Thread Alitalia - Gennaio 2017


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Sarebbe interessante avere un dato sui pax di C che AZ ha sottratto alle varie AFKLLHBA da TRN e GOA sulla MXP-JFK. Personalmente nutro qualche dubbio che i numeri fossero significativi.
Sarebbe, a livello statistico, un dato certamente interessante, in ogni caso penso che questo servizio, come altre iniziative prese avrebbero avuto un senso maggiore in una compagnia aerea coi conti in ordine ... che senso ha avuto, ad esempio, modificare gli interni dei tripli in 2 tempi diversi?
Oltretutto non avrebbe avuto più senso andare subito ad incidere in maniera sensata e ben pianificata sui costi e poi, una volta che questi fossero stati in ordine, pensare in grande senza tanti proclami da venditori di fumo?
 
Sarebbe interessante avere un dato sui pax di C che AZ ha sottratto alle varie AFKLLHBA da TRN e GOA sulla MXP-JFK. Personalmente nutro qualche dubbio che i numeri fossero significativi.

credimi che ne ho evidenza...anche perce' non occorre considerare solo GOA e TRN, ma tutta l'area MXP (questo per dire il market share sottratto anche alle concorrenti USA)
 
Sarebbe, a livello statistico, un dato certamente interessante, in ogni caso penso che questo servizio, come altre iniziative prese avrebbero avuto un senso maggiore in una compagnia aerea coi conti in ordine ... che senso ha avuto, ad esempio, modificare gli interni dei tripli in 2 tempi diversi?
Oltretutto non avrebbe avuto più senso andare subito ad incidere in maniera sensata e ben pianificata sui costi e poi, una volta che questi fossero stati in ordine, pensare in grande senza tanti proclami da venditori di fumo?

Quoto.
Il progetto di alzare il livello del servizio per guadagnare clientela alto spendente è fallito miseramente e si torna alla realtà di Az.
Spero solo che completino i 772 migliorando di molto la situazione soprattutto in Y.
La mia speranza di prendere un 772 riconfigurato nei prossimi due viaggi per GRU e MEX tra gennaio e febbraio e diventata molto bassa.
 
credimi che ne ho evidenza...anche perce' non occorre considerare solo GOA e TRN, ma tutta l'area MXP (questo per dire il market share sottratto anche alle concorrenti USA)
Ti credo. Non ti chiedo numeri ovviamente sensitive, ma potresti fornirci un'idea di massima? Che so, una percentuale sottratta ai concorrenti post chauffeur service?
 
Anche al pax BC ????
Non so come affronteranno il problema..
Su una Compagnia ( non mi ricordo esattamente ed evito di dire sciocchezze) in Germania ho visto che ai pax di BC davano la possibilità di scegliere alcuni prodotti dal carrello gratuitamente. Non so che gratuità/ limitazioni avessero ... ma penso sia obbligatorio standardizzare il servizio fra NAZ ed MR visto il problema che a Roma avvengono ogni gg tanti cambi macchina e si ritroverebbero con un problema ancora maggiore.
 
Non so come affronteranno il problema..
Su una Compagnia ( non mi ricordo esattamente ed evito di dire sciocchezze) in Germania ho visto che ai pax di BC davano la possibilità di scegliere alcuni prodotti dal carrello gratuitamente. Non so che gratuità/ limitazioni avessero ... ma penso sia obbligatorio standardizzare il servizio fra NAZ ed MR visto il problema che a Roma avvengono ogni gg tanti cambi macchina e si ritroverebbero con un problema ancora maggiore.

La Compagnia tedesca é Germanwings.
Ok diventeranno low cost, introdurranno il buy onboard, ma se non rivedranno le politiche tariffarie sarà un flop totale
 
non so se qualcuno l'ha già postato....

R.Dim. per il Messaggero

Manovra d' emergenza in tre mosse quella deliberata alle 5,30 di martedì 22 dicembre dall' Alitalia Sai per assicurare subito 472 milioni di risorse sotto forma di liquidità per gli stipendi e il carburante ma anche di semi-equity scongiurando di portare i libri in Tribunale per mancanza di ossigeno e per violazione delle norme del codice sul capitale al di sotto di certe soglie. A marzo poi dovrebbero arrivare altri 590 milioni attraverso altre tre mosse, a condizione che il nuovo piano industriale risponda a criteri di efficienza e risparmi. In totale una manovra complessiva da 1,062 miliardi che si somma a quella da 1,7 miliardi varata ad agosto 2014 quando fu raggiunto l' accordo con il vettore di Abu Dhabi.

Tre giorni prima di Natale presso la sede della compagnia a Fiumicino, davanti al notaio Nicola Atlante, presente il presidente Luca Cordero di Montezemolo reduce da una nottata di riunioni no stop, l' assemblea di Alitalia Sai - durata mezz' ora - ha deliberato in seduta ordinaria e straordinaria il salvataggio. E dal verbale dell' assise vengono fuori dettagli finora inediti del piano articolato in due tempi, dopo che l' assise era stata rinviata tre volte (12, 16 e 21 dicembre) come da verbali sempre del notaio Atlante.

All' ordine del giorno della parte ordinaria il finanziamento a breve d' emergenza per consentire di far fronte ad alcuni pagamenti impellenti. In totale 250 milioni di liquidità già entrati nelle casse: 100 milioni da Etihad Investment holding company, azionista con il 49% mentre Midco, veicolo controllato da Alitalia Cai, detiene il 51%. Altri 150 milioni sono stati concessi da Intesa Sanpaolo, primo socio con il 20,59%, Unicredit (12,99%) e Mps: si tratta della riapertura delle linee accordate. Non ha partecipato all' operazione la Popolare di Sondrio.


Altri 222,8 milioni di euro sono stati iniettati nel patrimonio sotto forma di strumenti finanziari partecipativi: questa tecnicalità è stata studiata apposta per evitare che il vettore arabo salga in maggioranza e, nello stesso tempo, il capitale della società venga riportato al di sotto del livello di guardia, scavalcato a causa delle perdite 2016 (oltre 400 milioni).



Per emettere questi speciali bond, l' assemblea nella parte straordinaria, ha votato all' unanimità la modifica dell' art 6.1 dello statuto, secondo gli effetti dell' articolo 2346 codice civile. E infatti è stata approvata l' emissione, a cura di Alitalia Sai di un bond in dollari statunitensi per 231,4 milioni (222,8 milioni di euro), regolato dalla legge Italiana, in unica emissione, valore nominale unitario di un milione di dollari Usa oltre a un titolo da nominali 422 mila dollari.


La durata dell' emissione obbligazionaria sarà pari a quella di Alitalia. Redimibilità: lo strumento partecipativo non darà diritto a richiederne il riscatto ma potrà, ad opzione della società, essere sottoposto in tutto o in parte, a riscatto volontario previa delibera dell' assemblea dei soci approvata a maggioranza del capitale (quindi dagli italiani). Il bond partecipativo non darà diritto al titolare di alcun diritto amministrativo (ulteriori posti in cda) nè di voto.

Nè tanto meno lo strumento darà diritto ad alcun diritto patrimoniale (partecipazione agli utili). Il bond è stato emesso il 23 dicembre e la sottoscrizione è stata riservata ad Etihad. Alla fine si è fatto ricorso all' emissione di un nuovo bond e a non convertire quello in essere da 375 milioni totali, perchè quasi 300 milioni sono in pancia a Generali che non avrebbe inteso trasformare il credito in capitale di rischio.

La fase 2 della manovra di salvataggio dovrebbe partire a marzo quando sarà pronto il nuovo piano industriale basato su un drastico taglio dei costi, a cominciare da quelli del personale: esuberi tra 2 mila e 4 mila unità: lunedì 9 fissata una riunione allo Sviluppo economico alla presenza anche di Graziano Delrio.

In quel momento Etihad verserà altri 275 milioni di un finanziamento soci mentre le banche saranno chiamate a erogare altri 175 milioni e a convertirne in capitale 140: a fronte di questo nuovo sacrificio i soci italiani chiedono una svolta anche manageriale: al posto di Cramer Ball pare sia già stato individuato un nuovo manager italiano.
 
Gianni Dragoni
ROMA

Alitalia verrà ridimensionata e divisa in due parti. Una parte si occuperà dei voli nel breve raggio con gli aerei più piccoli (detti «narrow body», con un solo corridoio) e avrà un modello simile alle compagnie low cost, per i voli nazionali e in Europa. La seconda parte, con modello tradizionale, sarà dedicata ai voli intercontinentali e avrà i jet più grandi. I due modelli potrebbero sfociare in due diverse società, anche se quest’ipotesi viene smentita.

Questo è il punto centrale del nuovo piano industriale 2017-2020 che sta prendendo forma, dopo l’approvazione nel consiglio di amministrazione del 22 dicembre. Il cda ha approvato un documento ancora da riempire di dettagli. Sul piano ci sarà un confronto con il governo, il 9 gennaio, al ministero dello Sviluppo economico.

L’incontro è slittato rispetto alla data iniziale. L’iniziativa di convocare la compagnia è stata del premier Paolo Gentiloni, poi l’incontro è stato delegato ai ministri Carlo Calenda (Sviluppo) e Graziano Delrio (Trasporti). Il confronto con i sindacati comincerà l’11 o 12 gennaio. Alitalia è in piena turbolenza. Oltre alle difficoltà di cassa, risolte temporaneamente con lo sblocco delle linee di credito di Intesa Sanpaolo e Unicredit per 180 milioni di euro(di cui oltre 60 milioni già bruciati), è in dubbio la permanenza di Cramer Ball, l’amministratore delegato australiano in carica dal 7 marzo 2016,imposto dal socio emiratino Etihad (ha il 49%).

Le grandi banche italiane azioniste di Alitalia, Unicredit e Intesa, irritate con Etihad dopo il flop del piano che prometteva l’utile per quest’anno, mentre ci sarà una perdita stimata in almeno 500 milioni di euro, dubitano che Ball sia il manager adatto a guidare il difficile riassetto. Il presidente della compagnia, Luca Cordero di Montezemolo, che è anche vicepresidente di Unicredit, ha rimarcato con ironia le sue perplessità su Ball in riunioni in pubblico. Sarebbero in corso contatti per cercare un nuovo a.d., in grado di gestire la svolta di Alitalia nel breve raggio verso un modello low cost. Malgrado le smentite ufficiali, Ball potrebbe diventare l’esubero numero uno del nuovo piano industriale.

Peserà anche l’atteggiamento del governo, dal quale la compagnia si aspetta ammortizzatori sociali per le migliaia di esuberi che si profilano e un aiuto per cercare una tregua con i sindacati. Il piano prevede un numero di esuberi variabile, secondo la profondità della ristrutturazione che deve essere oggetto di confronto con i sindacati: gli esuberi ufficiali sono 1.640, ma fonti autorevoli sostengono che il numero reale sarà più alto, potrebbe arrivare fino a 4.000. Nell’immediato verrebbero messi a terra 23 aerei di medio raggio, su un totale di 98 velivoli ora in flotta tra gli Airbus della famiglia A320 (78) e i regional jet Embraer (20). Per il lungo raggio si prevede un incremento rispetto ai 24 aerei attuali (14 Airbus 330 e 10 Boeing 777): entro il 2020 la flotta di lungo raggio dovrebbe aumentare di un minimo di 8 aerei. L’incremento potrebbe essere maggiore, fino a 16 macchine in più, se Alitalia riuscisse ad aumentare i voli verso il NordAmerica rinegoziando gli accordi della joint venture transatlantica con l’americana Delta e Air France-Klm.

Il piano prevede una riduzione di costi (diversi dal personale) che nel 2021, a regime, porterebbero a risparmi accumulati per un miliardo. Un capitolo a parte sarà il risparmio sul costo del lavoro, legato anche agli incrementi di produttività. Il vero interrogativo è se questa cura, oltre che realizzabile, sarà in grado di assicurare la sopravvivenza di un’Alitalia sempre più piccola in un mondo fatto di vettori sempre più grandi.

Trapela che la perdita del 2016, pur scontando le plusvalenze per la vendita degli slot di Heathrow, è sui 450 milioni netti. Difficilmente in futuro vedremo un’Alitalia «a cinque stelle» come quella promessa al debutto dal capo di Etihad James Hogan e da Montezemolo.

Fonte il sole 24 ore
 
Da Almaviva ad Alitalia l’anno si apre con vertenze pesanti. La compagnia aerea è di nuovo in crisi è si parla di almeno 2mila esuberi. «Il 2017 - risponde il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo - sarà molto difficile perché le 145 crisi aziendali aperte non disporranno più dei vecchi ammortizzatori sociali. Niente indennità di mobilità, né cassa integrazione per chiusure aziendali. Sarà l’anno in cui dovremo difendere i posti di lavoro. E il sindacato dovrà farlo senza perdere credibilità. Lo dico pensando proprio ad Alitalia».
In che senso?
«È la seconda volta che la privatizzazione fallisce. Noi ci abbiamo messo la faccia davanti ai lavoratori, con un difficile accordo che ha comportato tagli agli stipendi e altri 2mila lavoratori in meno. L’azienda, invece, non ha rispettato il piano industriale. Doveva aumentare la flotta ma alla fine ci sono solo 2 aerei in più rispetto ai 15-20 promessi. Sulle rotte intercontinentali non ha investito. Ora non possono venire a chiederci nuovi sacrifici. Non è credibile il management e non saremmo credibili noi se li accettassimo».
Sta proponendo un intervento dello Stato?
«No, ma chiedo al governo, che lunedì incontrerà i vertici aziendali, che chiarisca le responsabilità della situazione e spinga per un cambio di rotta, con un piano industriale basato sul rilancio delle rotte internazionali. Se Alitalia continua a restare centrata sul piccolo e medio raggio, continuerà a perdere. Ma non possono essere ancora i lavoratori a pagare. I dipendenti Alitalia guadagnano meno di Klm, Air France e Delta. E non possiamo certo confrontarci con Ryanair che paga le asse in Irlanda».

Fonte Corriere della Sera
 
Da Almaviva ad Alitalia l’anno si apre con vertenze pesanti. La compagnia aerea è di nuovo in crisi è si parla di almeno 2mila esuberi. «Il 2017 - risponde il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo - sarà molto difficile perché le 145 crisi aziendali aperte non disporranno più dei vecchi ammortizzatori sociali. Niente indennità di mobilità, né cassa integrazione per chiusure aziendali. Sarà l’anno in cui dovremo difendere i posti di lavoro. E il sindacato dovrà farlo senza perdere credibilità. Lo dico pensando proprio ad Alitalia».
In che senso?
«È la seconda volta che la privatizzazione fallisce. Noi ci abbiamo messo la faccia davanti ai lavoratori, con un difficile accordo che ha comportato tagli agli stipendi e altri 2mila lavoratori in meno. L’azienda, invece, non ha rispettato il piano industriale. Doveva aumentare la flotta ma alla fine ci sono solo 2 aerei in più rispetto ai 15-20 promessi. Sulle rotte intercontinentali non ha investito. Ora non possono venire a chiederci nuovi sacrifici. Non è credibile il management e non saremmo credibili noi se li accettassimo».
Sta proponendo un intervento dello Stato?
«No, ma chiedo al governo, che lunedì incontrerà i vertici aziendali, che chiarisca le responsabilità della situazione e spinga per un cambio di rotta, con un piano industriale basato sul rilancio delle rotte internazionali. Se Alitalia continua a restare centrata sul piccolo e medio raggio, continuerà a perdere. Ma non possono essere ancora i lavoratori a pagare. I dipendenti Alitalia guadagnano meno di Klm, Air France e Delta. E non possiamo certo confrontarci con Ryanair che paga le asse in Irlanda».

Fonte Corriere della Sera

un massacro !
 
Nell’immediato verrebbero messi a terra 23 aerei di medio raggio, su un totale di 98 velivoli ora in flotta tra gli Airbus della famiglia A320 (78) e i regional jet Embraer (20).

Trapela che la perdita del 2016, pur scontando le plusvalenze per la vendita degli slot di Heathrow, è sui 450 milioni netti. Difficilmente in futuro vedremo un’Alitalia «a cinque stelle» come quella promessa al debutto dal capo di Etihad James Hogan e da Montezemolo.

Finora si parlava di mettere a terra 10-15 aerei di medio raggio adesso siamo saliti a 23, mentre i dati della perdita prevista sono pazzeschi, ma soprattutto è inconcepibile che fino a qualche mese fa tutti i vertici di Alitalia continuavano a ripetere che la situazione era sotto controllo rispettando il budget con un utile previsto nel 2017.

E' impossibile che nessuno nel corso dell' anno si sia accorto del mostruoso scostamento tra i piani del budget e i dati reali e abbia subito preso provvedimenti. Si è dovuti arrivare all' esaurimento della cassa e a dover supplicare un ulteriore prestito ponte alle banche per poter finalmente accorgersi del problema e iniziare a pensare una nuova strategia.
 
Stato
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