Lega, ultimatum su Malpensa
Berlusconi: "Bossi, piantala"
Testo piccolo Testo medio Testo grande | 07/01/2009 |
Si vedranno oggi a pranzo e chiariranno ogni cosa. Però le dichiarazioni di Bossi sul destino di Malpensa con tono da ultimatum, a Silvio Berlusconi non sono piaciute per niente.
«Malpensa e il Nord stanno a cuore al sottoscritto almeno quanto stanno a cuore a Bossi e alla Lega». Stavolta il Cavaliere non usa toni morbidi nei confronti dell’amico alleato. Bossi e Calderoli gli avevano promesso di non fare né dichiarazioni né uscite pubbliche prima della riunione di inizio gennaio a riguardo. «Invece, mi spiace registrare che ci sono stati incontri riservati».
Riservati e… allargati: la presenza del sindaco di Milano Letizia Moratti e l’adesione a distanza da parte del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni sono un segnale politico che Berlusconi non poteva in alcun modo lasciare senza risposta, altrimenti avrebbe dato l’impressione di lontananza rispetto ai temi cruciali della questione settentrionale.
«So bene – prosegue Berlusconi - quali sono i problemi dello scalo varesino, ne avevamo parlato a lungo con Bossi, Calderoli e non solo loro. Così come conosco ogni istanza che viene dai territori lombardi, piemontesi e veneti. Non vorrei che qualcuno pensasse che la difesa di quegli interessi spetti in esclusiva agli amici della Lega; eh no, non c’è bisogno della Lega per risolvere certe questioni. Io e il governo tutto siamo impegnati per rispondere alle esigenze del Paese e, dunque, anche del Nord». Tradotto: Umberto, datti una calmata perché mi stanno girando.
È uno sfogo che oggi a tavola ritroverà le armonie di sempre. Oltre al Premier e al Senatur, ci saranno Gianni Letta e Roberto Calderoli («Il nostro Letta», come qualcuno in via Bellerio lo ha definito). Poi, «per un caffè», si uniranno anche Roberto Colaninno, capo cordata di Cai, e Giuseppe Bonomi, presidente di Sea, cioè la società che gestisce gli scali aeroportuali milanesi. «È giusto parlarsi tutti assieme per trovare una intesa di buon senso».
Sarà in quella sede che il futuro della mappa aeroportuale italiana si definirà, «nell’interesse del Paese», spiega il presidente del Consiglio. «Io ho pieno rispetto delle decisioni della Cai, l’ho detto mille volte e non intendo mancare di parola. Lufthansa? Anche il sottoscritto aveva caldeggiato l’ipotesi Lufthansa ma non tocca a me e alla Lega decidere: dobbiamo rimetterci alle decisione della nuova Compagnia».
«Di una cosa sono certo: in nessun caso la decisione finale comprometterà Malpensa. Ma le pare che io possa volere una cosa del genere? Si deciderà secondo buonsenso, tutelando sia Fiumicino che Malpensa. Non mi piace questa continua contrapposizione tra i due scali come fossero l’uno contro l’altro: entrambi sono nevralgici al sistema Italia. E aggiungo che pure Linate dovrà essere salvaguardata, perché il city airport ha una sua importanza».
Facciamo notare al premier che il nodo da sciogliere sta negli slot e nelle rotte: senza capacità di attrarre vettori, Malpensa perde competitività. «È una polemica che non comprendo: secondo lei, gli slot liberati da Alitalia li muriamo? Certo che no, mi pare ovvio: saranno rimessi a disposizione della Sea, nell’interesse dello scalo. È sempre stata questa l’idea del governo. Ma le sembra che io voglia compromettere due ricchezze del Paese quali Malpensa e Fiumicino?».
Berlusconi torna con il pensiero all’incontro di ieri in via Bellerio, sede storica del Carroccio, tra Bossi, Calderoli e il sindaco di Milano Letizia Moratti. «Questa mossa della Lega mi ha sorpreso perché sono chiari i fini politici ed elettorali. Io capisco gli intenti che spingono la Lega a prendere molte delle recenti posizioni, ma vorrei che fosse chiaro che gli interessi del Nord stanno a cuore a me almeno quanto a loro. Se non di più».
Si apre un caso dentro la maggioranza? Nemmeno per idea. Lo sfogo di Berlusconi è la risposta al pressing natalizio del Carroccio. È un voler rimettere le cose al loro posto. Il premier ha capito che non può correre il rischio di apparire sempre arrendevole, o meglio morbido, rispetto al leader leghista. «Mi avevano assicurato che ci saremmo mossi di concerto proprio per arrivare insieme al miglior risultato. Invece…». Invece Bossi ha messo la freccia e, annusata l’aria di malcontento che tirava dalle sue parti, ha bruciato tutti sul tempo.
Malpensa è un luogo politico ancor prima che la più grande infrastruttura del sistema padano. Difendere l’hub varesino significa dimostrare di non abbassare la guardia rispetto alle pressione romane. Malpensa è il ring su cui Bossi tiene in allenamento la Lega di lotta.
Di contro, Berlusconi non poteva lasciare l’alleato in camicia verde libero di scorrazzare sopra il Po e fare il pieno di voti. Doveva mandare un messaggio, lo ha fatto subito e in tempo.
L’anno appena cominciato sarà un anno importante per la buona riuscita della legislatura. Incardinare le riforme sul binario più spedito vale la metà del lavoro, e di riforme da fare ce ne sono diverse. Giustizia e federalismo sono le priorità di Berlusconi e di Bossi. Non v’è dubbio che prima di far entrare i commensali Colaninno e Bonomi, il Cavaliere e il Senatur faranno un passaggio proprio sulla road map delle riforme.
E anche per Malpensa verrà trovata la giusta soluzione: la libertà di trattare con Lufthansa come compagnia alternativa di Alitalia.
di Gianluigi Paragone
Libero
Quindi sintetizzando il Berlusconi-pensiero : W MXP, W FCO e W anche LIN
