Atlantia, un nuova svolta grazie a Etihad
IN ARRIVO PER FIUMICINO CAPITALI FRESCHI PER 700 MILIONI, IL 20% DEL VALORE DI ADR, CONTROLLATA DALLA HOLDING DEI BENETTON. E PER L’ALTRA PARTECIPAZIONE IMPORTANTE, QUELLA IN AUTOSTRADE, CI SONO I BENEFICI DEI PRIMI TIMIDI AUMENTI DEL TRAFFICO
Eugenio Occorsio
P er Merrill Lynch è «il miglior titolo del settore infrastrutture a livello europeo». Per Goldman Sachs l’azione «ha il 14% di possibilità di crescita rispetto agli attuali livelli» e per JP Morgan addirittura «del 25%». Per Mediobanca Securities il gruppo «è una macro callper costruire una storia positiva sull’Italia», insomma è destinato a risentire positivamente del rinnovato clima di fiducia che circonda il nostro Paese. E Morgan Stanley l’ha inserito fra i cinque titoli da tenere d’occhio in Europa. Ovunque, un profluvio di buy, outperform, overweight, che vogliono tutti dire la stessa cosa, “comprare”: con una raffica di reportdegli ultimi giorni, le maggiori banche d’investimento internazionali scendono in campo a favore di Atlantia, la holding dei Benetton che controlla Autostrade e Adr. Il motivo lo spiega Goldman Sachs: «La spinta viene dalla nascente ripresa nel traffico sia autostradale che aeroportuale in Italia nonché dalla solidità dei fondamentali con un costo dell’indebitamento inferiore di 170 punti base alla media nazionale». I debiti obbligazionari sono 11 miliardi, di cui 5,5 emessi da quando il ratingdi Bbb+ (Standard & Poor’s), è migliore della tripla B dell’Italia. Ma il vero colpo di fortuna per Atlantia, che ha completato nel 2013 la fusione con Gemina dopo la quale quest’ultima è uscita dalla Borsa, si chiama Etihad. Venerdì scorso il cda
di Alitalia ha accettato ufficialmente l’offerta per l’ingresso del vettore arabo nel capitale. L’investimento di Etihad sarà di 1,3 miliardi di cui 560 milioni per patrimonializzare l'azienda e quasi 200 milioni ogni 12 mesi di investimenti per i prossimi 4 anni. Bene: a questo punto si avvia la trattativa parallela che potrebbe portare uno dei dieci fondi sovrani di Abu Dhabi (fondo di dotazione totale: 900 miliardi di dol-lari), con un’operazione coordinata, a investire nello scalo romano. Si parla di un ingresso nel capitale pari al 20%, da realizzare con la cessione privata di quote di Atlantia in Adr (che non è quotata). Visto che il valore dell’azienda è stimato dalle banche fra i 3,5 e i 3,9 miliardi (il valore di Autostrade invece è intorno ai 25 miliardi), dovrebbero arrivare in Adr almeno 700 milioni di capitale fresco. E potrebbe non finire qui perché ci sarebbero altre manifestazioni di interesse. Il rafforzamento del Leonardo da Vinci è legato alla trasformazione in hub internazionale, conditio sine qua non dell’intera operazione Etihad, nonché al potenziamento della stessa Alitalia: come nota la Morgan Stanley, la compagnia conta per il 40% del traffico di Fiumicino, ma Air France a Parigi o British Airways a Londra coprono il 60-70% del potenziale di Charles de Gaulle e Heathrow, e verso tale quota si spingerà. Tutto questo rilancia il piano di investimenti sull’aeroporto, pari a 12 miliardi da qui al 2044 quando scadrà la convenzione, e apre prospettive interessanti per la parte commerciale: solo l’apertura del molo C prevista per il 2016 comporta la creazione di 10mila metri quadri di spazi per il retail. Concomitante con questi sviluppi, notano le banche, c’è il fatto che finalmente si è tornati a un segno più per il traffico autostradale. Precisa Morgan Stanley: «Malgrado l’economia italiana sia ancora ferma, nei primi 4 mesi del 2014 il traffico in autostrada è aumentato dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2013, ed erano sei anni che faceva segnare variazioni negative. Oggi si trova per l’11% sotto i picchi del 2007». Nell’intero 2014 si prevede un incremento di poco superiore all’1% in media (la stessa Morgan prima stimava lo 0,3) e dell’1,5 nel 2015 (precedente: 1,2). Si riapre anche qui il dossier degli investimenti che la società ha in corso e aveva in parte rallentato per motivi congiunturali: un progetto del 2007 prevedeva per esempio 5 miliardi per la costruzione di terze corsie avviate solo in minima parte. Ci sono poi spinose questioni regolamentari da risolvere: dal 2002 si parla del passante di Genova, 33 chilometri in galleria, tuttora bloccato, e ci sono 1,5 miliardi di ulteriori investimenti previsti per la variante di Valico appenninica che sono in pesante ritardo per una serie di impicci burocratici. Un recente parere favorevole dell’Agenzia dell’ambiente dovrebbe però contribuire a sbloccare la situazione. Giovanni Castellucci, ad di Atlantia, la holding dei Benetton che controlla Adr e Autostrade
Repubblica.it
(16 giugno 2014)
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