13/1/2010 (7:38) - OLTRE LA CRISI - IL MANAGER
Sabelli: “Un altro anno di passione
per i cieli. Ma Alitalia crescerà”
Il presidente di Alitalia Roberto Colaninno e l'ad Rocco Sabelli
L'offensiva: «Air One nel segmento low cost con base a Malpensa e cinque nuovi Airbus A330»
ALESSANDRO BARBERA
ROMA
Perdita operativa al 30 settembre di 278 milioni di dollari. Persistenti «incertezze sui mercati finanziari». Quota di posti offerti sul mercato italiano al 50%. Revisione al ribasso dei piani di crescita sui voli a lungo raggio e definitivo spostamento del marchio Air One nel segmento low cost da Malpensa. A un anno esatto dalla nascita della nuova compagnia, il documento presentato lunedì ai sindacati sulla situazione di Alitalia promette altri 12 mesi di passione. Benché regolarità, puntualità e coefficiente di riempimento degli aerei siano in costante miglioramento, l’azienda guidata da Rocco Sabelli resta in affanno.
La crisi, inutile dirlo, né è la causa principale: il documento sottolinea che il 2010 «inizierà bene» ma «con un ritmo di sviluppo lento» e ricavi da traffico «abbondantemente al di sotto degli anni passati». I risultati operativi del periodo gennaio-settembre 2009 di alcuni concorrenti parlano da soli: il documento segna per Air France-Klm un rosso di 1,625 miliardi di dollari, Sas perde 282 milioni, Iberia - la più simile fra le compagnie europee ad Alitalia - 471. Nonostante il forte calo sugli utili del 2008 tengono invece bene Lufthansa (714 milioni di dollari di ricavi) e la sua controllata Swiss (+163 milioni). «Il 2010 sarà un anno difficile, con una fortissima competizione», ammette alla Stampa l’amministratore delegato della compagnia italiana. «La Iata prevede un altro anno critico con perdite nel mondo stimate in 5,6 miliardi di dollari».
Ma, dice ottimista Sabelli, «abbiamo un obiettivo ambizioso, di crescita a due cifre sia in termini di ricavi che di quote di mercato». Il documento, più cautamente, spiega che la ripresa dal punto più basso della crisi «ha influito in misura maggiore» sul traffico merci e per affari, «meno sull’economy». Sabelli è orgoglioso dell’efficienza ottenuta in un anno dalla nascita della nuova compagnia: il dato che la rappresenta, il cosiddetto «posto per chilometro di volo» in Alitalia vale 7 centesimi contro gli 11-12 delle grandi compagnie mondiali e i 4,5-6 di quella a basso costo. Insomma, la struttura dei costi oggi si avvicina più a quella di Ryanair che dei cugini di Air France-Klm.
Il coefficiente di riempimento - ovvero il numero di posti riempiti su ogni volo - a dicembre ha raggiunto il 67,6%, quasi sette punti in più della somma di Alitalia ed Air One un anno prima. Ma il dato complessivo del 2009 è ancora al 65%, tre punti percentuali sotto la previsione del piano Fenice elaborato dall’advisor Intesa Sanpaolo. E’ vero che a quei tempi (era agosto del 2008), esisteva ancora Lehman Brothers, eppure siamo 15 punti sotto il risultato raggiunto da Air France-Klm. Il problema numero uno di Alitalia era e resta la concorrenza spietata delle compagnie low cost. «Ryanair e Easyjet si sovrappongono sempre di più» sulle rotte, scrive il documento. Sul solo mercato italiano Alitalia è in grado di offrire appena il 50% dei posti, le low cost il 44%.
Ecco perché Sabelli, dopo mesi di rinvii, ha deciso di rompere gli indugi sul destino del marchio Air One: «Lanceremo un nuovo servizio con base a Malpensa, orientato alla fascia di mercato più sensibile al prezzo. Le tariffe saranno molto competitive: voli nazionali a circa 40 euro e internazionali a meno di 100». A tentare la concorrenza nei confronti di EasyJet, che ha il 30% del mercato dello scalo varesino, Sabelli metterà a disposizione da aprile cinque Airbus A330. In compenso, il documento rivede al ribasso le previsioni di aumento degli aerei a lungo raggio nella flotta: nel 2012, secondo il piano Fenice, avrebbero dovuto diventare 27, nella migliore delle ipotesi saranno 24. La difficoltà di Alitalia è quella di essere allo stesso tempo un’azienda snella che garantisce un servizio all’altezza di ciò che ci si aspetta da una compagnia di bandiera.
«Proseguiremo l’impegno sul fronte delle partnership internazionali. Stiamo consolidando quelle avviate e ne faremo delle nuove per presidiare i flussi di traffico», dice Sabelli. Una delle ipotesi che si sussurrano nei corridoi alla Magliana, la sede alla periferia ovest di Roma, è una fusione a tre con Air France-Klm e Delta. Ma è un progetto che ha tempi di maturazione lunghi. Nel frattempo Alitalia non raggiungerà il pareggio operativo prima della fine del 2011, e avrà sulle spalle i 300 milioni delle perdite di quest’anno a fronte di una capitalizzazione pari a poco più di 1,1 miliardi. «Anche se mitigato dall’aumento del costo del carburante e dalla riduzione dei contributi per la cassa integrazione, gli effetti della crescita si faranno sentire positivamente sui conti», promette Sabelli. I conti sono presto fatti: se le perdite di quest’anno non saranno inferiori almeno alla metà del 2009, sarà necessaria una nuova ricapitalizzazione.
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L'articolo dice 5 A330...sono ovviamente 5 A320!