L'eterna telenevola di Brescia: controfferta veronese
.... a mio parere alquanto oltraggiosa, lascio a voi i commenti
da
www.bresciaoggi.it
Gestione del «D'Annunzio»:
ecco il contropiano di Verona
LO SCALO CONTESO. Ieri mattina vertice dei soci scaligeri del Catullo per decidere le strategie
Montichiari non sarà ceduto, quote in più a Brescia. Ma resta il ricorso
Brescia. Tenersi stretta la concessione per l'aeroporto «D'Annunzio» di Montichiari, mantenendo la centralità di Verona nel sistema aeroportuale del Garda. Ma al tempo stesso dare il giusto riconoscimento a Brescia, che vorrebbe invece gestire autonomamente Montichiari, scorporandone la gestione dalla società aeroportuale Catullo di Verona-Villafranca, proprietaria del D'Annunzio per l'84 per cento.
LA SCELTA. Il «sistema Verona» si presenta oggi, all'assemblea straordinaria dei soci dell'aeroporto Valerio Catullo, per deliberare l'aumento di capitale di 40 milioni, con un accordo su Montichiari siglato ieri mattina nella sede della Provincia dai soci veronesi e sottoposto in serata a quelli bresciani della Catullo. L'intesa è maturata proprio ai Palazzi Scaligeri, dove si sono riuniti il presidente della Provincia Giovanni Miozzi, il sindaco di Verona Flavio Tosi e quello di Villafranca Mario Faccioli, e poi i presidenti del Catullo Fabio Bortolazzi, di Confindustria Verona Andrea Bolla, del Banco Popolare di Verona Carlo Fratta Pasini, della Camera di commercio Alessandro Bianchi, col vicepresidente della Fondazione Cariverona, Eugenio Caponi.
TUMULTO. Dopo settimane di tumulto, con Brescia che spinge per avere la concessione di Montichiari (che dovrebbe pagare 83 milioni, alla Catullo), su cui pende anche un procedimento al Consiglio di Stato dopo il ricorso al Tar vinto dagli industriali bresciani riuniti in Abem, si arriva così a una unità di intenti, in riva all'Adige. Nei giorni scorsi i soci avevano invitato il presidente Bortolazzi a non partecipare a Brescia alla presentazione del piano bresciano per acquisire Montichiari. Lo stesso Bortolazzi, illustrando nella commissione consiliare comunale il piano di rilancio dell'aeroporto 2009-2014, ha detto poi, allineandosi alle indicazioni dei soci, che Montichiari non va venduto e che, piuttosto, deve rientrare in un asse aeroportuale Verona-Montichiari-Milano Malpensa e Linate in grado di decollare sul mercato. Brescia, invece, prendendosi Montichiari, vorrebbe sviluppare un polo aeroportuale solo lombardo.
A esprimere la convergenza a nome di tutti i soci è ora il presidente della Provincia Miozzi, che dichiara: «Il sistema Verona è forte e unito in questa partita molto importante per tutta l'economia del territorio della città e della provincia», spiega, precisando che «i soci sono compatti nel mantenere la centralità di Verona nel sistema aeroportuale del Garda. La concessione di Montichiari? Ci siamo sempre battuti per mantenerla e l'abbiamo sottoscritto. Ma questo accordo prevede di dare il giusto risalto, nella Catullo, a Brescia, che avrà il giusto riconoscimento, e anche a Trento».
REAZIONI Anche il presidente della Camera di Commercio, Bianchi, si dice soddisfatto: «Questo accordo esprime la ragionevolezza del mondo veronese e la volontà di lavorare compatti per il bene del territorio e dell'aeroporto». E Tosi: «Verona ha espresso una posizione unitaria per l'alleanza con Brescia».
Ma che cosa significa «dare il giusto risalto a Brescia»? Miozzi e i soci mantengono il massimo riserbo, ma si parla di cessione di (poche) quote di Montichiari da parte della Catullo e anche di assegnare una vicepresidenza della Catullo, con delega per gestire lo scalo di Montichiari. Quanto invece all'aumento di capitale, Miozzi a nome di soci esprime la massima convergenza sul farlo. Ma se così stanno le cose, sembra molto improbabile, per non dire impossibile, che Abem ritiri il ricorso.