarsi con chi è portavoce di milioni i lavoratori. Il sindacato può aver fatto errori ma se si vuole fare il salto di qualità occorre rispetto reciproco. Se si metteranno al centro lavoro e diritti sociali, il paese potrà ripartire. E lo dico anche con un occhio al mondo: la festa è internazionale quindi non possiamo tacere i rischi connessi alla delocalizzazione che ha conquistato molti imprenditori italiani, andati all’estero creando nuove forme di schiavitù».
E uno sguardo transnazionale è quello che richiama anche Albrizio della Uil quando richiama l’Europa a una politica che agevoli e sostenga i cittadini e che non sia solo imposizione e regole: « Chi ci rappresenterà a Bruxelles deve aver ben chiaro la delicatezza del suo compito. È lì che si deve intervenire per sostenere iniziative che migliorino la situazione dei cittadini. Una volta approvate e imposte, agli Stati singoli rimane ben poco: senza questa capacità potremo solo subire la politica e non dirigerla».
Sea, Malpensa e il futuro lavorativo sono stati al centro del discorso di Baseotto: «L'Italia deve cambiare la tendenza alla precarietà : è una ricetta che ha fallito. Expo’ è un’occasione ma c’è il rischio che si riduca tutto a rapporti con cooperative o a contratti a progetto. Il lavoro deve svincolarsi dalle figure provvisorie e precarie. La manifestazione mondiale è una scommessa: o sarà un bellissimo volano o sarà un’enorme figuraccia. È tempo di scommettere su persone che lavorano con stabilità. Bisogna tornare a volare altrimenti sarà la crisi che continuerà a bloccare. Malpensa ha bisogno di una politica seria e una strategia chiara perché un errore avrebbe conseguenze drammatiche. La contrapposizione tra Malpensa e Linate è deleteria. Il rilancio di Malpensa passa da una liberalizzazione di rotte e voli, senza interferenze esterne».
Lasciare allo scalo della brughiera carta bianca per gestire il suo sviluppo è un’idea, però, che non convince Daniele Marantelli, onorevole del P presente alla manifestazione insieme a Maria Chiara Gadda, Erika D’Adda e al capogruppo del PD in Regione Alessandro Alfieri: « Occorre una regia centrale che individui vocazioni e campi d’azione nell’intero comparto dei trasporti. Non credo che l’apertura a qualche tratta internazionale in più o a qualche compagnia dia garanzie concrete per il futuro. Solo una politica seria di indirizzo, con il completamento delle infrastrutture e investimenti adeguati metterà fine alle incertezze. Expo’ sarà l’occasione per dimostrare cosa si vorrà fare: se si favorirà Linate, vorrà dire che si farà la fortuna delle compagnie aeree straniere che offriranno ai turisti pacchetti di soggiorni nelle proprie capitali con solo una puntata di un giorno all’Expo. Se si dovesse avverare questo scenario, sarà il fallimento completo di questa opportunità».
Al termine della manifestazione i tre segretari generali hanno incontrato il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, per fare il punto della situazione su Malpensa e sui temi del lavoro. Nel corso dell’incontro il presidente si è impegnato a fare pressioni sul governo perché siano sbloccati i fondi per gli ammortizzatori sociali in deroga e a mettere a disposizione risorse per favorire l’occupazione giovanile in vista di Expo. Sindacati e Regione hanno inoltre condiviso le preoccupazioni dei sindacati sul ridimensionamento dello scalo varesino e hanno sottolineato la necessità di affrontare con grande equilibrio il ruolo di Linate e Malpensa.

Varesenews
 
Piccola correzione: :)

La tangenziale Nord è la tangenziale Nord e va da Milano Est alla Milano-Meda (ed essendo tangenziale ha il limite a 90Kmh).
Il tratto da Certosa a Milano Est è il tratto urbano dell'A4 con limite a 130Kmh (salvo diverse indicazioni).
Concordo invece su tutto il resto. :) :)
Sorry, hai ragione. Ma prima dell'apertura del "peduncolo" il termine tangenziale nord veniva (impropriamente) utilizzato per il tratto urbano della A4.
 
Malpensa, Comune ricorre in appello
su stop a voli Emirates per New York

Palazzo Marino chiede il ripristino del collegamento, bocciato dal Tar del Lazio. In campo contro la penalizzazione dell’hub anche il governatore Maroni
Il Comune di Milano è sceso in campo a difesa del collegamento diretto Milano-New York operato dalla compagnia aerea Emirates. Palazzo Marino ha deciso di costituirsi in giudizio davanti al Consiglio di Stato per ottenere la riforma della sentenza con cui il Tar Lazio si era espresso contro l’autorizzazione concessa a Emirates di collegare direttamente Malpensa con scalo di JFK. «Qualora la sentenza del Tar dovesse essere confermata - ha spiegato il sindaco, Giuliano Pisapia -, Milano perderebbe un importante collegamento con New York, ancor più in vista di Expo 2015. Come amministrazione - ha aggiunto - intendiamo dunque garantire la continuità del servizio, che ha avuto positive ricadute turistiche e occupazionali, ed evitare enormi disagi per tutti i passeggeri. Non vogliamo che Malpensa sia penalizzata, come è successo in passato, perché à anche da qui che passa lo sviluppo del Paese». Secondo il Comune, tra ottobre 2013 e febbraio 2014 (periodo in cui Emirates ha potuto operare nella tratta Milano-New York) il volume di passeggeri a Malpensa è complessivamente aumentato del 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un incremento che ha avuto un riflesso positivo anche sul numero di passeggeri di altre compagnie concorrenti che operano nello scalo milanese.
Maroni: «Non penalizzare Malpensa»
Giovedì mattina, anche il governatore lombardo Roberto Maroni era intervenuto sulla questione Malpensa durante l’incontro con i segretari dei sindacati lombardi, rinnovando il suo appello a non penalizzare l’hub. «Quello con i sindacati lombardi è stato un incontro utile e importante - le parole di Maroni - abbiamo parlato di diverse questioni tra cui quella del sistema aeroportuale lombardo, convenendo sul fatto che c’è un equilibrio tra gli aeroporti lombardi che va preservato e non deve essere compromesso dalla vicenda Alitalia-Etihad. Questa è la preoccupazione mia e dei sindacati, per questo chiediamo al Governo di non fare provvedimenti che possano danneggiare Malpensa, che continua a crescere nonostante la crisi economica generale e ha uno sviluppo con il segno positivo in termini sia di passeggeri che di merci. Bisogna evitare di penalizzare Malpensa e più in generale il sistema aeroportuale lombardo». Al tavolo con i sindacati il presidente della Regione aveva affrontato anche il tema di Expo « su cui c’è preoccupazione, perché noi stiamo lavorando intensamente ma ci sono delle inadempienze del Governo, per cui - aveva sottolineato - ho chiesto al sindacato di intervenire per sollecitare l’azione del Governo che si era impegnato a fare tante cose che finora non ha fatto».

http://milano.corriere.it/notizie/cr...bf1b09b2.shtml
 
Orio chiude per tre settimane
Da martedì voli dirottati su Malpensa


Come prova generale per l’Expo 2015 non è niente male. Da martedì prossimo fino a tutto il 1° giugno, causa la forzata chiusura dell’aeroporto di Bergamo Orio al Serio per i lavori di rifacimento della pista, Malpensa gestirà un traffico passeggeri aumentato del 50 per cento. In termini reali, i transiti passeranno, in media, da 50 a 75 mila al giorno. I voli cresceranno da 260 a 350. Per usare un’immagine di sicuro effetto, è come se per tre settimane l’intero scalo di Linate (che vanta un’attività solo leggermente superiore a quella della struttura bergamasca) si trasferisse in casa del «fratello» maggiore.

«È un’operazione unica nel suo genere» conferma il direttore generale di Sea Giulio Demetrio. Impegnativa, delicata, certo, ma anche quantomai utile per mettere alla prova l’aeroporto in vista del forte aumento di traffico previsto tra un anno, da maggio fino ad ottobre, quando andrà in scena l’Esposizione Universale che richiamerà su Milano milioni di visitatori. «Ed è anche un’operazione a cuore aperto» aggiunge il dirigente della società di gestione milanese, perché in questi mesi a Malpensa sono in corso rilevanti lavori di riqualificazione dell’intera aerostazione (con la realizzazione di una grandissima piastra commerciale unica) che comporterà un ampliamento dello spazio a disposizione dei viaggiatori e degli operatori di oltre il 30 per cento rispetto ad oggi.

Il D-day scatterà martedì prossimo. Con il volo Ryanair per Barcellona delle 22.35 su Orio al Serio calerà la saracinesca. Rimarranno aperte solo le biglietterie, l’ufficio informazioni e quello per gli oggetti smarriti o ritrovati. Anche tutti i negozi per tre settimane dovranno cessare l’attività. Per i dipendenti Sacbo, la società di gestione dello scalo, è stata prevista la cassa integrazione. Il personale della quindicina di compagnie che operano abitualmente sull’aeroporto bergamasco dovranno mettere in conto un periodo di pendolarismo stradale da e verso Malpensa.
E mentre a Orio si lavorerà 24 ore al giorno per rimettere a lucido i quasi 3 chilometri di pista (con conseguente adeguamento di servizi e sottoservizi, per un investimento complessivo di 40 milioni di euro), nello scalo della brughiera accoglieranno il surplus di attività con tutti i potenziamenti del caso. A partire dalle 200 persone che saranno assunte a tempo determinato per far fronte all’onda in arrivo, ma che avranno buone possibilità di vedersi rinnovato il contratto per il futuro. Verranno adeguati, naturalmente, anche i filtri di sicurezza per l’accesso ai gate: passeranno da 14 a 20. Così come saranno 12 in più (in servizio per 16 ore giornaliere) gli autobus in pista per il trasporto dei passeggeri in pista, mentre i carrelli portabagagli cresceranno di 400 unità (in tutto ce ne saranno a disposizione oltre 2 mila). Per le merci la soluzione trovata è diversa. Dhl ha deciso di trasferire a Malpensa solo il 40 per cento della propria attività, mentre il 60 per cento verrà dirottato a Montichiari.

La gestione del nuovo flusso di traffico ha richiesto un’attenzione anche agli aspetti relativi all’accessibilità allo scalo e ai servizi di trasporto pubblico. La Polizia prevede l’impiego di 10 agenti in più del solito per garantire maggiori controlli. Il coordinamento vedrà coinvolte anche la Polizia Stradale e le Polizie locali che operano sulle principali direttrici stradali (autostrade A8 e A4 e Statale 336). Previste anche informazioni radiofoniche dedicate. Per tutti, una raccomandazione: la fascia dalle 7 alle 9 sarà quella più critica. Meglio tenerne conto per evitare di ritrovarsi, per una ragione o per l’altra, appiedati.

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/14_maggio_06/orio-chiude-tre-settimane-martedi-voli-dirottati-malpensa-d974082a-d4e8-11e3-b55e-35440997414c.shtml

(pubblicato in questo thread in quanto si parla si Malpensa :) )
 
Oggi a Linate presso la Palazzina della Presidenza SEA, assemblea degli azionisti SEA per l'approvazione del bilancio 2013
 
Malpensa corre nel traffico merci (+15% a marzo). Bilancio 2013: Sea stacca una cedola pari a 26,4 milioni

Due buone notizie per l'aeroporto di Milano Malpensa. Il pronunciamento del Consiglio di Stato, che salvaguardia i voli diretti Malpensa-New York effettuati dalla compagnia araba Emirates; la forte crescita dello scalo lombardo nel traffico merci. Quest'ultimo dato è emerso in serata al termine dell'assemblea degli azionisti di Sea, la società controllata dal Comune di Milano che gestisce Linate e Malpensa.

Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/nJAw3
 
Aitalia/Etihad: Modiano, perche' nodo rotte e' affare di Stato?

19:25 (ANSA) - MILANO (MF-DJ)--"Per quale motivo devono essere un affare di Stato le rotte di Etihad su Linate e Malpensa? Per noi significa tanto. Lo chiederei volentieri a James Hogan (a.d. di Etihad, ndr), ma non credo che avro' l'opportunita' di trovarmelo davanti. Loro non hanno alcun interesse". Lo ha affermato il Presidente d Sea, Pietro Modiano, a margie dell'assemblea degli azionisti della societa'. "Credo che saremo gli ultimi a sapere" quale strategia intenda adottare il vettore emiratino per gli scali lombardi, "ma di certo non saremo gli ultimi a reagire"

Alitalia: Modiano (Sea), Linate satura, rischioso compromettere Malpensa -2-

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 7 mag - "Noi non stiamo facendo una difesa di Malpensa a tutti i costi - ha proseguito Modiano - se l'infrastruttura e' debole, e' debole. Ma questa infrastruttura mantiene una fondamentale importanza per il Paese e per la ripresa". Malpensa "non e' piu' un hub, non e' piu' in Champions League, ha iniziato un altro campionato che e' quello dei grandi aeroporti internazionali europei". Modiano ha poi illustrato i dati che mostrano come , nonostante il calo dei transiti Malpensa abbia registrato dal 2007 a oggi un aumento dei passeggeri esclusi i transiti da 16,3 a 17,6 mln. "Non e' scontata questa ripresa - ha sottolineato - e nonostante Alitalia". Modiano ha poi annunciato il restyling di Malpensa, anticipandolo dal 2017-2018 al 2014-2015 per Expo. Il 12 maggio sara' inaugurato il primo modulo della nuova galleria commerciale, che nel complesso coprira' 8mila mq. Giulio Demetrio, chief operating officer, ha anche detto che Sea si attende novita' sull'alta velocita' entro il 2014. "Sarebbe molto bello se l'alta velocita' potesse passare a Malpensa, c'e' una trattativa in corso con Fs e Ntv", ha detto

I dati dei singoli vettori su Malpensa nei primi 4 mesi dell'anno mostrano un calo dei passeggeri per Alitalia del 28,5% a 309.821, un aumento dell'1,7% per Easyjet a 1,8 mln mentre gli altri vettori sono aumentati dell'8,1% a 3,25 mln. In particolare, i rialzi maggiori sono quelli di American Airlines (+101,6%) e Meridiana (+76,7%). Il traffico di United Airlines e' salito del 45% mentre Emirates, Air Berlin e Blue Panorama hanno registrato aumenti vicini al 40%. Rispetto alle aree geografiche, il mercato europeo e' salito del 4,1%, quello domestico e' sceso del 14,1% mentre quello extra Ue e' aumentato dell'11,1%.



Alitalia: Modiano, Linate non puo' crescere, rischioso compromettere Malpensa


07 maggio 2014

Milano, 7 mag. (Adnkronos) - "Sarebbe costoso e rischioso compromettere e mettere in discussione la centralità di Malpensa, anche per il Paese, proprio ora che ha intercettato la ripresa". Ne è convinto Pietro Modiano, presidente di Sea, facendo riferimento alle trattative tra Alitalia e Etihad. "Linate deve rimanere così com'è, non si può aumentare la sua capacità anche perché superati gli 8 milioni di passeggeri - e siamo già a 9 - c'è il degrado della qualità. E questo lo dice anche l'Enac".

In generale, al termine dell'assemblea degli azionisti di Sea, il presidente ha spiegato perché sia necessario difendere l'operatività dello scalo varesino: "Non stiamo - ha detto - facendo una battaglia ad ogni costo per un'infrastruttura vecchia che va difesa comunque. Malpensa è un'infrastruttura che mantiene le prospettive per la crescita del nostro Paese: nonostante la crisi - ha precisato - ha continuato a crescere". Da qui, i dati sui passeggeri e il fatto che in Europa Malpensa sia seconda solo a Zurigo per numero di destinazioni tra le top business extra Ue, con 16 collegamenti.

Di conseguenza, "se queste sono le premesse, noi non ci si ritira ma si va avanti. Su Malpensa si investe".




Chissà queste classifiche che tornano di tanto in tanto in SEA come e dove vengono fatte.
 
Oggi a Linate presso la Palazzina della Presidenza SEA, assemblea degli azionisti SEA per l'approvazione del bilancio 2013

Milano, 7 maggio 2014 - L’Assemblea degli Azionisti riunitasi in data odierna, presso la sede legale di Linate, sotto la Presidenza di Pietro Modiano, ha esaminato e approvato il Bilancio d’esercizio 2013 che a livello di Gruppo ha registrato ricavi consolidati per 724,1 milioni di euro (+0,4%) e un utile netto consolidato pari a 33,7 milioni di euro, dopo accantonamenti per oneri futuri per 38,5 milioni di euro. Sul risultato dell’anno precedente, pari a 64 milioni di euro, incidevano accantonamenti lordi per 29 milioni di euro, parzialmente compensati dalla definizione transattiva delle pendenze del Gruppo Alitalia in Amministrazione Straordinaria pari a 13,8 milioni di euro.
L’Assemblea degli Azionisti ha deliberato anche la distribuzione di un dividendo pari a 26,4 milioni di euro corrispondente ad un pay out di circa il 50,7% dell’utile netto di SEA S.p.A. Utile netto che, nel 2013, ammonta a 52,2 milioni di euro.
 
Chissà queste classifiche che tornano di tanto in tanto in SEA come e dove vengono fatte.


Tolte le classifiche che lasciano il tempo che trovano il sunto del discorso di Modiano non è poi campato in aria. Se Milano vuole crescere Linate deve chinare il capo e lasciare spazio a chi ne ha le capacità.
 
"Linate deve rimanere così com'è"
Pietro Modiano, Presidente di SEA, 07/05/2014


Niente, sono tornati i segni '+' ed a Milano si torna a pensare di essere come Londra, Parigi e Francoforte.
Le lezioni e le batoste non sono servite a niente.
 
“Più voli a Linate” invoca Etihad, probabile nuova azionista di Alitalia. ”Giù le mani da Malpensa”, ammonisce il governatore della Lombardia Roberto Maroni. ”Difenderemo in tribunale il Milano-New York di Emirates”, proclama il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. ”Pronti ad appellarci in Europa in caso di liberalizzazione dei voli”, confabula la lobby delle compagnie aeree comunitarie.
E’ così? Cerchiamo di separare gli assiomi dagli auspici, la programmazione dalla propaganda.
Ecco la situazione con uno schema di domande e risposte, frutto di valutazioni e analisi di addetti ai lavori.
OGGI POSSONO VOLARE TUTTI DA LINATE E VERSO OVUNQUE?
No. Il decreto Bersani bis del 5 gennaio 2001 stabilisce che su Linate possano volare solo compagnie comunitarie, con aerei medio-piccoli (in linguaggio tecnico “narrow body”, che hanno all’interno della cabina passeggeri un solo corridoio rispetto ai due degli aerei di lungo raggio) e verso destinazioni comunitarie. Inoltre il numero di frequenze giornaliere è stabilito dal numero di passeggeri annui. Minimo, per poter effettuare un volo al giorno sono 350.000 passeggeri annui.
PERCHÉ ETIHAD VUOLE SUPERARE QUESTO SCHEMA?
Con la morte di Malpensa come hub (punto sul quale torneremo) e dei pochi voli a lungo destinazione diretti, i passeggeri dell’area di Milano per raggiungere le mete lontane, specialmente quelle del Far East debbono fare scalo su un altro aeroporto. Il ragionamento di Etihad è il seguente: perché Lufthansa può prendere i suoi passeggeri a Linate, a due passi dal centro città, portarli a Francoforte e poi offrire loro volo di prosecuzione per la Cina – ad esempio – mentre io devo convincerli a partire dal più scomodo aeroporto di Malpensa e da lì raggiungere Abu Dhabi e infine la Cina? Insomma Etihad chiede di avere pari condizioni con quelle delle altre compagnie estere che drenano passeggeri sui loro hub comunitari. Lo stesso schema che Etihad applica in Germania con il diretto Berlino-Abu Dhabi effettuato dalla sua controllata Air Berlin.
TUTTO QUESTO DIBATTITO SOLO PER LINATE-ABU DHABI DIRETTO? E PERCHE’ EMIRATES PUO’ VOLARE DA MALPENSA A NEW YORK?
No, perché Etihad, vorrebbe che la “sua” Alitalia sia consentito volare da Linate anche verso mete extra UE come Cairo o Mosca. Vorrebbe quindi che si convertissero alcuni dei molti slot (permessi di decollo e atterraggio) che Alitalia detiene su Linate e usa per il collegamento con Roma Fiumicino per ampliare il portafoglio di collegamenti diretti da Milano.
La querelle sul Malpensa-New York di Emirates è un’altra storia. La compagnia emiratina (“rivale” interna di Etihad, anche se entrambi di proprietà statale) può operare questo volo diretto in regime di “quinta libertà”. Cosa vuol dire? Nel mondo del trasporto aereo dalla Convenzione di Chicago del 1944 e successive integrazioni sono state stabilite nove libertà dell’aria. La quinta prevede che una compagnia possa partire dalla sua nazione (Emirates da Dubai), arrivare in uno stato straniero (Milano Malpensa, Italia), sbarcare e imbarcare passeggeri e merci per portarli su un altro stato straniero (New York, Usa). Il Consiglio di stato ieri ha stabilito che Emirates è legittimata a usufruire di questo servizio che è stato concesso dall’Enac, la massima autorità nazionale in tema di trasporto aereo. Un’autorizzazione che Alitalia aveva contestato in quanto non reciproca, ossia una compagnia italiana in nome della quinta libertà non potrebbe volare, ad esempio, da Dubai a Johannesburg. Inizialmente il Tar aveva accolto le richieste di Alitalia, ma appunto il Consiglio di stato ne ha annullato la decisione. Un tema delicato, in Europa infatti le autorizzazioni si contano sulle dita di una mano, ad esempio Singapore Airlines effettua un collegamento diretto tra Francoforte e New York, ma – osservano da Alitalia – la compagnia asiatica è un’alleata di Lufthansa, non concorrente.
PERCHÉ LA SEA, IL SUO AZIONISTA PISAPIA E IL SUO POSSIBILE AZIONISTA MARONI (SI PARLA DA TEMPO DI UN INGRESSO DELLA REGIONE NEL CAPITALE), NON VUOLE MAGGIORI VOLI DA LINATE?
L’assiona è semplice: più passeggeri a Linate, minori passeggeri a Malpensa. Il timore degli stakeholders è che lasciando campo libero a Linate, Malpensa venga sempre più abbandonata a se stessa. In cuor loro Pisapia e Maroni sperano ancora di poter far risorgere un progetto di una Grande Malpensa, quella che alla fine degli anni Ottanta veniva chiamata Malpensa 2000 e aveva il suo fulcro in Alitalia. Il progetto era quello dell’hub, un aeroporto dove far convivere sia il traffico di origine e destinazione (chi vuole effettivamente partire o arrivare a Milano), sia chi intende prendere una coincidenza e usa (es- Firenze-Milano-New York). Per fare un hub però serve un hub carrier, ossia una compagnia che decide di investire sull’aeroporto posizionando sull’aeroporto tutti, o gran parte, dei suoi mezzi. Dopo la fuga di Alitalia del 2008 il progetto non è ripetibile perché non c’è una compagnia all’orizzonte disposto a fare questo. Malpensa non sarà quindi mai più hub.
PERCHÉ IL PROGETTO CON ALITALIA È FALLITO?
Alitalia, con l’avvio dell’alleanza con Klm del 1997, aveva deciso di puntare su Malpensa. Dal 1998 ha portato nell’aeroporto della Sea la maggioranza dei suoi 24 aerei di lungo raggio (sempre pochi, ma quella era la dotazione della flotta della compagnia). Non essendoci però un quadro di riferimento chiaro con la mancata chiusura di Linate, Alitalia era costretta a sviluppare un doppio network sui voli di lungo raggio. Così da Napoli partiva il volo per Linate per servire il passeggero che intendeva raggiungere Milano città, mentre doveva partire un altro aereo per Malpensa per accontentare il cliente diretto a New York che transitava per Malpensa. Due aerei, due equipaggi, due turni di manutenzione, due servizi sottobordo, due servizi di catering eccetere eccetera. Tutto doppio. Così certo non poteva funzionare. Negli ultimi atti della vecchia Alitalia, nel 2007, il presidente Maurizio Prato decise di riportare tutto a Roma, dove sullo stesso volo da Palermo, ad esempio, si imbarca il passeggero diretto a San Pietro e quello che fa scalo per San Paolo.
MA SE ANZICHÉ LIBERALIZZARE LINATE, SI TORNASSE AL PROGETTO INIZIALE DI CHIUDERE L’AEROPORTO CITTADINO, MALPENSA POTREBBE TORNARE UN HUB? ALITALIA-ETIHAD POTREBBERO SCEGLIERE MILANO ANZICHÉ ROMA COME BASE DI ARMAMENTO?
Molto improbabile. L’arrivo dei collegamenti su rotaia ad alta velocità ha pressoché distrutto i sogni di rinascita di una Grande Malpensa. Un passeggero di Firenze con impegni di lavoro a Milano difficilmente sceglierebbe il volo per Malpensa, anziché il Frecciarossa
PERCHÉ LE COMPAGNIE ESTERE SONO CONTRARIE ALLA LIBERALIZZAZIONE DI LINATE?
Occorre distinguere. Le compagnie comunitarie possono oggi volare da e per Linate, puntando sia al cosiddetto traffico point to point (chi intende raggiungere la meta con un solo volo), sia su quello per lunghe distanze proponendo scalo sul loro hub. Lo fanno con ottimi risultati economici e sarebbero interessati a volare di più su Linate, incrementando il numero di frequenze che oggi assegna il decreto Bersani bis. Non vogliono però l’apertura a compagnie extraUE su aeroporti non comunitari per non avere concorrenza sui voli verso destinazioni di lungo raggio.
COSA CI SI ASPETTA PER EXPO 2015?
E’ presumibile che si apriranno su Malpensa nuovi collegamenti diretti di lungo raggio per l’appuntamento del 2015. La vera domanda è cosa resterà una volta terminata l’esposizione universale?

formiche.net
 
Molto improbabile. L’arrivo dei collegamenti su rotaia ad alta velocità ha pressoché distrutto i sogni di rinascita di una Grande Malpensa. Un passeggero di Firenze con impegni di lavoro a Milano difficilmente sceglierebbe il volo per Malpensa, anziché il Frecciarossa
Non mi pare filare granché... Non c'è solo Firenze come città di origine di potenziali transiti.
 
infatti non parla di un pax in transito ma di uno che da Firenze arriva a Milano per lavoro in giornata. Con la Freccia sono 1.40 ore di viaggio. Certamente è piu comodo dell'aereo. Ma la distinzione andrebbe fatta non su chi si ferma a Milano ma su chi transiterebbe da MXP (FLR MXP- JFK es)
 
l'articolo, a mio avviso ben scritto, sorvola su un punto a mio avviso centrale: la maggior parte dei voli che partono da LIN sono in barba al Bersani Bis, grazie al "trucco" dei CS.
 
infatti non parla di un pax in transito ma di uno che da Firenze arriva a Milano per lavoro in giornata. Con la Freccia sono 1.40 ore di viaggio. Certamente è piu comodo dell'aereo. Ma la distinzione andrebbe fatta non su chi si ferma a Milano ma su chi transiterebbe da MXP (FLR MXP- JFK es)
Non posso che essere d'accordo.
Io però avevo inteso che, siccome il p2p da Firenze e altre città collegate dall'AV a similari distanze risulta sconveniente, allora non possono generarsi transiti a MXP. Considerando città più lontane di Firenze da MXP (es. Bari, Cagliari etc.), secondo me, si può riconsiderare la validità dell'aereo sia per il p2p sia per i transiti.
Per questo non mi pareva filare la risposta.
 
Passato e futuro di Linate e Malpensa. Cronistoria sfiziosa
09 - 05 - 2014Fernando Pineda
La storia dei voli da e per Milano, da distribuire tra Linate e Malpensa, rappresenta uno splendido e plastico esempio dei “nodi di sistema” del Paese Italia. Un paese incapace di prendere decisioni strategiche a livello nazionale, poiché gli interessi di parte primeggiano sempre su quelli generali. Una piramide rovesciata. Ricostruire i fatti storici di questa vicenda è illuminante per comprendere l’impasse attuale.

Anni Ottanta: si inizia a parlare del nuovo aeroporto di Malpensa, futuro crocevia dei voli internazionali. ”Qualificare Malpensa a livello di grande polo aeroportuale del Nord Italia. L’aeroporto di Linate rimarrebbe destinato a servire il traffico domestico di interesse locale”, si leggeva sul Piano dei Trasporti del 1986 elaborato dal ministro Claudio Signorile . Si iniziò così a parlare di Malpensa 2000, vedendo nel nuovo millennio lo scenario che avrebbe rivoluzionato il sistema dei voli.

1994 L’Italia riesce a far inserire Malpensa tra i 14 progetti infrastrutturali strategici Trans European Network (TEN).

1996 il ministro dei Trasporti Claudio Burlando con il decreto 46T del 1996 stabilisce che l’aeroporto di riferimento per tutti i collegamenti intercontinentali e internazionali è l’aeroporto di Malpensa. Una sorta di impegno, mancano date precise.

1997 (ottobre) il ministro torna sul tema promulgando il cosiddetto Burlando bis, stabilisce che dall’anno successivo – precisamente il 25 ottobre 1998 – entrerà in funzione l’aeroporto di Malpensa. A Linate resterà solo il collegamento con Roma Fiumicino; in sostanza il ministro Burlando da alle compagnie che volano su Linate un anno di tempo per adeguarsi e traslocare a Malpensa.

1997 (dicembre) su queste basi e sulle potenzialità del nascituro aeroporto lombardo scommettono anche Alitalia e Klm quando nel 1997 annunciano la loro strategica alleanza imperniata sullo sviluppo di un network congiunto da Amsterdam, Malpensa e Fiumicino.

1998 (primavera) si apre il fronte interno, quelli del no a Malpensa. Capofila il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, preoccupato del trasferimento dei voli a lungo raggio tolti a Fiumicino. A lui si aggiungono altri sindaci del Mezzzogiorno preoccupati che i loro cittadini per raggiungere Milano debbano giungere in uno scalo più lontano dal Duomo e con costi di trasporto più alti. In primafila i sindaci di Catania (Enzo Bianco), Palermo (Leoluca Orlando), Napoli (Antonio Bassolino).

1998 (luglio) dopo averci pensato sette mesi, il commissario ai Trasporti Neil Kinnock scrive al presidente del consiglio Romano Prodi per esprimergli dubbi sul decreto Burlando. Kinnock lamenta un presunto favoritismo verso Alitalia per la nuova ripartizione del traffico e per la carenza di infrastrutture di collegamento verso il nuovo aeroporto. A difendere Roma anche il titolare della Farnesina, Lamberto Dini, preoccupato dalle proteste delle cancellerie.

1998 (luglio) Prodi risponde duramente a Kinnock il 2 luglio ’98. Dopo aver definito grave l’intervento della Commissione a soli quattro mesi dall’inaugurazione di Malpensa, Prodi confuta le due perplessità in maniera molto netta. Scrive: “Per quanto riguarda i criteri di ripartizione che delineerebbero l’ipotetica discriminazione a favore di Alitalia debbo ricordare che tali criteri sono stati definiti con un decreto ministeriale del 5 luglio 1996 e sono stati presentati e illustrati ufficialmente nel corso di riunioni del Christophersen Group senza che venisse sollevata alcuna eccezione di incompatibilità”. Sul secondo punto Prodi rinnova le mancate osservazioni in ambito comunitario fino a quel momento e ricorda come “il completamento delle infrastrutture, comprese quelle relative all’accesso, sono state sempre completate dopo l’inizio dell’attività nella maggioranza dei grandi aeroporti (Parigi, Monaco, Roma etc.)”.

1998 (settembre) poiché una delle obiezioni sul favoritismo verso Alitalia è che, con il nuovo schema, la compagnia italiana sarebbe l’unica a poter imbarcare passeggeri a Linate per voli intercontinentali (via Roma), si pensa a spostare il Milano-Roma da Fiumicino a Ciampino, dove Alitalia non ha voli intercontinentali. Questa proposta si inserisce nella violenta guerra di campanile, Roma contro Milano, Rutelli contro Albertini. Si cerca la mediazione istituzionale. Il 14 settembre Prodi convoca a Palazzo Chigi un vertice, consapevole che una spaccatura interna crea indebolimento verso Bruxelles. All’incontro partecipano il vicepremier Walter Veltroni e il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Enrico Micheli. Gli invitati al tavolo sono: il ministro dei Trasporti Burlando, i presidenti delle regioni Lombardia e Lazio, Roberto Formigoni e Piero Badaloni, i sindaci di Milano e Roma, Gabriele Albertini e Francesco Rutelli, i capiazienda di Alitalia (Domenico Cempella), Sea (Giuseppe Bonomi), Aeroporti di Roma (Gaetano Galia). Addirittura qualche ora prima del vertice Cempella sale al Quirinale a colloquio con il presidente Oscar Luigi Scalfaro, che segue da vicino l’evolversi della querelle. Rutelli gioca all’attacco, in consiglio comunale propone un ordine del giorno che rigetta totalmente l’ipotesi Ciampino (vota a favore anche il leader dell’opposizione Gianfranco Fini). Scoraggiato il ministro Burlando commenta: “ho chiesto a Kinnock se spostare i voli Milano-Roma da Fiumicino a Ciampino avrebbe cambiato le cose, e lui mi ha risposto di sì. Quella mossa avrebbe tolto di mezzo l’argomento della Commissione europea, secondo cui il decreto su Malpensa 2000 favorisce l’Alitalia in quanto unica compagnia che può alimentare da Linate il proprio hub di Fiumicino. Poi però è intervenuto Rutelli…”,

1998 (9 ottobre) si raggiunge accordo con Bruxelles. Malpensa partirà il 25 ottobre come vuole Roma, ma non completamente. Non tutti i voli di Linate passeranno a Malpensa, un 34% resterà nell’aeroporto cittadino. Inizialmente dovevano esserci rigidi criteri per stabilire quali voli devono obbligatoriamente trasferirsi a Malpensa, ma la crisi del governo Prodi (si dimette proprio il 9 ottobre), indebolisce Palazzo Chigi e lascia la discrezionalità alle singole compagnie di stabilire quali voli trasferire. “Guai ai vinti” scrive Federico Rampini su Repubblica.

1998 (25 ottobre) si inaugura Malpensa nel caos più totale. Disorganizzazione generale di Enav, Sea e Alitalia. In tilt il sistema informatico. Code di passeggeri, bagagli persi. Un flop totale. Albertini convoca i vertici della Sea. Alitalia invia una task force di emergenza.

1999 (ottobre) ad un anno di distanza dal difficile avvio, Palazzo Chigi riprende il filo e il ministro dei trasporti Tiziano Treu informa il commissario Loyola de Palacio che il trasferimento dei voli rimasti a Linate si effettuerà in due tranches: il 15 dicembre i primi 236 voli e il 15 gennaio 2000 gli ultimi 230 voli. a Linate resterà solo il collegamento con Roma.

1999 (novembre) riparte il fuoco amico, questa volta sono i ministri Edo Ronchi (Ambiente) e Giovanna Melandri (Cultura) a boicottare il piano del collega Treu, per una negativa valutazione d’impatto ambientale. Decisione assunta quando al trasferimento della prima tranche mancano solo 19 giorni.

1999 (7 dicembre) è una data spartiacque passata perlopiù inosservata. Qui muore Malpensa con il voltafaccia del Comune di Milano. Alcuni comitati di cittadini, Legambiente e quattro compagnie concorrenti (Air France, Sabena, Lufthansa e British Airways) presentano un ricorso al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento delle decisioni prese dal Governo. Il sindaco Albertini, fino a quel momento strenuo difensore di Malpensa, cambia schieramento e presenta una memoria in favore delle compagnie straniere per lasciare i voli a Linate. Una posizione che spiazza persino la controllata Sea, tanto che il suo amministratore delegato, Tomaso Quattrin, aveva al contrario presentato una memoria in difesa della posizione governativa per la chiusura di Linate. Dopo pochi giorni Quattrin si dimetterà e al suo posto arriverà Giorgio Fossa, presidente uscente di Confindustria.

1999 (13 dicembre) sulla gazzetta ufficiale viene pubblicato il dpcm (decreto della presidenza del consiglio) che conferma per due giorni dopo, 15 dicembre, il nuovo regime per gli scali milanesi, con il trasloco della prima tranche di voli. Per compiacere i riottosi ministri Ronchi e Melandri non si menziona più la data del 15 gennaio 2000 per il completamento della seconda tranche, si legge un più vago “ogni ulteriore decisione sarà subordinata ad una verifica dell’efficacia delle misure adottate e della situazione degli ambienti territoriali interessati”.

1999 (14 dicembre) Loyola De Palacio contesta il dpcm e chiede ri rinviare il trasloco. Secondo il Commissario ai Trasporti l’assenza della data per completare il trasloco crea una discriminazione tra chi sarebbe obbligato a trasferirsi subito e chi invece potrà continuare a volare su Linate fino a nuova decisione. Seguono febbrili consultazioni tra Roma e Bruxelles. Palazzo Chigi, che tra l’altro è alle prese con il rimpasto di governo tra il D’Alema I e il D’Alema II con l’avvicendarsi alla guida dei Trasporti tra Treu e Bersani. Alle ore 19.09 la capitolazione, Treu annuncia il dietrofront. Nessun trasferimento. Vengono richiamati a Linate i mezzi che erano stati trasferiti a Malpensa per i voli dell’indomani.

2000 (3 marzo) il ministro dei Trasporti, Bersani, emana un nuovo decreto dove stabilisce quali e quanti voli possono operare su Linate. Non si fa più cenno ad un trasferimento definitivo a Malpensa. La strada intrapresa è quella di far coabitare i due aeroporti.

2000 (aprile) Andrew Cahn, il capo di gabinetto dell’ex commissario ai Trasporti, Neil Kinnock, fiero oppositore di Malpensa, lascia Bruxelles per andare a ricoprire il ruolo di responsabile delle relazioni istituzionali di British Airways, compagnia che ha combattuto contro l’apertura dell’aeroporto. Passaggio su cui ci sarà interrogazione dell’europarlamentare radicale Gianfranco Dell’Alba, alla quale Kinnock risponderà che non c’è conflitto d’interessi.

2000 (28 aprile) la compagnia Klm rompe improvvisamente l’alleanza strategica con Alitalia. Tra i motivi che adduce i continui cambiamenti di scenario su Malpensa.

2003 alla presidenza di Alitalia arriva Giuseppe Bonomi, già assessore leghista a Varese e ex presidente Sea. Nominato in quota Lega Nord, prende il posto di Fausto Cereti, manager con passato in Aeritalia e profondo conoscitore dell’industria aeronautica. Suo compito è difendere Malpensa e marcare stretto l’amministratore delegato Francesco Mengozzi per boicottare il progetto di fusione con Air France, che non ha mai nascosto la sua ostilità all’aeroporto varesino.

2007 dopo la fallita gara per la privatizzazione voluta dal ministro del Tesoro, Tommaso Padoa-Schioppa, il governo Prodi affida Alitalia a Maurizio Prato, uomo di antica militanza IRI. Suo compito ripartire con privatizzazione ma con una trattativa privata, nel frattempo Prato vara un piano di transizione per contenere le ingenti perdite. Il caposaldo del progetto è l’abbandono di Malpensa e la concentrazione dei voli su Fiumicino. Prato, dopo aver messo a confronto le proposte Air France e Air One, porta avanti l’offerta francese. Una scelta che provoca la reazione della Lega, Bossi annuncia: Malpensa è la madre di tutte le battaglie.

2008 la crisi del governo Prodi fa fallire la vendita a Air France per l’aperta ostilità del nuovo premier Silvio Berlusconi, che sul no ai francesi ha giocato buona parte della campagna elettorale. Jean Cyril Spinetta, presidente Air France-Klm, è categorico: “In questo settore nessuna operazione di questo tipo si può fare in modo ostile e contro un governo“.

2009 nasce la nuova Alitalia Cai, con la cosiddetta cordata dei patrioti voluta dal premier Berlusconi. Si riapre il derby Malpensa contro Fiumicino. A maggio l’amministratore delegato Rocco Sabelli annuncia: il nostro hub è Fiumicino.

2011 Muore Lufthansa Italia, una sussidiaria della controllante Deutsche Lufthansa. Il posizionamento a Malpensa di otto aerei di medio raggio aveva suscitato grandi (anche se puerili) aspettative di una rinascita dell’hub.

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